Quattro chiacchere con Pozzo

Quattro chiacchere con Pozzo Quattro chiacchere con Pozzo QL'amico Pozz» è un soggetto tut-igTalt.ro che facile da intervistare. Ap- pena fiuta uno domanda la cui ri-: sposta può andare di ragione puh-1 Mica, si chiude in se stosso, si ab- Lbottona e più nessuno ne cava una Uparola. id" Giornalista lui stesso, diffida in ! modo sconce ri a nte dei giornalisti che girano per il mondo cercando te-(pmi interessanti. Questa volta, egli ha fiutato in se stesso un tema inte¬ ressante, ed avvicinarlo, e farlo par-,elare rappresenta un compilo della difficolta della quadratura del circolo. Non che sia angoloso. Chi ben 10 conosce, sa che, sotto quell'aria dura e concentrata che gli e caratteristica, si nasconde l'uomo semplice, modesto e di gran cuore. Ma ha degli argomenti di cui proprio non . ama parlare. Se per esempio io abbordate sulla questione dei rapporti del suo lavoro quotidiano colla carica che da tempo gli gravitava suile spalle, egli assume un'aria così corrucciata che vi fa passar subì.to ogni voglia di continuare. Interrogarlo poi sulle sue intenzioni per la squadra nazionale costituirebbe quasi un motivo per... rottura di relazioni; relazioni che sarebbero poi immediatamente riprese, portando il discorso su uno dei campi suoi preferiti: l'alpinismo per esempio o gli alpini (Pozzo va matto per la montagna e per chi la difende tanto che in un referendum sportivo recentemente indetto dalla rivista fondata dall'on. Landò Ferretti, egli, agguerrito fino ai denti nello sport del calcio non ha esitato a dichiarare che il migliore ed il più sano tra tutti gli sports è l'alpinismo, come attività che si pratica per se stessi e non per il pubblico) l'organizzazione del lavoro, il rendimento della vita di ufficio, e la tecnica del giuoco del calcio. Punti deboli che bisogna conoscergli. Toccato in quelli diventa loquace. Per farlo parlare quindi della squadra nazionale, occorre risalire un po' all'Adamo ed all'Eva di quello che è il più popolare fra gli sports moderni. Pozzo trova che il campionato non è cominciato in modo troppo promettente come tecnica, quest'anno. Troppo amoro per il risultato."Troppa ansia di vincere. Troppo arrivismo nei giuocatorl: l'egoismo insomma della persona e del momento in quello che è il genere di attività più altruistico che si possa immaginare. — Quali correlazioni vedi quindi tra le condizioni tecniche del campionato e l'attività della squadra nazionale? — gli ho chiesto. .ojinr.iLa situazione non è delle più nelle. Una di quelle situazioni •etaeV'*fel nostro espressivo dialetto piemontese si definiscono come Manose» tanta è l'aria che spira attorno ad esse. — Chissà quant'aria spirerà attorno a te ora! L'amico ride e dichiara pronto, che sa benissimo di quali pericoli sia irta la posizione di chi è chiamato a risolvere problemi del genere, che sa che la popolarità ha la vita di un'ora, e che non si fa la minima illusione al riguardo. Ne fa l'esperienza un conoscente che, intervenuto per porgergli le congratulazioni, si sente rispondere in tono eortesissimo che le congratulazioni stesse egli amerebbe sentirsele fare quando sarà in combattimento, o meglio ancora alla fine della stagione. L'intervenuto è appunto uno di quegli sportivi che passano con tutta facilità dall'esaltazione alla criti ca. aspra e mordace. Pozzo li conosce bene questi cosidetli sportivi. — Ce n'è voluto però perchè l'affare del commissariato giungesse f conclusione. Pozzo fa un gesto cerne per ah b.ottonarsi. che mi spaventa. Temo di aver fatto un passo falso! — Oh! Per conto mio la cosa ave va un aspetto particolare. Lavoro e voglio lavorare. Non ho brigato per ;la carica. Questo no. Si è ritenuto che l'opera mia potesse essere utile ad una causa che ha. assunto im portanza nazionale, ed io, chiarito 11 fatto che non mi allontanerò dalle mie occupazioni, ho risposto «presente » lieto se potrò far cosa ufrWe al mio paese. . Sono tanto più licito 'di mettere le mie forze a disposizione, ora che alla testa del movimento si trovano persone di tanta levatura e di tanta capacità, ora che dii lavora riporta realmente l'impressione di servire l'Italia. — Ho notato che la nomina è — Si, ili questo devo ringraziare 5. E. Àrpinati, il quale, visto che io giunta questa volta sotto un aspetto insòlito, -episco emoluménti per que Lto mio partjcojare lavoro, ha volu0 erigermi all'altezza di membro dei direttorio, dove i consiglieri ap- punto prestano'opera gratuita, — Come intendi regolarti per le prossime partite? e iu.C01.t0 che, da amico, M'accorgo che la domanda è inopportuna. Pozzo fa. uno di quei gesti come quando vuol far notare che si si è as- sunto il contegno di un nemico. Marcia indietro. Lungo giro e ritorno all'argomento. — Ma! Venti giorni soli ci sepajrano dal primo incontro internazionale. In qualunque modo si faccia, non si potrà a meno di affrontare a gradi quel grande avversario che è la questione la cui soluzione mi è stata affidala. Basi prudenti per il pri mo urto, studio accurato nelle re trovie prima di affrontare la seconda battaglia ed applicazione dello studio fatto in seguito. Nemmeno questo però può essere considerato come un programma. E' così mute vole la situazione nel giuoco del calcio. Come la. montagna. Cambia a spetto ad ogni momento. Di mano in mano che cammini varia il pano rama. « Vedi — l'amico si infervora ora — vi sono dei periodi di tre o quattro settimane in cui si giuoca schiettamente male, ai quali fanno segui to altri periodi, in cui le capacità congenite del giuocatore italiano, le straordinarie possibilità dei nostri uomini, paiono voler prendere la ri vincita. Si passa allora improvvisa mente dallo stato potenziale alla realizzazione, e si vedono allora cose che entusiasmano, cose che dinio strano che la stoffa di cui è fatlo l'atleta nostro è delle migliori. « Questione quindi più di sarto che di stoffa, ed a fare il buon sarto pos sono contribuire un po' tutti, anche gli spettatori. Perchè, la squadra nazionale non va. considerata come un ente a sè. Perchè una società che s chiami squadra nazionale non esiste o se esistesse avrebbe vita breve. Gli uomini che la compongono dal cairn pianato, il giuoco che'essi svolgono lo imparano in campionato, la loro evoluzione avviene in campionato. Se la scuola non è buona, essa non dà buoni prodotti. Se tutte lo squadre partecipanti h-I campionato si sforzassero di dare alla propria attività un tono seriamente tecnico, è così ricco il nostro materiale di uomini che i candidati alla maglia azzurra assurgerebbero immediatamente ad un centinaio. — E quali speranze nutrì? Pozzo mi risponde che fa... bel tempo. Quest'ione di giuocatori e questione di giuoco anche — riprende. — Non basta mettere assieme undici uomini; bisogna anche far sì che essi battano una strada comune, occorre dare all'attività di tutti un tono uniforme, far si che tutti gli interessati parlino uno stesso linguaggio tecnico: dare un piano ed imporne lo svolgimento. — Le difficoltà? — Qual>, esterne od interne? Non è più come una volta, ora, e chi è chiamato a comandare, trova nel le superiori gerarchie persone che in realtà lo pongono in grado di comandale. — Che cosa ne dici del grado di forma del « Torino » e del" « Bologna »? Pozzo ha fiutato il pericolo della domanda obliqua. Ila un fiuto par ticolare al riguardo. Se lo si vuole amico, occorre rivolgergli domande chiare e diritte. Altrimenti non diventa nemico. Si ritira, come dice lui, nei suoi reali appartamenti. — Torino e Bologna? Se mi fai ancora una domanda di questo tipo, ritiro l'offerta, del « punt e mess » che ti avevo fatta. Rinuncio a saperne di più. Decisamente Pozzo diffida di me. Me lo dice quando mi ricorda che al momento in cui ha cose ed opinioni di responsabilità da dire, le dice firmandole sul giornale. G. TONELLI.

Persone citate: Landò Ferretti, Pozzo

Luoghi citati: Bologna, Italia, Torino