La Cina chiede l'intervento delle Potenze per fermare l'avanzata delle truppe sovietiche

La Cina chiede l'intervento delle Potenze per fermare l'avanzata delle truppe sovietiche La Cina chiede l'intervento delle Potenze per fermare l'avanzata delle truppe sovietiche Nanchino, 26 notte. Data l'invasione della provincia della Manciuria da parte delle truppe russe, il Governo cinese ha inviato un appello alla Società delle Nazioni nonché a lutti i Governi che hanno firmato il Patto Kellogg. Il Governo cinese sollecita il concorso delle varie Potenze per impedire alle truppe sovietiche di continuare la loro avanzata in Manciuria e chiede che delle sanzioni vengano prese contro la Russia, la cui aggressione è data come una violazione del Patto di pace. E' la primn volta che un Governo invoca il Patto di rinuncia alla guerra per difendersi contro Hn aggressore. Parte della città di Khailar, secondo le ultime notizie, sarebbe stata incendiata dai cinesi allo scopo di ostacolare la invasione delle truppe rosse. Lo Stato Maggiore generale giapponese non sembra allarmarsi, per il momento, degli sviluppi della situazione militare in Manciuria. Nessuna disposizione è stata presa per l'invio di truppe nella zona giapponese. I giapponesi residenti nelle vicinanze della ferrovia orientale cinese sono stati avvertiii di recarsi a Karbin se la loro sicurezza lo esigesse. Sino ad ora non è segnalata che la scomparsa di tre dì essi. (Petit Parisien). La Società delle Nazioni interverrà ? Ginevra, 26 notte. (C. T.) — Gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Manciuria sono stati naturalmente avvertiti a Ginevra, dove si comincia ad ammettere che è ormai difficile negare l'esistenza della guerra. Offensive con intervento di tanks, aeroplani, migliaia di mòrti e feriti, occupazioni di città, non sono più dei semplici preparativi militari o delle piccole scaramuccie di frontiera: si tratta di una vera e propria guerra, e di fronte all'evidenza dei fatti, Ginevra valuta la gravità del pericolo. Alcuni cercano ancora di eludere le precise domande con un « si nutre fiducia» e precisano: «si ha fiducia nella presenza di Wellington Ku a Mukden e nelle trattative dirette che potrebbero essere avviate su iniziativa sua ». La Delegazione permanente del Governo di Nànkino presso la Società delle Nazioni nega però che le iniziative di Wellington Ku, che sono di carattere assolutamente personale, possano portare a un risultato pratico. Ma, in definitiva, perchè la Società delle Nazioni non interviene nel conflitto? Gli avvenimenti di questi giorni rendono d'attualità la domanda. L'art. 11 del Patto societario dichiara espressamente che ogni guerra o minaccia di guerra interessa tutta la Società delle Nazioni a cui spetta, in que sto caso, di prendere le necessarie misure per salvaguardare efficacemente la pace delle Nazioni. Ma si sa che l'organizzazione ginevrina non può prendere alcuna iniziativa in un caso di questo genere se non su domanda formale di un membro della Società. L'art. 17 prevede anche il caso di uno Stato Ohe non sia membro della Società, stabilendo che se uno Stato non membro, dopo essere stato Invitato ad accettare la procedu ra societaria per il regolamento pacifico dei conflitti, ricorre alla guerra contro uno Stato membro, in corre nelle disposizioni dell'art. 16, che prevedono la rottura delle relazioni commerciali con lo Stato che ha infranto il Patto, ed eventual.mente un'azione militare comune. Per evitare che il prestigio della Società delle Nazioni fosse diminuì to nel caso di uno scacco, è sembrato finora opportuno a Ginevra di ignorare l'esistenza del conflitto rus so-cinese; ma anche oggi negli ara " " --- — •- ~--w vBn. ..bDu UBI,-bienti societari — pure riconoscen- a do che di fronte allo sviluppo dell'azione guerresca questa attitudine possa egualmente finire per nuocere al prestigio societario — si persiste a ritenere che la Società delle Nazioni non possa ragionevolmente seguire una diversa linea di condotta. Per contro, sembra che negli ambienti della Delegazione cinese, dove non ci si nasconde la gravità del_ momento, non si esclude più oggi in un modo assoluto che la questione possa essere portata davanti al Consiglio ginevrino. o n i i e a i e e u e u l e l a à e i a a n o i o , e a i a L'incertezza della situazione e i pericoli che potrebbero derivarne Parigi, 26. notte. rnifli»?'^' esaminando le fasi del conflitto russo-cinese, ricorda i tenauyi fatti da Briand per evitare la guerra sulla base del ristabilimen Uei'Jo slatti quo ante, e aggiunge; cP"rrmV;'Ì?izi0, aU°rchè si trattava di semplici scaramucce sia a Manciull niu^o fVontiera .orientale di Pogra™io,-aja' le azloni Li0lale degli Arrecok «uanto inquietati, non ostaNon t™ f0531^*» e" un accordo, «on era ancora Ja guerra. Oziti che ,Uni,ta reKO]aria'r£Ìe? cSn e?runr i1,P-J.anlts' veJivo11- operano In territorio cinese, non è ancora la gueri~, dicono — ma è una qualche cosa ó «i r?^0mi.ei,ia.mo110- Mentre «West nnHi"ffi&S?4!^ ?°rze sovietiche operano a Pogranitsciaja, a Kabaiovsk e a ìlagovestscenk, un corpo di 20.000 uo?lJltKdopo aver occupato Manciull, ferrovia Pies£„5aiIar n^a ZMla deilà lerrovia e sarebbe padrone della re- "«'«st dei monti Kingan. Di- ffiSSL a& in^ss- parlano di una cinese annientata, di perdite considerevoli e affermano che le trup- aHzzate S°"° comPletamente demo- -o° ?„u„e '"formazioni debbono esseh ~. ie con le riserve indispensabi Ì*?J^V. par!a di avvenimenti re- 8!h*La'! Estremo Oriente: è fuor di ri? n 1 ,tutev'a. che, pur protestando hàn™ ^?.lftr fare Ia »uerra. I Soviet »9 ,?i°,ia"° avanzar? le truppe rosse ÌL d' là della frontiera e hanno int.Vilso aerazioni militari di importa™ reaì" in, territorio cinese, contravvenendo al Patto Kellogg , "Huant0 al sapere fin dove essi In- tra m12c«2nnBerÌ l'avventura, è un'altra questione, che pare non possano nLSt*=.'.Te df, ,nJPDe sufficienti per peProfondamente in Manciuria e tentare di conquistare, in pieno inver^i=l\na Pa,'(? "ualsiasi di quella diffl mi !fiTa re,KÌone- do^e la loro attività militare minaccerebbe ben altri Inte11*, ?h«? ,?"e"i "inesi Crediamo inve?J ? " Governo sovietico intenda, ap ?I°MmJ,ì fl6' a si,»az>one estremameli'«"K uè"* miele si trova la Cina, cviinl™0 ?he '? ^ue^a c,vi'e. che si sviluppa nel sud. può esercitare unn r™?,f™ne',neI senso di convincere il Governo cinese ad aprire trattative dirette e immediate che non potrebbero non concludersi favorevolmente adii interessi dell'Unione del Soviet L'in™*2Q d] Mosca non è estranea al profondo turbamento del miaile la Cina 6 in preda ancora una volto. Clan-kaiScek ha avuto ragione, almeno provvisoriamente, di Fenu: ma nel sud Clnn-Fat-Kuei minaccia Canton e le sue truppe si sforzano di raggiungere quelle di Kuansr-Sf. « Cian-ttai-Scek porta la sua armata verso 11 nord, per sostenere I mancesi contro i russi, o verso il sud. per prendere Canton? E' impressione prwieraHe che Nanchino, poco incline n lanciarsi In operazioni di trrande stile, voglia applicarsi anzitutto a chiarire la situazione Interna e perciò laseir-rà che C'ang-Sue-Mang, il Delio di Cian-SiI.in che governa Mukden, fratti con 1 Soviet, cns-i alla quale il Governo nazionale si era finora onposto. Nanchino si limiterà, di fronte all'airtrresslone nettamente qualificata e alil'invaslone del fewitorio mancese, di fare appello alle Potenze Invocando il Patto penerale. contro la jnierra. •F, certo chp, al punto in cui sono le cose, sarebbe pericoloso lasciar svlhip. para un conflitto che 1 due avversari hanno lo ster.so Interesse di regolare • «La rivoluzione che porta l'elmetto» Un commento dell'«Osservatore Romano» Città del Vaticano, 26 notte. L'« Osservatore Romano • si occupa delle vittorie delle truppe russe in Cina e rileva che esse avanzano nel territorio cinese, scrivendo una pagi- - KllltUllU JJUIKCUUU LI. -1» fUgl" - na militare che assomiglia in qualche sigiio di amministrazione deU'Unìcio modo a quella che Napoleone vergò in Russia allorché la invase con la sua ■ grande armata ». L'organo vaticano aggiunge che però, sulla portata reale di tali vittorie, occorre fare delle riserve perchè troppe volte i cinesi hanno dato prova di risorse inattese. Anche l'anima cinese palpita di un fervore nuovo, su cui premono la forza, 1 orgoglio e le speranze di una razza di 400 milioni di uomini. La stessa guerra civile è un indice di questa orisi. E l'« Osservatore » continua: « Ecco perchè a noi sembra di dover andar cauti con i nuovi peana delle subite vittorie. Ecco perchè la ritirata dei cinesi può assomigliare laggiù, sotto quegli orizzonti immensi, a quell altra dei russi dinanzi alla baidanza delle aquile napoleoniche, che si bruciarono le ali a Mosca e si incancrenirono l'artiglio fra 1 ghiacci della Beresina. E dalla Manciuria a Mosca corrono più chilometri, assai più chilometri che da Mosca a Parigi. Un rovescio non sul confine, ma al1 interno della Cina, atteso e preparato temporeggiando, non lascerebbe ritornare superstiti in Russia nemmeno i pochi resti dell', armée », che si aprirono il varco fra l'Europa in armi per raccogliersi a Lipsia e sacrificarsi a Waterloo ». Il giornale scrive poi che portando 0 sguardo dall'uno all'altro, anche fra 1 russi c'è qualcosa da osservare: « Si direbbe che la Russia sovietica andasse cercando qua e là lo sbocco Illa guerra. La guerra è anzitutto lo sfogo di tutte le crisi morali ed economiche; in secondo luogo è il colpo per rompere il cerchio di ferro del sospetto e dell'isolamento. I Sovietl sono preda di quelle crisi e di questo Isolamento. Infine la guerra, anche nell'Estremo Oriente, può essere sempre, in un'età come questa, la miccia nelle polveriera. E la rivoluzione conosce troppo ben?, la dinamite e 1 suoi effetti per non sapere fare calcolo sulle conseguenze di uno scoppio. Che que sta fosse la condizione e la psicologi/ dell'U.R.S.S. ne danno un saggio i primi conflitti della guerra russo-cinese. La rivoluzione in armi è la « phisique du róle» della reazione militarista. E" bene equipaggiata, sa battersi, dai servizi logistici alla tattica aerea. Vorremmo sapere se la nobile causa della pace, se quella del disarmo, cui dà si largo contributo di plauso la stam pa rivoluzionaria russa, pur avverten do in calce di non potersi fidare, abbiano tenuto conto di questa rivoluzione, che invece del berretto frigio porta l'elmetto. Vorremmo sapere se i geni borghesi coronati di olivo abbiano badato a questo satiro ribelle che sgambetta intorno alla idilliaca ara pacifista pronto alla violenza, ». Quindi l'organo vaticano conclude « Perchè potrebbe avvenire che la rivoluzione, predicando a gran voce la solidarietà umana, ma posta da parte e quasi fuori legge, non si sentisse legata affatto a questa solidarietà e fos se in armi, quando gli altri le depon gono negli arsenali. Sarebbe difficile allora, umanamente difficile, che il più forte rinumziasse ad approfittarne ». L'avanzata dei ribelli su Canton Hong Kong, 26, notte. La cannoniera americana Mindauro e la cannoniera britannica Tarantula stanno in permanenza a Ut-cen, nel Kuang-Si, per proteggere eventual mente gli stranieri, mentre la guerra civile si svllvppa nella Cina del Sud Le autorità sperano di non dovere far sgombrare gli stranieri residenti in quel posto. Le truppe del Kuang-Si scendono il fiume in direzione di Canton e non hanno quasi incontrato resistenza. La loro avanzata è facilitata da un certo numero di navi da guerra cantoncsi, il cui lealismo nei riguardi del Governo nazionalista cinese è considerato come dubbio. (Petit Parisien). GINEVRA Le Commissioni dell'Ufficio del Lavoro Roma, 26 notte. Il 6 e T dicembre nell'Ufficio Intemazionale del Lavoro a Ginevra si adu nera 4a speciale Commissione che ha in esame alcune questioni riguardanti i lavoratori intellettuali. U 9 e 10 si riunirà la Commissione per gill operai tessili. Il 6 gennaio, come venne già detto, terrà la sua seduta la Commissione animista pei il lavoro delle miniere di carbone. Il 4 febbraio si riunirà lo stesso Con BlgllU Ul OlUtUUllOM [I(|IUU« internazionale del lavora.

Persone citate: Briand, Cian, Fenu, Mang