Il Duce celebrera oggi la Vittoria

Il Duce celebrera oggi la Vittoria Il Duce celebrera oggi la Vittoria con un iscorso ai rito Quando nei secoli c nei millenni futuri la sioria a noi contemporanea sarà in pochi capitoli, in poche pagine; quando l'aspetto epico degli evenii da noi vissuti apparirà forse soltanto nelle strofe d'un poema eroico ancor non nato: quando i monumenti da noi eretti ai Combattenti caduti saranno corrosi dal tempo u fors'anche crollati, quando la storia avrà preso i contorni imprecisi della leggenda, e la leggenda la netta linea della storia; anche allora un fatto sarà considerato di capitale importanza ed una data sarà fra le pietre miliari della cronologia: il crollo dell'impero austro-ungarico onusto d'un millennio di fati, il ì novembre 1918. Non è esagerazione questa, non è infatuazione, sol che si voglia tener presente quali sono i fatti, quaii sono le date, che la storia antica ha posto coinè suoi capisaldi di riferimento, Anzi: se un'accusa può esser fatta a noi contemporanei, è proprio quella di non aver saputo, di non saper valutare completamente la grandiosità dell'evento. Ne abbiamo già la sensazione oggi, che pur lo consideriamo a distanza di soltanto poco più di due lustri. Vittorio Veneto sarà per l'Europa nella fase storica delle nazionalità, quello che furono l'Isso e Gangatnela per l'Oriente cognito alla Grecia antica e Zama per Roma imperiale, anche se ancora retta a repubblica. Non si vuol dire con questo che 60ltanto le sconfitte militari subite da'.rAustria-Ungheria nel giugno e nell'ottobre del 1918 abbiano determinato lo sfacelo politico. Un popolo non muore per una sconfitta, sia pur està gravissima: non mori l'Inghilterra dopo la guerra dei cento anni, non mori la francia del 1ST0, non morirono neppure nel 1918 la Germania, la Bulgaria, la Turchia. Mori invece l'impero degli Absburgo, perchè era un fenomenale esempio d'anacronismo nel tempo, in cut trionfavano i principii di nazionalità. Ed è per questo che Vittorio Veneto si riattacca, e ne è la conclusione, a Custoza, a San Martino, a Coito, alle insurrezioni del '21, alle rivòlte ungheresi. Guardato nel campo, pur esso immenso, della nostra guerra, Vittorio Veneto è la conclu sione delle dodici battaglie dell'Isonzo e delle infinite battaglie, grandi e piccole, sulle Alpi, sugli Altipiani, sul Grappa e sul Piave; ma guardato con l'occhio dello storico, che tutto deve abbracciale, Vittorio Veneto è l'epilogo d'un secolo di lotte, di speranze, di fedi e di dolori, nel quale l'Italia è stata antesignana quando i sentimenti d'indipendenza e di nazionalità non erano che l'appannaggio di poeti e di profeti, e pagò, quando l'idea si potè tradurre in realtà, col sangue la propria indipendenza e la preparazione di quella altrui. Circoscritto cosi l'evento militare nel grande quadro dell'evento politico-sociale, nulla esso perde della propria bellezza intrinseca e del proIprio valore decisivo. Eppure, a partire dal giorno della vittoria e giù giù attraverso gli anni, è stata una gara per svalutare l'evento. Un po' dovunque, nell'interno degli Stati eorti dal crollato impero ed all'esterno presso gli stessi alleati della vittoria, si è cercato e si cerca di presentare l'Esercito d'Italia come una specie di Maramaldo. Le ragioni ne sono intuitive. Ma non per questo si deve cessare di reagire sbeadtdndtvitaqrspsmlmvtssssaedsdcontro così gravi offese alla veritàjstorica, aspettando che questa si faccia strada da sè. Pochi sono quelli che hanno tempo e modo di approfondire lo studio degli avvenimenti e, se è vero che la verità alla fine riesce sempre a trionfare, è anche veto che la leggenda — più facile ed attraente della storia — è tenace una volta creata, e tende ad assumere col tempo i contorni precisi della realtà. E poiché ancora si continua nei tentativi di consolidare la leggenda, poiché è di ieri la pubbli- dizione ingiusta nei nostri riguar-^di, delle Memorie di uno dei capi più insigni dell'Esercito britannico rendiamo omaggio alla memoria dei nostri Morti, in particolare di quelli che s'immolarono quando già spuntava il sole della Vittoria e furono decine di migliaia e non furono Maramaldi, precisiamo ancora lina volta i fatti, prendendo a testimoni quelli stessi, che nel campo nemico erano in condizione di sapere. li' vero: il 5 ottobre, la Germania c ;'Austria-Ungheria avevano rinnovato la richiesta a Wilson d'un armistizio generale in vista della conclusione della pace; il 16 ottobre, Carlo d'Absburgo pubblicava il proclama che ietteraiizzava l'Austria nimitenetido integri i diritti della corona d'Ungheria; qua e là si veniva n formando i primi Consigli nazionali, ma soltanto il 27 ottobre Andrassy chiedeva l'armisiizio immediato e Carlo I telegrafava a Guglielmo la necessità della pace separata; soltanto il 30 ottobre Carlo telegrafava all'alleato promettendo di opporsi all'avanzata degli Italiani verso la Baviera, aggiungendo che potrebbe fidarsi soltanto delle truppe austro-tedesche, perchè «sulle truppe delle altre nazionalità non si può ormai più contare ». Ma la battaglia ardeva già da sei giorni ed è soltanto il 28 che era riuscito all'armata Caviglia di sfondare in direzione di Vittorio Veneto, mentre dovunque, su tutti gli altri tratti della fronte, la resistenza era accanita, specialmente sul Grappa. Se, ddunque, la fronte crollò, ciò fu sol-jtanto il 30 e per effetto d'una mano-!vra militare; e crollò allora anche in modo relativo, perchè parecchi tratti resistettero bravamente sino al 3 novembre. E quale miglior testimonianza di quella del maresciallo Conrad'.' «Fuori dei confini — egli scrisse — alla fronte l'esercito austro-ungarico, spettacolo stupefacente ed incomprensibile, resisteva ancora. Resisteva e combatteva tal e (piale come al primo giorno ». Ed il genera¬ le Caviglia, parlando a Milano nel 1919, precisava: <t Mentre l'VII! Ar- mata si preparava cosi all'ortensi-;va, le notizie sulla disgregazione in- terna dell'impero- austro-ungarico j si andavano precisando. Sulla no-ìstra fronte, però, le truppe non mo- !stravano segno alcuno d'indiscipli-'na e di minore resistenza ... 11 vin-jcitore ed il vinto. Caviglia e Conrad, Daffermano la stessa verità. Ma que-jsta verità militare, precisa ed inop- jpugnabile, non è diminuita se si |riconosce uba verità più ampia, anzi questa accresce quella, perchè esalta il valore personale e morale del soldato della duplice Monarchia e, per naturale ritlesso, quello del soldato italiano, che doveva averne ragione. Dietro il muro di bronzo tutto cedeva, è vero, ina il muro era saldo e per demolirlo occorsero colpi assai. E la verità più ampia è espressa dalle parole che, subito dopo la vittoria, lo stesso generale Caviglia rivolgeva ai suoi ufficiali il 5 novembre. Esse sono d'un'nltezza e d'un respiro storico così grondi, che meritano d'essere ricordate. «I colpi all'Austria sono venuti dal di dentro, ma sono venuti specialmente dal di fuori, specialmente da noi Italiani, che all'Austria abbiamo contrapposto le nostrp forze armate e la forza di talune idop ed idealità, capaci di dare alla lotta da noi combattuta una nobiltà grande, di promuovere una nuova vita in quello stesso conglomerato di popoli, che ora stiamo abbattendo, e di procurnre alla nostra causa, un po' per volta, l'adesione di tutto il mondo civile. Noi non siamo tanto superbi da attribuire tutto e solo a noi il vanto di cosi risolutiva vittoria. Abbiamo avuto un cosi formidabile alleato in quest'opera di distruzione e di riedificazione; che asseconda ma pur trascende le nostre passioni di uomini e le nostre aspirazioni, di cittadini: il Destino. In Storia, ' Dio. Ma il Destino, la Storia e Dio hanno bisogno d'esecutori a tutto disposti per nttuare la loro volontà. Quesiti volta gli esecutori siamo stati noi ». Questo è bene ripetere oggi nell'undeeimo annuale delia Vittoria, a gloria dei seicento mila morti su tutte le terre e su tutti i mari, in riconoscenza verso il milione di mutilati e di feriti e verso i quattro milioni di combattenti. Gen. GIOVANNI MARIETTI. La solenne- cerimonia a Bonia Rema, 2 notte. Vivissima è l'attesa per il discorso che domattina il Duce proiiuncierà alla cerimonia inaugurale del Congresso dell'Associazione naziona- e mutilali e invalidi di guerra. 11 jdiscorso del Capo del Governo sarà una polente rievocazione della vittoria conseguita dalle anni italiane. L'annuale sarà celebrato a Roma con la consueta solennità. Il programma delle cerimonie è ormai definitivamente fissato. Alle 9 sarà celebrata una Messa solenne nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Terme. Il Re vi sarà rappresentato dal Principe ni Udine. Presenzieranno alla funzione oltre il Governo, le rappresentanze del Senato e della Camera dei deputati, le aite cariche dello Stato, le medaglie d'oro residenti in Roma, i Comitati cen ^,, deUe Associazioni nazionali dei mutilati, dei combattenti e delle famiglio dei caduti in guerra, le au torità civili e militari. Dono avere assistito alla cerimonia il Capò del Governo, i ministri e sottosegretari di Stato si recheranno alla tomba del Milite Ignoto. Dalle ore 10 alle 10,30 le rampane delle civiche toni d'Italia, prima fra tutte quella do! Campidoglio, suoneranno a distèsa per ricordare agli Italiani la storica ricorrenza. A iniziativa delle due Associazioni mutilati e combattenti, in Roma l'annuale sarà celebrato con un corteo che partirà da piazza del Popolo per recare omaggio di lauri al Milite Ignoto e all'ara dei caduti fascisti. L'adunata delle Associazioni è fìssala per domattina alle 10,30 in piazza ilei Popolo, fi corteo muoverà alle ore 11,30 per il corso Umberto e raggiungerà piazza Venezia Senza interruzione di marcia, il corteo sfilerà dinanzi all'Altare della Patria senza salire la scalinata. I capi colonna daranno Vallenti a sinistra alla tomba del Milite Ignoto e ordineranno il salutolumano. Raggiunto il Campidoglio,sarà reso uguale saluto all'ara d.eic.'iduti fascisti. La «dorimi, semprescuzu arrestarsi, scenderà subito nel- le adiacenze del Foro romano, da dove le Associazioni proseguiranno per raggiungere ciascuna la propria sede. Alle ore 8 di domattina il governatore, principe Buoncompagni Ludovisi, col vice-governatore, col segretario generale e col capo di gabinetto, si recherà all'Altare della Pa jtria per deporre una grande corona !d'alloro alla tomba del Milite Igno- to. Presterà servizio d' onore un drappello di vigili del fuoco in alta uniforme. Per la grande e storica giornata i palazzi capitolini saranno addobbati cogli arazzi e la sera illuminali, mentre verranno ripetuìe in tutti i monumenti le illuminazioni che ebbero luogo il 28 ottobre. La meravigliosa illuminazione del Colosseo, che tanta ammirazione ha succitato in questi giorni, sarà domani ripetuta. Al campo dei caduti in guerra, al Verano, 6 stata celebrata stamane nj|e or' n nnfl M cotenne, alla quale hanno assistito le rnppresen;tanze militari della, guarnigione di Romn e gli ufficiali di tutte le Armi, j Innumerevoli fiori erano presso le ìlo"1bo ,,ei martiri fascisti, davanti !allc 1""» montavano la guardia d'o'^ I,asc,stl ,n cam,c,fl npra e j ",',n al)rr) 1]fndo funebre ft stato re. Debraio al Parco della Rimembranza jalle ore 1(1. in suffragio dei soldnli j romani raduti in guerra, alla | presenza delie autorità civili n ' l o a e l - 1 à . a a i o e o i e l i a e i ! a e , o a i i a i l i a o btetscbtacnstmsstssitclavscdtlsprurtdalsccomddq. tn letta e approvata la ro'nzionpjche l'on. Rnccarini farà domani aljdelle rappresentanze militari. Sul l'ampio piazzale, ove sorge l'ara dei raduti, si sono schierati drappelli armati della Milizia squadro di Rollila c eli Piccole Italiane. Da una parte erano lo As sociaziohi dei volontari di guerra, dei combattenti, dei mutilali, delle madri e vedove dei caduti in gnerrt e dei rutiliti fascisti, coi labari dei .Gruppi rionali e 'iella Federazione dell' Urlio, Prestavano servizio d'onore vigili del fuoco, carabinièri e metropolitani in grande uniforme. Erano presenti il governatore di Roma, principe n'ioncompnsrni Ludnvisi, il vice-governalore. il segretario federale dell'Urbe, il ceneraio Ciovngnoli, il generale Ragioni, il commendatore Amilcare Ro^s'l dell'Associazione combattenti, e altre autorità e molto pubblico. Monsignor Bnrtolomasi. assistito dal clero rosolare, e aooompncmftto da un coro di combattono nllipvi doi'n Scuola di Santa Cecilia, ha celebrato la Messa, o poi. tra la profonda rommozione dei proventi, ha parlato brevemente, ricordando i cad'iti. La bolla o mpsta cerimonia, svoltasi sotto il cielo plumbeo, è terminata infine con In benedizione del Campo della Rimembranza. Alla Casa madre del mutilati si è riunito «tasca, sotto la presidenrn dell'ori. Doloroi-i-, il Comitato confrn'o coll'ini orvenfn nuche dei deliriti giunti a Roma nella domata. E' stn- Congresso. La relazione illustra l'onora svolta dall' Associazione net rampo sindacalo o preciserà lo modalità in bp.«p alle quali si effettuerà l'inquadramento nei ranghi della Milizia dei mutilati p invalidi di guèrra e sottolineerà i compiti chp sono ad essi riservati. Di particóloro rilievo sarà in nnrfo che mettprà in luce l'intima comunione di uropoliti e di onpre clip intercorre fra l'Associazione e tutte le forze vive e operanti del Regime. Come è noto, nell' occasione del Congrosso, saranno offerti a! 'Inno del Governo titoli del Debito Pubblico e polizze di assicurazione per sommo ingenti, donati spontaneamente rinsrli associali. Saranno porr scoppi'!: nella circostanza due grandi busti in marmo di S. M. il Re e di S. E. Mussolini, opere degli scultori Canovari e Selva. !! Consto Éi ministri L'impartanza Ó8ÌI3 prossima sessione Roma, 2 none. Dopo i festeggiamenti clip iianno caratterizzalo la celebrazione della Rivoluzione e della Vittoria, )a sessione del Consiglio dei Ministri, che si riunirà al Viminale mercoledì prossimo, inizierà un nuovo ciclo di intensa attività, clic continuerà coi lavori parlamentari. L'importanza dei lavori di questa sessione del Consiglio dei Ministri è già definita dalla discussione e approvazione del disegno di legge sulla nuova composizione del Gran Consiglio del Fascismo. Si tratta di approvare nelle sue lineo definitive il disegno di !eg ue, che sarà poi sottoposto ai due rami del Parlamento. Ma. oltre a questo importante argomento, il Consiglio dei Ministri si occuperà puro di altre questioni di-carattere corporativo. Mentre la legge sui Comitati corporativi provinciali, a quanto è dato prevedere, non sarà per ora esaminata, potrà invece essere discussa la legge professionale per i tecnici agricoli, l'importante categoria che costituisce i quadri dirigenti del grande esercito dei rurali, fino a pochi mesi fa inquadrata nella Confederazione dei Sindacati fascisti dell'agricoltura e ora passata aila Confederazione professionisti e artisti. La legge già predisposta e che, come si apprende, potrà essere discussa nell'imminente sessio- l ' ne, darà un'organica sistemazione a oiquestn categoria riconoscendo l'im,'portanza delle funzioni che assolve iinel quadro dell'attività agricola, bae!se fondamentale dell'economia ita-:liana.