Le nozze del nababbo con la sartina savoiarda celebrate senza fasto in un piccolo mondo provinciale

Le nozze del nababbo con la sartina savoiarda celebrate senza fasto in un piccolo mondo provinciale Le nozze del nababbo con la sartina savoiarda celebrate senza fasto in un piccolo mondo provinciale Dieci invitati, un esercito di fotografi e giornalisti e tre sacerdoti musulmani nella sala del Municipio di Aix-les-Baìns •■ Due « sì », due discorsi e un pranzo (DAL NOSTRO INVIATO) — Aix-les-Baìns, 7, notte. Aga Khan era ieri sera, alla viglila delle nozze, ancora corrucciato e impenetrabile. Quantunque, dopo una giornata di nuvole galoppanti, di vento e di rovesci, si tosse dischiusa una sera memorabile. Una falce di luna argentea scintillava nel ciclo e sotto di essa le prime stelle col loro sfavillìo e ì grandi alberi dei giardini coi loro rabeschi neri, componevano in una scena favolosa il pini sontuoso degli arazzi. Una sera di tale splendore non potè, va che suscitare l'entusiasmo dei reporters e dei fotografi inglesi, giunti con una squadriglia di quattro biplani sul vicino romantico lago del Bourgel, caro a Lamarline. Senonchè stamane il cielo si è nuovamente rannuvolato, mentre tra una brezza gelida cadeva una pioggerella stizzona che popolava la città di una nera fungaia di ombrelli. E' stato un saluto un po' troppo settentrionale per gli imaus giunti nella mattina col treno di Parigi per ufficiare la cerimonia religiosa. Ma U capo imau delia Moschea dì Parigi, l'iman di Algeri, Si Ali) Yanan e il giureconsulto marocchino Si Pei). Naffen, pur scendendo freddolosamente raccolti nei loia bianchi bournous dal convoglio, hanno fallo buon viso a cattivo giuoco o — se volete una irase meno europea hanno opposto la più apatica delle indifferenze alle cattive accoglienze del tempo. Folla femminile Non si può dire che Aix-les-Baìns abbia brillato come si conviene in circostanze di tanta eccezione. Lo stesso aspelto ermetico dei grandi alberghi e dei ristoranti di stile, sigillali in queta stagione, dava alla città un tono piuttosto triste. La cerimonia era stata issata per le dieci; tuttavia, fin dalle nove davanti al Municipio, l'antico stoico palazzo dei marchesi d'.itc, sosta ^.^^J^j^-./P^^ ff*' mlnile, trattenuta da un cordone di a- genti. Gli apparati decorativi non sono eccezionali." La scala è coperta da un tappeto di albergo fiancheggiato da magri flabelli di palme in v.asi di terracotta. Funzionari neri in. vecchie redingotes verificavano larvatamente le tessere degli invitati e dei giornalisti, il salone delle cerimonie è addobbato In un vago stile di sottoprefettura ; una tavola a ferro di cavallo disseminata di garofani e di felci, nell'interno della quale sono disposte due seggiole a rond-de-cuir per gli sposi e dieci sedie x testim0lli e gli immu. per ter. ' tappeto rosa -e ninllo Ai mur r u" tappeto rosi e piai io ai mur, pendono malinconici ritratti dei Presidenti della Repubblica. In fondo, die- irò gli scranni del sindaco e dei can cellieri, il gonfalone coi colori francesi e quello con i colori inglesi. In un angolo, presso una grossa stufa in maiolica, dal tubo stravagante e serpentiforme, sono slate collocale alcune panche per i reporters fotografici ed uno spazio ristretto è destinato alla concentrazione di un centinaio di giornalisti. Ci sono, infatti, i giornalisti del vecchio e del.nuovo mondo, e perfino una. americana palmipede. Ma sono i reporters fotografici a fornire il primo spettacolo famelico della giornata. Armali dei loro treppiedi con le loro mac' chine essi disputano il piazzamento a prezzo di intrighi sottili e di lotte feroci. Sembra uni sorda battaglia di granchi e di crostacei. Picoolo mondo provinciale Coloro che si attendevano la partecipazione della high-life e del pariginismo alla cerimonia e magari danze di odalische e fumale d> aromi, rimangono presto disillusi. Gli invitati sono tutti della provincia; l'elemento femminile è modesto. Una pelliccia di petit-gris, un collo di visone e molli impermeabili. Gli ombrelli gocciolano sul pavimento. Tre agenti si guardano in faccia con le mani in mano. La bC'aglia dei fotografi aumenta di intensità; si svolgono azioni tattiche di assestamento, gli invitati ciarlano. 1 potins fioriscono e le informazioni si trasformano. Il padre della fidanzata non è uno cliauffeur, ma un maitre d'hotel: Aga Khan ha un cuoco negro; il pranzo non avrà più luogo a Dellay, ma ad Aix al Pavillon. Menu occidentale, antipasti russi, pesci del lago, pollo alla crema, carciofi, pernici in canapé, ma l'insalala si chiama Iìejanc ed l soufflets Ttotschild; frutta di ogni genere. SA discutono i vini. Non c'è male- Pommcry del lillà e Chaleau Pont Canct del 1017. Interverranno soltanto dieci persone-, gli sposi, i preti mussulmani ed ì testimoni. Sono le dieci, ma la coppia non appare ancora. SI vede che ia puntualità è un pregio dei Re, non dei caliti/I fotografi hanno piazzalo dietro la stufa le loro balline di cui regolano,iltt , posizione, dando ^ooo a proteste ed a diatribe Vno di essi si è appollaialo dietro il tubo della stufa. Alle 10,20 una voce cavernosa annuii zia : Monsieur le maire. Il sinduco j Henri Clcrc in redingote entra a passo : srozzesc seguito dai cancellieri. Uno u ^« "ose scarlatte, l'altro l'astuccio con ' la penna d oro donata dalla citta per .la firma dell'atto nuziale. 1 fotograll j aprono il fuoco. Gli scatti delle ten dine sembrano picchietta di mitraglia Mei. Ecco gli sposi, pietro ad essi vengono i tre imaus ammantellali ili bianco ed i testimoni e gli amici, il deputato Borei, già sottosegretario ai Lavori Pubblici, il prefetto Gregoire, ed H signor Duranti, presidente delle associazioni savoiarde ed altre figure vagamente protocollari. La sposa seccata, il principe sorridente Tutti gli sguardi si fissano sulla sposa. Illa ha indossato l'annunzialo » insieme » di' ventilo verde con collo di visone; porla un piccolo cappello marrone. In attesa delta cerimonia volge le ■ spalle ai reparti fotografici che mitragliano accanitamente. Ha un aspetto Ira il trepidante ed il seccalo. La sua fronte un po' convessa rivela un senso di testardaggine. Più gioviale è Aga Khan che veste un inipeccabile abito da passeggio grigio ferro. Si volge spesso ai giornalisti fot gorandolt con l'occhialino circolare, scoprendo loro nel vasto sorriso la bocca carica di idoli di avorio. Evi dentemente non vuole inimicarseli più oltre. 1 capelli color pepe, accurata mente lisciali, sono divisi in parte da una esatta scriminatura. Il principe ha occhi bulbiformi nerIssimi, il mento a galoscia, orecchie vaste asiatiche, quasi elefantiache, dall'orlo prepotcn t<!. La sua formula dentario deve csscic formidabile, ma il suo aspetto distintissimo e le rue mani piccole. Le azioni dei fotografi si intensificano; è una vera e propria battaglia frontale non senza qualche tentativo di aggiramento energicamente sventalo dagli agenti. L'ora nuziale è scoccata. 11. sindaco si alza e fa alla sposa l'emozionatiti domanda-, — Siete contenta di prendere per marito, eccetera? Andreina Carrau, evidentemente emozionata, pronunzia tuttavia un oui chiaro, metallico, volgendo lo sguardo e il sorriso ad Aga Khan. — Oui — risponde poi il principe alla domanda, con intonazione larga, e ricambia u sorriso a colei che, per questo semplice monosillabo, dal posto di midinette è assurta al rango di principessa asiatica. In questo momento scoppia il pandemonio fotografico. Groviglio di treppiedi, ticchiettil deliranti, balzi scimmieschi, esplosioni sorde e lampi di magnesio che spengono il sorriso di Aga Khan, fanno calare le sue grosse palpebre e gli danno evidentemente un leggero cardiopalma. La sposa tlssa di quando in quando con occhi tra spauriti e imploranti questi implacabili banditi ottici che non le danno tregua. Indi il sindaco porge la penna d'oro alla neo-principessa che elegantemente curvata pone la firma agli atti. Indi Aga Khan mette, allo stesso foglio la propria, massiccia e nera come un versetto del Corano, — C'est tout — egli esclama con un sorriso. Non e lutto. Infatti, egli deve segna re, un foglio dopo l'altro, un vero e proprio volume protocollare, nel quale figura anche il foglio in cui egli dichiara di fare un primo donativo di 250 mila franchi alla città di Aix-lcs Bains. Il sindaco pronunzia quindi un discorso che comincia non senza suscitare qualche commento in sordina « /Utccia, Signora... ». E' un discorso non privo di sottili spunti polemici contro le così dette inesattezze e petulanze giornalistiche. Quasi per rappresaglia, i reporters fotografici lian no a tal punto intensificalo la loro aggressione cannibalesca con invasioni che giungono fin sul tavolo della cerimonia, che il sindaco ù costretto ad interrompere il discorso con un: ii m-cssieurs, je vous en prie... ». Ter mina ringraziando Aga Khan del mu nifteo dono fatto alla città di Aix-lcs Bains. Il testamento del romanticismo Terminata la cerimonia civile, su bentrano nel seggio i tre imaus ravvolti, nei loro mantelli bianchi, ma che potrebbero essere più bianchi. Il grande imau, al quale la barbetta nera forma un leggero soggolo, porta un turbante con calotta rossa, gli al tri due il fez rosso semicoperto dal cappuccio. Il più giovane, dal volto raso, ha occidentalizzato il suo volto con occhiali circolari a stanghetta. In questa cerimonia che sembra il testamento del romanticismo, non c'è nè il rituale tappeto rivolto verso la Mecca, nò si sgranano rosari di ambra. Il grande imau si limita a domandare ad Aga Klian se ha dato alla moglie la dote clic II rito mussulmano esige perchè il matrimonio non sia nullo e che deve essere almeno di trenta franchi. Quindi il giovane imau occhialuto traduce con evidente difficoltà dall'arabo in francese i precetti sulla santità e sull'importanza del matrimonio. I tic santoni si alzano quindi simili tancamente. Le loro voci chiocce recitano alcuni versetti del Corano. Nuovo protocollo, nuove firme c scambio di sorrisi di riconoscenza fra lo sposo e la sposa. Aga Khan inizia un discorsetto di ringraziamento che si eslinguc in alcune parole di circostanza. La cerimonia finisce fra la baldoria pirotecnica dei lampi al magnesio e col saccheggio dei tluri che il pubblico asporta dai tavoli per conservare un ricordo dell'avvenimento, sono le im'iici. Nonostante la pioggia flagellante, la folla che staziona sulla piazza del Municipio e che è andata man mano ingrossandosi, rompe I cordoni. Gli agcnil menano manate sugli spettatori più invadenti. Il corico nuziale deve attendere che l'ordine venga, ristabilito. Quindi Aga Khan e la sposa salgono sulla loro polente otto cilindri verde, una" limousine misteriosa dai vetri smerigliati viene a porsi di traverso sul loro cammino. — E' un'autoambulanza? — domanda qualcuno. — No; è l'apparecchio montato per i fllms sonori. E' l'estremo agguato della pubblicità. Alle Vi il pranzo di nozze, strettamente intimo, raccoglie in un gabinetto particolare dell'albergo du Pavillon gli sposi, i testimoni e gli amici, dicci persone in tutto, la sposa firma alcuni menus che vengono dispulati e figureranno probabilmente a una prossima asta dell'albergo Druot. Aga Khan dimostra \m eccellente umore, la sposa una brillante verve. Gli invitali fanno dei complimenti, i tre imaus masticano. Gli sposi verranno a Torino In una sala accanto pranzano quattro signori in tight, discretamente la- OWOri Sono funzionari della nnii-in •!,//, P°rzJaparigina inviali per la scorta dei principe. Il loro compito cesserà dopo il pranzo, quando Aga Khan e la mo iW/.r/7 Z. / ,7 . VTlma Pcr la riviera e quindi per l'Italia, facendo tappa aron'?io. In un camerino un negro dalla testa lanosa è in tète-à-tète con una donna dqlle linee asciutte. Il camita volge di quando in quando sguardi di sufficienza ai curiosi. — Sono personalità? — domanda qualcuno. — No; sono il cuoco e la governante di Aga Khan — spiega, ii direttore dell'albergo. Soltanto un principe asiatico può permettersi queste delicatezze. CURIO MORTARI.

Luoghi citati: Aix, Algeri, Italia, Mecca, Parigi, Torino