La Palestina e la Commissione dei Mandati

La Palestina e la Commissione dei Mandati La Palestina e la Commissione dei Mandati Vivace discussione a Ginevra « Una sessione straordinaria fissata per il prossimo marzo - Un rapporto dì d iecimila pagine -- Documentazione minuziosa e inutile Tragedia di popoli Dall'agosto in poi la Palestina ha continuamente tenuto desta l'attenzione mondiale. In quel mese parve che le due razze nemiche dovessero affrontarsi in un mortale duello: per un istante sembrò che solo il supremo diritto dedla forza dovesse decidere se gli arabi potessero conservar la patria ereditata dagli avi e se gli immigrati ebrei potessero comprarsi una patria. E, infatti, la forza decise; pia non la forza delle due razze in conflitto, bensì quella disila Potenza mandata ria. Le baionette inglesi imposero prontamente una calma che potè sembrar pace: cosi la pax britannica fu restaurata. Poi i Tribunali han cominciato a punire i principali responsabili e han persino pronunziato delle sentenze di morte; e cosi è stata anche restaurata la maestà del diritto offeso; diritto, si intende, britannico. Infine la Commissione d'inchiesta, composta' di deputati dei vari partiti e presieduta da Sir Walter Shaw, è arrivata in Palestina: un po' in ritardo, ma, se Dio vuole, è arrivata. Subito ha iniziato i suoi lavori ed è facile prevedere che li continuerà alacremente e presenterà una coscienziosa relazione; il Pai-lamento la esaminerà, la valuterà, la discuterà: così anche la maestà del Parlamento inglese sarà salva e, in conclusione, si potrà ben dire che le regole del «bel giuoco» del «fair play» saranno state osservate. Oggi, a distanza di qualche mese, gli avvenimenti dell'agosto, appaiono in realtà, assai meno terribili di come in principio si era creduto che fossero. Il 2 settembre il Colonial Office comunicava che in tutto erano stati uccisi 83 musulmani, 4 cristiana e 109 ebrei ed erano stati ricoverati in ospedale 122 musulmani, lo cristiani e 183 ebrei. Se è sempre triste eh* del sangue sia versato per odi etnici o religiosi, non è perciò men vero che la stam- Ì>a internazionale, soprattutto quel a Infeudata a « trusts » ebraici, leyò intorno a quel centinaio di vittime sioniste clamori altissimi, quasi si trattasse della strage di tutto un Sopolo o di uno di quegli stermini-i iblici o leggendari, che non lasciatali pietra su pietra, nè anima viva. Ma a chi guarda le cose da un punto df vista stòrico, gii avvenimenti dell'agosto, nonostante il loro carattere tragico e luttuoso, non possono non apparire come naturali e quasi direi inevitabili. Non vi è conquista senza sangue: ed è vana illusione che un popolo il quale tìimora da innumerevoli secoli in un paese che vi ha radici profonde, che vi ha conosciuto grandezza e decadenza, che vi ha i suoi templi e le tombe degli avi, possa farsi tranquillamente cacciare a forza di vendite di terreni e di pacifica pressione economica. Quel centinaio' di ebrei uccisi dagli arabi, cui, del resto, fanno riscontro quasi altrettanti arabi uccisi dagli ebrei, sono in sostanza il sacrificio di sangue offerto dalla razza, che intende conquistare la Palestina, alle dure leggi che governano le sorti dei popoli e ne vagliano i vizi, le virtù, il valore. E saranno assai avventurati i sionisti se riusciranno nella loro grande opera — grande assai piti nei loro segreti propositi che in quelli palesi — senza pagare altri tributi al Dio della storia. Ma, se il sintomo acuto, sopravalutato in principio, viene ora ridotto a più esatte e più modeste proporzioni, il male cronico, il male profondo, di cui i tumulti non furono che l'esplosione violenta, e cioè lo stato d'animo della popolazione musulmana, e gli odi e i rancori, che la politica britannica ha seminati, si rivelano ogni giorno meglio In tutta la loro impressionante e tragica gravità. Precisamente questo problema, cui nè la stampa ebraica, nò le sfere dirigenti inglesi han mostrato di fare troppa attenzione, desta, invece, le preoccupazioni e le ansie del mondo civile, preoccupazioni ed ansie che — certo — la Commissione d'inchiesta non varrà a spegnere o a quetare. E come potrebbe essere altrimenti?. La Commissione ha un compito ben circoscritto: troppo circoscritto, anzi. Solo « le cause , immediate » dei tumulti 'e dei massacri possono essere oggetto delle sue indagini: il Muro del pianto, il paravento presso il Muro del pianto, le alterazioni 'dello « status i]uo » del Muro e delle adiacenze. Ma le cause remote, che sono anche le sole vere e profonde, quelle, come si direbbe in gergo burocratico, sono del tutto fuori della sua competenza. Fin dal primo istante il Colonial Office dimostrò, senza ambagi e senza reticenze, la sua' recisa volontà di limitare in siffatta guisa le indagini: « A richiesta dell'Alto Commissario (Sir John Chance]lor) — cosi suonava il comunicato uffitiale con cui fu annunziata l'istituzione della Commissione d'inchiesta per la Palestina — il ministro delle Colonie procede alla nomina di una '« Commissione d'Inchiesta che si reto cherà entro questo mese in Palchi stina per fare, indagini sulle cause i< immediate che hanno prodotto lo « scoppio dei recenti disordini, aceerV tando nello stesso tempo in quale fu misura si può supporre che essi |a siano stati premeditati od organizsi zati. Il Presidente delia Commissio|k ne sarà Sir Walter Shaw, già pri;« mo Giudice nella Commissione defogli Stretti, e collaboreranno con lui «tre membri del Parlamento, scelti In uno da ciascuno dei tre partiti polii litici. « Date le insinuazioni fatte in a! ji arni circoli, il Ministro desidera « precisare che U Governo di Sua « Maestà non ha alcuna intenzione adi riprendere in esame l'esercizio « del mandato sulla Palestina da « parte della Gran Bretagna e che « non si pensa ad alcuna inchiesta la « quale possa alterare la posizione di u quel paese riguardo al mandato o « alla politica esposta dalla dichiarati zione Balfour del 1917 e contenuta « nel mandato, intesa a stabilire in « Palestina una Sede Nazionale per « gli ebrei. L'inchiesta ora iniziata è « perciò limitata ai casi d'immediata « urgenza e non s'estenderà a concili derazioni di politica di maggiore a portata ». E in questi ultimi giorni Mister Lunn, Sottosegretario per le Colonie, alla Camera dei Comuni, rispondendo al deputato Nathan, ha rilevato l'opportunità di rinviare ogni discussione sulla Palestina in attesa che la Commissione adempia l'incarico che le è stato affidato « di indagare circa le cause immediate che diedero luogo ai recenti disordini ». Ora precisamente questa ristrettezza del mandato affidato alla Commissione scema l'importanza dei suoi lavori e delle conclusioni cui essa perverrà. Il mondo ha la chiara sensazione che un grande dramma storico si vada compiendo in Palestina.' La Commissione accerterà molte e molte cose più o meno inte ressanti: fra l'altro, con quella serenità di parata? che è caratteristica delie inchieste inglesi e che spesso serve a dissimulare una sostanziale ipocrisia, accerterà le responsabilità o l'imprevidenza delle autorità britanniche. Ma con ciò non avrà neppure sfiorato il problema centrale. E forse non è azzardato dire che l'inchiesta servirà alla politica inglese appunto a distrarre l'attenzione pubblica dal male profondo che trava glia la Palestina e ad attirarla sulla parte puramente episodica, su quella che si potrebbe chiamare la sintomatologia esteriore del male. Ciò che non si deve dimenticare quando si paria della questione palestinese è che l'Inghilterra ha scatenato la lotta: l'avrà fatto perchè in un momento terribile della sua storia non avrà potuto fare altrimenti, l'avrà fatto per ineluttabile necessità o per opportunità politica, ma è certo che essa l'ha scatenata e ad essa ne spetta la responsabilità davanti alla stòria. Essa ha-pósto l'uno contro l'altro i due popoli, essa li ha lanciati sul ring ed ha annunziato al mondo uno spettacolo veramente Insolito e ricco di pathos: il ritorno in patria di un popolo esule da millenni. E il torneo è cominciato: ma quando gli animi son diventati roventi d'odio e di disperazione, quando l più profondi istinti sono stati scatenati, allora uno dei due lottatori'si è difeso come ha potuto: e ha messo mano al pugnale. A questo punto è intervenuta la Potenza mandataria- il pugnale non è ammesso; colpo basso; le regole del gioco sono violate. Ma ani non si tratta di un incontro di boxe, non si tratta di un campionato sportivo: ben altro è in gioco: il destino di due popoli, ecco quello che è in gioco, il destino di due popoli e il loro diritto a conservare o a conquistare una patria. E quando si lotta per una posta cosi disperata, ciascuno combatte come può. con le unghie e coi denti, col denaro o col pugnale, si. col denaro o col pugnale, perchè di fronte a quella giustizia che non è scritta nelle regole di nessun gioco, ma che è impressa nei cuori degli uomini, il pnennle vale il denaro ed ogni ar ma è buona quando si difende la patria. La storia non conosce « colpi bassi ». Perciò al mondo, spettatore commosso, ma imnotente. di questa tragedia di popoli che si va compiendo sotto i suoi occhi, importa assai poco di sapere se fnron primi srli arabi ad alterare lo status quo del Muro del Pianto facendo lì presso una nuova costruzione o se fnron primi eli ebrei ad _in-sta.lla.re un paravento; e del pari poco importa sapere se gli arabi pTovocarom glii ebrei o questi provocarci quelli e chi tirò i primi colpi e chi sguainò pel primo il pugnale. Il mondo si chiede piuttosto se questa lotta era necessaria e se l'Inghilterra aveva il diritto di scatenarla. E a questa domanda 11 sig. Walter Shaw, già primo Giudice della Commissione degli Stretti, non risponderà. La proposta italiana Ginevra, 16 notte. (G. T.) - La Commissione dei Mandati ha continuato in questi giorni 1 suoi lavori esaminando una serie di rapporti governativi sull'amministrazione di alcuni territori sottoposti a mandato: quali 11 Ruanda-Urundl, sotto mandato belga; le isole del Pacifico, sotto mandato giapponese; il Camerun, il Togo e la Samoa occidentale sotto mandato britannico. Tutti questi rapporti, che sono stati esaminati, come al solito, In seduta privata, non hanno dato luogo, a quanto ci consta, a discussioni di speciale rilievo. Una discussione abbastanza vivace sembra invece che si sia avuta a proposito degli avvenimenti di Palestina. Come già abbiamo avuto occasione di mettere in luce nei giorni scorsi, il Governo inglese, con il pretesto che la Commissione parlamentare d'inchiesta inviata in Palestina non aveva ancora terminato 1 suol lavori — per dire il vero essa è giunta appena ora sul posto dei disordini... — è riuscito ad evitare che la .tuestlone fosse portata all'ordine del giorno di questa sessione. Ma 11 nostro rappresentante, marchese Theodoll, che presiede la Commis- sione dei Mandati, forte del voto del Consiglio che ha dato preciso incarico alla Commissione di esaminare la documentazione concernente gli incidenti di Palestina, ha prospettato la necessità che si stabilisca un termine preciso entro cui la Commissione possa iniziare 11 suo esame, per poi riferire al Consiglio. Il rappresentante del Governo inglese, li cui desiderio è naturalmente quello di rinviare al più tardi possi bile tale esame, ha cercato di prospettare la necessità che alla Commissio ne d'inchiesta inviata in Palestina dal suo Governo sia lasciata piena latitudine per concludere 1 suoi lavori, nei segreto intento di Indurre cosi la Com missione dei mandati a stabiillre ebe la questione palestiniana non venga più sollevata Ano alia prossima Sessione di luglio; ciò Che significherei)' be che, davanti al Consiglio della Società delle Nazioni, organo supremo in materia di Mandati, non si parlerebbe affatto di tale argomento prima del settembre 1930; più di un anno cioè dopo l'avvenimento dei dolorosi incidenti. La maggioranza dei delegati ha però aderito alla proposta presidenziale, in base olla quale la Commissione si riunirà in una Sessione straordtnaria, precisamente allo scopo di esaminare la questione palestiniana, nel prossi mo marzo, in modo da poter cosi rimettere le sue conclusioni al Consiglio della Società delle Nazioni prima della Sessione che quest'ultimo terrà nel mese di màggio. La risoluzione Inglese di inviare in Palestina una Commissione di inchiesta data dal mese di settembre, e alla Commissione 7 mesi sono parsi più che sufficienti, perchè' il Governo ingle se faccia la sua inchiesta e prepari il suo rapporto. Ma che quello dell'inchiesta sia soltanto un pretesto dllazionatorio, è apparso ' ancora in questt giorni da alcune dichiarazioni del rappresentante inglese ifl quale ha lascia to intendere che il' suo Governo ha già pronto su questo argomento un rapporto di oltre 10.000 pagine ! Le conclusioni della Commissione inviata in Palestina dovrebbero costituire soltanto una documentazione complementare. Preparate o no che siano le coaclusioni che il Governo inglese intende presentare alla Società delle Nazioni molti, che sono stati informati del modo con il quale si stanno svolgendo in questi giorni 1 lavori dello famosa Commissione d'inchiesta, si domandano a ohe cosa possa .servire tutta que ■Sta. documentazione- minuziosa sul nu mero dei morti e dei feriti, sull'entità delle devastazioni, ecc. Non sono precisamente questi i dati che la Società delle Nazioni, come organo supremo in materia di Mandati, intende chiedere allo Potenza mandatario. Si tratta di sapere come si è arrivati ad uno stato di cose che ha permesso ' il verificarsi dèi dolorosi incidenti, sapere se ed in quanto l'Inghilterra avrebbe potuto evitarli, se ed in quanto, in ultima analisi, l'attuale Potenza mandatarla sia idonea a conservare il mandato palestiniano.

Persone citate: Balfour, Giudice, John Chance, Walter Shaw