La drammatica crociera dell' "Emden,,

La drammatica crociera dell' "Emden,, LA GUERRA SUGLI OCEANI La drammatica crociera dell' "Emden,, Primi di luglio 1914. L'incrociatore leggiero Emden si trova a TsingTao, base navale dei possedimento tedesco di Kiao-Ciao. La nave sta per partire alla volta del Yang-Tse, dove è destinala come stazionario. L'equipaggio passa intanto i suoi ultimi giorni di sosta, tra le gare di nuoto e le feste a bardo e a terra. Nessuna preoccupazione in vista... L'assassinio di Seraievo non Iia commosso nessuno. Il giorno 7 luglio, primo allarme. Delle inquietudini regnanti nelle Capitali europee, qualche traccia arriva anche nell'Estremo Oriente. Il Comando Militare sente la situazione anormale e la crociera sullo Vang-Tse è sospesa. Le feste e le gare di nuoto cessano. Nessuno pronunzia ancora la grande paiola fatale, ma intanto le esercitazioni di servizio vengono riprese ed intensificate... Il 22 luglio, altro fatto sintomatico: l'incrociatore au siriaco Kaiserin Elisabeth raggiunge Tsing-Tao, per cercarvi aiuto e protezione. Le notizie d'Europa danno a noi la sensazione della minaccia imminente. Ed ecco che la notte del 30 luglio un telegramma da Berlino annunzia lo scoppio della guerra. La nave compie ora febbrilmente la sua toeletta di combattimento. Si imbarca carbone e proiettili. I siluri sono mascherati. Il comandante, Von Miiller, si tiene in continuo contatta con Berlino e con la squadra degli incrociatori corazzati che si trova nel Pacifico. Il 31 (luglio VEmden prende senz'altro il mare, per evitare di essere imbottigliato nel por to. Gli uomini sono al posto di combattimento. In qupsto momento il Mar Giallo è solcato ria squadre nemiche. Due In crociaiorl francesi, il Montcalm ed il Dupleix, sono in rotta da Wladiwostok su Wei-hat-wei, ed una squadra inglese ha. lasciato quest'ultimo porto, dirigendosi verso il Sud. L'Emiìcn continua Intanto la sua rotta all'Est, senza fare Incontri. Nell'aria si intrecciano incesanti le comunicazioni radio del nemico. « Libertà di manovra » Rotta verso il Mar di Corea. Nella notte del 4, ecco il primo incontro. E' un piroscafo russo, il Riàsan, che cerca invano fuggire. Un colpo in bianco e la nave nemica si arresia. La psgisCgnpdbscgogdeepgascdGrldcsndatvfespcudnGbtoednmzdlflzbpuEsdsnvgMècg1'? s"1 Piroscafo greco, il carico utile nv one t?nc mrHnm „ n,.,i„. .-. Prima preda è fatta;.si passa sul Ria- Snn un equipaggio di presa e la nave si inette a seguire l'incrociatore. Qualche fumo sospetto appare all'orizzon10- Navl da guerra nemiche? VEmden >°<-'° ' tutta forza a Tsing- , pelle acque H.™aI?A! toì">rns- vigilato da un distaccamento ad' in^oc^re'^na'^ia.^U to settembre incontra un piroscafo Inglese, VIndus, con provviste di ogni funere. L'equipaggio vien fatto passa tiEE&TT'&'ffiUg** mandato a fondo, il giorno dopo, menll'e si sia riponendo il bottino.' è la i'"',!'1,• V,!!,^'™,£'r?scnr,? ["8'eso- 11 L equipaggio viene ratto passare sul Markomannia, lasciandogli il lein- ng- l'ao, per portarvi la preda: un veloce piroscafo, che potrà essere armato e servire per la guerra di corsa. Dopo poche ore riprende immediatamente la rotta verso l'Est, per raggiungere la squadra degli incrociatori, che si trova a Pagan, presso le Isoile Mariane. Lo segue il Markomannia, nave carbonifera, la quale ha cambiato i connotali, con colori nuovi e fumaioli posticci. Il 12 agosto, Pagan è in vista. VEmden entra nell'ampia baja. dove trova tutta la squadra di Von Spee: lo Scharnhorst ed il GneUen.au, nuovi e potenti incrociatori, il piccolo Nilrnberg e tutta una squadra di vapori. Subito si aduna il Consiglio dei Comandanti. L'Ammiraglio Von Spee discute se tenere ila flotta riunita, in vista degli avvenimenti futuri, lasciandone pesare la minaccia potenziale sulle linee marittime Inglesi, o lanciarsi nella guerra di corsa. Ma a quest'ultima si oppongono le difficoltà di approvvigionamento. Perciò decide di far rotta verso le coste americane e di inviare I'Emden nell'Oceano Indiano, ad attaccare le linee marittime. Il giorno seguente Von Spee salpa verso l'Est e dallo Scharnhorst s'alza il segnale : a Libertà di manovra all'Emden. Buona fortuna! ». L'incrociatore fa rotta verso le Isole di Sonda ed i Man dell'India, diretto all'attacco delle linee oceaniche nemiche. U 31 agosto è ad Angaur, dove trova un piroscafo germanico ed insieme le notizie della guerra. Poco buone notizie, invero, perchè anche il Giappone è entrato nel conflitto. Un nemico di più. e. quello che più conta, il fato di Tsing-Tao è ormai segnato. VEmden riparie verso le CóMbes, che raggiunge il 22 agosto, dove fa carbone, ed aggiunge un quarto fumaiolo posticcio ai tre già esistenti, p.^r farsi meno riconoscere. Cosi camuffato assomiglia molto allTaroioucn. incrociatore inglese. Ancora alto mare, senza trovare nessuna nave nemica, ma solo qualche neutro. Il 30 agosto. Clava e Sumatra sono in vista, e le grandi rotte oceaniche sono raggiunte. A Simalur, presso la costa, coperta dalla foresta equatoriale, VEmden deve fare una lunga sosta e carbonare, trasbordando dal Markomannia. La costa è olandese, quindi neutrale, ma nessuno si accorge dell'operazione, che pure sì svolge territoriali. Poi riparte. Ed sempre deserto, anche sulle rotte più frequentate. Nella notte dell'8 settembre, un piroscafo „'reco. Pontoporos, è fermato e perquUito. Risulta carico di carbone per un porto inglese: quindi, di con trabbando di guerra. Il comandante greco dichiara subito di mettersi n diposizione dei tedeschi. Ed ecco il Pnn- amcvn po sufficiente, perchè gli uomini possono preparare il loro sacco e riunire gli effetti personali. Poi il piroscafo inglese viene affondato. Il bombardamento di Madras Le prede si succedono. Nella stessa sera, altro piroscafo, l'inglese Kabinga, carico di merci americane. Il comandante, Von Miiller non vuol es- cre causa di screzi intemazionali. Cosi egli fa salire sul piroscafo tutti gli altri equipaggi catturati per man- darli verso un porto neutro. Ma Intanto., ecco, apparire .un altro vapore. l'Inglese Killin, il cui equipaggio è anche esso passato sul Kabinga. Il Killin è colato a fondo. I piroscafi si succedono; è presto, Infatti, la volta del Diplomai e poi del Trabboch, e poi il Clan Matheson. Il Kabinga, stracarico di prigionieri, viene messo In ibertà. ì.'Emden punta verso SudOvest e fila verso Madras, che raggiunse sul fare della sera. Il porto della grande città indiana era difeso da una batteria da 152, che però evidentemente sonnecchia quando l'Incrociatore tedesco si porta a .meno di due miglia dalla riva, dove tutti lumi sono accesi 1 Nel silenzio notuno, rotto solo dai frangenti di'lla isacca, tuonano Improvvise le raffiche delle batterle deH'E?ndcn. Sulla cità, sul porto, rapido balenare di granate, e poi una fiammata immensa, e una colonna di fumo gigantesco. I prandi, giganteschi serbato! della Ilurma Olì Company sono in fiamme... Compiuto il colpo su Madras, I'Emden fa rotta diritto verso Cevlon. La nave ha urgente bisogno di carbone perchè le stive del Markomannia ono infatti quasi esaurite. Incontra ntanto il King Lud e poi il Tymerik, he vengono mandati a picco. Da un giornale ottenuto da un piroscafo landese giungono anche notizie sugli effetti del bombardamento di Madrosi venti milioni di marchi di danni, , per curioso contrasto, le lodi le ammirazioni inglesi per I'Emden, er il capitano Miiller e per il suo air play. Poi è un altro « cargo » inglese, che va a tenere compagnia agli altri, il Grufevalc. Poi un altro, e tavolta finalmente è trovato anche il arbone col ììuresk, piroscafo carico di ottimo Carditi. VEmden naviga ora verso le isole Garcla, dove non esiste neppine la adio, e dove gli abitanti accolgono a nave festosamente, nulla sapendo ella guerra! Strage di navi 11 riposo ha una breve durata. Pohi giorni e poi VEmden riprende la ua via oceanica e punta verso il nord. 11 15 ottobre esso giunge in vista delle isole Maldive, a notte alta. La ttenzione delle guardie è raddoppiaa perchè si sente che numerose nai da guerra devono dare la caccia ebbrilmente all'incrociatore corsaro, , de! resto, nessuno si illude sull'eiio tinaie dalia partita. Ma il solo rotraila a lungo, seguitando a gioare fair play fino all'ultimo, è già una vittoria. Per ora, tuttavia, le Maidive non celano sorprese, ma una uova preda. E' il piroscafo Clan Grani, carico, fra l'altro, di barili di irra e di tabacco. Ma poi un più atento esame lo fa trovare ripieno di gni merce pili preziosa, per quell'ora quella località: utensili, olio, pezzi i macchine, ecc. Un vero magazzio. Mentre lo vuotano, appare un fumo all'orizzonte. Allarmi. Suona lo effarancio di combattimento, e I'Emen lascia preda e carboniera per fiare a tutto vapore verso il possibie nemico. Ed ecco profilarsi all'orizonte qualcosa come una coffa di alero a tripode: nave da battaglia? Ma iù vicino essa assume l'aspetto, n po' curioso, di una grande draga. E' inratti il Ponrabel, che si trasferice in Tasmania dall'Inghilterra. Quano VEmden si avvicina alla draga, i scorgono sul ponte i marinai allieati, con il sacco preparato. Appena isto l'incrociatore tedesco, l'equipagio, conoscendo la maniera di Von Miiller nel trattare i prigionieri, si più preparato alla cattura impacando gli effetti personali, por essere ià pronti al trasbordo... Il Ponrabel aturalmente viene subito affondato, nffatt.io-tn i„ ,.>,.,..„.•. ,i..~n „„ ppena effeltuato Io sbarco degli uomini p dei sacchi sul ììuresk... La croiera continua... 11 giorno dopo altra cattura: è la olta del Ben Molir. il! quasi 50(K1 lonnellate. 11 1" puniva altro colpo piùl grosso: un grande piroscafo di 7600 tonnellate, il Troilus, carico per 25 milioni ri.i. inarchi. Poi è la volta del S.t Egbcrt, inglese, ma non carico neutro. Mentre si sta pensando a far pas sare su questo gli equipaggi catturati per metterli In libertà, altro fumo al l'orizzonte, altro aliai me. E' la volta iteWE-v/ord, carico di ottimo carbone. Sono quattro piroscafi al seguito del i'Emden, ma poi arr.va il quinto, il Chllkana di 5200 tonnellate. Sono fatti affondare; Vl'xford resta al seguito, e il St. Eoberl viene occupato dagli equipaggi catturati. e La sciato libero con ietti 1 prigionieri. L'attacco di Peoang VEmden minta ora verso l'Oriente,, senza trovare alire prede. Si appro-!nna del pen'O'io di riposo per fare e sercizi di tire. 11 26 ottobre giunge al le isole Nicobar, dove si ferma a carbonare. Poi l'incrocatore puma su Penang. « Attaccare è il miglior modo di difendersi ».è la divisa del suo comandante. A Penang ci sono piroscafi, c'ò l'incrociatore russo Yemtchoug. .11 porto è forzato di notte, al chiaro di luna. Un siluro è lanciato; poi VEmden apre un fuoco d'infamo, di sorpresa, a 600 metri, a rapide salve. Un secondo siluro manda a picco l'incrociatore russo, che non aveva quasi potuto nemmeno puntare i pezzi. VEmden riguadagna allora indisturbato l'alto mare, .love incontra il caccia francese Mousqùet, e dopo un accanito combattimento io manda a picco. Pochi marnai vengono salvati dalle scialuppe dell'incrociatore. Poi è VEmden a liifuadagnare l'Oceano, mentre da ogni parte, chiamati dalla rada di Penang, accorrono navi da guerra dell'Intesa per dargli la caccia. Due feriti gravi ..del ilioitsijtiei soc-, com'bono, e il "J (litobre, presso le isole deserte di Niccrbar vengono resi gli onori militari ali? salme dei due valorosi. Il 30 cttoi're ne muore un altro. Vi sono ancora feriti gravi, che soffrono atroc niente per le amputazioni e per la mancanza di spazio nella minuscola infermeria, arroventata dai calori equatoriali. Cosi che quando VEmden incontra il piroscafo inglese Newburn, gli trasborda i prigionieri francesi, v;ilidi e feriti, e lo lascia andare in salvo. L'ultima battaglia Una terza salma viene calata in mare, poi VEmden. riparte verso le isole Cocos. Là c'è una stazione di radioteegrafia ultrapotente che il comandane vuole distruggere prima di portare altrove la sua attività. Viene preparata pertanto una compagnia da sbarco di circa 50 uomini. Il 9 novembre il distaccamento sbarca nell'isola e comipe il suo lavoro, mentre VEmden attende al largo. Ma qui, ad un trato, precipita l'ultima scena della drammatica odissea che dura già la tre mesi, attraverso 35.H90 miglia oceaniche... Un fumo sospetto all'orizzonte, poi 'allarme. L'incrociatore australiano Sidney. Alle 9,3" viene sparata la prima salive. L'incrociatore australiano è armato con pezzi da 152 mm., mentre VEmden non ha che cannoni da 105 milimetri. Alle 11 l'inorociatore tedesco, martellato di colpi, ridotto una carcassa insanguinata, caduti morti e feriti gran parte dei marinai, viene condotto ad arenarsi sulla spiaggia del'isola. Anche il Sidney aveva soffero dal combattime.no. Dell'equipaggio i contavano 120 morti, 70 feriti ; incoumi pochissimi, oltre al distaccamento da sbarco al quale era riservao una sorte avventurosa, ma terminata bene. I superstiti sono raccolti dal Sidney. ! comandante inglese vuole subito sautare Von Miiller per rendergli gli onori che meritava. Un tentativo di atturar., il distaccamento sbarcato non riesce, ed il Sidney riprende il mare. L'odissea è finita La fine dell'Ewiden volle dire la lierazione di un Incubo che gravava ulle comunicazioni oceaniche con 'Estremo Ori-Mite e con l'Australia. I uoi tre mesi di crociera furono un eguito di brillanti operazioni di guera da corsa, condotta con un tale enso di correttezza e di scrupolo, da endere il capitano Von Muller addiittura amato e popolare nella sfessa nghilterra. Egli doveva poi morire di malattia nel Wurteinborg. noi 19-.'3. F. B. sEttemTbaflmlmatltcdcssigetvlraclclssdfci a —•- Crociera i/flfuerrj dell'Emden. 1-AffomUiill^mkkjrU Vi ic.nn I.Marianne' | ANO \PACIFIC 0/'*' BEILA rWP\ " J W h O.^jr INDIA H 0 iB-/-

Persone citate: Matheson, Montcalm, Pagan, Sonda, Vang, Von Muller, Von Spee