I compari del « ciabot dij lader»

I compari del « ciabot dij lader» I compari del « ciabot dij lader» Gli allegri inquilini della soffitta di via Santa Chiara 26 « Quanto cammino si può fare su una bicicletta senza padrone -- Il deposito della refurtiva - Da una scoperta all'altra Funzionari ed agenti della Squadra soMobile della nostra Questu portato a termine, nei gioì una Importante e brillante ope che li ha condotti all'arresto di pa- a Squadra soira hanno Vrhl si-orsi, rooperazione cwro " i-yiiuuiLi Oli arresto Ul w- recchl pericolosi pregiudicati, J quali pi erano scopo d ni dell La coni naile: si può ganizzative Il covo della banda Dal solito caffeuccio di dubbia fama, i compari avevano trasportato i loro penali in sede più degna e comoda: una soffitta di via S. Chiara 26, della quale era titolare tale Francesco Ac'tis, di anni 28, pregiudicato. Ed è stato appunto il molto movimento che da qualche tempo accadeva su per le scale di questa soffitta, che ha messo in sospetto i tutori della pubblica sicurezza ed ha fatto loro subodorare che vi si svolgessero attività assai poco chiare. In una soffitta è notorio che non vi è posto che per assai poche persone; in quella di via Santa Chiara si davano convegno almeno sei individui, quattro uomini e due donne. Di qui I) desiderio da parte degli agenti di vederci chiaro e quindi le frequenti gite compiute nei paraggi da alcuni sottufficiali della Squadra Mobile. Convintisi che qualcosa di losco avveniva lassù, la mattina del 28 ottobre alcuni agenti salivano le ripide scale e capitavano molto di buon'ora nella soffitta, dove trovavano cinque persone ed una bicicletta. Le persone rispondevano alle seguenti generalità: Act.is Francesco, di anni 2S, Ruffini Renzo, d'anni 18, Picchetto Arrigo fu Stefano di anni 28, di professione pregiudicati, Tavano Carolina e Vanara Angela, di professione come sopra. In quanto alla bicicletta, gli agenti si rivolgevano ai componenti la comitiva, richiedendone 'la paternità; ma, contrariamente a quello che si potrebbe immaginare, nessuno voleva accreditarsi il lucente cavallo di acciaio. La bicicletta rivelatrice Per non far torto a nessuno, 1 cin que, più la bicicletta, venivano portati tutti quanti in Questura, in attesa e nella speranza che l'aria di piazza San Carlo portasse consiglio. Il cav. Haniella, che interrogava i messeri, era appunto in via di perdere la sua pazienza professionale e forse già pensava di distribuire un pezzo di biciclet ta a ciascuno, quando gli arrivava una segnalazione dalla stazione di Pianezza dei carabinieri Reali. Di là si lamentava un brutto tiro di cui era ri¬ Daemèrrinasto vittima il negoziante in articoli ciclistici di Alpiguano, tale Antonio Vaschetti, ivi abitante in corso Vitto- r'° Emanuele 17. Questi aveva denun ciato che nella notte tra il 23 ed il 24 ortobre , laari si erano introdotti a mezzo scasso nel suo negozio, e vi avevano asportato materiale per un valore di circa quattromila lire, e cioè sei biciclette, cinquanta copertoni per ciclo un orologio di metallo, una penna stilografica ed altra merce di minor C°nt0- Veniva allora chiamato in Que stura ,., derubato, il quale riconòlceva subito la bicicletta e, all'opposto di quegli altri, si dichiarava ben disposto ad assumerne la proprietà, cerne venivano passati alle carceri, ed ap punt0 in ,aie occasione veniva alla luce anche la penna stilografica ru'bata al ciclista di Alpignano, penna sleVmsnbcvsrdfcidptcRcagdtcvlscebtcdqgmncvctpameVgueadche veniva ritrovata in una celletta r'del carrozzone col quale i ladri erano stati trasportati alle Nuove. « Ange! » e « Sergeirtin » Per costoro ormai v'era poco di che .negare; ed infatti, presi alle strette, (confessavano ogni cosa, non solo, ma additavano anche altri due personaggi c,ie avevauo fatto parte della spedi- zinne di Alpignano: tale « Sergentjn » U C01'10 " Ange! ». al secolo Vinardi Lui , ed ., v.em?jtreerul0 Bertone serafino. Messisi sulla strada delle confessioni, essl rivelavano pure l'esistenza d< un e « deposito fuori dazio » appartenente alla combriccola. 11 deposito era sito in località Cascine Vica, presso Colle gno e portava il nome fatidico di « ciabot dij lader », che stava, come si vede, a pennello con i suoi abitatori. Il Rertone, additato dagli altri come il capo della combriccola, veniva es- so pure tratto 11 furto ad Allignano era slato com arresto assieme al dso pure tratto in arresto assieme ai »Vinardi. Dopo pazienti e lunghi inter- Mrogatari, si poteva così ricostruire la, criminosa attività della banda. u lumi un mtJ.llglia.llu eia Slum npiuto dai compari, dopo che avevano Popera dei ferri por Della refurtiva portata da Alpignano al o ciabot dij lader », tre biciclette erano state portate subito a Torino e, mentre due di esse avevano trovato 1 compratore, l'altra era stata, come si è detto, sequestrata in via Santa Chiara. Delle altre tre e del rimanente materiale, il Bertone, che se ne era impos-l SlcPVsuscssato per conto suo, ha narrato una plunga e complicata storia, dicendo di tessere andato nottetempo a Cascine' dV'ica, di avervi portata vìa la roba ai smezzo di camioncino, e di averla na- scosta in riva della Dora, di dove però non aveva più potuto recuperare che legbiciclette, che per il resto, e cioè i cinquanta copertoni, era stato a sua volta derubato da un... oollega di pochi scrupoli. Le biciclette, secondo il suo racconto, le aveva vendute ad amici, di cui diceva non sapere il nome. La spedizione in fondo al pozzo Di tutto questo, come è naturale, i funzionari non credevano che assai poco, quel tanto appena che bastava per identificare in tale Vittorio Martorini di Giulio, di anni 27. pregiudicato, il possessore di una delle famose biciclette ed arrestarlo, denunciandolo per ricettazione. All'atto del suo arresto il ReTtone era in possesso di una bicicletta che, secondo lui, apparteneva alla provvista fatta in quel di Alpignano, ma si veniva invece ad assodare che la macchina apparteneva a tal Gioacchino Caudano fu Giuseppe I cui era stata rubata il 28 ottobre in via S. Francesco d'Assisi. Sempre all atto dell'arresto, al Bertone veniva sequestrata una rivoltella a tamburo carica di cinque colpi, che si stima essere provento di qualche altro furto. Innanzi a così bene organizzata combriccola, gli agenti pensarono di poter trovare dell'interessante materiale, recandosi anche al luogo di villeggiatura della banda. Venne cosi indetta una gita In quel tale n ciabot dij lader » che fungeva da magazzino ai compari. Dopo molte rioerche, in fondo ad un pozzo, nel quale i visitatori si son dovuti calare a mezzo di corde, vennero trovati parecchi indumenti, che ora giacciono in Questura, in attesa dei legittimi proprietari. Oltre l'avv. Ramella ed 11 dott. Rampino che hanno diretto le indagini, alle operazioni hanno preso parte i marescialli Di Pietro, Pezzi, Satragno ed Anselmi, coadiuvati dal brigadiere Verardo e dalla guardia scelta Laganà. Mortale caduta di un carpentiere Nel cantiere di costruzione di proprietà dell'impresa Aimone, sito all'angolo delle vie S. Quintino ed Avogadro, succedeva, ieri nel pomeriggio, un gravissimo incidente. Vittima ne era il carpentiere Giovanni Azzini, di anni W, il quale, mentre stava lavo- Ildel montacarichi adibito al trasporto del materiale. Raccolto privo di sensi dai compagni di lavoro, il poveretto veniva portato con autobarella della croce Verde all'Ospedale Martini, dove rando sopra un'impalcatura, preclpi-I'^iS^»«,M - e o e . e veniva ricoverato in fin di vita per la riportata frattura della base cranica, Incendio in una drogheria L'altra notte, poco dopo le ore tre,per cause imprecisate si sviluppava un incendio nella drogheria esercita da!-'a signora Viirgin''à Pozzi, in corsoBelgio n.o 52. Le fiamme divamparonoben presto, appiccandosi agli PSSettidella bottega. La praprìetor^ ta al piano superiore, fortunatamentesi accorgeva del sinistro e provvedevaad avvertire i pompieri, i quali si - un danno di diecimila lire. portarono sul posto con un distacca-m&Tito ntrli ordini dell'ina- An<*lesio Dopo circa mezzora di lavoro^Ono-co era domato. Le fiamme avevano distrutto una discreta quantità di merce e alcuni mobili del negozio causando

Luoghi citati: Alpignano, Assisi, Cascine Vica, Pianezza, Torino