Sto fe per signore

Sto fe per signore Le opere e i giorni Sto fe per signore Se si dovesse tare un ritratto a Guido Ila vasi, tessitore magico della .seta, bisognerebbe elhgiado di prò- filo, incoronato il capo di una trori- da di gelso come appare Ludovico il ; Moro nel paliotto ricamato della ! Mauouna del Monte. ;Ero ieri nel suo tacito studiolo aperto verso i colli di Como già'sfrondati e deserti contro le lonta- nanze del lago violetto. Mentre par-|lavaino, passavano e ripassavano ma-;tasse gialle di seta naturale, matassi: attorte di organzino da mano a ma-:no de' suoi arugiam e fin lì pareva- jno giungere i ritmi delle sue tre fab- j briehe sonore di telai e di canzoni .filandiere attorno alle cascate rettan polari delle stoffe variopinte. e— Questo è il posto di comando?.— ai questo. — ijj come un comandante di nave mi mostrerebbe gli istruinenti di navigazione egli mi addita l'abbozzo pittorico di un motivo da tessere, lo scampolo di un laminato o di un taffetà una spoletta up cartone traforato. — Quando tentai le prime prove dell'arto ero un ragazzo. Udivo ripetere intorno a me che l'Italia non jsapeva fare e non poteVa fare, che|doveva accontentarsi di una modesta produzione commerciale lasciando -agli altri di ter'-are le nuove vie Gli altri erano, s'intende, gli stra nieri; sopra tutto i francesi che invadevano i mercati, conquistavano i privilegi e il monopulio di tutto il inondo, — E lei? — Io andai a lavorare fuori. Fuori d'Italia. Passò alcuni anni a Zurigo a Krefeld a Lione. Non ebbe paura d'infilarsi il camiciotto dell'operaio di salire gradino per gradino tutta la scala della fatica : dall'opera umile e semplice su su fino a quella più raffinata. Aguzzò l'ingegno, irrobustì la mano frugò nei segreti del telaio. 'La mano, il telaio: la mano che ha ancora qualche incertezza umana e qualche intuizione divina come mille anni fa, come duemila anni fa; il telaio che è divenuto una macchina complessa di una perfezione 'matematica e fredda come il suo scivolìo, che è ricco di toni come un organo dal quale escono note di colore invece che note di suono. p.-.L- • , . ... , iPerche rievocare con nostalgia la.]semplicità primordiale del telaio di legno caro alle figurazioni medioevali del mito di Penelope e, più tardi, alle utopie moralizzatrici e puritane di Ruskin? « Essere del proprio tempo» questo fu il primo ammonimento dell'esperiènza; fare, nell'industria, dell'arte, questo fa al Ravasi il suggerimento del suo ingegno e della sua passione. Per conquistare all'Italia qualche preminenza nel mercato europeo, per incunearsi ' ostinatamente tra le pressioni concorrenti dei rivali predicò con la parola, predicò con l'opera, per anni, per decenni. Bandì il suo verbo d'arte nella classica città dei Setaioli e dei tessitori. Oggi celebra le nozze d'argento col telaio: ha qualche filo bianco nella barba e nella capigliatura bionde; ma ora come allora si entusiasma se parla di un disegno e di un modello nuovi e con trepidazione giovanile Bpia la trama che si intreccia lo sfondo che 6ì riempie nelle sue variazioni di profondità e di sfumature colorate secondo i suggerimenti di un'istrumentazione policroma immaginata e non ancor vista come quella del compositore di musica, pensata e non ancor udita. Dalla sua bottega (se vogliamo definire il suo studiolo prezioso all'uso antico) dalla sua scuola non è uscito soltanto il prodotto materia e uscito anche il prodotto uomo: artigiani che hanno portato in altre fabbriche qualche segreto della mano qualche astuzia della macchina e qualche bella invenzione della fantasia. Tutti comaschi o lecchesi, della miglior maestranza del mondo, andati come il loro collega Renzo Tramaglino a portare le canzoni di filanda la buona volontà e il lavoro lungi dalla torre del Baradello e dai rintocchi di Santo Abbondio. * a o Ora io voglio esser presentato alle stoffe. si snodano davanti a me frédde e vuote ; ma coi lampeggiamenti e le pieghe che assumeranno tra pochi giorni nella luce di una ribalta o di una strada. E' la produzione finita ieri, riassume la fioritura di una stagione, centinaia di disegni che le mani impassàbili delle operaie sfo ghauo davanti a me. Hanno il tono della giornata, l'è ternità di un attimo; e il loro stile è così immediato che esse rappresenteranno sempre il millenovecento trenta. Vedo reincarnati nei tessuti i modelli di tutti i tempi : fiori e foglie, molluschi e conchiglie marine, gli elementi eterni della natura che ispirarono le decorazioni egizie e mi noiche, gotiche e cinquecentesche In pochi centimetri quadrati l'attenzione è attratta dagli intrecciati voli dei gabbiani o dal luccichio traslu cido delle meduse ; ma a poco a poco dalla profondità della stoffa come dalla complessa armonia della sua composizione si staccano inattese pie ziosdtà.di colore puro. Anche quando gli spunti del tessuto precisati in un paesaggio montuoso o in un gioco di leoni rampanti si ripetono monotoni e attraenti come in un sogno d'oppio, nulla hanno a vedere con le cineserie care al settecento veneziano e francese. Così alla moda del mondo questi te lai virtuosi offrono t laminati i taffetas i rasi le mussole i crespi. Le variazioni ottocentesche dei garofani e delle rose sono rinnovate con un sen so nuovo e uno spirito di chiassose armonie come quelle dello jazz: le complicazioni geometriche degli orientali s'intonano all'esotismo che j letti brianzoli sviluppato ravvivato Un allegre stoffe di abiti primaverili. S Fantasia sensibilità telaio del mil ieottocentotrenta Una volta questo .creatore entra in un teatro pan gino> raccoglie un' immagine dal palcoscenico rutilante di riflettori, ; E stampa una stoffa a « danza ! dei cosacchi o Non per rappreseli ;tare aneddoticamente in una vignét- ta la ratligurazione di un ballo, ma 'perchè quell'intarsio di colori in tuo vtmeiito accompagnerà ritmicamente |R originalmente le snelle forme di ;uJla ragazza seduta al Ilitz o a Villacaratterizza tante atti ael dopoguei rà. Il floreale è abbandonato per il folclore dei grembialom e dei lazzo d'Este o camminante con le gambe:'uu?'le su"e ghiaie grigie dei Pa jrioli o di Longchamps. j Appena uscite dalla i bottega .all'ombra del Baradello queste stoffeveleggiano verso le sartorie di Huc de la Paix o de la Quindicesima stra .^a> rifanno gl'itinerari che moltimercanti italiani conobbero attiaver so le Alpi. In Italia questa tradizione delle stoffe fu fino a ieri ininterrotta e ancora nel settecento una carrozzi del Re di Francia era foderata internamente di una seta di Milano. Alla gloria del telaio quattrocentesco e cinquecentesco e anche alle cejsoie del sartore principesco diedero|s"ggerimenti per ^carni^ tessuti, -abiti, acconciature, foggie di cappelli o 'di cappucci i disegni di GiovanniBellini di Botticelli del Pisancllo di Raffaellin del Garbo e perfino di Leonardo: D'altro canto i pittori nella ricerca delle emozioni coloristiche si ispira- jrono alle stoffe, riprodussero su le pale d'altare i broccati e i damaschi iti gloria della Madonna e delle san-te La Vergine sedeva in trono le beate andavano al martirio raggiantidi fulgori serici. Così da Lorenzo Veneziano al Cri roba sono fissati implacabilmente 'dalle parolr curialesche come le ali delle farfalle dagli spilli nelle verrine dell'entomologo. Quelle sete cremisi o purpuree velli, da Paolo Veronese al Tieipolo gli esaltaton della bellezza fenitnini-le chiesero ai tessitori l'aureola sen- suale degna d'avvolgere le forme edi penetrare le nudità delle Dee edelle Regine. Ho sentito molte volteun fremito di vita, scorrendo glielenchi notarili dei corredi uuziali cinquecenteschi come quelli famosi di Isabella d'Este e di Lucrezia Borgia. Ivi i capi del «untuoso euarda- pei velluti contratagl.ati, quei tab.I i argento, quei zetomni avvenutati si piegarono delicatamente e magicao mente attorno alle spirali della vita. La bellezza femminile vi si richiuse, vi si adagiò: nel sonno nell'amore nella morte. Furon ritagliate in fasce infantili in gonnelle in cappe in drappi nuziali in sudarii funebri. Stoffe che rappresentarono omaggi di sovrani ó di papi, galanterie di amanti lacci di mezzane, portarono nei castelli e nei palagi le tentazioni diaboliche del piacere degli occhi: (concupìsccntia oculorum). La chiesa il comune la signoria tentarono di debellarne l'invasione con le leggi suntuarie ; ma intanto altre sete portavano il richiamo delle terre lontane dalle quali eran giunte per mani di mercanti e per vie di care vaniere infinite, | I loro frammenti stinti e logorati 1 conservano più di ogni cos; più dei !gioielli ermetici la fragranza irreale della vita che fu. Stoffe dell'amore e della morte, passate da un telaio di macchina a jun telaio di destino, Ricchf di tutti gli elementi uatuij-a]^ folgoranti di tutte le luci attorlno a]ia bella persona che s'incammijna per un giardino o si agghinda in '-- 1—- -; —™»« :- un boudoir o si sveste in un alcova, conoscono il respiro il fremito e il profumo della voluttà. Stoffe che avvolsero Francesca da Rimini trafitta, Lucrezia Borgia violentata. Bianca di Challant sul ceppo sono le cornici dei gesti e delle parole vostre, o Signore. Avremo dopo la creazione delle stoffe italiane di Ravasi anche una |moda ita,jan3 „ ,„ meno ,ma jn e i a e e e r terpretazione della moda europea che sia caratteristicamente italiana? Questo avvenire appartiene alle mani dei sarti e ai loro ingegni e più ancora al «insto delle belle donne. Ma certo, l'avvenire è policromo. L'intonazione bianco e nera della seconda internazionale quella grigioverde dei grandi anni sono finite. Bisogna ravvivare il plumbeo corridoio degli underground* metropolitani con le violenze coloristiche dei richiami e delle piastrelle, sfondare la monotonia livida desili asfalti con le automobili sgargianti, fiorire di abiti femminili variopinti i grattacieli gli aeroplani i treni. Avanti dunque: stoffe per signore. RAFFAELE CALZINI.