Svaligia la casa del cugino per non lasciarla svaligiare da un estraneo

Svaligia la casa del cugino per non lasciarla svaligiare da un estraneo PARENTI CHE SI VOGLIONO BENE Svaligia la casa del cugino per non lasciarla svaligiare da un estraneo n i a r o 1 l ù n . 1 e o e i o e Nel pomeriggio di Ieri, gli agenti del Commissariato di P. s. di Borgo S. Secondo traevano in arresto tali Luigi resecane di Salvatore e Mario Cameda, responsabili il primo di furto, il secondo di ricettazione. L'imputazione, che ha inviato ì due alle Carceri Giudiziarie, è quanto mai chiara nella sua concisione; quello che invece è poco chiaro è tutto l'insieme di operazioni poco oneste, escogitate dai due per raggiungere il poco invidiabile risultato. Una camera svaligiata Al Commissariato anzidetto, e più precisamente al dott. Guidoni, vicecommissario, sì presentava ieri l'altro mattina il signor Domenico Pesacene di Francesco, di anni 24, da. Napoli, qui residente, in una camera ammobiliata, sita in via Gioberti, 43. 11 giovanotto pareva in preda a chissà quali ansie, e nel fiorito suo parlare meridionale, con accompagnamento di gesti espressivi, narrava al funzionario quanto gli era accaduto. Dal canto suo, il funzionario, annoiando una parole, ogni cinquanta pronunciate dal Pesacane, stendeva un diffuso verbale che, Armato dal giovanotto, si concretava in una denuncia per furto. 11 Pesacane narrava, infatti, di essere uscito quella mattina di casa, ma per recarsi con un socio e conterraneo, tale Angelo Lofredo abitante in via Galliari, 12, in un negozio di via Pietro Micca, a far provvista di merce. (Ci -siamo dimenticati di dire che fa il mestiere di venditore ambulante di stoffe, valendosi della merce comprata dai grossisti e di due buona polmoni fornitigli da madre natura). Le compere avevano occupata la intera mattinata, e solo verso le 12, egli si era potuto restituire nella cameretta di via Gioberti. E qui, quale parola potrebbe rendere la mìmica, i sospiri, i gesti, attraverso i quali il funzionario apprese che la camera del Pesacane era stata visitata dai ladri e saccheggiata fino dell'ultimo • taglio di stofla >, fin dell'ultimo vestito del proprietario? Sempre scegliendo le parole più interessanti, il funzionario, a conti fatti, stabili un danno di circa 5000 lire. Tutto se n'era andato, asportato dal ladro senza coscienza. La merce del suo commercio: tre tagli di stoffa di quella che più inglese di cosi non potrebbe essere, a meno di passare da Biella, e poi gli indumenti personali. Quando infatti il Pesacane era entrato nella camera, gli era parso di capitare in un campo di battaglia: tutto in disordine. Cassetti aperti, guardaroba spalancato, sul 'etto due colletti ed un panciotto stavano a dire che un tempo il loro proprietario possedeva vestiti e camicie. Ora più nulla, vnche Il parapioggia (e quel giorno pioveva!) a lanche il portasigarette d argento, che e e a , a a a ol si e a a cci iea Lgesudidacanipevacopaponotesvdadie letasaercodrorearevdreaaaadtimaveva un profumo speciale di affetti ricordi e tabacchi lontani, era sparito! Ed era appunto ia piena di questi sentimenti che esasperavano il povero Domenico e che gli facevan trovare tutto l'eloquenza propria iel mestiere e della sua terra natale... « Peppiniello, figlio dì don Carolino » Su queste basi si fece il verbale ed il giovanotto se ne usci augurando alla giustizia degli uomini tutta; la forza di quella di Dio. Verbale e relativo augurio vennero affidati al brigadiere Pennazio, il quule, senza por tempo In mezzo, si portò in via Gioberti, 43, e cominciò le indagini interrogando la padrona di casa ed ottenendone poche ed inconcludenti risposte. Il sottufficiale era appena (.ornato in ufficio che si presentava il derubato, il quale • per il trionfo della Giustizia » ed il recupero della refurtiva faceva noti certi suoi dubbi sulla persone d'un suo cugino, Luigi Pesacane, « disonore della famiglia ». Altrj gita del brigadiere Pennazio alla :icerca del Luigi, altro Interrogatorio con esito parimenti negativo. Passava così il pomeriggio e quando la mattina dopo il dott. Guidotti tornava in ufficio, si trovava già appostato il Pesacane Domenico, il quale per primo saluto gli cacciava tra le mani una missiva a Anna « X » da lui ricevuta, con la quale gli si Indicava quale autor.> del furto « Peppiniello, figlio di don Carolino, che tu ben conosci ». . Mentre il Pesacane si sfogava cono-|<ro tutte le generazioni ascendenti e ^discendenti dei ladri, augurando loro foi"" sacco di malanni, il dott. Guldotr.. ti, più positivo, osservava attentamenal te la missiva e vi notava alcuni parp- 'ticolari assai interessanti. Vi trovava re iper esempio, un francobollo bollato a ;da Milano. U Quale presentava indub- eì D' se*ni di essere stato appiccicato e»,sul,,a busta direWa al Pesacane, dopo a!e>sere slato staccato da altra busta. o-iU funzionario chiedeva allora più eon saurienti spiegazioni in merito al coerirne era stata recapitata la missiva. Ve niva cosi a sapere che il giovanotto n.|ne era venuto in possesso alla trai dsectuadvprvfiimrtssmddslapccccplopcl'anE11RtMTznstn6—llasfn2sasRttoria di via Gotto dove usa consumare 1 suoi pasti e bagnarsi l'ugola dopo le « conferenze » sulla pubblica piazza. Non poteva darsi che la lettera giungesse da Torino, e da qualcuno molto vicino al derubato ? Questi dubbi consigliarono il funzionario a interrogare nuovamente il Pesaca- 24 le a, cole la eo. »..- . . , - , .-_ nnt_OTll,,,. ro!113 «-«««li cugino 0.1... QOn Domenico Ua ia nla io nAlat a unti e. etain — liuComoueC. ia te la he le 11 di to ielleai LUtgi si faceva coraggio e presi al cuni tagli di stoffa li recava in gran Entra lo scena « Cameda » Un fuoco di fila di domande, stringenti e fatte in modo da render vana la sciolta parlantina del messere, valeva a chiarire il complicato garbuglio del furto di stoffe, abiti ed accessori. La chiave di tutto la dava il Luigi stesso, il quale sbottando in una crisi di pianto si dichiarava autore del furto, ma aggiungeva : « La colpa è di Cameda... incagliaritano 1 ». E per comprovare il suo asserto narrava, sempre tra pianti e sospiri, Ja dolorosa istoria nella quale si tratteggiava la figura di questo Cameda, quale anima dannata di Luigi Pesacane. Ed ecco il racconto di don Luigino. Giorni sono, trovatosi con il Cameda, oriundo cagliaritano e qui residente in via Garibaldi 4, disoccupato, si era sentito fare da quella brava persona una proposta: « Facciamo quattrini! ». L'idea era buona e si accordava appieno con l'ideale del Pesacane, ma l'entusiasmo di costui sbolliva d'un tratto, quando il compare proponeva di fare quattrini derubando il Domenico, cugino e coinquilino del candido Luigi. La recisa negativa opposta da quest'ultimo mandava per intanto a monte ogni cosa. Il seme era però gettato, e, piuttosto che lasciar derubare il cugino da un estraneo, maturava nell'animo del giovane il proposito di agire lui, quando il Domenico usciva per quelle tali compere e lasciava la camera incustodita. di er ca, la to ioua vaartto elio. lu'pr-'r il « disonore della famiglia», 30. , , • roiifpssava nnrlir. antere ripl va-'1 Lu Kl 81 coniessava anciic auiore aeilleila lettera anonima. Non è però a cre dere che anche ajueeta trovata sia sua. fretta a casa del Cameda, pregandolo di tenerli alcun poco in consegna. Vi tornava con 1 vestiti, la biancheria e gli altri accessori e quindi se ne tornava nella sua stanza, in tempo perchè una perquisizione colà operata dalla Polizia desse esito negativo. Tre portinaie nell'imbarazzo Ancora piangendo e battendosi il pet- tfimr La colpa, come prima, era del famierato Cameda. Costui, che dal canto uo, dichiara di essere la miglior pasta i figliuolo, timido, timorato e alieno alle complicazioni, quando si trovò la asa ingombra dalla refurtiva, proveiente dalla camera del napoletano, ensò che un gentiluomo qual'egli avea stabilito di essere, poteva uscirne ompromesso. Ed allora divise in tre acchi quella merce non sua, e la deose sotto tre diversi portoni della ostra città. Quindi, mandava una letera anonima al Domenico Pesacane, velando il nascondiglio della merce, a lui gettata sotio gli atrii delle porte i via della Caccia 3, Porta Palatina 9, corso Regina Margherita 108. Ma la ettera, per un fatale disguido, era staa recapitata erroneamente al Luigi Peacane, anziché al Domenico, e di qui ra nata in Luigino l'idea malvagia di ompilare lo scritto anonimo, inventano il • Peppiniello », figlio di don Caolino, mai esistito. Dopo un meo culpa di questo genee, non restava agli agenti che fermare anche il Cameda, cosa facile, come del esto fu facile il fargli confessare a sua volta la parte avuta nella vicenda. Il dott. Guidotti compilava allora regolae denuncia all'Autorità Giudiziaria, addebitando al Luigi Pesacane il furto, al cagliaritano la ricettazione. Con un altro stampato li inviava poi ambedue alle carceri. La refurtiva, consegnata dalle portinaie delle tre case ai rispetivi Commissariati, ritornava al legittimo proprietario. Un ammalalo salvato dalla morte eoi sangue di duo Modici Un nuovo duplice caso di trasfusione del sangue è avvenuto Ieri, a riprova, se ancora occorresse, dell'abnegazione che anima i sanitari dei nostri Istiuti ospitalieri. Ieri veniva trasportato alla Clinica medica Micheli dell'Ospedale San Giovanni, un ammalato che versava in gravissime condizioni. Si può dire, anzi, che il caso era disperato, poiché l'ammalato non articolava ormai più parola. Il dott. Battistini constatava che un filo dì speranza era offerto da una mmediata trasfusione di sangue, che rianimasse il degente, in modo da po er reggere alle cure più urgenti e senza frapporre indugio, offriva il suo sangue. La trasfusione avvenne normalmente; il sangue, generosamente donato rianimò l'ammalato, il quale, dopo pochi minuti, riprese contezza di sé e riuscì a pronunciare qualche sii aba. Ma il miglioramento, che dap prima parve soddisfacente, non era che passeggero. La grande anemia da cui il paziente era affetto, lo fece ricadere in condizioni gravissime. Occorreva una seconda trasfusione, prontamente effettuata. Il fratello delo stesso dottor Battistini si offerse per la medesima operazione, di modo che la nuova trasfusione ha sollevato 'ammalato dalle sue sofferenze.e l'ha avviato verso un miglioramento definitivo. cracgrsdcttsnrp3

Luoghi citati: Biella, Borgo S. Secondo, Milano, Napoli, Torino