Liquidazione del passato

Liquidazione del passato Liquidazione del passato E' questo il titolo d'un modesto Rapitolo del Piano Young, il quale oe comprende altri undici dai titoli assai più risonanti. Esso avrebbe potuto benissimo essere il titolo dell'intero formidabile lavoro dei periti, che vi attesero a Parigi durante quattro mesi giusti. E quel capitolo tocca gli interessi vitali di gran parte dell'Europa centro-orientale, che ha subito le maggiori dislocazioni per effetto della guerra, tanto forti da costringere i vincitori a sospendere, o quasi, l'esazione dei loro crediti di riparazione, ciò che equivale praticamente a rinunciarvi. Il Piano Young, nel molto lodevole intento di giungere ad una liquidazione generale delle questioni sorte dalla guerra e dai trattati di pace, liquidazione che sola è capace d'assicurare il ritorno definitivo del l'Europa ad una situazione finanziaria ed economica normale, raccomanda di risolvere i vari problemi con largo spirito di mutue concessioni. L'aggettivo « mutue » è evidèntemente un ornamento messo lì soltanto per abbellire il sostantivo piuttosto antipatico, perchè le concessioni non possono venire che da una parte, da quella dei creditori. Per effetto delle raccomandazioni del Piano Young sono nati sette comitati speciali che, dopo il battesimo della Conferenza dell'Aja, sono entrati in funzione, meno quello dei giuristi, il quale dovrà raccogliere, coordinare e mettere in bella veste giuridica le conclusioni degli altri sei. Il più importante di tutti, specialmente per la portata mondiale e per le conseguenze future, è senza dubbio quello che siede da un mese a Baden per redigere lo statuto della Banca Internazionale; altri quattro per la liquidazione del* le questioni finanziarie tra Germania e Potenze creditrici, per la Reichsbank, pel controllo delle ferrovie tedesche e per le prestazioni in natura, vanno avanti senza troppo gravi inciampi a Berlino ed a Parigi. Tuttavia il termine del 26 ottobre previsto per la conclusione dei lavori di tutti questi comitati in modo da poter convocare nella pri ma metà di novembre la seconda Conferenza dell'Aja, non ha potuto essere osservato e non v'è speranza pbB la conferenza possa riunirsi pri ma dell'anno nuovo. Ma è specialmente il sesto comitato, battezzato col suggestivo nome di Riparazioni orientali, quello che è sballottato da violente tempeste ed è anche quello nel quale l'Italia è fortemente interessata. Lo si giudichi dal suo programma. L'accordo di Londra del maggio 1921 fissava in 132 miliardi di marchi-oro il debito totale delle riparazioni e stabiliva il principio della solidarietà della Germania con le sue alleate di guerra: Austria, Ungheria, Bulgaria. Nella conferenza finanziaria dell'agosto 1921 a Parigi l'Italia, partendo dal fatto che a Spa le era stata assegnata la percentuale del 10 sulle riparazioni germaniche e quella del 25 sulle riparazioni degli altri Stati e facilmente prevedendo che questi non avrebbero potuto pagare, ottenne dopo viva lotta ed a denti stretti che le fosse riconosciuto il diritto di percepire il 25 per cento sulle somme eventualmente pagate dalla .Germania per conto dell'Austria e dell'Ungheria. Questo naturalmente rimase lettera morta, perchè la .Germania nulla pagò per conto degli alleati, ma il principio rimase affermato. Intanto l'Austria otteneva la moratoria completa per venti anni; l'Ungheria ebbe una moratoria parziale, per cui fino al 1943 è lanuta a corrispondere un'annualità di 10 milioni di franchi-oro senza che le sia stato fissato il debito complessivo; la Bulgaria si vide ridotto il debito del 2,5 miliardi del trattato di Neuilly a 550 milioni, che regolarmente paga a piccole rate. Di più, dallo sfacelo dell'Impero austro-ungarico sono sorti, o sono stati ingranditi, 7 Stati, 2 dei quali sono rimasti dall'altra parte della barricata: Austria ed Ungheria; gli altri 5 o già erano nel campo degli alleati (Italia e Romania) o, nuovi nati, sono entrati a farne parte (Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia). Tutti insieme hanno preso il nome di Stati successori. E siccome, in virtù dei trattati di pace, i beni trasferiti debbono essere accreditati ed addebitati agli uni od agli altri, si comprende bene quanto la successione sia difficile. Tanto difficile che dopo dieci anni non è ancora liquidata ed è appunto questo comitato voluto dal Piano Young che dovrebbe liquidarla. Di questa liquidazione i periti hanno fatto una condizione indispensabile per l'attuazione del loro piano, ma essa pone uria questione assai grave. « L'accettazione di questo piano — dicono i periti — implica necessariamente la soppressione della responsabilità solidale .della Germania con Austria, Ungheria e Bulgaria per le riparazioni e per conseguenza annulla definitivamente ogni uabiigo presente o futuro, attivo o passivo, che possa derivare da tale responsabilità solidale. Entro un anno a partire dalla messa in vigore del piano debbono essere regolati i crediti ed i debiti relativi ai beni ceduti ed alle obbligazioni di liberazione riguardanti gli Stati successori •>. E' in sostanza l'annullamento dello decisioni di I.omini e ili Pungi del 1921. Di fatto il comitato deve stabilire un Piano Young a scartamento ridotto per Austria ed Ungheria con relative scale dei pagamenti; deve inoltre liquidare ogni questione pendente tra Stati successori. Sulla prima parte del programma le difficoltà non sono eccessive, perchè da lungo tempo i creditori si sono rassegnati a fare poco o nessun assegnamento su una maggiore solvibilità dei debitori e, ad ogni modo, gli effetti non potrebbero farsi sentire che a partire dal 19-M. D'altra parte, siccome i beni ceduti debbono venire accreditati ad Austria ed Ungheria, queste possono vedere grandemente alleggerito il loro debito, il che non esclude che l'Ungheria non si ribelli ad ogni velleità altrui di accrescerne il carico. La seconda parte, quella della liquidazione generale del passato, è la più ardua. E' stata tentata a parecchie riprese con lunghi e faticosi lavori dalla Commissione delle Riparazioni e da un Comitato dei Beni Ceduti (che una persona di spirito battezzò Comitato dei bene ceduti e male acquistati), ma senza giungere a conclusione alcuna. La difficoltà maggiore è sempre venuta dall'enor¬ me divario tra la valutazione di chi cede c quella di chi acquista e dalla mancanza di un arbitro, che possa imporsi. Si giudichi da qualche esempio. Le linee ferroviarie ed il materiale rotabile sono beni ceduti. Ora per quanto riguarda le linee, esse erano state create dall'impero in base a concetti economici e strategici, che hanno cessato di esistere per i nuovi Stati. Il cedente le vuol valutate al prezzo di costruzione, l'acquirente le calcola per quello che ora valgono e tenendo conto di quanto ha costato l'adattamento alle nuove esigenze. Il materiale rotabile era all'atto dell'armistizio variamente ripartito e chi se lo trovò in mano, se ne servì, si guardò bene dal farlo uscire dalle frontiere ed il materiale si deprezzò con l'usura. Qualche Stato, corno la Romania, Io ebbe in tale quantità che lo' lasciò marcire sui binari morti. Una Commissione lavorò, coi risultati di Sisifo, alla ripartizione e credo che non sia ancor oggi giunta al termine. Le fortificazioni di Trento avevano un grande valore per l'Austria. Per noi non solo non hanno valore alcuno, ma la loro demolizione costa danaro. L'Austria le valuta in modo enormemente superiore a quello che le stimiamo noi. E così si potrebbe continuare per moltissime altre voci. Sul problema interferiscono poi considerazioni d'ordine politico, che spingono a ricercare o ad offrire appoggi, determinano coalizioni talora curiosamente mutevoli, ma certo non facilitano le soluzioni. Di modo che la creazione d'un piccolo Piano Young per gli Stati successori è ben altrimenti difficile che non sia stata quella del piano primogenito. Per questo, e per quanti contrasti abbiano avuto luogo, si è trattato di mettere d'accordo un gruppo da contrapporre nd un solo antagonista. Per quello si tratta di mettere d'accordo sette eredi dagli interessi i più variamente contrastanti o concordanti, così che accade persino di non poter talvolta sostenere una tesi favorevole in un dato caso, perchè potrebb'essere ritorta in un altro caso più importante. La via è insomma ancora assai lunga e seminata di triboli. L'anno previsto per percorrerla non è certo eccessivo e forse per parecchi degli argomenti in causa sarà necessario far ricorso ad un tribunale arbitrale inappellabile. GIOVANNI MARIETTI.

Persone citate: Giovanni Marietti