La visita dei Sovrani al Papa avverrà il 5 dicembre

La visita dei Sovrani al Papa avverrà il 5 dicembre La visita dei Sovrani al Papa avverrà il 5 dicembre Le nozze del Principe Umberto saranno celebrate i! giorno 8 gennaio genetliaco della Regina Roma, 11, mattino. L'Agenzia « Stefani » dirama i seguenti comunicati: « Le LL. MM. il Re e la Regina d'Italia faranno la visita ufficiale a Sua Santità, il Pontefice Pio XI, il giorno 5 dicembre ». « Il matrimonio di S. A. R. Il' Principe di Piemonte eon S. A. R. la principessa Maria del Belgio sarà celebrato il giorno 8 gennaio p. v., genetliaco di 8. M. la Regina ». Grande attesa in Vaticano Città del Vaticano, 11 mattino. (G. C.) Gli ultimi accordi per la visita del Sovrano al Pontefice si sono svolti nelle giornate di giovedì e venerdì scorso e nell'udienza che S. E. il conte De Vecchi di Val Cismon, ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede, ebbe dal Pontefice appunto nella giornata di venerdì. Nell'udienza, a cui erroneamente venne attribuito altro scopo, l'ambasciatore partecipò al Papa che ieri, domenica, sarebbe stato dato l'annunzio ufficiale dell'atteso avvenimento. Il Papa si mostrò molto soddisfatto della comunicazione, che gli dava conferma di quanto egli aveva la mattina stessa appreso dal card. Gasparri. Il Segretario di Stato infatti gli aveva significato che tutti i problemi sorti p»r la formulazione dello speciale cerimoniale erano stati risolti con piena soddisfazione delle due partì e che l'ufficio del maestro delle cerimonie della Real Corte aveva, nelle necessariamente lunghe e complicate trattative, mostrato una così aperta deferenza, un così nobile tratto da destare sensi di sincera ammirazione nei prelati della Congregazione del cerimoniale, quantunque essi avessero, per via indiretta, già avuto modo di apprezzare il tratto e la cortesia squisita degli alti dignitari e funzionari della ReaL Corte. La soddisfazione del Pontefice Il Pontefice, che fino a qualche giorno fa si era tenuto molto riservato sull'argomento delia visita reale anche coi suoi famigliari, nelle giornate di sabato e domenica è apparso particolarmente compiaciuto. Coloro che ieri lo hanno avvicinato e i pellegrini di Subiaco, Comacchio, Formia e Gaeta, che ieri 6ono stati ricevuti, hanno potuto rilevarne l'aspetto molto sereno. E' ovvio comprendere quanto il Pontefice 'desiderasse questa visita augusta, e come ne affrettasse coi suoi voti il compimento. Possiamo oggi dire che, non appena si parlò delle complicazioni che il cerimoniale avrebbe portato seco, il Pontefice raccomandò sia al card. Vannutelli, prefetto della Congregazione, del cerimoniale, sia a mons. Nardone, segretario, che da una parte tutto fosse compiuto e condotto a termine con la maggiore rapidità possibile, e dall'altra che nulla si risparmiasse per rendere molto solenne la visita e per testimoniare ai Sovrani d'Italia la sua speciale benevolenza. «Deve apparire chiaro — avrebbe dotto il Pontefice — che nessuna nube è rimasta, che in Noi non resta ne amarezza nè rimpianto, e che desideriamo accogliere questi augusti nostri figli con tutta l'effusione del cuore e benedirli come già i loro progenitori furono accolti e benedetti nella casa del Padre comune dai nostri predecessori ». La notizia ufficiale della visita, conosciuta sabato da pochi alti dignitari pontifici, si ò diffusa ieri mattina in tutta la Città del Vati¬ cano, desiando dappertutto la più favorevole impressione. Dopo la Conciliazione, l'avvenimento era vivamente aspettato, e molti si rammaricavano dell'indugio, pur reudendosi conto che la visita non poteva effettuarsi prima dell'autunno, dato il periodo estivo, per questo lato non rispondente alle necessità di una siffatta cerimonia. Quando si potè sapere che la data si avvicinava, fu tutta una fioritura di commenti, di induzioni, di sottili astuzie per conoscerne i particolari. Non bisogna credere infatti che la vita nella Città del Vaticano si svolga in modo che tutti i cittadini possano essere facilmente informati di quanto avviene nell'anticamera pontificia e negli uffici della Segreteria di Stato. Di qui la ragione dell'affannosa ricerca, ostacolata anche dal segreto a cui sono vincolati prelati e funzionari più elevati, segreto che li_impegna anche nei confronti dei loro famigliari. Il solenne cerimoniale Ieri la Città del Vaticano appariva straordmariamente animata. La visita dei Sovrani è un avvenimento che commuove anche coloro che, vivendo da anni nella corte pontificia, sono pure adusati ai ricevimenti di personaggi reali e alle grandi cerimonie. Dobbiamo riconoscere che in questa eccitazione ha anche una gran parte il sentimento. Una forte maggioranza dei cittadini vaticani è italiana di nascita e di cuore, ha sofferto fino al febbraio scorso del dissidio che esisteva tra l'Italia e la Santa Sede, ha accolto con giubilo l'annuncio della conciliazione e non può non sentirsi profondamente commossa nel sapere che i Sovrani d'Italia, così profondamente e unanimemente amati, si accingono a varcare la soglia della reggia della cristianità. Il rigido cerimoniale della visita non consentirà, ben lo si comprende, alla Città del Vaticano manifestazioni che eccedano le forme solenni tassativamente determinate. Ogni atto, ogni passo è fissato nel piccolo opuscolo di 32 pagine con copertina azzurro-pallida che la tipografia poligrafica vaticana nella sua sezione segreta ha stampato in duecento esemplari numerati a caratteri elzeviri grandi. Ma non è azzardato pensare che i volti dei presenti, anche se le persone resteranno immote e anche se i «gesti saranno compassati, esprimeranno quanto sta da tempo nei cuori. Ed ò facile affermare che la visita del Sovrani ai Papa sarà un trionfo. Lo 3arà perchè lo vuole la Santa Sede, perchè lo brama ardentemente l'Italia tutta, lo sarà perchè esso deve essere il suggello solenne alla grandiosa opera del Regime e del Duce, lo sarà, nonostante il sogghigno malefico dei lividi senza patria, che all'estero da mesi preannunciano una Canossa E il mondo vedrà ancora una volta i prodigi di Roma. Per quanto si riferisce al cerimoniale, i nostri lettori sono stati nei giorni scorsi ampiamente informati e non crediamo necessario ripeterci. Diremo soltanto che esso sarà solennissimo e in tutto degno delle tradizioni di fasto della Reale Casa italiana e della Santa Sede. Il genetliaco del Roma. 11, mattino. Roma si appresta a festeggiare con grande solennità il sessantesimo genetliaco del Sovrano. Stamane, nella caserma del Macao, il Ministro della Guerra generale Cazzerà passerà in rivista le truppe del Corpo di Ar-' mata di Roma Nel pomeriggio S. E. De Vecchi, ambasciatore presso la Santa Sede offrirà un solenne ricevimento al corpo diplomatico, al collegio cardinalizio e agli alti dignitàri della Corte Pontificia. Alle ore 20 l'ambasciatore conte Do Vecchi e la contessa De Vecchi offriranno un pranzo, al quale parteciperanno il cardinale Gasparri, il cardinale Vannutelli, decano del Sacro Collegio, mons. Pizzardo e mons. Ottaviano. Un altro pranzo verrà pure offerto in Campidoglio dal Ministro degli Esteri Grandi a tutto il corpo diplomatico, accreditato presso il Quirinale. La seduta del Consiglio dei Ministri che doveva svolgersi stamane lunedì a palazzo Viminale è stata per decisione del Capo del Governo rinviata a domani, martedì, allo scopo di permettere ai vari Ministri di partecipare alla cerimonia che si svolgerà per il genetliaco del Re. Nella giornata di oggi i palazzi capitolini saranno addobbati con arazzi e la sera illuminati. La bandiera nazionale verrà esposta sulla torre Capitolina e sulla torre delle Milizie al palazzo municipale. La bandiera di Roma verrà issata sul balcone del palazzo senatoriale e bandiere dei rioni verranno esposte alle finestre del palazzo Capitolino. Tutti gli uffici e le scuole del Governatorato verranno iimbandierati e la sera illuminati. Due bande del servizio del presidio di Roma presteranno servizio nel pomeriggio al Pincio e in piazza del Collegio Romano. La sera saranno ripetute le illuminazioni in piazza del Popolo, in piazza Colonna, in piazza Campidoglio e il Foro Traiano. Il Re del Belgio nel Trentino Alcune ardite scalate Trento, il, mattino. Sul recente soggiorno di Re Alberto del Belgio nel Tri utino, Il Brennero pubblica un interessante articolo rievocando simpatici e significativi episodi che mettono in maggior luce la nobile figura del Sovrano. Verso la metà del settembre scorso, Re Alberto giungeva improvvisamente a Trento per intraprendere una serie di audaci ascensioni nello Dolomiti del gruppo det Brenta. Sono del resto molti anni che Re Alberto viene a cercare nel Trentino una piccola oasi di tranquillità. Qualche anno prima della guerra, in una sera di pioggia, un motociclista, con gli stivali e il cappotto infangati, chiedeva ospitalità afi'allora Imperiai Hotel Trento. Ma nell'albergo, frequentato unicamente da arciduchi, generali e personalità dell'Impero austriaco, non venne accolto. Quel motociclista coperto di fango era Re Alberto, che oggi si diletta a raccontare l'episodio. Nonostante questa prima accoglienza, Re Alberto fece ritorno varie v«Cte nel Trentino redento. Egli ne conosce anche le vette più aspre o più eccelse; e non per sentito dire, ma per averle conquistato passo per passo, con tenacia e volontà di provetto alpinista. La mattina del 14 settembre scorso, Re Alberto, assieme al suo aiutante di campo, van Overstraeten e aT segretario della Società Alpinisti Tridentini, Mario Agostini, si recava a Molvepo, di dove raggiungeva il rifugio alpino « Tommaso Pedrotti », entrando nella casetta ospitalo e sedendo al tavolo assieme ai suoi accompagnatori. Nel pomerisrgio, reduce da una ascensione, scendeva ai rifugio. la guida della Società Alpinisti Tridentini Silvio Agostini, cotta quale il Sovrano studiava immediatamente gli itinerari delle salite in cordata, fissando per l'alba del giorno seguente l'ascensione della parete sud della Cima Regina Margherita (2845 metri). Alle prime luci del giorno il Sovrano era pronto per l'ascensione e col sacco in spaSP», si avviava con i fratelli Mario e Silvio Agostii"' ad attaccare la pnrete sud della cima. Mentre un altro turista trentino che l'aveva accompagnato con la sua automobile, il signor Cario Valentin!, saliva per la via normale, Re Alberto, in sole tro ore di cordata raggiungeva la vetta per la via aperta pochi anni fa dallo studente Videsott. Durante la cordata il Sovrano esprimeva al'.e guide la sua viva simpatia per il popolo trentino che definiva colto e lavoratore. Superate le pericolose difficoltà della ascensione, egli raggiungeva felicemente Cima Margherita e, dopo di aver diviso colle guide il proprio the, discendeva per il versante est. Avvicinandosi al rifugio il Sovrano si imbatteva in due studenti che, dopo i saluti d'uso fra chi si incontra in alta montagna, non riconoscendolo, accennavano allegramente alle sue scarpe che sorridevamo in pareochi punti e ai pantaloni di lana in più parti lacerati; e Re Alberto, tra il serio e il faoeto, commentava : « Speriamo di trovare al i ifugio una maino gentile che mi rattoppi questi benedetti pantaloni ». Dalla Bocca di Brenta il Sovrano scendeva per la vedretta eccezionalmente gelata, risalendo per il faticosissimo ghiaione fra la Brenta Alta e il Campanili Basso; arrivava all'attacco della via Fehrmaim Smith che si slancia verso il cieCo per oltre 500 metri, abbagliando con la sua grandiosità; quindi salito alila bocchetta del Cajmipanil Basso, girava arditamente sul versante est e si portava alta bocchetta del Campanile AT.to raggiungendo felicemente per la parete sud l'ardua vetta. Durante la cordata il Sovrano parlò della tragica morte degli alpinisti Prati e Bianchi, coi quali egli si era incontrato anni sono sulla vetta del Campanti Basso. Nel libro delle ascensioni, sulla cima raggiunta, segnava quindi il proprio nomo, servendosi di un fiammifero e della boccetta di tintura di iodio. Disceso por la via normale, Re Alberto ritornava al rifugio, mentre sulla spianata le guide ed una comitiva di alpinisti veneziani stavano organizzando il tiro allo bottìglie con i sassi. A questa gara montanara il Sovrano partecipava subito con vero entusiasmo. Per suggellare degnamente le sue vacanze nel Trentino, Re Alberto, prima di far ritorno a Trento, saliva ancora la parete sud della Cima d'Ambiez (3102 m.) favorito da una splendida giornata. II ringraziamento di Maria del Belgio per gli innumerevoli auguri Roma, 11, mattino. "L'Agenzia Stefani comunica": « Da ogni' parte 'd'Italia giungono in gran copia a S. A. R. la Principessa Maria del Belgio felicitazioni ed auguri per il suo fidanzamento con S. A. R. il Principe del Piemonte. L'augusta Principessa, nell'impossibilità di rispondere a tutti, come desidererebbe, esprime con questo comunicato i suoi vivi cordiali ringraziamenti ». Una commossa lotterà a Mussolini della madre di Malmgreen Roma, 11, mattino. La madre di Malmgreen ha fatto pervenire a S. E. il Capo del Governo la seguente lettera: « EcceUenzaI « Con l'animo veramente commosso e riconoscente, sento di porgere oll'Ecoellenza Vostra la più calda espressomi del mio ringraziamento per tutti gli atti di generoso, spontaneità con cui Voi, Eccellenza, a nome dell'Italia intero, ovete voluto rendere imperituro omaggio alla memoria del valoroso mio figliuolo. La medoglia d'oro al valor civile a lui decretata col riconoscimento del suo eroico sacrificio, la concessione della pensione vi io.! i zi a in mio favore, e soprattutto la fotografia vostra col vostro autografo. Eccellenza, sono tangibili attestazioni della vostra generosità, attestazioni tutto che solo una madre, cui l'unico figliuolo si è sacrificato per il dovere e per un alta ideale, sa profondamente comprendere e valutare. Vogliate perciò gradirò, Bcoel lenza, le espressioni più vive del mio ringraziamento e della mia riconoscenza, che io formulo con i più fervidi auguri d'ogni bene. c Anna Malmgreen. uApplvihon, 5-11-939 >.