Il delitto di un brutale

Il delitto di un brutale Il delitto di un brutale e ò e a i l e o Cuneo, 5 notte. | marnane l'aula delle Assise si è aper jm col processo contro certo Giacomo 1 Monne, nato a Rossana nel 1890 e ivi residente. m Monne, ritornando a coso nella motte delT'll febbraio 1929 in compa prnia di certo Bernardino Ferma, tro : vava disteso a terra, nel mezzo della strada, ad una cinquantina di metri idali'osteria della Fornace, certo Gio| vanni Battista Borsotto, il quale, del tutto ubbriaco, giaceva immobile. Il Monne gli si avvicinava domandandogli citi fosse, e non ottenendo risposta gli sferrava un primo calcio; quindi, malgrado che 11 Borsotto rivelasse 11 suo nome, lo tempestava di calci con tutta la violenza di cui era capace, malgrado le esortazioni del Ferma. Compiuta la sua opera brutale, si allontanava con il compagno. Il Borsotto, trovato ferito da quattro amici, veniva trasportato alla vicina osteria delia Fornace, dove da un medico gli erano apprestate le prime cure, e all'indomani, trasportato all'ospedale, vi decedeva. Le lesioni riscontrate dai periti spiegarono chiaramente come la commozione viscerale, unica causa della mor. te, fosso stata provocata dai calci ricevuti. La sessione 6 presieduta dal cav. uff. Lastrucci; Il Monge è difeso dagli avvocati Casella e Andrei. 11 presidente procede immediatamente olla costituzione della giuria, e passa quindi all'interrogatorìo dell'imputato. Questi risponde di non sapere nul: la, di non ricordare più nulla, e si dichiara incapace di un'azione slmile a quella per cui è accusato. Cominciano allora a sfilare i testi. Le due sorelle del morto concordemente dichiarano che il fratello era un lavoratore onesto e elio viveva modestamente da solo; seguono altri testi di minore importanza; quindi e la volta di Matteo Tuminettu, il quale riferisce che, passando la sera dell'll febbraio sulla strada di Bossana, insieme con Michele Bertola aveva visto un uomo disteso sulla neve; e cinque minuti prima aveva incontrato la Monge od il Ferrua. Pietro Bertola. narra a sua volta che la sera del delitto il Borsotto era stato a casa sua un'ora circa, e che essi avevano mangiato insieme e bevuto una bottiglia. Quindi il Borsotto se n'era andato Seguono altri testi, tra 1 quali Bernardino Ferrua, che accompagnava la sera del delitto il Monge. Questi dichiara che, nel momento in cui il compagno picchiava U Borsotto, avendo un po' bevuto, non potè capire che cosa avvenisse, e se ne stette un po' discosto a fumare una sigaretta. Questa dichiarazione dà modo agi! avvocati Casella ed Andrei di accusare 11 Ferrua di complicità nel delitto. Viene chiamato tal Costanzo Bianco, il quale, al giorno dopo del delitto, il Ferrua aveva dichiarato di « averne fatta una grossa ■ ; e poiché il teste si mostra assai impacciato, 11 presidente ordina che sia chiuso in camera di sicurezza. Seguono ancora le testimonianze del maresciallo dei carabinieri Aggeri e del dott. Plasco, quindi l'udienza è rinviata a domani. Forse in giornata si avrà il verdetto e la sentenza.

Luoghi citati: Rossana