Nelle riconquistate oasi del Fezzan

Nelle riconquistate oasi del Fezzan Nelle riconquistate oasi del Fezzan Dopo quindici anni Dopo 15 anni il tricolore torna a sventolare nel lontano Fezzan, ove giù era stato innalzato dalla colonna Miani nella eroica e memorabile spedizione; fu precisamente il l.o gennaio 1914 che nel campo di Maharuga avvenne, dopo una serie di vittoriosi combattimenti, la sottomissione delle tribù del Fezzan, ed ora il tricolore ritorna più glorioso che mai e colla certezza di non essere più ammainato. La rioccupazione del Fezzan riveste un'importanza così vasta che non potrà sfuggire a nessuno che abbia anche una superficiale idea della nostra situazione coloniale; ina, oltre alla evidentissima portata politica e nazionale, occorre aggiungere che la riconquista assicura all'Italia una regione non priva di riBorse e di possibilità. Occorre subito dire che anche qui poi seguiamo le orme dei romani, poiché il Fezzan non è che l'antica ;« Phasania », su cui Lucio Cornelio Balbo junior affermò superbamente, nel 19 avanti Cristo, la potenza di Roma, dopo aver sbaragliati in varie azioni, i Garamanti. E tracce romane si trovano ancor oggi in varie località del Fezzan, perfino a TegerJri, verso il confine meridionale, sulla via di Tummo.' Era il Fezzan l'ultimo territorio verso il sud dei romani, "che lo tennero per circa 4 secoli. L'immensa regione, che" ha luna superficie di circa 300.000 Kmq., yale a dire quasi quanto l'Italia, si estende per una lunghezza di circa 900 Km. dà ovest verso est, dall'altopiano del Tasili n'Asger fino al limite occidentale del deserto libico e per circa 700 Km. da nord a sud, jcioè dal Gebel Soda (Montagna Nera) a sud di Socna, fino ai pozzi di El Uar, sul colle principale dei monti Tummo. Il Fezzan costituisce una regione a pò, che per caratteristiche di clima e geografiche, appartiene al Sahara; per giungervi bisogna percorrere vie aspre e faticose, sia partendo da Socna ed attraversando la Montagna Nera lungo la strada costruita dalla colonna Miani, sia partendo da Bir Sciueref, l'ultima località che ten vamo finora, che dista da Brach 'X Km., sia, infine, che si perseguano \ percorsi occidentali che portano ad Ederi' all'Inizio della valle dell'L'adi Esc Sciati. Ciò impone una preparazione logistica accuratissima, che è la prima garanzia di successo nelle imprese coloniali, e che anche questa volta è stata realizzata in modo perfetto, superando qualsiasi difficoltà. Per avere un'idea delle distanze si pensi che da Tripoli a Bir Sciueref vi sono 460 Km. e che da Misurata a Socna ve ne sono 444; e non si è che ai punti di partenza. Da Tripoli a Bracn vi sono, poi, 728 Km., quasi quanto da Torino a Parigi, e da Tripoli a Tummo, l'estremo limite meridionale attuale, ve ne sono la bellezza di 1400, cioè quanto da Torino a Siracusa. Abbiamo detto che nel Fezzan vi sono delle terre fertili; non intendiamo affatto sostenere con ciò che nel complesso, la regione sia produttiva, tutt'alitro. Nella più gran parte anzi le terre sono sterili e desertiche; ma occorre riferirsi alla enorme vastità del territorio, per cui le zone suscettibili di coltivazione ed in parte già coltivate, sono pur sempre di una rispettabile estensione. Queste zone sono costituite dalle varie ampie depressioni degli uadi e dalle numerose oasi: il resto sono estensioni di edeien, terra sabbiosa, ' hammade,, deserto pietroso e serir, cioè terreno ricoperto di minuscola -ghiaia con sassolini di forma rotonda, per l'azione dei venti. La prima grande depressione che si incontra è precisamente quella dello Uadi Esc Sciati ora saldamente presidiata dalie nostre truppe: essa si estende da ovest verso est e forma un amplissimo avvallamento di varie centinaia di chilometri di lunghezza per alcune decine di larghezza media; per circa 200 Km. da Ederi a Brach, che è il capoluogo dello Sciati, è fertile e ricca di acque spesso affioranti e che corrono in piccoli ruscelletti, utilizzati per l'irrigazione dagli indigeni; molte oasi si succedono in questo tratto, bellissime e con folta vegetazione; le località principali sono Ederi, al limite occidentale, quindi Uenzerich, Birghen, Maharuga, Tamsaua, Aggar, Zeluàs e Brach, la quale ultima conta circa 600 abitanti e dà il nome ad una vasta oasi che comprende altri tre «rillasrci e possiede perfino un laghet\o, in cui si specchiano le sue alte palme. Viene, poi, procedendo verso sud una zona sabbiosa per una larghezza di circa 120 Km. dopo di che s'incontra un'altra grande depressione, quella dett'Uadi El Agial, con direzione da sud-ovest a nord-ett; è lunga oltre 400 Km. di cui, a detta del capitano Petragnani, che visse quattro anni in quelle regioni in prigionia, e che scrisse un pregevolissimo libro, 71 Sahara Tripolilano, un 215 Km. tra Ubar! e Sebha, sono, come lo Sciati, di terreno ricco di vegetazione e di acqua abbastanza potabile, che si trova a pochissima profondità. Questo tratto è popolato di oasi, in cui si trovano altrettanti centri abitati; i principali sono Ubari, Techertiba. Germa, l'antica Gamma, che fu capitale del Fezzan. Oltre che nelle depressioni, vi sono oasi sparse qua e là nell'estesissima regione del Fezzan, ma, specie verso levante, esse distano centinaia di chilometri l'una dall'altra e sono separate da vaste distese desolate e deserte. La ricchezza di acqua nel Fezzan potrà meravigliare sembrando ciò un controsenso là ove la pioggia cade soltanto ad intervalli di decine d'anni; gli è che quando piove colà scrosciano acquazzoni violentissimi, con relative inondazioni e formazione rapidissima di rovinosi corsi d'acqua. Cosicché la pioggia rappresenta, quando viene, un beneficio ed una disgrazia contemporaneamente; un beneficio perchè, assorbita dalla terra e trattenuta dall'impermeabilità del sottosuolo, forma una riserva idrica importantissima; una disgrazia, oltre che per 11 danno immediato che può arrecare, per la rovina delle case, costruite con piccole pietre cementate alla meglio con sabbia e terra in modo che la pioggia violenta arreca loro danni gravissimi. Avviene, perciò un fatto, secondo sempre quanto dice il capitano Petragnani che ne ha fatto una lunga esperienza, curiosissimo: che quando piove gli abitanti si affrettano a riparare... all'aperto! Una risorsa del Fezzan è poi, costituita dai suoi laghi di natron, che si trovano a circa 90 Km. a sudovest di Sebha, ricchissimi di carbo¬ nato di soda, dagli arabi chiamato trùna, e che viene depositato in banchi estesissimi e vastissimi sulle rive dal movimento delle acque del lago Il carbonato sodico, che si trova colà in quantità enormi ed in uno stato di molta purezza, può essere utilmente impiegato in varie industrie, quali la fabbricazione dei colori, lenti, cristalli, nella concia delle pelli, ecc. L'occupazione del Fezzan, oltre a produrre il ritorno ad ima vita normale in quelle regioni, ridotte in uno stato miserevole da tanti anni di lotte e di ribellioni, potrà dar luogo ad una ripresa del movimento carovaniero con l'interno dell'Africa, sospeso ora quasi totalmente anche per lo stato d'anarchia che regnava finora nel Fezzan; non vi è, però, da illudersi che si possa tornare all'intenso movimento d'un tempo, sia perchè, in seguiito alle migliorate comunicazioni, le merci si avviano verso l'Oceano Atlantico, sia perchè i lunghi periodi di interruzione hanno fatto deviare verso altre vie anche quella parte che continua a gravitare verso il Mediterraneo. Ma, soprattutto, la presenza della nostra bandiera nei punti più lontani del vastissimo territorio libico significherà la perfetta maturità italiana nel campo coloniale e varrà a far cadere uno dei pretesti con cui ci si contesta il possesso degli altri territori più a sud, cioè la mancata occupazione di quello che era nostro senza contestazioni.

Persone citate: Brach, Gamma, Lucio Cornelio Balbo, Miani