La preparazione anglo-americana alla Conferenza navale

La preparazione anglo-americana alla Conferenza navale La preparazione anglo-americana alla Conferenza navale Discorsi di Dawes e Henderson ai giornalisti di Londra Se l'accordo a cinque fallisse Washington si ritirerebbe Londra, 18, mattino Il generale Dawes, ambasciatore degli Stati Uniti a Londra, tornato sabato dall'America, ha pronunciato un importante discorso in occasione dell'annuale banchetto offerto dall'istituto dei giornalisti, di cui egli era ospite. L'ambasciatore americano ha detto: Sicurezza e disarmo « La prossima Conferenza navale e stata convocata sotto l'egida del patto Kellogg, all'ombra del quale si riuniranno i rappresentanti delle grandi Potenze marittime. I negoziati testé svoltisi tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. hanno servito a testimoniare, dal punto di vista tanto della rapidità, quanto della loro efficacia, della superiorità dì questo nuovo metodo sull'antica usanza. Fin dall'inizio del loro negoziati i Governi americano e inglese hanno edottato lé proposte seguenti: il risultato finale della Conferenza dipende non soltanto dal sentimento prevalente nei rispettivi paesi, ma anche da quello delle altre Nazioni interessate. Entrambi i Governi sì sono resi conto che nulla si potrà dire definitivamente fino a che l'opinione pubblica del diversi Paesi non avrà compreso nei termini esatti la natura delle divergenze e la necessità di conciliarle. A questa opinione pubblica spetterà l'ultima parola. Mentre In ghilterra e Stati Uniti — ha continuato Dawes — stavano proseguendo le proprie conversazioni private, le altre Potenze hanno studiato con ogni cura lo svolgimento di questi negoziati, e ciò in previsione della Conferenza, che dovrà riunirsi nel gennaio prossimo. Nei quattro ultimi mesi le conversa zioni anglo-americane sono state consacrate principalmente all'esame dei seguenti punti: i bisogni navali particolari a ciascuno dei due Paesi per assicurare la rispettiva sicurezza; le riduzioni compatibili con i loro biso gni. Le conversazioni hanno avuto infine lo scopo di determinare una parità di potenza, soprattutto per ciò che concerne gli Incrociatori ». Il generale Dawes ha aggiunto che la questione degli incrociatori ha avuto bisogno di lunghi studi prima che gli Ammiragliati inglese e americano giungessero all'accordo finale. Resta tuttavia da concludere oggi una questione di secondaria ini portanza: una questione di 30.000 tonnellate su un tonnellaggio di 2.400.000. L'ambasciatore americano ha detto che, secondo lui, sarebbe impossibile un accordo, se la discussione dei problemi tecnici dovesse essere affidata a un gruppo di uomini da Stato e di esperti navali, mentre nel corso delle conversazioni private svoltesi tra MacDonald e Hoover ogni punto ha potuto essere discusso e appianato prima di passare al punto seguente. Questo principio dovrebbe essere applicato in tutte le Conferenze. Non si deve consentire che la discussione di altri problemi, come quello della libertà sui mari e quello di un disarmo più generale, costituisca un ostacolo a un accordo, che può costituire una tappa verso l'appianamento delle questioni in discussione. Il generale Dawes ha terminato dicendo che scopo preoiso dei prossimi negoziati è di porre fine alla concorrenza nella costruzione delle unità navali combattenti e ridurre il loro numero al minimo indispensabile per la sicurezza nazionale e i bisonni eco/nomici : « Il raggiungimento di questo scopo è la sola base su cui possa riposare tutto il nuovo patto per la pace del mondo ». Dopo Dawes ha preso anche la parola l'on. Arturo Henderson, segretario di Stato al Foreign Office. Dopo aver ringraziato la stampa anglo-americana dell'aiuto da essa dato ai due paesi nel corso dei recenti "negoziati navali tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, 11 ministro ha dichiarato che le relazioni tra i due paesi costituiscono la chiave di volta della pace mondiale. Egli ha espresso poi il convincimento che i risultati della prossima Conferenza navale di Londra saranno positivi. Terminando ha annunciato che la Conferenza stessa sarà seguita a Ginevra da negoziati importanti sul disarmo terrestre e su quello aereo. L'on. MacDonald aveva inviato un messaggio per esprimere il suo rincrescimento di non poier assistere » a questo banchetto di paco .>, al quale avrebbe a sua volta affermato la necessità che la stampa cooperi all'opera di pacificazione nel mondo. 0 accordo completo o niente Si manda intanto da Washington che in alcuni ambienti americani era stata ventilata la proposta — nel caso che dovesse fallire la Conferenza navale delle cinque Potenze che si riunirà in gennaio a Londra — di concludere possibilmente un accordo navale a tre tra l'Inghilterra, gli Stati Uniti ed il Giappone. In proposito il Dipartimento di Stato americano ha diffusa una dichiarazione secondo la quale in nessun caso gli Stati Uniti potrebbero consentire ad un tale compromesso, e che soltanto un accordo completo tra le cinque Potenze navali potrebbe essere accettato dal Governo americano. Anzi, interrogato in merito un alto funzionario del Dipartimento di Stato, ha risposto che i delegati americani che si recheranno a Londra saranno muniti di istruzioni precisissime, che impongono loro di lasciare la Conferenza non appena si dovesse manifestare il fallimento di un accordo a cinque. Il funzionario ha aggiunto però che gli sembrava che il fallimento della Conferenza fosse molto improbabile. Si ha inoltre notizia da Washington che l'ammiraglio Hilary P. Jones, veterano di parecchie Conferenza navali, rifìutajdi recarsi a Londra in qualità di consigliere tecnico. Egli sarà sostituito dal contr'a mirri ràglio Richard A. Jackson del Navy Board. L'ammiraglio Jones ha fornito come motivo della sua decisione il fatto che egli non sarebbe libero di agire a Londra secondo il proprio discernimento e che perciò preferisce astenersi. Ma si crede che si tratti piuttosto di una questione di precedenza, che non sarebbe stata appianata secondo i desideri dell'ammiraglio. La libertà sui mari A proposito della questione della libertà sui mari, 1' « Observer » scrive che è diffìcile comprendere l'emozione provocata in certi ambienti dalle dichiarazioni di MacDonald al Guild Hall, secondo cui la questione delia libertà sui mari non sarà discussa alla prossima Conferenza navale. Infatti, dice il giornale, il programma delle discussioni future redatto da MacDonald e Hoover è stato specificato nell'invito rivolto alle Potenze e in questo non è fatta menzione della questione della Jiibertà sui mari. L'on. Hoover ha confermato dal canto suo, ne! discorso pronunciato nel giorno dell'armistizio, che tale questione non sarà sollevata ufficialmente. Il giornale crede tuttavia che al di fuori della Conferenza la questione costituirà argomento di discussione ufficiosa. L'Obserrer aggiunge un dispaccio del suo corrispondente newyorkese, in cui è detto che le dichiarazioni di MacDonald al Guddd Hall hanno profondamente sorpreso la stampa americana, poiché la questione della libertà sui mari ha rappresentato sempre un punto delicato che i due Paesi dovranno pure risolvere. La data della Conferenza 1 giornali di stamane pubblicano intanto che il Governo britannico ha fatto conoscere ufficialmente ai Governi italiano, francese e giapponese, che non gli pare opportuno un aggiornamento della data di apertura della Conferenza già fissata al 21 gennaio. Questa data, fa osservare il Foreign Office è stata accettata da Washington, da Parigi e da Roma, poiché sembra che le deliberazioni non saranno molto rapide non dovrebbero essere frapposti ritardi alla costituzione dei diversi comitati se, come è desiderabile, la Conferenza vuol essere in grado di terminare i suoi lavori prima di Pasqua. Il Gabinetto di Londra ha insistito presso i Governi francese, italiano e giapponese affinchè non designino alcun delegato della Marina per la prossima Conferenza e affinchè a somiglianza di come si sono svolt* le discussioni anglo-americane, i negoziati di Londra siano esclusivamente condotti ila delegati civili. Il ("inverno inglese osserva infine che In riunione ilei Consiglio delhi Società dello finzioni potrebbe essere senza inconvenienti rinviato al 27 gennaio e aggiunge che nel caso in cui l'ori. Henderson dovesse trovarsi in tale data ancora a Londra tenutovi dalia Conferenza navale, il suo posto a Ginevra, in qualità di capo della delegazione britanmica, sa.rebbe occupato dall'on. Dalton, sottosegretario di Stalo al Foreign Office. Una richiesta giapponese (Servizio speciale de « La Stampa ») Washington, 18 matino. Al suo ritorno nella capitale. dopo un breve congedo, il Segretario di Stato americano Stimson troverà una nota consegnata ieri alla segreteria dall'ambasciatore Desueti! e che espine, a quanto 6i crede, la tesi niapponc-se sulla necessità di attribuire al Giappone la proporzione 10.10,7 per quello che concernp cM incrociatori di l'i mila tonnellate armati di cannoni di 8 pollici. E' una tesi già nota; ma si annunzia ria fonte autorizzata che gli americani nou sono disposti aa aderirvi L'amministrazione di Washington spera d'ailtra parte che il Giap pone non si mostrerà intransigente u questo punto o che un accordo amichevole potrà intervenire. (Petit Parisieri). Trotzki vede la guerra tra l'America e l'Inghilterra Costantinopoli, 18 mattino. Leone Trotzki. in una intervista concessa al corrispondente dell'» United Press ». mister Frederick Kuh, ha criticato l'accordo navale anglo-americano, mettendolo in ridicolo e definendolo una tragica farsa. Quindi ha dichiarato che le recenti discussioni sul disarmo non riusciranno ad impedire una guerra fra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, guerra, ha soggiunto, che potrà essere lontana, ma non certo dei secoli e npmmeno dei decenni. » Le trattative fra Hoover e MacDonald — ha continuato a dire Trotzki — non condurranno al disarmo e neppure alla limitazione degli armamenti, ma piuttosto ad una preparazione razionale per l'avvenire. Soltanto una smisurata supremazia militare e navale, in caso di guerra, potrebbe dare all'Inghilterra la probabilità di un successo e controbilanciare la superiorità tecnica ad economica degli Stati Uniti. E' possibile che l'accordo per la parità navale non sarà l'ultima richiesta degli Stati Uniti. II grido di guerra degli Stati Uniti è la cosidetta « libertà dei mari », che importerebbe per l'Inghilterra una restrizione dell'uso delle sue. 'nasi navali. Gradualmente gli Stati Uniti conquisteranno quanto vi e di meglio nei campi della tecnica, della scienza, della finanza e del commercio, senza però dimenticare nemmeno per un momento le basi navali inglesi. Sarebbe errato credere che l'antagonismo anglo-americano possa condurre direttamente alla guerra. I/a guerra oggi sarebbe assai grave per l'economia delle due Nazioni. Inghilterra e Stati Uniti faranno invece altri passi per il mantenimento della pace, ma la fatalità degli eventi — ha concluso Trotzki — condurrà a grandi passi verso una soluzione sanguinosa ». (United Press; La seconda Conferenza dell'Aja Parigi, 18 mattino. Una Importante Conferenza ha riunito ieri al Ministero degli Interni, sotto la presidenza di Tardieu, il Ministro degli Esteri Briand, quello delie Finanze, Cheron, quello del Lavoro Loucheui, il Governatore ed il ViceGovernatore della Banca di Francia, il Direttore degli studi delia grande Banca di emissione, il Direttore del movimento dei fondi al Ministero delle Finanze, infine il Vice-Direttore degli affari commerciali al Quai d'Orsay, che hanno tutti partecipato a titolo diverso ai negoziati dell'Aja. La scopo di questa Conferenza era duplice: si trattava da una parte di esaminare a quaie punto sono i lavori delle varie Commissioni costituite, per procedere all' applicazione definitiva del Piano Young, e, d'altra parte, di studiare quali provvedimenti conviene adottare per affrontare in modo particolare la soluzione del problema delle riparazioni orientali. E' risultato che sarà materialmente impossibile riunire la seconda Conferenza dell'Aja verso il 10 od il 15 dicembre. Ailo Muto attuale delle cose, non vi è più da pensarvi, cosicché si crede sapere nei circoli bene informati che questa Conferenza si riunirà soltanto nella prima quindicina di gennaio. Per quanto increscioso sia questo ritardo, di eui nessuno del Governi alleati è responsabile, esso presenterà tuttavia dei vantaggi. In tale modo la seconda Conferenza dell'Aja, anziché dare luogo a numi e delicati negoziali, potrebbe non essere che una Conferenza di a pi uova- Zililll'.