Attività ciclistica

Attività ciclistica Attività ciclistica Sono incominciatele «Sei giorni» gCon la precisione cronometrica che può far invidia a più di una manifestazione sportiva e non, alle ventldue precise di ieri notte e stato sparato a Berlino il colpo di pistola della prima « sei giorni » della stagione. Stagione che, come si può constatare, ha il suo inizio nel cuore dell'autunno, e non terminerà che a primavera. Per un minimo di cinque mesi sentiremo parlare al di qua e al di là dell'Atlantico di « sei giorni ». L'America ne allestirà non meno di una mezza dozzina {due a New York, due a Chicago, una a Detroit e una a Cleveland), mentre l'Europa, tra Germania, Francia e Belgio non sarà da meno. La Germania da sola ne farà svolgere almeno quattro-. Berlino, Breslavia, Stoccarda e Dortmund vedranno in gara gli specialisti nazionali ed esteri. E non è improbabile che qualche altra città ancora, abbia ad aggiungersi a queste, per cut il numero delle torse europee sarà probabilmente superiore a quello americano. Non allestiranno questt spettacoli l'Italia e la Svizzera, cioè due delle Nazioni che in campo ciclistico occupano un posto di prim'ordthe. E se qualche voce corre sulla possibilità che a Basilea un Impresario tenti la carta, in Italia st può essere certi che non se ne parlerà per qualche tempo. Sono note le vicende della « set giorni • disputata lo scorso anno a Milano, e non è ancora spento il ricordo della sorte toccala a quei corridori che si sono visti sfoderare dagli organizzatori, all'atto della resa dei conti, il portafoglio vuoto. Crediamo che in Italia e fuori, il ricordo sia tuttora scottante per più di uno. Il fallimento milanese ha detto chiaramente che ti pubblico italiano rifiuta di riconoscere come sportivo il carosello che gli organizzatori intendono allestire a beneficio di una cassetta che contrabbanda per sport quello che è uno spettacolo di cattiva lega. In Germania, invece, pare che il palato di quel pubblico sia meno sensibile, e gli spalti delle varie piste sono ogni volta molto affollati. Sta di fatto che a Berlino già si parla — nell'ipotesi che abbia successo quella che sta svolgendosi ora — di ripetere l'esperimento nel marzo venturo, la guai cosa prova che la metropoli tedesca non ha da invidiare nulla alla grande New Yorlc. E' inutile soffermarci ad illustrare l lato antisporlivo di questo genere di corse che si svolgono a seconda dei comandi — cioè dell'interesse — dell'organizzatore. L'esempio più vicino è quello dell'ultima • sei giorni » parigina, disputata in marzo. Allora, dopo quattro giornale di gare, la coppia italiana Girardengo-Linart dominava a piacimento. Questo non tornava a fagiolo agli organizzatori, che vedevano il successo della cassetta per gli ultimi giorni compromesso. Per ade¬ scure il pubblico e solleticarlo nel~suo Sr>TSJ*. rcssari0 ; coll°- care » al primo posto una coppia francese, e cosi una bella sera, dopo un parapiglia durante il quale tutti vi avevano capito poco, è balzata fuori, come Venere dalla spuma del mare, a coppia francese Ragnaud-Dauen, prima assoluta. Glrardcngo non protestò. SI limitò a chiedere che cosa airebbero guadagnato lui e Linari a non doppiare Baynaud-Dayèn. A conratto concluso, la coppia francese campò la vita, tirarono a campare i due italiani, e l transalpini vinsero la « sei giorni » parigina. In America si dice che avvenga di peggio. E' escluso che si arrivi all'inossicazione dei cibi e delle bevande dell'avversario o al sabotaggio della macchina. Questo tutt'al più avviene n un Giro di Francia, quando non fa comodo a una casa di biciclette che un Fontan o un Cardona vincano la corsa. E poi questa forma bestiale di ntrodurre sostanze venefiche nel cibo altrui per costringerlo al ritiro, ha ancora — almeno nella determinante — qualcosa che attinge alla causa sporiva, ma ora che le « sci aiorni » le regolano gli impresari è sufficiente far uccicare un po' d'oro per far ventre a patti anche l più irriducibili. Ci si può chiedere: quando, per avventura, una coppia, che- non è indigena, riesce a spuntarla, come si spiega? E ridentemente perchè anche questa vittoria produce il suo tornaconto. Non tupirebbe quindi assistere, ad esevi- i in form/i ri In a un ri Jrtr/i ìiìftnri *?. ^„S^f"^Si "1fLi?«f„ Jì ..-2 otó aunn!o e P'" dcl successo di una copnla tedesca. Questo nostro ragionamento non de pio, a una vittoria italiana a Berlino. Gli è che Binda e Girardengo tono noml sufficientemente commerciali an ' ,„ " _,„„,. , „„„ ,0rn „,-,,„,,„ ve Indurre alla malinconia. Le Sei Giorni, tutto sommato, a qualcosa servono. C'è movimento, c'è vtta, c'è circolazione di denaro. E' un ingranaggio economico, che contribuisce a produrre ricchezze, a far, in una parola..., mercato. E non c'è neppure da disperare. Lo sport vive di tanti apporti: accettiamo quello della Sei Giorni, in attesa che qualcosa di più bello ci regalino le manUesiattoiu ciclistiche invernali, che debbono essere considerate frutti fuori sluuiune... li piemontese Sorziafti ha viiuo il Giro Uel ^><t^seilo Genova, 1, notte, Uri giovane corriauii: piemontese ha vimo uggì, dopo una ìnutsuinca gara, ia corsa ciclistica svoltasi sui percorso Giro del Sasseluo, ai quale partecipa' vano valorosi eieiin.-iiii uegii indipendenti e di diieTianii di quarta categoria. La Gara non ha avuto un alluno di sosta e non ha inai languito. 1 più attivi durame la prova suiiu stati: Fer rancio, Corziaui, Morelli e Olmo, i quaiii si sono alternali al comando. Si sono pure distinti durante la prova i (rateili Neri, che sono siati attardati da bucature. 11 piemontese Dalma Mlon è caduto a V mazze, in seguito all'investimento di un automobile, e ha dovutp essere trasportato au Ospedale, non però in condizioni gravi. La partenza è stata data alle 10,45 ad un gruppo di 26 concorrenti. La corsa si è svolta nei seguente percorso: Voltri, Passo del Turchino, Ovada, Acqui, Sassello, Varazze, Voltri. Prà. Il campione degli indipendenti, Bertoni, non ha potuto parectipare alla Gara, in seguito a ferite riportate nei Giro di Lombardia, e ha dato 11 « via » ai compagni. La corsa, come abbiamo detto, è stata movimentatissima. A Varazze, Ferrando e Corziatti sono riusciti a staccare tutti gl i avversari, giungendo a! traguardo soli. Il piemontese ha avuto in volata la meglio sul suo avversario. Ecco l'ordine di arrivo: l.o Corziatti Piero, dell'Unione Sportiva Pro Drenerò, impiegando ore 4,58 a compiere 153 Km. del percorso, alla media oraria di Km. 31,700 (l.o della 4.a categoria;; 2.0 Ferrando Luigi, dello Sport Club Audace, di Genova, a tre macchine (l.o della 3.a categoria); 3.o Lessona Felice, dell'Unione Sportiva Venaria Reale, in 4.D0; i.o Olmo Giu-i seppe, della Ciclistica Sanpierdarena, in 4,50,30; 5.o Morelli Ambrogio, dell'Unione Sportiva I.cgnanese, a ruota; 6.o Neri Marcello, di Livorno, a una macchina; 7.o Brucerò ni 8.0 Neri Coilombo; 9.o Lavazza Emilio; lO.o Pieri Antonio. II rd dll' llii