La Casa dei Sindacati in corso Galileo Ferraris

La Casa dei Sindacati in corso Galileo Ferraris La Casa dei Sindacati in corso Galileo Ferraris Grandiose manifestazioni dei lavoratori torinesi ai Duce La rassegna delle forze sindacali e la benedizione del gagliardetto dell'Unione Lo scoprimento della lapide ad Amos Maramotti. Fino dalle prime oiv del mattinoDanno, ieri contini-iato «ci «tinnire dalle rispettive sedi, irli operai appaMPnwHai numerosi Sindacati dell'Unione provinciale aell'Induiiiia. i.c colonne ileKii operai, proveixiwnii dalle più lontane plaghe della provinola, si sono rasposi! man mano ì-uruio il coito UeIdeo I-ei-rnWs. sino agii incroci d101 so Oporo e di corso Vittorio Piti• vieto alla nuova sede dell'Unione sono s sindacato cittaffitri, con i loro ca«rtiardetti e con le band'? musicali delie singole aziende. Sono largamente rappresentati i Sindacati dei metallurgici, tessiih, editili, cliini.io.:, tiei lavo raion deH'AlimeniazioTré, del Vetro < cw&rntai, del legno ed attlni, delle In nusimie estrattive. oWAbnieltomentocielle industrie artìstiche, del 'Ieat.ro r.aniemaiosrafo. della Caria, e Stampa Seguono le rappresentanze ctella zoua ai arie, di quelle di HivoJ.i. Pinniolo, Bufesoleno. Chivasso, Vensu-ia Reale Cartgnano, Clvieiri e nivaaolo. La rassegna dal Sindacati Sono particolarmente numerosi 1 *apr.resentanti dei putì importanti sìaWftrwriti citUcKni e della Provincia. Molti gruppi, in cui prevale l'elemento tessile fenuninile, recano granelli ma* li ,(*! flori, che saranno deposti, suo cessivamente. ai piedi! delia lapide die ricorda l'eroico sacrificio dii Amos IlaJjiniotti, caduto neM'ormai lontano 1931, ali assalto de-Ma Cantera del La- • che aveva appunto sede nell'e aifloio, ogg.1 occupato dai Sindacati rasomi deH'hitìusLTJa. I.e masse, ordinate e composte, aneli» sotto il piovvigginare autunnale, ationdono il pas saggio delle Gerarchie politiche e Sin oactalìi che le passeranno in rassegna, cantando in coro gii inni della Patria, accompagnate dalle bande musicali, che suonano avvicendandosi di tratto in tratto. Intanto giungono man mano le Autorità, ricevute rtall'an. Malusardi. nei saloni superiori datila nuova casti dei lavoratori d'ell'lndaistrin. Verso te dieci, vmo scroscio d'applausi si eleva rtinainsi al n'innovalo edificio, dal quaie-esoe il corteo delle Airioriià. per la- rassegna. Notiamo l'on. Fioretti, Presidente della Confederazione nezionaile.dei Sindacata rìeiH'lndu-striia, l'on Basile, in rappresentanza del Partito Nazionale Fascista. S. E. il Prefetto Magioni, l'on. Maraviglia, l'on. Sir:anni, l'on. Malusardi, l'on. Barenghi, il Segr. Federale, l'on. Rocca, il «omni, Pasella. il gruppo delle Autorità 'passa tra le due ali acclamanti del' lavoratori torinesi, disposti sud conti-oviali del Corso Galileo Ferraris e peircorre il lungo (ratto, occupato dagli operai; quindi fa ritorno alla "Casa .dei Sindacati. »1 fraiiempo i battenti dell'entrata principale sono inali chiusi per potei- dar luogo alla cerimonia de-Ma benedizione. • Sulla soglia attendono numerose alile, personalità ciitadilrie, tra óu-i il gr. uff. Anselmi, Presi.de della Provincia, il-sen. Cian, il vice-Podestà Rodano. 5. E. Casoli, il generale Pozzo, gli. «tttoravoli'Ferracmt, Vianino. Vezzani, Viglino, Bagnasco, Santini, Vassallo, Curzio Malaparte, direttore della «Stampa,», il Questore De Roma, il" 'Settore* dell'Università professor Pivàinò, Pìielro Gongolinl, ispettore reg/ienale dei Sindacati inteUettuOM, il gen. Scandolara, il prof. Garelli, il console Calligaris, il seniore Parente, Segretario Federale di Aosta, il seniore Battaglia, presiderete dell'Associasiome Combèttenlii, Il oa-v. Banupone per i Mutuati, il gr. uff. Eherentreund, capo comipartiinento dellie Ferrovie e moliti altri. Quando le. Antorita si sono tutte ra«hinate, il curato della parrocchia di Sanità Barbara, assistito dal can. Arisio benedice pionunóiando le sacre parole rilualiiJ, l'ingresso rv'.la Casa dei Staidacati, aspergendola di acqua lustrale. La lapida ad Amet Maramotti ' Dopo la semplice ed austera ceri Jnooiia, le Autorità si recano nel cor'tanto per procedere allo scoprimento .Ideila lapide in memoria del caduto Amos. Maramotti. Quivi prestano servizio d'onore là centuria, che porta il nome del Martire, ai comandi del feentuirione come Alessandro Orsi, ed "un manipolo di Miilteia universita.ria, "con il capo Manipolo Lombardi. " Olire 'ailie file dei Miditi disposti In "quadrato, hanno' preso posto i gruppi tiionali faseisti e il Grappo universitario fascista, le rappresentanze dedite «Mire' Confederazioni corporative, cJei Combattenti, dei Muoidati, dei Malarici tdi guerra e dei Mitraglieri. .' Anche questa secon<la cerimonia, pur commovente, si svolge semplice e Bevera. Mentre le scorte d'onore presentano le armò, alla presenza della mamma e delia sorella dei Caduto, la artistica lapide viene scoperta. Una Voce, tra 11 profondo raccoglimento Megli intervenuti, chiama all'appello il Caduto; la folla risponde « Presente » t) dopo qualche minuto di silenzio, (é soiopHe. Le Autorità sa'pono quindi al salofui superiori, e dopo'qualche tempo si 'affacciano al balcone centrale, salutati da una calorosa ovazione della lolla. Frattanto, sullo stesso balcone, ara" i gagliardetti della Fed>eiraztone Fascista e del Fascio di Torino, è etato posto il nuovo labaro dell'Unione, che*il Fascismo Torinese dona ai Siindecwii rSeilil'Industria, mentre, dipainzi, ai portene principale, si sono Wisposti i gragOEandetti dei Sindacati pei muratori, carpentieri, idrici, operai. maccaniioi,..deii cartai e cartortecriiai, dei poi ig ratte», pavimentatori, tmpiegaii- metaMiw«ici, tecnici edili. Biderug.ici, scalpellini, decoratori, dei lavoratomi defila calce e dei metalli preziosi. Ognuno di essi ha al fianco, la rispettiva madrina p viene hened etto dai catì. Arisio, cappellano della 2.a Legione Aipina. 1 discorsi Hanno ■ inizio i discorsi. Prende per primo la parola l'on. Maitisardi, il auaie presenta le forze intervenute ai gerarchi nazionali e provinciali. Fatto l'edogio del lavoratore torinese, parco di parole « fiero delle proprie tradizioni, ■ l'oratore afferma che gli operai torinesi guardano al Fascismo come al benelico realizzatore di opere di-tutela e d* assistenza, quali il popolo italiano solo dal Fascismo poteva attendere, ' e cc«i conclude: «Camerata Fioretti, tu puoi bene asj-i..uraie a.1 Duce, tornando alla ditta Eterna, che Torino sindacalista non è seconda- e nessuna aUUia provincia, non iato per i suoi lavoratori, saldamente inquadrali, ma per la sua fedeltà al Regime e per la sua coscienza corporativa. La presenza poi dei rappresentanti dei datori di lavoro, l'offerta fattaci dal massimo esponente provinciale on. FeiTucinii, di uno dei nuovi gagliardetti, di cui è madrina la sua gte&a gentile signora, l'atmosfera di schietta cordialità che tu respiri, ti dicano come anche attraverso gli ineTite *j!li coatti-asti, la collaiboruzione di «flesse, che sta alla base del Sindacalismo: fascisi a è in atto. Rientrando in questa casa, clic il sangue generoso di Amos Maramotti ha pin-ificato. i laboratori torinesi vogliono ripetere, a jfàfco tuo, ii loro giuramento di fed-.- aj Duce; fede clic ha un nome, Italia; un'idea, Fascismo; una meta: la grandezza della Patria ». La vibrante condu.-ione del discorso del l'on. M ailusa idi, spc-cie all'accenno al tkice. suscn:« uno scroscio dì ap piansii che si proliuinga pei- qualche minntii. meni re gM almla al Duce e al Fascismo si S'iti-.si'giKino tra il più vivo entusiasmo. Prende quiind» la parola fon. Fioretti, Prcsidenie dello. Confederazione dell Industria, il quale esprime la propria soddS'sfazione neil'aver consiatato conio, attraverso le varie ce nnionie. lo stiJe fascista abbia permeato le masse lavoratrici torinesi Uopo un tributo d.i ricordo ad Amos Marainoiti, l'oratore accenna alla dura realtà che resta difflcilp, per condizioni diverse sorte durante c aopo la guerra, al popolo italiano le vie dell'avvenire, chi? il poi>olo stesso avrebbe voluto percorrere a passo garibaldino. Ma le dJftlcoltà di qualunque ordine, non impediranno al popolo italiano di imporre all'attenzione di tutti la nuova civiltà che egli viene fieramente creando e clic consid-ena come pietra miliare della sua creazione, il lavoro nnn pi fi marce, ma dignità e fierezza. Compilo non facile — prosegue l'oratore ina certo ficiliiato, se tutte le djossi sociali guarderanno al Capo, ohe'conosce la méta e le strade per raggiungerla. 15 i giorni lieti verranno, poiché quarantadue milioni di italiani non sii possono cancellare dalla stoma. E diopo aver accennato alla viRiile para del Fascismo per la tutela della fatica operaia, stilla salda base della Carta del Lavoro, l'oratore auspica ad una nuova grande classe dirigente, che enei nuove officine ed affermi la produzione italiana sempre più perfezionata sui mercati esteri, annunciando allo stesso tempo, il difillo alla vita diel popolo italiano. Pnlmia che si inizi 1,1 congresso, nel quale verranno espresse le aspirazioni, ohe sono nel cuore di tinti i sindacalisti, cosi come sono nel cuore del Duce, u di quel Du.ce, che per quattro ore, — esckiiria l'oratore — fra le cure del Oovenio e fra gli assilli della situazione politico, ha n-ovato il tempo di discutere centesinio per centesimo i mimimi di paga dei metallurgici milanesi », l'on. Fioretti porta al forte e laborioso popolo torinese, ii saluto dei camerati di tutta Italia. Le parole dell'on. Fioretti, frequentemente interrotte ila vivi applausi, vengono coronate infine da acclamazioni. Infine prende la parola l'on. Basile, il quale porla il saluto del Partito Fascista. L'oraiore, stigmatizzata la demagogia un fernpo Imperante, riafferma Ir basi. 3i l'Iti e quali viene costruito d.lflclo della civiltà fascista, che proclama altrettanto santi da fatica operaia e il capitale « quando per capitale non si intende un pacco di titoli, su cui una forbice scivola agevolmene alia scadenza annuale per staccarne i tagliandi », ma sia invece ■ lavoro concretato in ricchezza capace di radursi in nuovo lavoro ». Ma la vec cliia Torino, colma di storia, per virtù del Fascismo, si è fusa, con una nuova formidabile ditta sorta alla periferia della città antica, di modo che un ponte del Fascismo è stato gettato perchè tradizione e rivoluzione si fondessero. L'adunata odrerna è quindi < monito espressivo più assai eli ogni teorica discussione per coloro che ancora non intendessero che nell'anno ottavo della rivoluzione, non è costruendo muraglie cinesi e opponendo cancelli alla penetrazione e aii'attuazione della Caria del Lavoro, che si serve l'Idea, e, con l'Idea, la Nazione ». Dato uno sguardo al quadro poiitioo internazionale, l'oratore consiata infine come alla nuova civiltà che dall'Italia Irradia, guardino tutte le Nazioni, nelle loro orisi odierne, economiche e soci ali. L'alato discorso del rappresentante del Partito, spesso interrotto da vivi consensi, è 'stato, infine, salutato da un lungo ed entusiastico applauso. Tra la ceTimonlitì del montino e l'inizio del congresso, che ha luogo ne! pomeriggio, le Autoriià si sono adunate per il pranzo, ad una intima riunione Erano presemi l'on. Fioretti, l'on. Ma ravigliia, l'on. Sirionni, l'on. Malusar di, -iti Segretario federale, ii vioe-podesta Rodano, il canini. Mattlroio, Curzio Malapairte, l'on. Clavenzani, l'on. Barenghi, l'on. Armando Fioretti, l'on Bagnasco, l'on. Santimi, l'on. Vassallo, Pietro Gorgollni, il commi. Pasella, e numerosi organizzatoli sindacali, Il Congresso Poco dopo le 15, neL salone delle adu nate al primo piano dell'edificio, si nizia 11 Congresso dell'Unione. Sono presenti circa mille delegati della città e delle nove zone della provincia, oltre numerosi invitati, il vasto salone 6 gremito e visto dal banco delta presidenza presenta un superbo colpo di occhio. Dietro il tavolo, sotto un grande Fascio littorio attaccato al muro tra festoni tricolori, è il Labaro della Unione inaugurato al mattino; nel fondo della sala due ritratti di S. M. U Re e del Duce, e tutto intorno alle pareti trofei di bandiere. Lo spirito nazionale domina cosi negli uomini e nelle cose. La ralazione dall'oli. Malasardi Quando entra nella sala l'on. Arnaldo Fioretti, una vibrante acclamazione o accoglie. Egli prende posto al centro del tavolo, avendo al fianco Fon. Malusardi. Sul palco gli fanno corona, nsieme col vice-segretario generale Mario Scolari, col tesoriere dott. Caponi e con tutti gli altri organizzatori e funzionari dell'Unione, l'on. Domenico Bagnasco, in rappresentanza dell'Ente Nazionale della Cooperazione, 'on. Santini, segretario dei trasporti 'on Vassallo, il Commissario dei Sin dacati del Commercio Guido Pasella, e 'on. Clavenzani. segretario generale dell'Unione Sindacati fascisti dell'industria di Genova Tra nuove entusiastiche dimostrazioni, l'on. Fioretti dichiara aperto il Congresso, dichiarando che le LL. EE. Turati e Bottai, trattenuti a Roma, io avevano Incaricato di recare all'asseta blea il loro saluto « lo reco pertanto — dice il Capo della Confederazione — a solidarietà completa ai lavoratori orinesi del Partito e del Ministero delle Corporazioni ». L'on. Malusardi dà quindi lettura dele numerose adesioni, fra le quali sono quelle del sen. Agnelli, dell'on. Ponti e dell'on. Rocca di Alessandria, intervenuto al'.- manifestazione e poi riparti- 0 Porge a sua volta all'oii. Fioretti 1 saluto delle maestranze cosi largamente rappresentate al Congresso e passa senz'altro a svolgere la relazione sul lavoro compiuto. Dopo avere accen -ito i' rapporti con tutte le forze del Regime, alla intensa ripresa sindacae prima dello sbloccaniento della vecchia Confederazione dei Sindacati fascisti, precisa i risultati numerici conseguiti posteriormente allo sbloccaniento • Nel 1927 — egli prosegue — non esisteva in provincia che la sede di ..n ii in Reale, poche quindi erano le Sezioni di categoria periferiche costtuite. Con la creazione delle Delegazioni di zona e delle sedi comunali, stato possibile istituire una fitta retdi sezioni, cosicché gii 82 Sindacatregolarmente costituiti possono mantenere costantemente il loro collegamento con le masse degli organizzati dogni angolo della Provincia attraverso a 2(19 sezioni. Il numero complessivdei tesserati raggiunto a tutto ieri'Hindi suscettibile ancora di aumontoè di 100.137». Enunciata questa cifra che noi avevamo fin da ieri riferita, il relatorpresenta uno specchio degli organizzati raggiunto negli anni 1927-28-29 dallvarie branche d'industria corrispondenti alle 15 Federazioni nazionali chcompongono la Confederazione. Sog giunge poi che la percentuale dei tesserali raggiunta quest'anno, sul totale dei lavoratori dell'industria della provincia di Torino, è salita al 44,29. per contuale che raggiunge una media de60 se si tien conto che più del 20 pecento dei prestatori d'opera non è tessera bile perchè di giovane età. Bisogna inoltre considerare che nella nostra provincia, specie nella vasta industria dell'abbigliamento, i lavorimn domicilio, dlfflcilmeate organizzatili, sono numerosissimi. E l'oratore tiene a dichiarare a questo rroposivo che il tesseramento a Torino ;s stato assolutamente spontaneo e corrisponda esattamente al numero delle adesionfirmate individualmente. L'on. Malusardi illustra poi ampiamente l'attività svolta quest'anno anche nel campo contrattuale, e circa te vertenze trattate dal Lo gennaio a tutto ottobre, dice che esse ammontano a 4000. delle quali 3128 già risolte, con un ricupero totale di somme a favore delle varie categorie di lavoratori, d2.231.097 lire. Successivamente egli paria dell'attivta dftU'Ufftelo legale e dello sviluppo della mutualità, informando che nel primo semestre del 1929 le Casse Mutue aziendali e poliazlendali sono salite a 90 con un complesso approssimativo di 110.000 inscritti, accresciue più tardi da quelle per gli operai chimici e gommai, mentre altre sono attualmente in via di costituzione. Accennando all'Ufficio di collocamento, 'oratore Io mette In relazione con l'urbanpsimo e dice che con l'azione spiegata si è riusciti ad infrenare la calata dei rurali e l'emigrazione in erna, cooperando cosi, con tempesti ve segnalazioni alle Autorità, al rimpatrio di oltre 2000 operai. Altre cifre espone l'oratore circa l'assistenza sociale, quindi, proclamato che. la faica sua e dei suoi collaboratori durante due anni non poteva essere meglio coronata che con la consacrazione della Casa che ha permesso dt raccogliere sotto un unico tetto tutta la organizzazione dell'industria, cosi onclude, rivolto al presidente e al delegati: « Non sappiamo come giudicherete a nostra opera. Noi crediamo di non aver demeritato. Comunque, quel che certo si è che non abbiamo mal leinata la nostra fatica, non slamo mal enuti meno ai dettami della nostra oscienza, ci siamo sempre inspirati l più grande del lavoratore d'Italia — al Duce — cercando di essere degni i lui ». Al nome del Duce, fatto alla chiusa ella sua relazione dall'on. Malusari, tutta l'assemblea scatta in piedi e 'acclamazione, sempre più vibrante, i protrae per alcuni minuti. Giunge rattanto nella sala il Segretario fedeate avv. Bianchi-Mina e la manifestazione si rinnova al suo indirizzo, quando egli, in una calda improvviazione che trascina il congresso, pora il saluto dell'on. Basile, impossibiitato a presenziare alle discussioni, e delle' Camicie Nere torinesi. 11 presidente a questo punto fa appello alla serenità dei delegati e concede di volta in volta la parola ai molti oratori inscritti a parlare e che si susseguono alla tribuna occupandosi dei molteplici aspetti della vita delle aziende. Questa discussione, a nii partecipano pure gli on. Fioretti e Malusardi. si protrae per circa due ore. Apprendiamo fra l'altro che il Contratto deifli Impiegati metalluriri ci. attualmente in discussione al Ministero delle Corporazioni, secondo affidamenti dati, sarà pronto per la fine dell'anno. L'assemblea comincia a manifestare segni di stanchezza e ffrida generali di: chiusura! si levano da ogni parte della sala. Parla l'on. Fioretti Si alza allora l'on. Fioretti, il quae, premesso che nell'adunata del matino ha dovuto pronunciare uh disperso né tecnico, né sindacale, ma piuttosto politico, dichiara che cerrherà ora di rifarsi, sviluppando oupI te ehe sono le direttive e l'attività della Confederazione. Accennando quindi alla crisi economica, l'on. Fio retti prosegue: « I salari sono 1n rapporto con l'airezzatura tecnica delle aziende. Oul dobbiamo parlarci molto chiaro. La ndustria italiana deve subire necesariamente un processo di razionaiiz 7azinne. Non si può ammettere ehe i empi di lavorazione siano quelli che sono oggi nella maggioranza deflle nostre industrie. Bisogna ridurre ' pmpi di lavorazione. Bisogna quindi attrezzare meglio le aziendp dal puno di vista tecnico, ma per far questo, bisogna andare incontro a una maggior disoccupazione nelle industrieNnn vate chiudere gli occhi di fronte a queste realtà. Non vale fare la ppitica dello struzzo che mette la testa otto l'ala. Bisogna affrontare 11 problema chiaramente, apertamente, con un senso vigile deJla realtà; e la Conederazione lo ha affrontato in questo modo. Razionalizzare l'industria significa ridurre necessariamente il numero delle maestranze. Che cosa significherebbe, o camerati, se io volesi per evitare la disoccupazione atte maestranze, imporre agli industriali di tenere nelle officine un maggior numero di mano d'opera? Impiegare una mano d'opera non necessaria signifia ridurre generalmente 1 salari, sapendo tuttavia che domani questa mano d'opera non può venir mantenuta, he per esigenze economiche inevitabili bisognerà licenziarla. E allora lo diro- difendiamo le maestranze che devono rimanere nelle officine, tenendo al livello attuale almeno 1 loro saari, ma non prestiamoci a degli abbassamenti di salari con la scusa di mantenere ancora delle maestranze in ervizio, poiché queste maestranze domani sarebbero ugualmente licenziae e noi ci troveremmo con le maestranze nelle officine con dei salari deurtati più bassi di quanto la equità la necessità economica richiedono ». La railaaallimlaaa In tema di licenziamenti, affronta la questione della direzione tecnica delle aziende « che — dice — non può essere tenuta a mezzadria. Il bisogno di maestranze da parte delle industrie non può essere efllcaeprnente vagliato da noi. perché ci vorrebbe il controllo delle aziende e noi, anche se ce lo offrissero, questo coittrodlo non lo vogliamo; ma soprattutto perché nelle aziende deve comanda-,» uno solo. I responsabili delle aziende sono te direzioni tecniche, sono-gli industriali, .elio di fronte allo Stuto, di fronte al Paese devono rispondere oggi del come dirigono la produzione italiana, che è un fatto corporativo, cioè non ò più c non deve più essere volta all'egoistico interessa dell'individuo, non de>"e,.P.'$ significare soltanto vantaggi individuali, ma deve significare produzione volta a potenziare la Patria, a dare la maggior quantità di benessere e la maggior somma di pane ai nostri lavoratori ». L'oratore passa, dopo ciò, a esaminare i rapporti dei Sindacati con gli industriali, invocando rispetto per i Patti di lavoro. Soggiunge' che anche uba Magistratura del lavoro abbisogna ricorrere con molta parsimonia ed indica nella politica della ruralizzazione uno dei rimedi per diminuire il numero dei disoccupali. Il -capo della Confederazione dei Sindacali dell'industria affronta quindi il problema della razionalizzazione e. dopo un accenno ai diversi sistemi applicati, prosegue: « Bisogna che gli industriali pensino che quando per virtù dell'operalo che accelera i tempi di produzione riescono ad ottenere un forte guadagno riducendo tutte le spese e abbreviando tutto II ciclo lavorativo, devono riconoscere il sacrificio, la collaborazione dell'operalo, e "dare a lui un maggior salario, proporzionato allo sforzo maggiore che deve compiere. Noi non ci opponiamo ai sistemi di razionalizzazione: la nostra Confederazione è anzi disposta a favorirli. Essa non rifiuta di favorire l'industria italiana nello «forzo per rendersi più moderna, più in ordino cof calendario della produzione, ma d'aQtra parie esige che il diritto dell'operaio in quest'opera di collaborazione, in questo maggior rendimento, venga assolutamente rispet¬ tato e sancito dai contratti: in altri termini le tariffa operaie devono crescere quando cresce il rendimento dell'operaio. Questa è la nostra direttiva ». L'ordine dal giorno E l'on. Fioretti conclude con una appassionala perorazione, elevando il pensiero alla Patria, alla quale tulli dobbiamo la no6tra vita, la nostra attività, ta nostra fede. Applausi scroscianti accolgono la'fine del discorso dell'on. Fioretti. Il Congresso approva per acclamazione que stordine dei giorno: « 11 primo Congrèsso dell'Unione provinciale dei Sindacati fascisti dell'in dustria, udita la relazione del segreta rio generale on.le Edoardo Malusardi sull'opera svolta in Torino e Provincia, l'approva caldamente, lieto di poter constatare l'affermazione sempre crescente del movimento sindacalo, nelle sue diverse estrinsecazioni, o più ancora la crescente perineazione nella massa dei lavoratori. Fa voli che parulleOainente alla regolazione contrai tuale dei lavoratori manuali anche pelle categorie impiegatizie si possa presto raggiungere una più efficiente de finizione dei rapporti di lavoro». Approva poi anche la relazione finanziaria del dottor Caponi; e si arriva alla nomina del nuovo Direttorio, che risulta cosi costituito: On. Edoardo Malusardi, presidente; Pronchet Pietro (metallurgico), Cella Innocente (chimico), Bertini Ettore (tessile). Penna Michele (tipografo) membri: un rappresentante da desi gnarsi dall'Associazione mutilati; dottor Andrea Caponi, tesoriere economo: Lanza Edoardo (orchestrale), Perino Marcello (abbigliamento). Marmo ri DonieniPO (tecnico edile), revisori. 11 Congresso, riuscito disciplinato e ordinatissimo, si chiude tra nuove eeplosioni di entusiasmo con l'invio di telegrammi a S. M.- il Re. al Duce c alle LL. EE. Turati e Bottai. le ognuno dei nati del 18GSI ha comuosto idealmente iaiviaoido a Lui il proprinome. Le acclamazioni a Vittorio Emanule III interrompono e suggellano il discorso del Presidente della u Fainija Turiaesa », «1 quale f<i seguito il oomni. avvocato Giordano. AnchVgli parla in piemontese, che in questo raduno c la lingua uffioiole. L'oratore, rammaricandosi che l'età non abbia permesso ai commilitoni del Re di trovarsi al fronte nela ultima grande guerra, perchè ad essprendevano già parte ì figli molti dei quali si immolarono, l'oratore dice ohe rappresentare questi ultimi si trovannella sala i coniugi Lisa, entrambi dsessantanni, clic alla Patria appunto hanno dato il loro glorioso figliuolo: la Medaglia d'oro Gino Lisa ; Una dimostrazione di affetto ai genitodell'Eroe, alla quale partecipano tutti, simprovvisa e dopo parecchi altri discorssono infine inviati i seguenti telegramma S. M. il Re e. al Duca d'Aosta, anchEgli della stessa leva: « A ,S'. li. il amorale di liernezzo, pr?»o aiutante di Campo iti S. M. il Ile •S'ali Rossore. — Piemontesi, fieri, lieti dvivere gli anni slessi di Sua Maestà, fraternamente riuniti, auspice la • FamijTurineisa », mandano a! Re Vittoriosodotto, vigile, buono, in un sol cuore rachiuso il sentimento vivo, commosso deloro grande affetto con voti di lunghi anni anoora per il bene della Pa'ria avviata, dalia giovinezza d'Italia, alle supiù alte mete, — F.to : Avv. Colombinper la Fainij» Turineisa ». >'A S. E. i7 generale Montarsino. prmo aiutante di Vampa di S. A. R. Duca d'Aosta. — Nel compleanno di SuMaestà i commilitoni piemontesi della -LLeva, riuniti in Torino dalla « FamijTurineisa », inviano all'Invitto Duce dela 111 Annata, loro coetaneo, l'omaggidevoto dell'ammirazione e del costantaffetto. ' — Fio : Avv. 6'ofomoÌHi per lFamija Turineisa n. Il banchetto e finito, i convitati si afollano verso la guardaroba, cantandoproprio come giovanottini di 20 anni chfesteggiano la levo.