Tre noti banchieri torinesi accusati di ingenti malversazioni

Tre noti banchieri torinesi accusati di ingenti malversazioni Tre noti banchieri torinesi accusati di ingenti malversazioni grocuratoredel Re aggiunto commendatore Di Maio ha presentalo ierla sua requisitoria in un lungo e complesso procedimento penale, origini! io da intricate vicende che risalgono a qualche anno addietro e dove appaiono imputati di gravissime e cospicue malversazioni tre noti banchieri della nostra città: Lev! Rodolfo di Cesare, dimorante in via Giacinto Collegno. 42, Carlo Polano fu Vincenzo, abitante in corso Oporto, 37. e Claudio Conti di Francesco, domiciliato in via Donati, 15. 1 fatti che condussero costoro ad incappare nelle reti della giustizia si riallacciano all'attività svolta per parecchio tempo ne! campo linanziario. Rodolfo Levi c C. Verso la mela d: giugno del 1026 si costituiva in Torino una società in noma colletiivo sotto la ragione so- c,ale,.° Hodolfo Levi e C. », con lo sco,0 'fl .trattare operazioni bancarie e borsistiche. Inizialmente entrarono far parte di essa il Rodolfo Levi ed il Polano. quali soci in nome collettivo, e più tardi si aggiungeva anche il dotlor Claudio Conli. 11 capitale della società era indicato in L. 151URH), costituito dal versamento di L. aO.uiìu per conto di ogni socio: la durata della società eia llssata per un anno con la clausola della tacita rinnovazione. 11 12 marzo l'JiS il Polano e il Conti rrJ.ir, 0 1SK0 2 1 -° e» comi ?nfnrI't^Vnn.Ura-rd„e"uncla al ?,r°cu- rotore del Re di formo contro il ler-zo socio, il Levi, che accusavano di avere manomesso e di essersi approprialo di una ingente quantità di titoli appartenenti alla Banca. Il Levi jra infalli consegnatario della cassatitoli, la quale si trovava quindi sotto il suo diretto controllo. Egli confessò la colpa commessa, mentre una verifica contabile affidata al rag. Forchino, approdava a delle gravi risultanze, constatando l'ammanco di L. GOu.iiUO. Il Levi venne quindi trailo in arresto Come si diceva, il banchiere ammise il reato che gli fu contestato dall'au- . torità giudiziaria, spiegando però che tali sottrazioni egli aveva coinpiutoessendo stato travolto nei gorghi di un incauto ed avverso gioco di borsa, cui si era dato sempre con la sorte contraria anche prima dell'inizio del la società a fianco del Potano e del Conti. La cospicua dote deliu moglie sua ricchissima lo aveva illuso di po ler rifarsi delle speculazioni sbagliale, mentre invece aggravava sempre di più la posizione finanziaria già molto scossa i pericolante. 11 Levi aggiunse ancora che gli altri due soci pure avevano effettuato arrischiale operazioni in proprio. Intanto alire denuncie vennero inoltrate da parte dei clienti della Banca maggiormente danneggiati. Il signor Giovanni Di Modica aveva versato la somma di L. 329,650 perchè sii tossero acquistate delle cartelle di Consolidato a! 5 per cento. Della commissi me richiesla non gli era mai più sima dala notizia e quindi pgli riteneva che l'operazione non fosse neppure avvenuta, accusando i banchieri di aver convertito in proprio profitto l'impor to ioio versalo. Il DI Modica asseriva inoltre che il Po'uuo ed il Conli erano al correnlp dell'approprinz'one indebita perpetrata ai suoi danni Questi til limi, a provare la loro buona fede, presentarono i fissati-bollati comprovanti l'acquisto delle cartelle di Con soliduto, avvenuto verso la fine di gennaio del I92S. 1! Polano ed il Conti dichiaravano poi che il Di Modica aveva lascialo 1 titoli a comodato presso la Banca slessa. Una grandine di denuncie Un secondo esposto perveniva alla autorità giudiziaria da parte dei s: gnor Giuseppe Fanlini, il quale nar rava come nel gennaio del 1927 ave» se affidato aila Banca Rodolfo Levi e C. 230.MKI lire di Buoni del Tesoro perché gli (ossero convertiti in car elle del Liltorio. 1 nuovi titoli non gli erano inai stali consegnati, per quanto il doiior Conti cercasse di tran quinario assicurandogli che la Banca Commerciale ne stava ultimando la stampigliatura. il Fantini aveva pure rimesso alla Banca, sono forma di comodato, 350 azioni della Montecatini: anch'esse erano sparile essendosene servilo il Levi — com'egli afferma — per sop perire ai suoi urgenti bisogni. Le denuncie vennero sempie più infittendosi: Ermanno Bersaglia, ù»r ga rautire l'apertura di mi credilo di I 30 000 aveva consegnalo alla Banca 300 azioni Sip; Teresa Guidi aveva posto in mano del Levi S3.l!tiii lire di i ioni dei Tesoro per la conversione n Liltorio; Pietro Santarelli L. *0.«M di Consolidato; Giuseppina Bachi tire «fi min di Rendita: Carlo Poesio 75 azio ni Sip. Paolina Serva 10.Odo lire di Buoni; Ferdinando Ghidinl aveva cor risposto l'importo necessario per l'acquisto di 100.000 lire di Consolidalo Teresa Filippini ved. Grosso di Mom - bello 100.000 lire di Buoni settennali' i a e a , . i per la conversione in Littorio, 10azioni Florio, GÌ azioni Valli Lanzo 121 Snia, pagando inoltre in contantla somma di L. 6000 per l'esercizio dediritto di opzione. Una rigorosa perizia contabile potaccertare la sparizione dalla Banca d975.000 lire di titoli ed aliri valori. In un suo lungo esposto il dott. Conti vuole spiegare te pretese malversazioni al danni del clienti della Banca Rodolfo Levi e C, accennando ai rapporti esistenti con un agente di cambio della nostra città. Costui, il qualteneva due conti separati per le varie operazioni effettuale nell'interesse deLevi e per conto dlla Banca, avrebbe ingenerato una confusione nei suoregistri per cui sarebbero stati accollali alla società anche gli obblighpersonali del Rodolfo Levi. In seguito a ciò ebbe luogo una seconda perizia conlabile. Successivamente il Levi disse che gli altri due socerano a! corrente di ogni cosa ed accusò in modo particolare il Pola.noAggiunse il Levi che il bilancio del 30 giugno 1027 era stato redatto artificiosamente, facendo apparire un utile fittizio mentre invece esistevano già effettivamente gravi perdite. Infermità mentale? Il Levi fu sottoposto ad una perizia psichiatrica. Ritenne il prof. Canova cne il banchiere tosse affetto da vizio - parziale din mente in contrasto co-.prof Coppola p!.0penso a giudicare ii o ò Levi afflitto da una infermila totale dello spirito. Frattanto il Rodolfo Levi venne posto in libertà provvisoria. Il Procuratore del Re non dimostra alcun dubbio sulla responsabilità dcostui circa l'imputazione di appropriazione indebita qualificata e continuata. Il Levi però volle coinvoisere anche gli altri due soci, prima suoi accanitaccusatori Ritiene il comm. Di Maio per quanto ha natio alla scienza de I litui osa, nei riflessi del Polano e delConti, che manchino «li estremi della (responsabilità, difettando altresì l'accusa di prova e li verosimiglianza A proposito della falsila in bilancioil Rappresentante della legge dichiara che la fondatezza dell'imputazione travolge ttitt' e tri i colpevoli senz'uopo di accertare i fatti dai quali essi sebbero la conoscenza. E' vero perù che il Polano impugna hi falsila del bilancio sostenendo che le differenze riscontrate dai periti conlabili sono dovute ad eccessive svalu lazioni fatte ne! bilancio stesso il qua le era stato compilato per uso dei sociNota al riguardo il Procuratore deRe che la legge prescrive l'invio, da parte degli Istituti di credito, alla Bau ca d'Italia, di una copia del bilancio originale: i periti rievaro.no discordnn ze numeriche non attribuibili a svalutazioni, non desumendole dalle cifre del conto cassa Appropriazioni per 600 mila lire Esaminando infine l'accusa del Pollano di correità in alcune delle appio priazioni indebite, conclude il comm Di Maio constatando che le accuse hanno fondamento nella chiamata dt correo lalti dal Levi. I tre banchieri sono stati rinviali a giudizio del Tribunale. Il Levi è imputato di appropriazione indebita di L uOO.Ouu di titoli; il Polano dovrà rispondere di concorso nello stesso reaio per 200 azioni ■italgas» depositate in Banca a garanzia di operazioni borsistiche dal signor Ernesto Panizza. per L 100 000 Buoni del Tesoro consegnati dal rag, Paolo Rossi e per L 15.UIIII versate in conio correrne dalla signora Paolina Werva e fané viceversa figurare in cassa come depo sito dal Levi. A tutti e ire i soci è po! elevato n'addebito di aver presentalo un bilancio falso alla succursale della Banca d'Italia in Torino facendo risultare un utile di L. 900.101, mentre nel bilancio trascritto in Tribunale, apparivo un deficit di L. G3.000. La cassaforte violata A proposilo di quanto abbiano leste riferito circa la pretesa sparizione di un documento da uno stipo di cas saforie della S. A. Biscotti Mondino l'nvv. Franco Patriarca ci prega di pubblicare che il ragioniere Giacinto Siccardi non è imi né Consigliere, né Direttore Amministrativo deli g A Biscotti Mondino, ma un semplice azionista Aggiunge inoltre l'avv Patriarca che il? constatazioni rio--jiiii vennero es.wuiir- unicamente dietro istanza del cav Mondino e eh» ', imputazioni elevate ai fratelli Mondino riguardano semplicemente il preieso uso arbitrario delle proprie ragioni, mentre non esisterebbe il fallo del l'assunta soppressione di una cena 'scrittura privata.

Luoghi citati: Biscotti Mondino, Italia, Montecatini, Pola, Torino