Le arti popolari e la vita sociale

Le arti popolari e la vita sociale Ai margini della Conferenza di Roma Le arti popolari e la vita sociale naie per il diritto privato. Fatto sinibolico, ia notato l'acuti rappresen- tante della Società delle esazioni, Von Schmiederii chè se „ dirUlo è u cor. p0i l€ artl sorlo i'anima mentre, a loro volta, corpo e anima costituisco no e formano la vita. Sicché, ancora una volta, ecco la politica che viene incontro ana scienza per aiutarla e disciplinarla. Politici e scienziati , ROMA, novembre. Nel 1928, sotto gli auspici della Società delle Nazioni, si svolse a Praga, il Primo Congresso Internazionale delle Arti popolari, la cui riuscita determinò la costituzione della Commissione internazionale per le Arti popolari. Al Congresso di Praga l'Italia fu assente: e perciò non è senza, significato che, ora, qui, da noi, la Commissione, riunitasi in sessione pie naria, s'è definitivamente costituita, non solo, ma ha anche creato il suo statuto. Appunto per questo son venuti a Roma i rappresentanti di ben ventiquattro Stati, ognuno dei quali ha portato il suo contributo attivo e fattivo. Eccellenze, studiosa di fama mondiale, giovani di entusiasmo e di fede: li abbiamo visti accomunati a Villa Aldobrandino dove, ' or non è molto, s'è riunito l'Istituto internazio- Alla Conferenza di Roma gli uomini politici non mancavano. L'Italia, oltre che da Sua Eccellenza Emilio Bodrero, sagace presidente del Comi^ ItaUan80i er£ rappresentata da ~ Sua Eccellenza Alfredo Rocco, presidente della Commissione nazionale per la Cooperazione intellettuale, dall'on. Vincenzo Buronzo e dal prof. Enrico Berretta. V'erano, poi, il ministro plenipotenziario' del Panama, Sua Eccellenza Narcisse Garay, U.-Governatore-onorario .delle. Colonie di Francia, M. Julien, un vecchio ministro del Belgio. Jules Destrée, e un deputato del Canada, G. Bouchar. Uomini politici: ma, al tempo stesso, studiosi e scienziati, tanto è vero che Emilio Bodrero ha saputo penetrare nell'intimità dell'arte popolare e Alfredo Rocco, per opera di giustizia, le ha saputo assegnare quel posto che, negli studi, essa merita. Acute le relazioni di Buronzo e di Berretta, le quali ci han fatto vedere in quale conto l'Italia fascista tenga il folklore. Il ministro del Panama, è stato impareggiabile: ha parlato del canto e della danza del Panama con una competenza di provetto folklorista, nè egli, fra l'entusiasmo generale, ha avuto paura di canticchiare i motivi di quel canti, nel quali v'è tanta anima e tanta passione. Molti i professori universitari e i direttori dei Musei etnografici. La Università di Roma aveva il suo rappresentante in Raffaele Pettazzoni, 11stituto Orientale di Napoli in Raffaele Corso, l'Università di Tokio in M. Homena, l'Università Cattolica di Nime- fua In M. Schrijnemm, l'Università i Riga in M. Straubergs. l'Università di Parigi in M. Elisseef e l'Istituto Superiore di Belle Arti d'Anversa in Richard Dupierreux. segretario generale della Commissione internazionale. Poi, Otto Lehmann, presidente della Commissione, rappresentava il Museo Etnografico di Altona, M. Habenandt quello di Vienna, M. Leibosk quello di Tartu, M. Sandvick quello di Oslo, Tzigara Samurcas il Museo di Belle Art: di Bucarest e M. "De Mundach il Museo di Belle Arti di Berna. Numerosi i rappresentanti delle Accademie e dei Conservatori musicali. Pietro Mascagni intervenne alle sedute della Conferenza, prendendovi un grande .interesseio auspicando alla_ racco te delle Arti popolari. Quindi, E. Balilla Piatella. parlò.ai convenuti, da par suo, sulla musica popolare in genere e sull'italiana in ispecie, mentre comunicazioni di carattere musicale furono fatte dal rappresentante della Cecoslovacchia, M. Kuba, e da Laszlo Laitha, professore al Conservatorio nazionale di musica di Budapest. Degnamente rappresentato il sesso debole che pur si dimostrò ben forte negli studi. Gli Stati Uniti d'America erano rappresentati da Elisabeth BomchessaX presidente della « Folk Dance Society •■ la Gran Brettagna da Miss Ken e da Miss Karpelles, i Paesi Bassi da M.me Van der Ven Ten Bensel, la Francia da E. Deloncle e da D. Bourgogne, la Bulgaria da M. Konfulova Vesova e l'Italia, ultima, questa volta, per cavalleria, da Amy A. Bemardy. Una creatura dolce e soave aveva mandato la Spagna: la figliuola di M de Hoys Sanz, direttore del Seminario di Etnografia e di Arti popolari di Madrid, venuta per accora; pagnare il padre suo che è uno dei più dotti folkloristi spagnuol Cos. la Conferenza di Roma s'e potuta svollero un'atmosfera di grande serenità, tenendosi sempre all'altezza difflcile del suo compito. Le Arti popolari e le Nazioni Riunitasi, in sessione plenaria, con scopi piuttosto amministrativi la Commissione ha voluto, comunque fissan un programma di lavoro: il canto, la musici e la danza nel rapporti colla vita sociale. Ora, non tutti i relatori, ognuno dei quali ci ha detto delle cose interessantissime e nuove, accompagnando la sua esposizione con fllms e con dischi fonografici, non tutti i relatori, dico, si son tenuti all'ordine del giorno. Ancor meglio: e un primo punto, sul quale molti relatori si sono fermati è stato, infatti, quello delle Arti popolari considerate da un punto di vista generale. Che cosa sono e che cosa rappresentane queste Artl? Hanno esse un rapcollu vita stessa delle Na- zioni? Le Arti popolari, ha detto, con acume,, il ministro Rocco, esprimono indiscutibilmente l'originalità dellel - n r. oo a e e , e a a , o en i e Nazioni: le loro forme si differiscono seguendo le diversità delle psicologie nazionali, ma aldi là di queste differenze necessarie esse hanno un fondo che è comune a tutti gli uomini, perchè costituisce le basi dell'anima umana. Sicché, ha aggiunto il rappresentante della Società delle Nazioni, studiando l'arte popolare, i popoli arrivano a conoscere e a rispettare la loro anima, ad essere coscienti di loro stessi e a comprendere gli altri. Ma qual'è, d'altra parte, il valore intimo deile Arti popolari'/ A questa domanda ha risposto Otto Lehmann. Tutto il mondo dovrà convincersi, egli a ?* :"??,■^?jH..leL?opoi° m?i i a è o- a, o ia tono in luce l'originalità del suo genio. Pot.nza invisibile che domina la complessità delle cose e che orienta il senso stesso della vita, essa ha una portata generale e una portata particolare. E' ie lnia rno ai oo icai i i aa a a , i a p1e oe- à à uie e. a o dt o o, e l ee o a e vero : la vita del popolo si rinnova e si sviluppa tutti i giorni. Si modificano gli elementi che la costituiscono e le macchine danno esca ad altre idee; ad altre aspirazioni, ad altri desideri. Eppure se il cuore umano sente il bisogno di crearsi la sua gioia, deve ricorrere alle sue manifestazioni più umili perchè più grandi, più intime perchè più belle. Cambiano le espressioni da paese a paese, da nazione a nazione, ma non per questo esse sono meno prefonde, meno sincere e meno caratteristiche. Ricordate l'Idea di Goethe che è, poi, la idea delia teoria dell'evoluzione? Nella pianta tutto è foglia: l'organo e II fiore. Se noi, cosi, vogliamo applicare questa teoria naturalista alle Arti popolari dobbiamo subito dire che l'arte popolare è una foglia divenuta flora, il cui calice e le cui etamine" potrebbero essere il canto, la danza e la musica. rpmfrnbvztrtilcCmBtcanto popolare: e solo, oggi, noi vediamo la via chiara e giusta, per la quale si possa arrivare alla sua comprensione. Ai convenuti Raffaele Corso ha detto parole saggie e profonde, chè per lui il canto popolare non è solo documento psicologico, storico ed estetico, nè va considerato da un punto di vista letterario o filologico ma anche, e soprattutto, etnografico. Il canto popolare è, infatti, un organismo che si forma e vive riproducendo le abitudini e l'anima delle popolazioni che l'hanno creato. Nessun canto nasce, a caso, come un fungo, nè l<s immagini, del resto, vanno considerate come tali, perchè spesso, esse dell'immagine hanno l'apparenza ma non la sostanza essendo la rievocazione di un rito o la consacrazione di un mito. Ancora più vaste le conclusioni di Ludoviok Kuba. RaccoRlitore infaticabile dei canti del mondo slavo (oh! non conosce i suoi quindici volumi, intitolati a Gli slavi nelle loro canzoni»?) egli ha voluto fissare delle leggi. Prima legge del canto popolare: l'anonimità. Il canto nasce nell'anima di un artista che si ignora, vive, seconda legge, esclusivamente, nella memoria del popolo, e si espande oralmente. Fatto importante questo per la canzone e per il popolo, il quale conservando nella sua memoria il canto, si educa esteticamente e moralmente. Terza legge: il canto da principio è di carattere soggettivo. Quarta legge: tanto il canto è più spontaneo quanto si è più analfabeti. Quinta: nasce da una .improvvisazione e poi si trasforma, te Sesta : la varietà del canto è la sua a vua Piu varia piu vl settima: il r cant0 nasce dal talento c^ può es m«tnMogpbpsdndtcCsvmcn(m'eliXvIl canto, la danza e la musica come espressione etnografica e oua o o eoi e s s, . . e ol ; i . n n a lan n e , e p- sere Imitatore o creatore. Ottava: se un canto si stabilizza, si pietrifica scolorisce muore. Ecco perchè la poesia popolare, nona legge, non ha nulla a che fare colla poesia d'arte, chè, d'altro canto, decima legge, la modificazione della canzone artistica non è permessa a nessuno mentre il diritto di modificare il canto popolare appartiene a chiunque. Raccolto, undicesima legge, si eleva e diventa patrimonio nazionale. Immutabile nella raccolta come una composizione artisti ca, ma, dodicesima legge, mutabile nella sua vita che sarà immortale. Dodici leggi, come quelle delle tavole: e, allargato, il concetto vale puro per la danza e per la musica, i cu! metodi di raccolta e di studio sono stati designati da M. Marinus e da B Piatella. Voti esauditi Cosi, alla Conferenza di Roma dove s'è stabilito lo statuto definitivo della Commissione Internazionale per le Arti popolari, la scienza e la politica hanno avuto la loro affermazione netta e precisa. Da una parte la scienza, col suoi metodi e colle sue esigenze : e dall'altra la politica colle sue vedute e colle sue aspirazioni. La scienza in tanto è tale in quanto è vita. La via è buona: ora bisogna percorrerla. All'Inaugurazione della Sessione Emilio Bodrero s'augurava che i lavori della Commissione fossero riusciti degni della città Illustre, nella quale si svolgevano. Il suo voto è stato pienamente esaudito se si pensa che, oltre alla costituzione del Comitat*, la Commissione ha gettato le basi definitive al secondo Congresso delle Arti popolari che sarà tenuto ad Anversa, nel 1930, e alla Mostra internazionale delle Artl popolari che occuperà trentaquattro ettari di terreno e si terrà, nei 1934, a Berna. L'Italia cammina e, finalmente, può rispondere a tutti gli appelli per me suo n nto dei suoi figli, per (.-Iona de! si o Regime. P*'; ™lonta del suo Duce, el OIU8EPPE COCOHIARA. lmlscqtdlhdarci!tsqdt1tridu2MrdRfivldansssndsfspsradpggNlrsmmtidgvcrlgip