Le risorse di un ladro di eccezzione

Le risorse di un ladro di eccezzioneLe risorse di un ladro di eccezzione Inventore di nn nuovo sistema per rubare con successo, cade da ingenuo nelle mani della polizia insieme ai suoi numerosi complici e per io più sbriga con podi Nel caso attuale però, per le Questo titolo potrebbe far credere che il ladro in parola abbia attuato chissà quale audace colpo: svaligiato ad esempio un'oreficeria ed una villa, se a smerciare la.refurtiva occorsero ben nove ricettatori. Si traila invece di un furto ili modeste proporzioni, uno dei lauti che la cronaca registra frasi, circostanze in cui il reato è staio com- messo, per quelle che lo seguirono, e anche per il numero non indifferente di persone che vi si trovarono im-| plicaw inerita una relazione maggior- mente dettagliata. iA Clemente Rapetti fu Luigi, di anni 30, da Nizza Monferrato, individuo che ha già daio parecchio lavoro alla Polizia, pregiudicato e contravventore alla vigilanza speciale, non fa certamente difetto l'audacia. Egli — come si vedrà in seguito - dispone d; una i o d a e a n ti u eiei o presenza di spirito che sarebbe desi derabile mettesse In opera a fin d: bene anziché servirsene per le sue ladresche imprese. La derubata a colloquio col malvivente 11 30 dello scorso ottobre, il Rapetti si introduceva in pi-.'iio giorno nell'allogio della signora Linda Cases in Segre, in via Mazzini, 28, e rubava oggetti d'oro ed effetti di vestiario che avviluppava in un tappeto da tavolo. 11 furto veniva commesso in un'ora in cui l'appartamento era deserto. Compiuta l'operazione il ladro stava scendendo le scale coi suo fagotto, quando si trovò a faccia a faccia con la derubata che rincasava. L'attenzione della signora Cases fu subito attirata dal disegno a vivaci colori del tappeto che serviva ad avvolgere Ja refurtiva, e lo riconobbe per suo. Essa allora Interrogò il giovanotto, che per deferenza verso di lei si era scostato per lasciarle libero il passaggio, sulla provenienza di quel tappetò. Il Rapetti rispose che l'aveva acquistato da una signora che abitava a! piano superiore e fece il nome della venditrice. Quel giovane vestito decentemente aveva 1 aspetto di cosi brava persona, le sue risposte erano cosi precise, la sua voce cosi tranquilla che il dubbio che si era affacciato alla monte deila derubata svanì. Essa prosegui a salire le scale e con un cenno del capo rispose a! deferente saluto dello sconosciuto che senza affrettarsi le discese. Ma allorché si trovò nella sua abitazione la signora Cases notò subito che dalla tavola era scomparso il tappeto, che i mobili erano tutti sossopra ed allora si penti di essersi lasciata ingannare dall'onesta apparenza di quell'audace ladro. Naturalmente la donna non rimase tranquillamente in casa a fare queste considerazioni, ma subito dopo la scoperta scese a precipizio le scale in cerca dello sconosciuto, il quale — come è facile comprendere — non era rimasto ad attenderla ma si era allontanato In tutta fretta. La portinaia dello stabile le disse di averlo veduto uscire col fagotto, ma la strada appa riva deserta. Dove si dice male dei padroni di casa Il Rapetti non era andato lontano Dopo una corsa febbrile, per far perdere definitivamente le sue tracce, egli era entrato nello stabile segnato col N. 23 di via Accademia Albertina, e anziché infilare la scaia che conduce ■agli alloggi aveva sceso quell'altra che porta alle cantine. Qui giunto il ladro posò il fagotto e si mise a sedere pnr terra per riprender flato, poi apri il tappeto e tranquillamente si mise a fare l'inventario della refurti va, perché nella fretta egli non aveva guardato molto pel sottile a quello che portava via dall'alloggio di via Mazzini, 28. Da uomo d'ordine egli stava ripiegando con cura gli indù nienti, perchè occupassero il minor posto possibile, quando alzando g! occhi si trovò davanti una donna. Anche in quell'occasione il Rapetti diede prova della sua non comune audacia Egli non fece neppure un istintivo ac cenno a voler fuggire cosa che qualunque ladro in qiella circostanza non avrebbe mancino di fare. Alla donna che gli chirrieva cosa facesse in quel corridoio con tinta quella roba sciorinala per terra, il lupetti rispose sospirando: « Sono una vittima del mio padrone di casa! ». — E dopo un sospiro continuò: «Tutti uguali, tinti senza pietà. Perchè non ho pagato l'affitto sono stato sfrattato dalla mia soffitta come un cane, costretto a prendere i miei quattro stracci e andarmene. Passavo appunto davanti a questa casa col fagotto, quando mi sono accòrto che i legacci si erano allentati, allora nella tema di perdere i miei effetti, sono entrato qui e per non far vedere la mia miseria sono sceso in cantina ». Cosi parlando e sospirando 11 ladro annodava le cocche del tappeto e l'involto appariva ora più modesto. I.'inquilina aveva ascoltato il racconto di colui che credeva uno sfrattato, con commozione. Essa ebbe per lui parole di commiserazione e quando il Rapetti col suo fagotto risali le scale, lo accompagno Un sul portone di casa. « Al tir. ti rivedo » nsdnSndlrpMlltcpIl Comandante la Squadra Mobileav. dott. Ramella, identificato il ladroell'alloggio di via Mazzini 28. nellaa-! per scovarlo l'altra sera, l-Idi via Anselmo, insir ca d persona del Rapetti, diede incarico amarescialli Di Pietro, Pezzi e Satragno di arrostarlo. Costoro dopo avere invano battuti i locali dove, per solito sriuniscono individui sospetti, Unirono in un'osteria eme ad un fiibleo; un altro individuo della stessa risma: eerto Angelo Gò, di 38 anni, nato a MontcviUeo e qui domiciliato in via Baretti, 14. I due vennero accompagnali in Questura e interrogati dal dottor Ramella negarono recisamente ognl addebito. Il funzionario era certo della colpevolezza ilei Ranetti ma per averne ima prova sicura invitò la signora Cases agili uffici della squadra Mobile. Alla derubala furono fatti vedere una mezza dozzina di detenuti ma essa, senza alcuna titubanza si avvicinò ni Rapetti con le parole dell'/I (d'i: «Alfio ti"rivedo ». Nessun dubbio, era quello l'uomo che aveva incontrato per le «cale ili casa sua e col quale aveva parlato così cordialmente. Dopo quella formalità all'arrestato non rimase che confessare. Egli disse di aver venduta la refurtiva a corto « Pinotin •, individuo che fu subito riconosciuto per il vigilato speciale Giuseppe Sticca, di Domenico, da MoncalWi, di anni 36, abitante in una locanda di via Montebianco. I sottufficiali della Squadra Mobile si incaricarono di arrestare lo Sticca, conosciuto dalla Polizia quale spacciatore di biglietti falsi e poiché nella stessa loianda trovarono un altro pregiudicato: Luigi Favero di Simone di anni li), arrestarono anche quello. Lo Sticca ammise di aver ricevuto dal Ranetti alcuni oggetti d'oro con l'incarico di venderli, ma negò di aver avuto da ui gli effetti di vestiario e la biancheria. E«li non conosceva il Rapetti, a presentarglielo era stato un certo Luigi Mare fu Ernesto, di unni 40, alloggiao in una locanda di via Baretti. Costui 'aveva accompagnato in una osteria dove appunto si trovava il Rapetti assieme al Gò,. Nei momento in cui entravano nell'esercizio un altro individuo, a nome Sapetti, restituiva al Gò un pacchetto dicendogli che non era riuscito a vendere gli oggetti d'oro. SI rattava dei preziosi che poi furono consegnati allo Sticca. Quest'ultimo più scaltrito, riusci a collocare ila reurtiva, ma ritenne opportuno di tenere per sé il danaro ricavato dalla vendita. Tutti in trappola Una perquisizione operata nella locanda di via Baretti, portò al sequestro di un soprabito e di altri effetti di vestiario, sempre provenienti dal furto di via Mazzini 28 e ivi depositati dal Mare. La catena dei ricettatori si allargava sempre più e il Rapetti visto ormai quale piega prendevano le cose si decise ad una completa confessione. Di impegnare altra parte della refurtiva egli aveva incaricalo il Luigi Favero e l'amico Domenico Novarese fu Giacomo di anni 49, anch'esso vigilato speciale. Parte di questi oggetti sono stati ricuperati al Monte di Pietà dove erano stati impegnati tini due soci. Ma anche un'altro ricettatore aveva preso pane all'operazione e precisamente Domenico Terzuolo, nato ad Asti nel 1007 ed abitante in via Cottolengo 2, il (inaile aveva acquistato a poco prezzo un anello con due brillantini, che a sua volta vendette a Umberto Re fu Ernesto, di anni 30, da Treviso, abitante in via Morosiui 107, e presso il quale il monile fu sequestrato. Con questa serie di operazioni la Squadra Mobile è riuscita a ricuperare quasi tutta la refurtiva ad eccezione di alcune lenzuola che il Rapetti dice di aver nascoste in una cantina di via San Francesco da Paola dove egli ritornato il giorno successivo non le trovò più. Qualche mariuolo aveva derubato il ladro. 1 nuovi inquilini delle carceri giudiziarie sono: il Gò, flo Sticca, il Mare, il Favero, il Terzuolo, il Novarese e l'Umberto Re, tutti imputati di ricettazione. Il Sapetti è invece denunciato a piede libero per lo stesso reato. In quanto al Rapetti è stato arrestato per furio qualificato in danno della signora Cases ed inoltre deve rispondere di un altro furto in danno del signor Ateo Rebuffo, per il quale reato è stalo denunciato il l.o ottobre corrente. V arresto di un elegante « topo d'albergo »Un torinese spacciatore di bigliettfalsi è stato, dopo sette anni, arrestalo olla stazione di Roma. Alle ore. 23,30 di ieri sera l'interno della stazione di Termini, all'arrivo del treno di Torino, era affollatissimoTra le persone che giungevano a Roma si notava un elegante giovane sui 3armi, vestito con ricercatezza raffinata die seguiva un portabagli il quale sulle spaile recava una grossa valigia dpelle gialla di gran pregio. Presso icancello d'uscita della ferrovia vigilava sull'arrivo dei viaggiatori il vicequestore comin. Michele jantaffi, insieme ad alcuni agenti in borghese. Agiungere del giovane il vice-questorgli si avvicinò dicendogli seccamente« Oh Borl.asco, che nuove, da questparti? ». L'interpellato s! voltò sdegnoso di cendo: .Lei è in equivoco, io sono icav. Rocco Gino, commerciante di Mlano ». 11 vice-questore, indicando Tuomo ai suoi agenti, ordinò che lo arrestassero. La scena ebbe il suo epilogo nel gabinetto ilei funzionario di servizio di P. S. di Termini. Il commercian.|£vrocgo' v'e^ne" Tacttmento oi per n ricercato Remammo Borlascoa di anni A0, da Tonno, già spacciatori o i o a ¬ li liiglieni falsi, ladro ferroviario dvaligie, emerito « topo d'albergo » nelle varie città d'Italia. Il B.orlasco, sette anni fa, venne infatti arrestato dalo stesso .lantani in uria staziono!nvicino a noma. 11 funzionario non aveva piii dimenticato la flsonomia dea pericoloso individuo.

Luoghi citati: Asti, Italia, Nizza Monferrato, Roma, Torino, Treviso