Fossati vince in volata il Giro di Lombardia

Fossati vince in volata il Giro di Lombardia Fossati vince in volata il Giro di Lombardia D! Pacco e Grcmo animatori della corsa Buone prove di giovani La cattiva giornata dei favoriti Dal nostro inviato Milano, 26 noi te. Siamo andati n letto ieri sera quando diluviava e si ora rassegnati! ti seguire il Giro della Lombardia sotto la pioggia. Sarebbe stato un giro in caratteri; e in regola con la tradizione che delinisce questa corsa «invernale». Ma, stamane all'alita, d'in vernate non abbiamo trovato più nulla. Cielo terso, le strade di Milano asciutte ed una aria relativamente mite: una matitiinata insomma più di primavera elio di autunno inoltrato. Poca folla tuttavia è presento sul viale Monza quando si parte alle 6,1(1 in compagnia di 72 corridori, i quali prendono subito sul serio la loro fatica e tirano via. La solita sgroppata iniziarle? Non pare. Infatti <i renderla contiti nativa, ecco un-a foratura di FrascarelliL Il romano è appiedato prima di Monza. Fuoco alle polveri! Piemontesi si libera dell'impermeabile e' va a tirane, mentre Gremo nicchia e aspetta il compagno. La caccia dura una ventina di chilometri, poi passato il brio dei primi, i due staccati .-ientrano nel gruppo di testa. Gramo è rientrato si e no da cinque minuti, cho è appiedato a sua volta. L'inizio non è per i bianco-lilla del più promettenti; ma il torinese riesce a riguadagnare il terreno perduto prima di Lecco. Qui siamo In pieno paesaggio manzoniano. C'è il Resegoine, c'è « quel ramo del lago di Como » e il cielo azzurro, di una limpidezza smagliante. Dopo Lecco si costeggia il lago ed i corridori hanno nemico il vento che li investe di fronte. 11 passo non è in questo tratto sostenuto. Si atteinde ti vicino Magreglio per mettere fuori le unghie. In gruppo sono ora non meno di cinquanta corridori. Un tratto di asc»sa che da Onno porta a Bel laglo vede le prime scaramucce. A Bellagio si Inizierà la vera e propria battaglia. L'inizio vede in testa Camusso, seguito da Di Pacco, Bertoni Piccin, Bianchi, Zanzi, Negrini, Guerra che formano l'avanguardia. Seguo no ad una trentina di metri Piemontesi, Cremo, Frascarelli e gli altri. Ma Camusso non vuol dar tregua. 11 torinese sgroppa e Di Pacco, Negrini, Piccin e Guerra sono lasciati. Non c'è più che un terzetto in testa: Camusso, Zanzi e Bertoni, tre giovani che si sono liberali di tutti gli assi e tirano via speditamente. La caduta e il ritiro di Negrini Ma sul falso-piano, prima delle scale, in testa, si forma un gruppetto di una diecina di uomini, che attaccano insieme l'ultimo tratto. Tra i primi c'è anche Graglia, che ha staccato Grandi o Bianchi. Sul Magreglio questi uomini sono .insieme; alile loro spalle c'è un gruppo comandato da Frascarelli e Giorno, che comprende anche Negrini, Morello, Barrai e Rinaldi. Talloniamo in discesa questo gruppo. In una curva, una brusca frenata di Negrini, fa girare il molàrese su se stesso. La piroetta termina con un capitombolo; l'abilità del nostro guidatore evita un investimento. Ma il « grigio » nella caduta si è prodotto uno strappo alla gamba destra ed è impossibilitato ormai a proseguire. Mentre soccorriamo Negrini, vediamo sfilare parecchi ritardatari, fra cui Fossati, Moretti, Catalani, De Giorgi, Bestetti, Orecchia Proserpio, Del Mastro, Visconti e Rivano, che spezzerà la macchina in una caduta ad Asso, Zanaga e Mara. Prima del piano, Piccin è vittima di una foratura di gomme. Ma fra Erba e Co mu ritorna ila calma. 11 gruppo si ricompone, e prima del controllo (chilo metri 61), riprendono non meno di SO corridori. Giungiamo a Como alle 10.25, ed al controllo a firma e rifornimento pongono la firma per primi: Bianchi Pietro, Proserpio. Piemontesi, Frascarelli, Binda Albino, Grandi. Bertoni, ed altri corridori, che ripartono subito. Frascarelli cede in salita Appena fuori di Como si affronta la salita dti San Ferino. Ma il gruppo resta compatto. Solo FrascareiWii cede di qualche poco. 11 romano è in una pessima (domata. Accusa dolori alle gambe e allo stomaco e fa sforzi per non lasciarsi staccare. E dire che il ritmo imposto da Bianchi è dei più moderati. Dopo un chilometro Visconti sostituisce il milanese, ma non per questo là velocità aumenta. Un sole magnifico deliizia la carovana e l'aria è tiiepida, cosi die la passeggiata per questa contrada campestre, ricca di vigneti n di castani, è deliziosa. 11 nostro contachilometri segna dx-ci chilometri all'ora e il computo degli uomini in gruppo ci dice che sono ben tremacirique. Nessuno ha intenzione di fare sul serio e cosi ognuno può provvedere per far pranzo senza soverchia fretta. Dopo le 11 si transita per Varese, a passo modesto, e ci si dirìge verso Porto Cerosio. ni qui a Ponile Tresa si costeggia il lago. Il sole è- scomparso e il cielo è ricoperto di nubi; l'aria è divenuta fresca, ma non ò la brezza che Invoglia laDguVdinosunocozievsitrlachchmzae deMchcopaquniaunchree ceraqPrlaapqsqvinPahcua NVdmpgvrBscbcutapGEFcssminrnsninGcsleMcbrUnVcFaapvrda—rcpuncrdaacmpFlcorridori a muovere le gambe. Plut-I tosto si pensa a cambiare rapporto !lper affrontare la salita de! Marchiro-\rlo lunga 3500 metri isLa gara langue jnpSiamo a 160 chilometri. L'erta do-' vrebbe delineare le sorti delila gara, lH infatti bastano mille metri per turnarretrare una quindicina di uomini. Chi fa l'andatura è Gremo con Camusso, e l'azione del due torinesi co stringe n cedere, uomini cera. Catalani, Orecchia Bianchi Mario, Bovida e Barrai debbono darsi per vinti. Altri nomini ce- : i'-i--i'i Rinaldi, draglia. Sul- pTsome Pnn-j vPoi anchejdgm' o n i a e e a la vetta sono solamente più insieme Di Pacco, Cremo, Bertoni, Zanzi Augusto, Camusso, Piemontesi, Guerra, Visconti, Grandi o Morelli. Uno scatto di Bertoni verso la line dui l'ascesa non rijsce a sgranare II gruppo. Ma sul tratto piano che porta a Grantola, non mono di altri dieci ritornano a contatto con 1 primi. Non ci resta ora che attendere 11 Brinzio, ultimo ostacolo; il solo che può evitare un arrivo di molti uomini insieme al Velodromo Senipióne. Alle 12,50 il gruppo irrompe al controllo di Grantola: rifornimento volante; sgroppata di Gremo e Di Pacco, che per nitro non insistono; e quello che era apparso l'inizio di una movimentata vicenda, muore appena abbozzata. E cosi Gremo e Di Pacco, Bovida e Crippa, che formano l'avanguardia del gruppo, vengono presto assorbiti. Ma 11 Brinzio non è ilontano: chissà che l'ultima fatica non ci riservi qualcosa di decisivo. La selezione sul Brinzio Il primo tratto vede il plotone compatto, comandato da Camusso; ma quando la salita si fa più dura. Bertoni passa deciso all'attacco. Allora, automaticamente si fa la selezione: non restano più con lui al comando cho Gremo, Piemontesi, Camusso. Morelli, Di Pacco e Guerra. Poi ad un tratto Di Pacco accelera e solo Bertoni gli sta soito. Gli altri cedono: gli ultimi sono Gremo e Guerra. Ma questi due si ricongiungono quasi subito. La cosa non garba a Di Pacco; il toscano scatta e solo Bertoni risponde. Ma ecco di nuovo Gremo netla scia dei primi. Un po' di uegua ed anche Guerra riprende. Di Pacco iperò e -inesauribile; riparte come un bolide. 11 più pronto questa volta è Gremo. Lotta a denti stretti, ma senza frutto. Sulla vetta i quattro sono ancora insieme con un vantaggio di circa due minuti sugli inseguitori, che sono capeggiati da Piemontesi. Intanto apprendiamo che ai piedi del Brinzio il bustese Mara ha forato. Cambio di rapporto; Di Pac co è il più sollecito e si getta come una freccia verso Varese. Gii altri tre a cento metri alla caccia del levriero. Nell'abitato di Robarello, sobborgo di Varese, Bertoni sbanda e cade, l'eren dosi assai gravemente. Gremo frena, mentre Guerra fugge velocissimo. Ben presto egli è alle spalle del compagno dì squadra. I due filano a tutto vapore avvicinandosi a Varese. La erisi di Piemontesi Dopo la città troviamo assieme Morelli, Fossati, Pancera, Gremo, Mario Bianchi, Graglia e Zanaga; nella discesa della Ma.rcolina Fossati capitombola e viene raggiunto da Piemontesi che sarà però lasciato dal grigio su un tratto di salita del quale approfitta Fossati per ricongiungersi con I primi. In questo momento Di Pacco e Guerra hanno un vantaggio di 1*. Essi continuano a comandare la gara. Fuori di Tradate, passaggio a livello' chiuso. Guerra e Di Pacco debbono scendere, ma non perdono che pochi secondi. La lotta continua a distanza; lotta meravigliosa ma impari, perchè gii inseguitori hanno il vantaggio di essere in parecchi. Ma essi pure non hanno tinti fortuna ed alcuni accusano stanchezza. Infatti quelli che riescono a portare a termine il vittorioso inseguimento sono Mario Bianchi, Gremo, Zanaga, Fossati ed il piccolo prodigioso Barai. Essi soli possono arrivare alle spalle dei grigi alle porte di Milano e precisamente a Musocco. Graglia, che ha fatto una corsa brillantissima, è vittima di una bucatura; ugual sorte tocca a Pancera. mentre Morelli e Piemontesi sono Uniti. I sette uomini che compongono il gruppo di testa irrompono al Velodromo guidati da Guerra. Alla campana va al comando Zanaga, ma Fossai lo passa e sorveglia chi gli sta alle spalle. Sul rettlineo Di Pacco avanza al largo, ina anche Bianchi parte veloce. Fossati resiste e può vincere indisturbato, mentre Bianchi regola Zanaga t Di Pacco. Abbiamo seguito la corsa a bordo di una macchina degli organizzatori. I giovani all'ordine del giorno Onesto Giro di Lombardia, che ha avuto un. risultato tinaie imprevisto — in quanto il vincitore è balzato fuori dai ranghi di coloro che hanno occupalo un posto di rincalzo nello fasi più vivaci della corsa — è servito u mettere in luce alcuni giovani, non proprio sconoscimi e non ancora tuttavia cosi noti da richiamare su di sè alla vigilia, l'attenzione dei competenti e degli sportivi. Questi giovani hanno il merito di avere dato scacco matto agli o assi », a tutti coloro che alla vigilia abbiamo con una unanimità veramente commovente, designalo quali probabili protagonisti. Occorre infatti dire che Frascarelli e Negrini dopo cento chilometri erano fuori combattimento (e notgrsdocqsv-I ".ulu" senza diritto d appello) mentre o !l'iemontesi, che sembrava poter gioca-\re. tmo alla fine il ruolo di leader, ve invìi a trenta chilometri dall arrivo lasciato surplace, indovinate da chi? jn.ii più che modesto Barrai. Anche per Piemontesi era finita. o-' Ed ecco aillora con cipiglio autorevoa, le farla da padroni Di Pacco e Guerrni. I due grigi, giovani d'anni e di . ao - l- Esperienza, hanno dato tutto quanto potevano. Con soli 45" di vantaggio a Tradnte avevano a Saron.no l'ó". A n-j venti chilometri dall'arrivo c-.-ti erano ejdunque ancora buoni primi. Gli inse¬ guitori invano avevano tentato di colmare il distacco. Nel serrate » Tal- '--r-i (1*1% ma winzjountn -lai "»::ri- a o i i d o i i n i a e a e e . i , n o o i u I e . . o' o i a i o o , csa a a eo oal a a a o hi ò hi o i. ne Interesse, di Zanaga. Mario Bian olii, Creino (Fossati recitava la parte dell'uomo morto) poteva aver ra gione del coraggio di Di Pacco e Guerra. Sul traguardo... ii morto dimostrava di essere ben vivo e vinceva il Giro della Lombardia. I beniamini di Girardengo Quella odierna è stata la beneficiata dei pupilli di Girardengo. Fossati, l'uomo dagli inizi Incolori dai finali prodigiosi, ha rallegrato oggi il cuore, che è per lui quasi •paterno, del Campionissimo, n piccolo di Novi ha corso con giudizio, e quando tutti, ohi più chi meno, erano sfocati, egli trovò tanta energia e si curezza da battere a piacimento 11 veloce Mario Bianchi. Di Pacco è una scoperta del Giro d'Italia. Si correva la Potenza-Cosen za. Di Pacco -era un isolato. Sulle salite ultime di quella tappa, veri letti di torrente, Di Pacco se n'andò come oggi sul Brinzio, con le mani in alto sul manubrio e con una scio! tozza di pedalata ammirevole. Quel giorno DI Pacco arrivò staccato perchè all'ultimo chilometro — egli che aveva dato dei grattacapi anche a Binda — fu preso dai morsi della fame. Girardengo capi chi era il ragazzo e 10 invitò a cena. Da quella sera il livornese -indossò la maglia grigia Oggi, avrebbe meritato di vìncere. Egli ha scalato 11 Brinzio passeggiando. E tutti dietro a sudare, a ri chiamare le più riposte energie. D Pacco, che ha la complessione di un atleta perfetto, dominava da gran si gnore la scena. Guerra: un altro che vien su nella famiglia di «Gira». Raccomandato da un ainico mantovano al Campio nissimo, questi si è riservato di prò vario nella Milano-San Remo e nel Giro del Piemonte. La prova fu sod disfacente se non brillante. Oggi è stalo ammirevole. Ecco un altro che farà del cammino. Mario Bianchi è ffiu.nto secondo, ma non è piaciuto troppo. Zanaga è stato invece degno di ogni elogio. Gremo ha avuto tòrto di lavorare troppo in (principio per Frascarelli. In sulla fine scontò lo sciupio di energie del mattino. Liete sorprese La sorpresa e .-iato Barrai. Chi era il pinerolese fino a ieri? Nessuno. Limitò la sua attività alle .corse piemontesi. E nella regione non fece cose strabilianti. Ma è un ragazzo serio. Ha ventidue anni. Un viso di fanciullo. Era alla prima corsa con gli ossi: ha fatto vedere le terga agli omoni. Una parola per Graglia. Era con il gruppo che raggiunse i primi due a Tradate. Una bucatura lo appiedava a venti chilometri dal traguardo. Era finita. Eppure Graglia è un altro giovane che è stato rivelato dal Giro di Lombardia. Il torinese l'anno venturo sarà degno avversario dei vincitori di oggi. E anche Camusso — prodigioso per i due terzi della corsa — avrebhe potuto avere la sua foglia di lauro se non avesse sciupate troppe cartuccie sul Magreglio e sul Marchirolo.11 bersagliere ha ancora da imparare il mestiere. Un nome che non figura nell'ordine d'arrivo e che va ricordato e quello di Bertoni. Il varesino è stato uno dei più brillanti attori del Giro e se la sfortuna non lo colpiva proprio sulla soglia di casa sua, forse il finale di corsa avrebbe avuto un'altra fisionomia. L'allievo di Binda ha confermato di avere della stoffa. Ricapitolando: un Giro di Lombar dia abbastanza interessante anche se ha avuto pause monotone nel tratto Lecco-Ponte Tresa. Un Giro tuttavia disputato a una media rispettabile e che se non ha visto gli assi brillare ci ha fatto assistere olla prova encomiabile di alcuni giovani 1 quali ci hanno detto che vi sono nei quadrdi riserva, degli rifinenti che promettono bene. E' un lieto auspicio per la prossima stagione. Ed è nel contempo una garanzia che i vuoti, che si determineranno per i raggiunti limiti di età dii parecchi « routiérs », saranno colmati e" degnamente. C. TRABUCCO. fL'di d'i