Il Canadà rifiuta a MacDonald

Il Canadà rifiuta a MacDonald OMBRE SUGLI ACCORDI DI WASHINGTON Il Canadà rifiuta a MacDonald Io smantellamento della base di Halifax a o e i » a o l i n i Montreal, 21 notte. Un'accoglienza ben più entusiastica di quella ricevuta a Ottawa ha avuto oggi MacDonald quando scendeva dal treno, dopo una notte di viaggio, insieme con la figlia e coi membri del suo seguito. Il soggiorno di MacDonald a Montreal sarà, però, brevissimo. Infatti egli partirà domattina alla volta di Chicoutimi. Salvo qualche discorso, come quello che egli deve pronunciare stasera al Club Canadese, nei quali le questioni politiche o diplomatiche verranno quasi del tutto gnorate, la missione del Primo Ministro su questa sponda dell'Atlantico può dirsi terminata. Gli rimangono ancora pochi giorni prima di imbarcarsi a Quebec per 11 viaggio di ritorno In Inghilterra, ed egli intende utilizzarli per il solo ricupero delle sue forze in vista delle fatiche che lo attendono a Londra, ove giungerà proprio quando in Parlamento conservatori e liberali avranno già iniziato il loro attacco contro la politica economica del Governo laburista. Atmosfera mutata Il Primo Ministro si dichiara molto soddisfatto del suo soggiorno nel Canada, che è stato, malgrado le lunghe e delicate conversazioni col Primo Ministro canadese on. Mackenzie King, quasi un periodo di riposo in paragone dell'attività da lui esplicata agli Stati Uniti. Ciò che è alquanto mancato a MacDonaltì qui è l'universale simpatia che lo aveva circondato dal primo momento del suo arrivo fino all'attimo della sua partenza dalla vicina Repubblica. Non appena varcato il confine, l'atmosfera morale è immediatamente cambiata. MacDonald forse non si attendeva questo cambiamento, ma egli non era più l'ospite straniero recatosi in America con la benedizione dei suoi ammiratori, gli auguri più o meno sinceri dei suoi avversari e il supremo riconoscimento della sua missione da parte di Re Giorgio. A New York e a Washington MacDonald era niente altro che il più autorevole rappresentante dell'intera Nazione britannica e l'apostolo di un pacifismo senza partito e forse di tutti i partiti. Varcata però la frontiera, egli ridiveniva il Primo Ministro d'Inghilterra, Primo Ministro di un Gabinetto laburista e membro del partito laburista. La i i a a o , a e o e i . a a appartenenza a un partito che gli Stati Uniti avevano ignorato e che MacDonald chiese fosse del tutto ignorata, ha invece conferito un carattere troppo casalingo alle cerimonie che il Governo canadese haorganizzato in suo onore. Il Primo Ministro Mackenzie King, capo di un Governo liberale, unito al colle-, ga inglese da forti legami di amici-i zia provata e di lunga data, poteva ignorare le poco cordiali relazioni esistenti tra i suoi correligionari radicali inglesi e il partito laburista, ma il partito conservatore canadese non poteva, volesse o no, ignorare il MacDonald laburista, vincitore nelle elezioni legislative di quest'anno e sconfiggitore di Baldvvin. Preoccupazioni elettorali Le difficoltà della situazione politica nel Canada si fecero evidenti non appena MacDonald iniziò i suoi colloqui con Mackenzie King. A tal punto, che, al termine di essi, i due statisti dovettero, di comune accordo, riconoscere che l'idea di una dichiarazione comune, analoga a quella diramata a Washington al termine dei colloqui col Presidente Hoover, doveva essere abbandonata. Siamo cosi privati di un documento, al quale si attribuiva un'enorme importanza, poiché era generale la sensazione che esso avrebbe contribuito a porre una quantità di indispensabili punti sugli « i » nel contesto della vaga dichiarazione washingtoniana. MacDonald però si accorse che ognuno di questi punti sugli ti i » avrebbe avuto per effetto di rendere maggiormente difficile la situazione politica del Governo di Mackenzie King. Il momento infatti per intavolare ampi negoziati col Canada non era davvero opportuno. Il Gabinetto liberale attualmente al potere a Ottawa, è giunto all'ultimo anno di vita. La legislatura ha ancora circa sei mesi di vita, e nessuno osa fare il più modesto pronostico su quale Governo sarà al potere nel settembre dell'anno prossimo. In questi ultimi sei mesi di vita dell'attuale Parlamento, più che legiferare si affileranno le armi per la prossima lotta. Il partito conservatore, convinto di riportare la vittoria e ammaestrato al tempo stesso dalle elezioni in Inghilterra, fin da ora ha incominciato ad affilare le prime armi ed è fermo il suo proponimento di non seguire l'esempio di fatalistica inattività dato dal Governo conservatore britannico. Mackenzie King non a torto si rifiuta di fornire agli avversari nuove armi, ossia una piattaforma per una clamorosa campagna tra le masse elettorali, campagna che può risultare pericolosa per il suo partito e dannosa in ogni caso per i buoni rapporti tra il Canada e gli Stati Uniti. Il valore della base di Halifax Così ò stato deciso di parlare il meno possibile della famosa base navale di Halifax. Hoover, come si ricorda, dietro suggerimento dei suoi abili esperti del Dicastero della Marina, aveva sollevato la questione della base navale, e della sua demolizione: a un certo punto aveva quasi tentato di farne qualche cosa come uno dei puntelli del nuovo edificio di rapporti anglo-americani con tanta pena costruito da lui e da MacDonald. Preso alla sprovvista e mosso soltanto dalla docu pbtnmiHogbKcfaididsKrlclst entazione che potè fornirgli di d, i a l . l o e a r n e o a a e e i i l e i i a a a o i e u punto in bianco l'addetto navale britannico all'Ambasciata d'Inghilterra a Washington, MacDonald non assunse certamente impegno, ma lasciò pure comprendere al suo interlocutore che la questione di Halifax sarebbe stata risolta senza ombra di difficoltà entro i prossimi giorni, non appena egli si fosse abboccato col suo collega Mackenzie King. Hoover inferi dalle caute dichiarazioni di MacDonald che Halifax era stata in realtà condannata a un rapido smantellamento, e tale interpretazione non doveva essere diversa da quella che MacDonald intendeva fosse dota alle sue parole. A Ottawa, però, dove la questione di Halifax venne immediatamente sollevata da MacDonald, Mackenzie King rilevò che Washington esagerava grandemente l'importanza della base navale canadese. Egli dichiarò apertamente che essa è, militarmente pnriandò, priva di qual siasi importanza, poiché quasi del tutto sguernita di mezzi non solo offensivi, ma finanche difensivi, al tempo stesso però non del tutto inutile, in quanto munita di un cantiere per le riparazioni dftlle navi. Tuttavia il Primo Ministro canadese si rifiutò di accogliere le vedute di MacDonald. TI Canada — fece osservare — sa che Halifax non costituisce una minaccia per nessuno, ma attribuisce a questa base un valore sentimentale, che non deve essere e non può essere ignorato. Halifax, pochissimo tempo fa, celebrava con immensa pompa il luO.o anniversario della sua esistenza. Essa inoltre possiede una scuola di allievi navali di cui tutto il Paese è orgoglioso. Si potrebbe smantellarla domani senza diminuire per nulla la difesa del « dominion » per far piacere ai concittadini del Presiden te Hoover, ma si rischierebbe di far sorgere un finimondo nel Canada, poiché tutti sanno qui che sulla questione di Halifax il partigp conservatore menerebbe una campagna a fondo anti-americana, nella quale incontrerebbe appoggi e incoraggiamenti nei più diversi ambienti. L'cm. Mackenzie King è obbligato a tener conto non solo delle buone re laziqni anglo-americane, ma dell'equilibrio delle relazioni fra le diverse parti dell'Impero britannico. Perchè tali relazioni e tale equilibrio possano essere sviluppati in un modo soddisfacente, il Governo attuale di Ottawa deve offrire il minimo alimento possibile ai sentimenti anti-americani diffusi attraverso questo « dominion », quale conseguenza delle nuove tariffe do ganali degli Stati Uniti. Vasto piano economico Questa è la realtà contro la quale si urta il buon volere di MacDo naia". L'opposizione conservatrice non può scendere in lizza nella campagna elettorale con un grido di guerra contro queste tariffe, sulle quali il Canada non ha possibilità di controllo, ma potrebbe presentarsi agli elettori con un grido di guerra contro il Governo attuale, responsabile di porre il Canada non più sotto la sola dominazione economica degli Stati Uniti, ma anche sotto quella militare e navale. Questa situazione creata dall'espansionismo economico degli Stati Uniti è stata la pietra d'inciampo dei negoziati attuali. Al tempo stesso però la manifestazione più antiamericanista nel Canada è dovuta ai colloqui fra MacDonald e Mackenzie King non appena essi dal terreno della politica estera si sono estesi al terreno della politica economica imperiale. Infatti la miglior forma di reazione all'espansionismo economico degli Stati Uniti 6 la intensificazione delle relazioni commerciali entro la cerchia dell'impero britannico. Oggi l'atto mirante a questa mèta è destinato ad ottenere il pieno e sincero appoggio dell'opposizione conservatrice, impegnata di fronte alla massa elettorale a difendere lo sviluppo delle relazioni imperiali. Su questo terreno dunque non sussistevano inciampi, cosicché la questione economica ha potuto essere discussa a fondo, senza che MacDonald e Mackenzio King dovessero ad ogni istante sentire la necessità di applicare freni e ricorrere a strattaemmi per non avvantaggiare i loro avversari politici. Risulta a questo riguardo che nulla di definitivo ò stato deciso, ma un'approfondita disamina dei bisogni economici dei due Paesi, della situazione delle loro industrie e della loro mano d'opera ha fatto risentire ai due statisti la necessità di applicare un piano di tariffe doganali tale da favorire la importazione di prodotti manufatti inglesi nel Canada. Cosicché, spinto da motivi del tutto diversi, Mackenzie King viene ad adottare vedute patrocinate dai suoi avversari conservatori e MacDonald fino a ieri avversario del libero scambio entro i limiti dell'impero, finiva per essere forzato dalla realtà della situazione a seguire su alcuni tratti le vedute de-' gli ultraprotezionisti. Un vasto piano di facilitazioni commerciali anglo-canadesi è stato così discusso fra i due statisti e con piena loro soddisfazione, poiché un successo su questo terreno avrà per effetto di rafforzare la posizione di Mackenzie King di fronte ai suoi oppositori favorevoli al protezionismo e quella di MacDonald di fronte alla sua opposizione, alla quale egli potrà offrire qualche cosa di ben più sostanzioso, come rimedio alla disoccupazione, di quello che finora ha potuto fornirle l'on. Thomas. Per di più il sistema di agevolazioni commerciali fra Londra e Ottawa darà modo al Primo Ministro del Canada di resistere alla richiesta dei conservatori di una più alta mu raglia doganale lungo la frontiera breaDdprporimAsitvgltlnctddrntnrplpdstmtvbdsansartdfdOnnnll degli Stati Uniti, la quale sortireb- a e i e à n e i l a a i i u e e i o a a i l i g e o o -' i o n n r i o a où ca r i a el a u a be l'effetto Immediato di distruggere l'opera riparatrice dei rapporti anglo-americani compiuta da iMaeDonàlcL La Conferenza imperiale Per porre in atto questo piano l due statisti hanno deciso di indirò per iil prossimo maggio una conferenza economica imperiale. La data potrebbe essere approssimativa, ma occorrerà avere l'opinione del laburismo, che fra una settimana assumerà, come si prevede, il potere in Australia. In tal modo MacDonald non riuscirà ad essere del Lutto inoperoso in questi giorni che dovrà ancora trascorrere nei Canada. Oggi ha dovuto dedicare buona parte della sua giornata alla cerimonia svoltasi all'Università MacGill, dove gld è etato conferito il titolo di dottore in legge « ad honorem ». Il Primo Ministro è poi molto preoccupato della campagna scatenatasi contro di lui ti a parte di alcuni giornali cattolici del Canada. La cosa sarebbe priva di qualsiasi gravità, se non fosse un Litro indizio della esistenza di correnti ostili al Primo Ministro in seno alle masse canadesi. L'incidente attuale è stato causato da un brano di un discorso pronunziato in un ricevimento intimo iovedi scorso. Il Primo Ministro, ricordando alcuni episodi della propria fanciullezza, narrò una storiella, nella quale era più che altro posta in risalto la notoria avariziai degli scozzesi. Narrò il Primo Ministro che nei suo villaggio nativo abitava un cattolico, il quale si recava ogni domenica ad un piccolo tempio cattolico che si trovava a 6 miglia dà! villaggio. Cosicché per recarvisi il buon credente era obbligato a prendere in affìtto un carretto con la spesa dì 6 scellini. Da buon scozzese, avaro fino all'estremo, egli pensò enei non si potevano spendere 6 scellini senza un vantaggio corrispettivo. Cosicché egli decise di ubriacarsi reolarmente il sabato per giustificare' a se stesso la spesa resa necessaria per confessarsi la domenica e ottenere l'assoluzione dal ministro di Dio. Questo aneddoto ha scatenato le" furie degli ambienti cattolici canadesi. Nel tempio di Santa Teresa a' Ottawa un notissimo predicatore canadese oggi dichiarava che MacDonald aveva pronunziato parole suonanti insulto. Una metà della popolazione canadese appartiene alla religione cattolica romana. MacDonald è dolorosamente sorpreso di questa interpretazione data alle sue parole e dichiara oggi che le sue parole non intendevano offendere nessuno, salvo i suoi amici scozzesi, f quali tuttavia sono i primi a ridere di tutte queste allusioni dirette o ìbdirette alla loro avarizia tradizionale. In una breve intervista concessa al rappresentante di un'agenzia ufficiale di Montreal il Primo Ministro ha ancora dichiarato stasera che non aveva inai pensato di offendere la comunità cattolica canadese e che, d'altronde, la sua storiella gli sembrò possedere non un carattere religioso, ma « essenzialmente scozzese ». Che cosa penserebbe MacDonald delie conversazioni italo-francesi , Londra, 21, notte. Il collaboratore diplomatico del Rally Telegraph dedica oggi una brev« noia alle conversazioni Malo-francesi, Intorno al problema delle limitazioni navali lo scrittore afferma di apprendere che l'iniziativa del Governo Italiano è dovuta in parte a • ispirazione! britannica ». « E' stato infatti l'on. MacDonald — sostiene lo scrittore — che nel corsoi di un .nie.hevole colloquio con l'Ambasciatore d'Italia, prima della partenza lper gli Stati Uniti, ha prospettato l'idea di conversazioni preliminari italo-francesi. Egli Infatti ritiene che. purché vengano condotte senza' pregiudicare le eventuali decisioni della Conferenza, le conversazioni posso- , no sortire ulteriori effetti rimuoven- " do o riducendo i pericoli di possibili serie divergenze tra l'Italia e la Francia, che potrebbero compromettere -I progressi della Conferenza e la sua' stessa esistenza. Quando la replica recente dell'Italia all'invito britannico venne trasmessa a Londra, essa fu accompagnata o seguita da spiegazioni verbali. Queste spiegazioni accennavae no al desiderio espresso preventivamente dall'on. MacDonald di poter designare al più presto possibile scambi di vedute franco-italiane sul tema degli armamenti navali. Veniva inoltro dichiarato che il Governo italiano nella sua replica a Londra si era astenuto da\ sollevare questioni tecniche * contenziose o di altra natuira, per duo motivi: ormai era ansioso di non ritardare l'apertura della Conferenza mediante una prematura formulazione di obbiezioni o di riserve; al tempo stesso era ansioso di non limitare In antecedenza la pi-ena libertà della Conferenza tn relazione al suo programma di lavoro ». Borati rifiuta di far parte della Delegazione americana Washington, 21 notte. Il sen. Borah, presidente della Commissione senatoriale degli Affari Esteri, ha declinato l'invito di partecipare in qualità di membro della Delegazione degli Stati Uniti alla Conferenza navale di Londra. Borah ha' giustificato il suo rifiuto affermando che partecipando alla Conferenza temeva che sarebbe stato costretto a limitare la sua indipendenza di giudi, zio e di critica sui lavori della Conferenza stessa dopo la sua chiusura,