Le severe richieste del Pubblico Ministero contro gli adulteratori dellatte MIFICMISMl

Le severe richieste del Pubblico Ministero contro gli adulteratori dellatte MIFICMISMl Le severe richieste del Pubblico Ministero contro gli adulteratori dellatte MIFICMISMl e o o » e a . e n i e e , r i i n e a e i , r r e ua l to ni lei o, i, eLa escussione dei tesi! è pressoché conclìiusa: non rimane da sentire che il dott. cav. Vincenzo Rondani, prepoeto alla sezione dell'ufiicJo municipale d'igiene che si occupa della vigilanza sanitaria. Il toste accenna alle misure prese dal municipio per invi gilare sul commercio del latte allo scapo di smascherare le eventuali frodi e adulterazioni e dice che l'opera spiegata dagli organi municipali in tale campo * documentata dalja corrispondenza intercorsa tra l'ufficio ed il commissario straordinario alla prò vincia e la Direzione generale di Sanità Pubblica. Anzi prima che si sco prisse la frode commessa dagli Asiegiano, l'ufllcio d'igiene era a conoscenza che si vendeva del latte spogliato di una certa parte della sue sostanze grasse naturali, sostituite poi con grassi margarinati di poco prezzo. Tali sostanze hanno la proprietà di Incorporarsi perfettamente, senza variare ■affatto i caratteri esteriori ed organici del latte sottoposto a tale manipolazione. L'ufficio d'igiene sapeva altresì che in altre città, sotto rinnocuo aspetto della lavorazione dei formaggi, funzionavano degli apparecchi emulsori. Ma purtroppo, spiega il teste, le indagini chimiche e microscopiche Intese ad acoertare le adulterazioni, non diedero, fino ad un certo tempo, risultati precisi, ed elementi tali da consentirà l'Individuazione dalle frodi. Troppa grazia!... — Si è poi assodato — prosegue U dott. Rodarli — che gli apparecchi usati da coloro che praticavano le frodi, così Insidiose e pericolose per la salute, erano mezzi in azione a 35 gradi di temperatura ed a 3 atmosfere di pressione. 1 grassi impiegati per la sostituzione del jjraaso naturale, si seppe ancora, erano grassi minerali ed il cosidetto « sego di bue ». Ed il teste soggiunge che l'ufficio di dvpdescsagtrdcnmsvgdvdqcnrcddabtrpfurnpclaLspslrcligiene del Comune di forino "èra ed: Pè perfettamente attrezzalo per la sco pena e la constatazione delle eventuali frodi, sia dal lato tecnico che dal lato del personale addetto alla vigilanza. Aw. Omodei (P. C). — L'ufficio di igiene ha disposto appostamenti ed ha aseguito rilievi su certe partite di latte introdotte in città dagli Astegiano. Orbene, conferma 11 teste che 1 rilievi eseguiti comprovarono in certi casi la probabile genuinità del latte mentre in altri casi furono eompletamente sfavorevoli. — E' vero. E presenta i verbali che si riferiscono a tali accertamenti. Ma non posso non rilevare che mentre il latte normale, presenta una quantità di grasso non superiore al 3,50 per cent?, talvolta il latte introdotto dagli Astegiano ne presentava in quantità superiore, e cioè fino al 3.70 per cento. Si dovrebbe dedurre da ciò che il latte degli Astegiano era fin troppo genuino: senonchò la eosa va attribuita al fatto che nelle operazioni par la sostituzione dei gTas6i. gli Astegiano non lesinavano... E' chiamato ora alla pedana il paof. Canuto, perito modico-legale, invitato dall'Accusa a riferire sulla pericolosità che le manipolazioni del latte operate dagli Astegiano eon l'introdueione della marga'rina in sostituzione dei grassi naturali, presentavano per la salute. Il prof. Canuto fa una lunga e dotta dissertazione, basata su criteri rigorosamente scientifici * con largo appoggio di riferimenti. Egli premette che non v'ha duMbl-o circa il rapporto in cui va tenuta la percentuale di margarina introdotta dagli Astegiano nei latte: tale percentuale, che e dell'1,50, non va riferita a 100 grammi di latte ma ai 3,50 gr. di grasso naturale che è contenuto normalmente in 100 grammi di latte. La sostituzione dei «russi naturali con la margarina sarebbe avvenuta quindi nella misura della metà. 11 perito aggiunge di non aver difficoltà ad ammettere che la margarina non è ima sostanza nociva per la salute, ma richiesto di considerare l'uso della margarina immessa nel latte, nella propo"r»ione che si « detta, ed a porsi la domanda se lo stomaco sano, capace in maggior grado di tollerare tale sostanza, possa trovare elementi di comparazione con quello dei bambini nei primi mesi dell'allattamento, il prof. Canuto spiega che il problema deve avere una risposta negativa. Ha agito come an veleno Il perito esamina il problema nei suol aspetti squisitamente seietiflcl, accennando alla funzione delle vitamine, e soggiungendo che un indice sieuro sulla influenza dei grassi sul sistema digestivo del neonato non può esistere a priori. Venendo a considerare gli elementi che sono venuti In luce durant* il dibattimento, e particolarmente la narrazione fatta da ni euni testi e dalla signora Forno, in ispecie, sulle conseguenze che derivarono ai bambini cui fu dato 11 latte proveniente dal caseificio Astegiano, il prof. Canmp dichiara che la più chiara e persuasiva sintomatologia circa le influenze che possono avere sui bambini i grassi non naturali, è contenuta neUe dichiarazioni fatte da questa signora. Si tratta del drammatico caso toccato al bambino della teste Forno, cui si è accennato ieri. Intorno a questo episodio, il perito bSqelnnqrT gdà chiarimenti, che valgono a comprovare l'insidiosa influenza esercitata sul piccino dal latte ingerito. A domanda dell'avv. Camoletto, il prof. Canuto esclude che i fenomeni patologici riscontrati al piccino derivassero dall'eccessivo potere nutritivo del latto. Lo stesso signor Forno spiegò che il latte acquistato dalla rivendita rifornita dagli Astegiano veniva mosciuto con altro. Ed ii prof. Canuto, a conclusione della sua diffusa trattazione, sostiene che il latte manipolato dagli Astegiano nella forma accertai» dagli esami chimici, deve ritenersi pericoloso per la salute, in quanto ha agito come un veleno? questo non già, perchè la margarina sia un veleno, ma sulla base di quei criteri medico-legali, con cui va intesa l'espressione veleno. Segue ora il pelilo a difesa, prof, dott. Berrufci. Prendendo in esame quelli che furono I referti dei periti chimici, egli deduce che un bambino, nutrito con latte sottoposto alla margarinizzazione nella misura delt'1,50 per cerno, ingerisce cinque o sei grammi di margarina al giorno. Orbene tale dose, sostiene il perito, non può avere alcuna influenza sulle condizioni del bambino. Dopo aver discorso, in conrasto talvolta col parere espresso dal prof. Canuto, intorno al potere ed alle funzioni delle vitamine, il dott. Berruii ribadisce che la margarina non è dannosa per la salute, tant'è che per molti prodotti — come, ad esempio, nella confezione del biscotti — l'impiego della margarina è generale e notevole. L'uso della margarina in luogo di grassi naturali è assai diffuso in tutti i paesi nordici. Tale sostanza non presenta quindi alcuna pericolosità pur la salute. Attraverso l'esame di quelle che furono le risultanze di causa in questo campo, il perito a difesa sostiene che 11 latte margarinlzzato nella misura dell'I Percento non deve presentare, dopo la bollitura, alcuna crostlcina, riè detriti. Solo se la margarina si trovasse in quantità maggiore, il latte potrebbe essere di una eventuale pericbllsllà per le persone che si trovano in determinate condizioni fisiche, o affette da fenomeni patologici di una cena entità, quale il tifo. Le richieste delle Parti Civili Conchiuso il dibattito peritale, la parola è data alla Parte Civile. L'avv. 1*. A. Omodei, costituitosi P. C. nell'interesse del Comune di Torino, dà lettura delle proprie conclusioni, riservandosi di svolgerle e di illustrarle in prosieguo di causa. L'avv. Omodei chiede che i colpevoli della colossale frode siano condannati a pena giusta e rigorosa, si. sostiene ia colpevolezza dei fratelli Giuseppe e Cristoforo Asiegiano, ed, in forma minore, della soTr-lla Maina e dell'Acerbo, mentre per la madre, Giulia #oasio ved Astegiano, non prende conclusioni, rimettendosi alla giustizia del Tribunale, e per Eleonora ch'iede l'assolutoria per non provata reità. Prende quindi la parola l'avv. Berulti, patrono di P. C. dalla latti Vendola Angiolina Cortese, la quale fu condannata dal Pretore per avere venduto latte fornitole dal caseificio Astegiano. Premesso un elogio all'Arma dei Carabinieri, le cui Indagini portarono alla scoperta della frode, l'oratore sostiene che le adulterazioni commesse dagli Astegiano sono, per la lo ro natura, nocive alla salute. Per stabilire che la frode ha il carattere del pericolo per la pubblica salute, non è necessario ricorrere ai periti: basta considerare quanto ha riferito una teoria di testimoni. L'oratore chiede quindi che gli imputati « il cui portaloglio rigonfio non ha potuto far tacitare ]a loro cliente e tanto meno de viare il corso della giustizia » siano condannati ad una pena esemplare. noavvete esSel'el'evaLtoranisotraci,corinverizre di mecoderislu cupamnefoscgllanospfraartrfomla dadea facoall'AmsoanniglQutodriil gin•tptouusodcomtutàEaGcapliPlin2lsemdLa requisitoria del cav. Prassone Tra Ha deferente attenzione di tutti; s'alza ora a parlare il rappresentante dt4!a pubblica aceusa: il cav. uff Prassone. Della causa egli fa un, esa me ampio, dotto, acutissimo. Esordisce dicendo che mai come in questa occasione ha sentito l'orgoglio di parlare dai banco del P. M., perchè oggi gli è dato non soltanto di interpretare la legge, nella sua freddezza e nella sua nudità, ma i sentimenti di tutto un popolo, il ejuaJe attende che sia fatta giustizia. Agli imputati sono attrlbnlt) due di sitinti reati; quefllo di associazione a delinquere, per essersi associati allo spopo di commettere le Ircdi, e quello •di adulterazione di sostanze alimentari con pericolo della salute pubblica. Il cav. Prassone dichiara di essere convinto che le frodi fossero il risultato di nn conceno fra tutti gli imputati, ma la prova di questo vincerlo criminoso non è stata raggiunta, perciò abbandonerà l'acetica, per la prima imputazione. Passando alla seconda imputazione, l'oratore pone in lue» come la iprova generica delle a dullerazionl sussista piena e manife sta. Essa balza da tutto il complesso della causa, dagli stessi atteggiamenti difensivi assunti dagii Astegiano. Vennero rinvenute le fatture relative alle ordinazioni di margarina, vennero rinvenuti tutti i documenti che prova- dtvictssaMcvncdiscrlBa . n i e e a r , i nu ea aamo ael è a a e aae o no 11 traffico delittuoso. Gli Astegiano avevano dichiarato che l'emuilsore doveva servirà per la confezione del latte margarinato da darsi ai maiali che essi allevavano nel loro stabilimento. Senonchò si ft provato che proprio all'epoca in cui fu messo in funzione l'emuìlsore 11 numero del maiali allevati dagli Astegiano scesa da 3i a 12. Le singole responsabilità L'oratore ricorda quanto è stato detto ad una voce dai tosti circa le caratteristiche che presentava il latte (Ornilo dagli Astegiano (amaro, disgustoso, con sapore saponoso, ecc.), e, attraverso copiosi riferimenti scientitlci, sostiene che l'adulterazione è 6tata compiuta, con percentuali di margarina superiori- persino a quelle che vennero indicate dai penti. Delle perizie rese dui feriti a difesa, l'oratore fa una confutazione serrata. Quindi sostiene che l'adulterazione, cosi come veniva compiuta, presentava pericolo per la salute, nel senso assoluto della legge. E ricordando che ia giurisprudenza ritiene •'he il pericolo per lu salute sussista anche nel caso in cui la derrata venga privata di una parte del suo potere nutritivo, richiama le deposizioni delle signore Debenedetti e Tonno, per ribadire, col conforto del responso di ucjnlni della scienza, che la sostanza sostituita dagli Astegiano al graseo naturale del latte, non era assimilabile e perciò nociva. Passando a discutere le singole responsabilità, il P. M. sostiene che i fratelli Giu,sepp<) e Cristoforo sono gli artefici della colossale frode. Gli altri imputali vi parteciparono, ma in forma minore. Maria Astegiano e la madre di costei non possono vantare la loro innocenza. Acerbi fu licenziato dallo stabilimento in maggio: la frode continuò ad essere compiuta sino a dicembre. Poiché è certo che per far funzionare l'emulsore occorreva il concorso di tre persone, è chiaro che alla frode, dopo l'allontanamento dell'Acerbi, partecipavano la sorella e 1» madre dei due principali imputati. La sorella minoro, Eleonora, invece può anele avere ignorato quello che avveniva nell'azienda della propria famiglia. Essa potrà quindi «suore, assolta. Quanto ri Acerbi, egli rimase addetto al funzionamento doll'Hiiulsore per d'io mesi : non si na la prova che egli ricavasse un lucro diretto, per quanto il compenso corrisposto,-?]! dagli Asiegiano fosse elevato. Per lui le sanzioni potranno essere quindi di un grado •tiferlCTe. Ed il cav. Prasaone, che ha parlato per più rli due ore con oratoria striata, conclude: « La causa ha un allo interesse giuridico, scientifico, umano. C'è un numerò Infinito di persone che reclamano giustizia. In nome di esse vi chiedo ppr i colpevoli una condanna severa, rigida, ehe sia di monito a costoro e ad altri ». 11 P. M. chiede quindi ehe, assolti tutti gli imputati por non provata reità dalla ini lunazione a delinquere ed Eleonora Astegiano ur.che <ia quelila di adulterazione, il Tribunale condanni: Giuseppe e Cristoforo Astegiano, per correità in adulterazione di sostanze alimpntari con pericolo per la salute pubblica, a f> anni di reclusione, 6000 lire di multa e 2 anni di vigilanza della P. S. ciascuno: Maria Astegiano e Giulia Roasio v. Astegiano, per complicità non necessaria nello stesso reato a 2 anni e 3 mesi di reclusione e 1500 lire di multa; Umberto Acerbi, per lo stesso reato, a 2 anni di reclusione e 750 lire di multa. il piocesso è stato quindi rinviato a martedì 26 corr. per il seguito della discussione. MlOAIFIUIVIVVICIVISI.BIBlCAlClPICICIPSLNi; e f a ia rgi e a o a i a o o aa. re BlRBbnLnTIl misterioso ferimento di Front Canavese {Corte d'Assise di Torino) Si è svolto lori alla nostra corte d'Assise il processo contro Bonino Martino e Massa Giacomo di Front Canavese, 1 quali, nolja notte del 5 febbraio dell'anno scorso, vennero a litigio con il loro compaesano Giovanni Battista Bianco, cagionandogli delle lesioni per le cpiaii egli perdette la vista, l'irne imputati ammisero di avere altercato con il Bianco: ma solo il Massa confessò di avergli distribuito cjualche schiaffo, l.a parte lesa si trovava, quella notlc, in pjeda al vino e non ftt quindi in grado di fare alcuna dicllia raziona. A seguito del verdetto pronunciato" dal giurati, il Bonino è stato assolto; il Massa Invece, coi beiuefleio della semi ebrietà e dello attenuanti, è stato condannato a due anni ed um mese di reclusione. Pres.: Bobba. P. G. Ravrola. P. C. aw. Rattone. Difesa, mpr 11 Bonino, aw. Dal Fiume: per il Massa, aw. Borroni e Toosca.

Luoghi citati: Comune Di Torino, Front, Torino