Le truppe sahariane al comando del Duca delle Puglie

Le truppe sahariane al comando del Duca delle Puglie Le truppe sahariane al comando del Duca delle Puglie avanzano di 300 chilometri nel Fezzan La bandiera italiana sui centri abitati dello Sciati •• La sottomissione delle popolazioni Pattuglie celeri e squadriglie di aeroplani alla caccia degli ultimi ribelli Il comunicato ufficiale Roma, 9, notte. L'Agenzia Stefani comunica: « Assestati militarmente, civilmente ed economicamente i vasti territori occupali nei primi mesi del 1928, m Tripolitania, sul 29.o parallelo, e proceduto in seguito al disarmo delle tribù nomadi gravitanti nella Ghibla, è stato possibile oggi, perseguendo il programma graduale e sistematico di occupazione integrale ed effettiva dei territori Ubici, che il Governo fascista si è segnato, compiere un altro notevole passo in avanti. Le nostre truppe sahariane, al comando di S. A. 11. il Duca delle Puglie, il mattino del 5 corrente hanno issato la nostra bandiera a Bradi, nel cuore dello Sciati, il complesso di oasi che si distende lunao il 27.o parallelo, a 600 Km. in linea d'aria a sud della costa tripolitana. « L'operazione, che il valoroso Principe Sabaudo ha condotto a termine nel modo più brillante, cogli stessi reparti spedali che egli ha addestrati e sperimentali nei precedenti deli operanti in terra d'Africa, si è svolta sull'asse principale Bir Sciuref-Bir Ghelania-Brach, su un percorso di 300 Km., con una colonna celere di 4 « gruppi sahariani », tempestivamente e di sorpresa concentrati nelle due Gheriat, nello Sciuref, nella giornata del 28 novembre decorso. «In concomitanza di tempo e d'a zione e con movimenti convergenti, opportunamente predisposti da S. E, Badoglio e dal generale Graziani. da occidente [Derg) e da oriente {UOn) hanno fatto'capo allo Sciati altri reparti, consentendo il dominio e il controllo degli altri principali centri abitati dello Sciati e cioè di Edri, di Berghen e Sceb. Le popolazioni sta bili dei ceppi Otmàn, Hassàauna e Guaida hanno fatto alto di omaggio e di sottomissione, versando le armi fra le quali un cannone. « Procede alacremente la organiz azione del territorio e delle Cabile, mentre nostre pattuglie celeri e di aviazione esplorano il territorio a sud per rintracciare le peste degli ultimi predoni ribelli e dei capi che li comandano, sloggiati dalle località, dove era per loro possibilità di sfruttamento e di «ita». La rioccupazione Quali vie hanno seguito le nostre truppe per raggiungere lo Sciati? Chi, partendo dalla costa tripolitana, si proponga di arrivare al Fezzan, ha la scelta per tre sistemi o fasci di carovaniere: anzi tutto il fascio occidentale, costituito dalle carovaniere che da Gadamès conducono o a Gat, o, con una deviazione verso oriente, verso lo Sciati e ad Ubari. Precisamente quest'ultimo percorso segui, con le sue due legioni, Lucio Cornelio Balbo Minore, quando, nel 19 avanti Cristo, parti da Cydamus, l'attuale Gadamès, alla conquista del Fezzan. Questo itinerario viene oggi considerato come il più aspro e impervio di tutti. Pochi pozzi e per giunta scarsi di acqua: tre soli in tutta la traversata del terribile deserto dell'Hammada el Homra. Esso evidentemente è stato del tutto scartato, sopra tutto perchè le nostre operazioni tendono direttamente a Murzuk e cioè al cuore del Fezzan. 11 l'ascio centrale comprende le vie che da Tripoli procedono verso ?ud, risalgono l'altopiano, lo attraversano e mettono capo nella valle dell'uadi Sciati e in quella dell'uadi Agial, da dove poi prò seguono per Murzuk. Il fascio orien tale infine comprende le carovaniere che o da Tripoli o dàlia costa sirtica fanno capo all'oasi di Socna, donde poi, passando per Brak o per Unim Abid, proseguono per Sebha, em Godna e Murzuk. ] Nelle, operazioni odierne le nostre truppe hanno in parte seguito una delle carovaniere del sistema centrale e in parte la via di Socna: il ricongiungimento poi si è compiuto nella valle dello Sciati. Più precisamente la marcia delle due colonne può essere ricostruita cosi. Gli squadroni sahariani si sono concentrati a Bir esc Sciuref, presso Bir Unun el Khel, o, più brevemente, Unun el Rei, nell'alta valle dell'uadi Bey el Kabir. Di là hanno preso le mosse per la loro ardua marcia, hanno raggiunto successivamente Bir el Fatia, Bir Ghelania, Bir el Had, Unun Gher, traversando il Getoel Soda e infine sono scesi a Temsana e a Brak. Questo itinerario viene considerato come estremamente difficile e impervio: tale lo rendono la natura del terreno del Gebel Soda — la montagna nera - tutta di origine vulcanica e l'estrema scarsezza di acqua. Nella parte occidentale del Gebel Soda operavano da vario tempo nostri reparti irregolari, che ave vano preso sotto la loro protezione quelle popolazioni. Probabilmente la colonna si trov«S appoggiata a que-\sta specie di avanguardia, cui è andata a dare la mano. Per quello che riguarda la colonna orientale, il comunicato non chiarisce se i reparti che la compongono abbiano raggiunto Hon per via di terra, e cioè da Tripoli, attraverso Beni Ulid e Bungeim, o per via di mare e cioè se siano sbarcati a Sirte o a Buerat el Sun. Date le difficoltà che presenta la lunga marcia attraverso il territorio degli Orfella i dei Tarhuna, è stata certamente preferita la via del mare. E date poi le difficoltà che presenta l'approdo a Sirte, ove il mare è spessissimo tempestoso, sarà stato preferito Buerat el Sun. Dal mare dunque le truppe della colonna orientale hanno forse attraversato Bu-Ngem, raggiunto Socna e Hon ove si sonc concentrate. Hon sorge poco a oriente di Socna. E' un villaggio molto più piccolo di Socna, ma più popoloso, è cinto da mura e ha tre moschee. L'oasi di Socna decadde quando la terribile carestia, che infierì nel 1917. decimò la popolazione dell'interno della Tripolitania e la disperazione le fece cercare un alimento persino nel tronco triturato delle palme. Secondo le notizie che raccolse fin dal 1913 l'ufficio politico del Ministero delle Colonie, se da Socna si procede verso sud si trova in generale acqua buona. Socna è contornata da una linea di alture, che sono le estremità di un contrafforte del Gebel Soda e perciò di natura vulcanica. La colonna ha marciato anzi tutto fino a Bir Kateifa — pozzo delle rondini — un pozzo sito sotto il colle e che ha acqua buona e abbondante e intorno al quale è anche un pascolo abbondante ottimo per i cammelli. Ivi le carovane sogliono sempre fnr tappa e rifornirsi d'acqua per attraversare la successiva zona desertica. A partire dal pozzo la strada si biforca; uq ramo sale direttamente al colle ed è perciò più ripida; l'altro ramo rimonta verso occidente uno dei piccoli valloni del bacino del Bir Kateifa e con lungo percorso sale alla sommità ridiscendendo verso sud. Nell'uno o nell'altro caso occorre attraversare il Gebel Soda e percorrere nll'incirca duecento chilometri senza trovare acqua. La colonna ha seguito la carovaniera che, attraverso piccole valli e ^i-arni pascoli, separati da traccie di colate laviche, giunge all'uadi Largali (fiume del vulcano). Di qui, uscendo fuori della zona tìpicamente vulcanica, ha proseguito passando fra Gaf Sciarghia (poggio orientale) e Gaf Garbia (poggio occidentale) che sono lembi di un antico altopiano elevato una ventina di metri, cadenti a fianchi ripidi sul sottostante Serir. Dopo i due gals, la colonna ha dovuto attraversare il Se rir ben Afian, che è un gran pianoro desertico, ricoperto di piccoli ciottoli arrotondati, lisci, di colore grigio ed è infine giunta a Sceb. Un \reparto minore si è distaccato e si è a e q e spinto verso oriente, andando a occupare Unun el Abid, località importante perchè fornita di acqua buona e abbondante e di pascoli per i cammelli, sebbene non vi siano abitanti nè abitazioni. Il grosso invece è andato a ricongiungersi con l'altra colonna, proveniente da Bir esc Sciuref. Brak, su cui ora sventola la bandie ra italiana, è il centro principale della valle dell'uadi Esc Sciati; ha, o meglio aveva, secondo il Petragnani, non meno di seicento abitanti e con sta di tre villaggi: Aafia, Gasr e Zavia, circondati da una bella oasi. Al centro di questa oasi è un laghetto alimentato da una polla abbondante; ne traggono vita numerosi ruscelli, che vanno a irrigare i giardini. Nel paese, secondo il Petragnani, non esistono pozzi, ma solo sorgenti. A nord ovest dell'oasi poi sono alcune case, un vasto piazzale del mercato e un mediocre castello, costruito dai turchi e rifatto quasi interamente dagli italiani. A Brak il corpo di spedizione ha distaccato reparti minori per occupare varie località della valle dello Sciati; è probabile che fra breve, dopo avere lasciato un congruo numero di presidio per tenere in saldo possesso quella valle e per difendersi da eventuali sorprese alle spalle il grosso delle truppe operanti prò segua per Sebha e di là per Murzuk Occorrerà attendere altri comunica ti ufficiali per poter seguire la marcia ulteriore, ma forse non sarà inutile dare in un prossimo articolo uno sguardo alle condizioni fisiche del paese, che le nostre truppe stan no per riconquistare alla Patrio, an che per renderci conto dell'eroica lotta che esse hanno affrontato stanno ancora per affrontale, se non contro l'inimicizia degli uomini contro l'implacabile ostilità della natura. A. QUIRRIIRO e a a La preparazione e l'avanzata (Per telegrafo dal nostro corrispondente) Tripoli, 9 notte. Le operazioni verso il Fezzan hanno avuto un brillante inizio. Sarà opportuno, per l'esatta comprensione e valutazione di queste notevoli operazioni, che sia tratteggiato nelle linee principali tutto il complesso lavoro di preparazione iniziato fin dal Febbraio u. s. appena giunto a Tripoli, come Governatore delle due Colonie Mediterranee, a Maresciallo Badoglio. Le operazioni cosìdette del 29.- parallelo, condotte a termine nel 1927, avevano lasciata insoluta la questione dello sctueref. Questa vasta regione, che sta tra la Giona e l'Hammaia • the è solcata da numerosi canali, fra quali principali Wadt Rat» ed il Bei el Kebir, era sorvegliata dalle nostre truppe di occupazione di Hon Bungeim-Geriat, ma non occupata da noi. Per dare un'idea della superficie della regione, noteremo Che fra Iloh {Giofra) e Bungeim corrono 188 Km'., fra Bungeim e Gheriat 160 Km., e fra Gheriat ed Hon 270 Km. Le operazioni della primavera «corsa Approfittando della nostra mancata occupazione i ribelli, specie quelli dipendenti da Hmed Scf-En-Nasser, avevano seminato orzo nei uidlan e vt pascolavano numerosi armenti. NeUe operazioni eseguite neWAurile e nel Maggio scorso tutta la zona venne da noi percorsa e la mehalla di Sef-En-Nasser fu duramente battuta a Bir Sciueref, località che venne presidiata da nostre truppe e rafforzata con la costruzione di un fortino. Per tal modo le formazioni ribelli vennero respinte nello Sciati, frapponendo tra noi e loro tutta la regione del Gebel Soda e dell'Hammada, ossia circa 250 Km. privi di ogni risorsa.' Si poteva cosi senza tema di qualche seria sorpresa attendere serenamente a completare la preparazione nostra. Le operazioni dello Sciueref avevano contribuito molto a tenere alto il morale dei nostro Corpo di truppe coloniali. Il nemico era stato battuto in quattro scontri, e la manovra, basala sulla velocità delle nostre colonne :e sul loro mutuo appoggio, aveva avuto esito completo. S. E. il Ministro delle Colonie volle esaltare alla Camera la marcia di un nostro Gruppo Sahariano che aveva per ben due volte attraversata la terribile Hammada el Hombra, H deserto pietroso rosso, definendola una delle più audaci imprese Sahariane. Per dimostrare sempre di più la nostra grande superiorità il Maresciallo Badoglio ordino al Comando delle Truppe che invece di attendere te inevitabili razzie che i ribelli avrebbero tentato in seguito contro le tribù a noi sottomesse, fossero eseguite da noi puntate nel Fezzan. Colonne volanti nostre scesero cosi da Socna e da Bir Sciueref nello Sciati, inflissero perdite ai ribelli e rltornarono con prigionieri e con bottino. Avanzata da tre punti Le operazioni odierne sono in gran parte affidate ai gruppi Sahariani, magnifici strumenti di guerra, atti a percorrere in zone desertiche grandi distanze. Ne esistevano quattro; ne fu creato un quinto gruppo. Tutti i componenti dei gruppi Sahariani (eccezione fatta naturalinenl» ver gli ufficiali e sottufficiali, sono tir bici, il che offre la prova più. evidenti della bontà e della fedeltà di queste truppe indigene. Ad Hon venne pur» concentrato e preparato un forte bau taglione di ascari eritrei dei quali sono ben note al popolo italiano te brillanti qualità combattive. Vennero inoltre completamene attrezzate tre squadriglie di aviazione destinate ad una parte importantissima nelle operazioni. Vennero accumulate ad Hon ingenti provviste, abbondante munizionami Staffate * Wnvnra 4&A ^ i>Bi0fn& '< r, ii. **s**i Bir6f}eri'és o ftarada