Il gruppo parlamentare socialista acconsente di partecipare al Governo

Il gruppo parlamentare socialista acconsente di partecipare al Governo Il gruppo parlamentare socialista acconsente di partecipare al Governo Si attende la deliberazione del Consiglio Nazionale • del Partito Briand rimarrebbe agli Esteri Parigi, 28 mattino. La notte porta consiglio e i socialisti, che ieri all'audizione di Daladicr si erano dimostrati inclini più al ritinto che non all'accettazione delle offerte loro fatte, si sono ieri mattina, in una riunione di due ore, decisi, a maggioranza di 36 contro 12, a rispondere affermativamente. L'ordino del giorno votato dai tre quarti all'incirca dei membri del gruppo parlamentare dice: « 11 gruppo socialista del Parlamento esprime avviso favorevole all'accettazione dello proposte di Daladier, conferma il mandato daio alla delegazione esecutiva e invita la presidenza del panilo a convocare il Consiglio nazionale per fornirgli un'informazione completa ». La partecipazione non dovrebbe più dipendere dunque se non da un voto più formale che sostanziale del Consigliò "dei delegati dipartimentali indetto per domami sera, il quale Consiglio non dovrebbe a fìl di logica trovare grati che da obbiettare a un;i decisione presa da 3tì deputali del partito. ■A questa fiducia sono infatti improntati i commenti odierni dei giornali di sinistra, i quali danno un ministero social-radicale come poco meno che bell'è fatto. Scrive con entusiasmo il « Soir »■■ » La necesilà di aspettare anzi tutto la decisione del Consiglio nazionale e poi di mettere a punto il programma governativo, lascia evidentemente supporre che la crisi non sarà ufficialmente terminata prima di qualche giorno, ma di fatto essa lo è di già. 1 dottori in aritmetica e gli equilibristi di cifro possono ora a loro agio combinare i loro pronostici tendenziosi conditi di sorrisi amari. Oli editori patentati di profezie ad usimi, ilelphini (possono assicurarsi gli occhiali sul naso e predicai* le loro temibili opinio all. Tempo sprecalo, formazioni inutili. I calcoli che valevano ieri in una Camera incerta ed esitante non varranno pili nulla domani davanti aHa nuova situazione. Un evento come quello che si è prodotto nella storia politica del nostro paese modifica i valori e sconvolgo le posizioni tradizionali. La democrazia imbavagliata e beffata da qualche anno riprende i suoi diritti e darà battaglia attorno ad un capo risoluto ». La distribuzione dii portafogli A meno che il Consiglio nazionale socialista non si opponesse alla partecipazione, avremmo in conclusione, forse fin da martedì, un Ministero social-radicale in cui i socialisti avrebbero — secondo quanto si diceva ieri.— i portafogli degli Esteri (Paul Boncour) e delle Finanze (Vincent-Aurini), e -i radicali hi Presidenza col portafogli degli interni e quello della guerra. 1 radicali sarebbero rappresentati al potere da Daladier, da Chautemps, da Herriot e Francois Alberi; i socialisti delegherebbero, oltre che i due nominati, probabilmente Renaudol e Compaire Morel. Potrebbe poi darsi che, per cattivarsi il favore della sinistra radicale, più che mai necessaria a permettere al Ministero di reggersi, un portafogli secondario venisse offerto a un membro di questo grappo, Daladier ha incominciato subito ad occuparsi della distribuzione dei portafogli per non perdere inutilmente le 24 ore richieste dalla convocazione del Consiglio socialista. Ma la questione delle persone è questa volta meno grave del solito, trattandosi di dividere semplicemente a metà il peso del potere, invece di ripartirlo tra un numero ingente di grappi e sottogruppi. Il solo particolare spinoso in materia consiste nella condotta riti adottare verso Brifind. Bisogna mantenerlo al Ministero degli Fsteri? E in questo caso quale portafogli a» segnare a Paul Bnncour e dove va a Unire il principio della parità di poteri tra socialisti e radicali? Ora pare che Brian/i, interpellalo stasera da Daladier, abbia precisamente fatto comprendere al neo Presidente del Consiglio che non avrebbe .per conto suo nulla in contrario a restare ministro degli Esteri nel suo Gabinetto, accanto ai socialisti. Si tratta, dunque, di trovale un compenso onorevole per Paul Bcncour. Dovrà Daladier cedergli il portafoglio della Cuerra? La cosa non è impossibile. Uomini o programmi Ad eccezione di Briand, il Ministero Daladier sarebbe, in ogni caso, pressoché totalmente composto di uomini nuovi, cosa la quale, a parte la circostanza che si tratta di uomini di sinistra, costituirebbe nella storia parlamentare della Francia un fatto poco meno che stupefacente. In quanto al programma che tale Ministero svolgerebbe, bisogna supporre che esso debba risultare da una transazione fra il programma socialista e quello radicale, ossia consistere nel programma minimo socialista accoppiato al programma massimo radicale. Vedremo dunque risorgere dalle ceneri il famoso spettro dell'imposta sul capitale? Vedremo l'evacuazione immediata del Reno? Vedremp l'adesione alle esigenze anglo-americane in materia di disarmo terrestre e navale? A parer nostro, non ci sembra che sul terreno internazionale i mutamenti di rotta della politica francese possano esser.e molto notevoli, anche se al posto di Briand vada Paul Boncour, uomo clie i membri del Consiglio della Lega delle Nazioni sanno per esperienza atto a difendere gli interessi francesi con non minore tenacia di un altro. Se un mutamento deve ragionevolmente temersi in questo campo, è purtroppo un peggioramento dei rapporti fianco-italiani o quanto meno una minore probabilità di intesa nelle future conversazioni preparatorie alltr Conferenza navale. Ma non anticipiamo gli eventi, calcando sin d'ora la mano su opposizioni che si hi ranno sentire da sè fin troppo presto. Dove 1 mut .lù.iiii dimenitelo, a riè e ieraricicilacedivaledisodorezilerecaimPtispsgzileinvmchntazaChdchpsiil codlaroclràpbtuchràlarepctidinqquaslaptendsddPisgMcqvsbpcdmLc»ettzsddPlsbqlscllgfqbstttgngqatcvnmvrzspsssndcs rigor di logica risultare importanti è sul terreno della politica interna e specialmente fiscale ed economka. Una diohiarazions . dol Congresso di Reims 11 Congresso di Heims ha votato ieri, prima di sciogliersi, una dichiarazione manifestante il suo desiderio di pace, la sua fiducia nell'amicizia inglese e auspicante il ravvicinamento politico ed economico della Francia e della Germania, l'accettazione dell'arbitrato obbligatorio di tutti i conflitti senza alcuna riserva, la riduzione, il controllo generale degli armamenti, la conclusione di intese doganali, prima tappa verso la federazione europea, ecc. Nel documento il partito «si dichiara partigiano di proseguire la sua azione per la riorganizza zione dell'esercito e la limitazióne delle siie spese. Autore dell'imposta sul reddito, ne assicurerà la esatta applicazione, estendendo la formula alle imposizioni dipartimentali e comunali. Per le eccedènze del bilancio, esso ri tiene che delibano essere destinate a spese sociali, pur facendo fronte agli sgravi che si impongono sulle riduzioni alla bn.se, sulla moderazióne delle imposte sui salari e delle imposte indirette. In presenza del problema che viene posto della razionalizzazione dei metodi Industriali, il pattilo radicale chiede che il Consiglio nazionale economico venga trasformato in modo tale che, divenuto onganistno centra! zzante le informazioni economiche, sia Chiamato n beneficiare dell'esperienza delle forze sindacali. Ilei resto, ritiene che il commercio, l'artigianato e le piccole industrie delibano, pei- difendersi contro le fraudi imprese, trovare il mezzo di organizzarsi e in particolar modo certe facilitazioni di credto. Il partirci radicale, d'accordo con la Confederazione Generale del Lavoro, per realizzare le riformo sociali clic la classe operaia reclama, chiederà per le assicurazioni sociali l'applicazione alla data (Issata dalla lodge, beneficiando dell'esperienza della mutualità e apportandovi le modifiche chieste dall'agricoltura. Esso continuerà a sostenere i produttori rurali con la regolamentazione dei mercati di cereali, le riduzioni delie tariffe di trasporto, il controllo dei concimi, la creazione di cantine, di silos cooperativi ecc. ecc. ». Il problema della maggioranza Ma che cosa pensa il partito radicale delle tre condizioni socialiste in materia di politica interna che qui indicammo l'altra sera? Sino a qual punto ciascuno dei due partiti associati rinunzierà ni propri postulati programmatici in omaggio al programma dell'altro? E finalmente, dove è la maggioranza per sostenere nella Camera attuale l'opera di un Governo puramente cartel listo? Che I.ouclieur, contro l'offerta di un portafoglio per sè o per uno dei suoi, come, ad esempio, l'ori. Pietri, possa decidersi a tradire gli interessi della borghesia che rappresento, forse con la speranza di meglio difenderli, nulla di impossibile. Ma i 52 voti della sinistra radicale, che portano a circa 580 il totale di quelli di cui potrà disporre il nuovo Ministero, basteranno essi a costituire una maggioranza? Il problema, in sostanza, non ha fatto un passo innanzi in questi giorni di crisi, e la difficoltà di sprigionare dall'attuale Camera una formula ministeriale idonea rimane intera. C P

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