I particolari

I particolari I particolari (DAL N 0 S T ti o INVIATO) Bruxelles, 24 notte. Fin dalli; 9, due distaccamenti del 9.0 Reggimento di fanteria di linea con musica e bandiere, comandati dal colonnello Wibicr, si erano allineati nel piccola Square che precede immediatamente le tomba del Soldato Ignoto. Nelli piazza della Colonna del Congresso una folla enorme si era ammassata, contenuta da basse barriere di legno e da cordoni di polizia. Un'altra folla ancora più numerosa si accalcava lungo i marciapiedi della Rite Royal, die doveva essere percorsa dall'automobile del Principe. Alle finestre e ai balconi che circondavano la Piazza, come d'altronde a tutte le finestre e a tutti i balconi di Bruxelles, bandiere italiane e belghe mischiavano in una fantasmagoria pittoresca i loro colorì. Attorno alla tomba vegliavano tre ufficiali belgi e tre ufficiali italiani, e dietro la fiamma sacra sventolava la bandiera degli ex-combattenti italiani portata dal principe Ruspoli. Si notavano inoltre le bandiere dei raggruppamenti degli exCombattcnli belgi e il gagliardetto del Fascio di Parini. A poco a poco incominciarono ad arrivare le automobili delle autorità. Arrivò per primo il generale Iilestens, comandante la prima Circoscrizione, militare, il colonnello Tasnier, comandante della Provincia del Brabanle, il JJorgOmastro di Bruxelles, Max, l'Ambasciatore del Belgio a Romi e il Ministro della Difesa Nazionale conte De Broqueville. Poco dopo giunse il marchése Carlo Durazzo, Ambasciatore d'Italia, seguilo dai consiglieri, conte Bordonaro, duca de la Tour, Cono, ten. col. conte di Pralormo, dal signor Giuriati, Console d'Italia a Bruxelles, e dai comm. Vescovadi e Rinaldini. Nella piccola rotonda vicino alla tomba del Milite Ignoto si trovavano inoltre numerosi giornalisti, fotografi, cinematografisti, delegazioni del Partito Fascista belga c delle Associazioni dei Combattenti e dei Mutilati. Esattamente alle 9,45 le trombi squillarono l'attenti, le truppe si ti rigidicaito, mentre la folla aveva un ondeggiamento di curiosità. L'automobile che portava il Principe si fer¬ viò nel centro della gradinata che scende alla tomba del Milite Ignoto. Egli era accompagnato dal generale Clerici e dai due ufficiali di ordinanza, maggiore Tullio Sovera e capitano Piroddi. Appena l'automobile si fermò dalla folla parti una sola altissima ovazione: a Viva il Principe ». Poi la folla all'improvviso tacque. Umberto di Savoia aveva appena lasciata la vettura reale, e la Banda militare, schierala intorno al monumento, aveva incominciato a suonare la Marcia Reale, quando ad un tratto è echeggiato sinistro un colpo secco di rivoltella. Segui un momento di costernato stupore. Pochi dei presenti avevano notato che un individuo di giovane età, confuso fra la moltitudine, approfittando del momento in cui l'attenzione della Polizia era rivolta all'adempimento del dovere, e la truppa era tutta sull'attenti o in posizione di presentat'arm, si era avvicinato cautamente al recinto in legno costruito intorno al cenotaflo, poi, allungato il braccio al di sopra del medesimo, aveva fatto fuoco. La distanza fra lo sparatore ed il Principe era in quel momento di soli dieci metri. Un agente motociclista della Polizia, avendo scorto il gesto dell'individuo, con atto fulmineo abbassò il braccio dell'assassino, e il colpo parti verso terra. Fu un attimo. Poi la folla dei circostanti, come un sol uomo, si scagliò contro lo sconosciuto. Uno dei primi a lanciarsi è stato V erculeo chauffeur di Re Alberto, il quale, come s'è detto, aveva condotto il Principe dal Palazzo Reale al monumento. Lo chauffeur ha afferrato lo sparatore per un braccio e ha cominciato a tempestarlo di pugni. Subito dopo, ai colpi dello chauffeur, si univano quelli della folla. Salva'o Hai IineIae?to L'indiviuo sarebbe stato certa-1 mente ucciso te i numerosi agenti di polizia non fossero intervenuti a sottrarlo alla giusta ira del popolo. GH agenti hanno dovuto sostenere una ardua lotta prima di shuppare dalle ulti ni ilit pittimi it .>/•<«( uot clic itlit-\ guinava abbondantemente. Gli ageu-\ ti lo hanno fa'to entrare in una au¬ tomobile per scortarlo al posto di polizia; ma era tanto debole per la tempesta dei colpi ricevuti e per l'abbondante e sùbita emorragia dal naso e dalia bocca, che fu necessario sollevarlo di peso per deporlo cosi malconcio nella macchina. La folla ha rincorso l'automobile che si dirigeva al piv vicino posto di polizia, ma è stata distanziata ed è giunta nel momento che il prigioniero era già entrato. Mentre poi attenderti acclamando al Principe e imprecando all'attentatore, la folla lo ha scorto che saliva in un furgone automobile per essere trasportato alle carceri centrali. I dimostranti si sono subito messi dietro il furgun» lanciando contro di esso numerosi sassi. Il furgone ha però aumentato la velocità e in breve ha raggiunto il cortile delle carceri. La moltitudine, giunta alcuni minuti dopo, si è data allora a una clamorosa dimostrazione ostile gridando : « A morte, a morte, dateci l'assassino! ». La dimostrazione è durata parecchi minuti e si è sciolta solo in seguito alla ferma opera di persuasione della polizia. La rivoltella lasciata radere dopo il primo pugno assestatogli dalle chauffeur di Re Alberto, e stala raccolta e consegnata alla polizia. La magnifica calma del Prinoips Frattanto, intorno alla tomba del Milite Ignoto la cerimonia si svolgeva come se nulla fosse accaduto. Pur comprendendo che il colpo era stato diretto verso di lui, e benché aresse udito il proiettile sibilargli vicinissimo, il Principe Umberto è rimasto meravigliosamente calmo. Il chiaro, luminoso soniso che gli è proprio e l'ha reso popolare presso tutti i pubblici che l'hanno acclamato, non ha lasciato un istante le sue labbra. Alla folla, che nell'impeto della reazione e come a manifestare il suo sdegno e la sua esecrezione per il nefando attentato, freneticamente applaudiva, egli ha rispo sto con la consueta pacatezza vera mente regale. Come se tutto si fosse soolto senza il minimo incidente Egli si è recalo al basamento della tomba e vi ha deposta una magnifica corona di fiori sulla tomba, mentre le truppe presentavano- le armi. Le fanfare hanno intonato 'Inno italiano e. a Brabanronne. Dopo di che la cerimonia ha avuto il suo seguito secondo quanto era stato prestabilito, compresa la rivista passata dal Principe alle truppe che prestavano servizio d'onore. La stampa belga è infatti unanime nel riconoscere il grande sangue freddo di cui ha dato prova Umberto di Savoia. Veramente splendido è statar anche il contegno del popolo, che quando s'è accorto dalla sere nità del Principe della sua incolumità, ha salutato nuovamente il san gue freddo dell'Erede al Trono con unanimi fragorosi applausi. La cinica confessione dall'attentatore Condotto al posto di polizia dagli agenti.e anche ila due italiani che nel tragico frangente erano energicamente intervenuti, l'aggressore è slato interrogato immediatamente. Sanguinante dal volto, coi vestiti laceri e la persona contusa, presentava un aspetto sconvolto. Egli è un giovane di media statura, dai capelli rossi, vestilo piuttosto dimessamente. Ha dichiarato di chiamarsi Fernando De Rosa, nato a Milano il 9 ottobre 1903, laureato di recente in giurisprudenza all'Università di Milano. Il De Rosa è stalo poi sottoposto ad un lungi interrogatorio a Palazzo di Giustizia. Egli ha affermato di essere giunto nel Belgio il 22 corrente, martedì, e di essersi recato ad Anversa, perchè supponeva che le diverse stazioni di Bruxelles sarebbero state rigorosamente sorvegliate. Ha precisato di essere arrivato a Bruxelles da Anversa ieri sera e di avere passalo la notte in un albergo nei pressi della stazione del Nord. Ha soggiunto di avere il proprio domicilio a Parigi Boulevard Barbès n. 5, ma di abitare in realtà a Saint Gratien, presso Enghien, e di seguire i corsi dell'Istituto di rue Saint-Jacques. Il De Rosa ha dichiarato di essere venuto nel Belgio con la intenzione di uccidere il Principe Umberto per ragioni di coscienza, essendo egli membro della Seconda Internazionale. I tuoi documenti e l'ama Su di lui è slato trovato un passaporto svizzero scaduto, che era stato •ontrollaio alla stazione di Bruxelles dal servizio di sicurezza della ferrovia. Venendo da Parigi, egli ha dovuto pagare una tassa perchè il sito passaporto non era ]iiù tu regola: e veline lasciato passare avendo egli mostrato una carta di identità francese per gli stranieri, carta ìche era perfettamente in regola. La [rivoltella di cui si è servito il De Uosa è di grosso calibro, a tamburo, nichelala e nuovissima. Il tamburo portava ancora una cartuccia a palla di piombo inesplosa, e il bossolo del proiettile sparato. A terra presso la rivoltella sono state raccolte altre tre cartucce. L'Autorità ha disposto per il ritiro ed il sequestro dei bagagli dell'al tentatore. Il giudice istruttore ha poi spiccalo mandato di cattura contro l'arrestalo per tentalo omicidio, ed ha contemporaneamente confermato il mandato di cattura contro tre dimostranti arrestali in occasione delta dimostrazione contro. l'Ambasciala d'Italia venerdì scorso. Il De Rosa ha poi subilo un secondo interrogatorio, durante il quale ha dimostrato un contegno sprezzante e spesso cinico. In base agli ultimi accertamenti della polizia, egli è risultalo appartenente alla organizzazione sovversiva italiana che ha sede a Parigi, | intitolata al. nome di Matteotti, della quale copriva la carica di segretario e di tesoriere. Nella colluttazione con la folla il De Rosa ha riportalo la frattura di un osso mascellare, tanto che ha potuto con molta -iifftcoltà rispondere ai primi interro' gatori.