Bucarelli afferma che il Massari è vivo ed è a Milano

Bucarelli afferma che il Massari è vivo ed è a MilanoPrammatica lenza processo Bucarelli afferma che il Massari è vivo ed è a Milano clamori, invettive -- La scomparsa di un verbale dalia Questura di Milano Milano, Ili notte. Il più appassionato Interrogativo e sempre quello che si riferisce al delitto di Mede. Escluso che l'eccidio sia stato compiuto da elementi dei due «ruppi, a quale di questi due gruppi risale l'uccisione dei poveri carabinieri ? Ma con questo Interrogativo altri ne sorgono. Il Massari è vivo? Oggi è la volta dei dubbi intorno alla 6orte che avrebbe avuto il Massari. 11 Massari è morto o t vivo? Nell'interrogatorio reso in udienza, Sante l'ollastro ha tenuto a far sapere che il suo compagno di ribalderia e « salvo «. Egli m- ha fatto ^ nome, nome partecipante alle imprese che gli sono attribuite appunto perchè il Massari è' « in salvo •. Pollastro si è espresso in questi termini precisi. Egli non ha affermato precisamente che il bandito sia vivo, ma l'autorità assicura invece che Massari è morto. Egli si sarebbe tolta la vita a Nuits-sous-Ravtères il 13 dicembre 19^6 per non cadere nelle mani della gendarmeria francese. Era stato scoperto mentre viaggiava sul predellino di una vettura alla stazione di Mombard. poco oltre il confine. 11 personale ferroviario ne aveva dato avvito telefonicamente alla successiva stazioni di Nults-sous-Ravières. In prossimità di questa stazione il bandito si hutt> a terra mentre il treno viaggiava ancora ad una velocità di circa 45 chilometri. Due ferrovieri accorsero pres io di lui interrogandolo. Per tutta, risposta il bandito disse prima che desiderava di essere lascialo in pace, poi punto la rivoltella. I ferrovieri si allontanarono per timore di peggio e andarono ad avvertire i gendarmi. Coinè costoro giunsero sul posto il malvivente si era gin allontanato, e per quel giorno non fu possibile rintracciarlo. 11 giorno dopo però gli stessi gendarmi, avvertiti della presenza di un randagio nei pressi del cimitero della città. accorse_o prontamente e trovarono l'uomo del giorno prima che tentava di sottrarsi alla loro vista Intimarono allo sconosciuto di alzar le mani. Eg.i allora cominciò a spara re contro gli agenti, ma senza colpire nessuno. Gendarmi, ferrovieri ed altre persone arrivate poterono stringere di assedio il bandito, che vista perduta la partita rivolse l'arma contro se stesso facendo esplodere due colpi. Egli spirava poche ore dopo senza poter pronunziare parola. 1 dubbi si addensarono sulla personalità del suicida e per altaiche tempo si ritenne che egli fosse Pollastro. I famigliari di costui ammisero che il cerpo, ritratto in fotografia, aveva molta somiglianza col bandito; ma in seguito attraverso le attestazioni di moltissime persone che ben conosceva in i due malfattori e che anche, di recente avevano avuto relazioni con loro si accertò trattarsi non del capo della banda, ma di Giacomo Massari che fu tra l suoi piti attivi e feroci affiliati. I dubbi di Bucarelli Oggi su questo riconoscimento, che fu dato dall'autoiità come sicuro ed ineauivocabile, eleva dei dubbi espliciti i'ex-vioe commissari'/ di pubblica sicurezza Bucarelli. Egli non esita a dichiarare che Massari è vivo « rintanato proprio qui a Milano ». Da qualche giorno, e cioè da quando si è iniziato il dibattimento, il Bucarelli assicura di aver usato i suol sforzi di detective '■ormai dilettante per scovare 11 bandito ftd-aflidarlo alla polizia. Ma non anuttpifino la cronaca al procediamo con ordine. Richiamato alla pedana quando si apre l'udienza, il cav. Bucarelli riprende stamane le sua deposizione per riIeri re intorno alle indagini da lui svolte circa il delitt"1 di via Manzoni. Rievoca il sopraluogo compiuto nella cantina sottostante dell'osteria Zanetti e il rinvenimento della giacca in una tasca della quale furon.i trovati docu mentì intestati al Novatl. Il teste ag giunge : — La responsabilità dtl Novati appare subito evidente; fu provata dalla scoperta delle impronte lasciate eco Procedetti al suo arresto poiché non si decideva a confessare, pregai un suo lontano parente certo Viola di coadiuvarmi nell'opera intesa a persuade re il Novati a confessare le responsabilità sue e dei suol complici. Chiamai in questura anch? la madre del Novati ed ìd presenza di lei e del Viola, l'arrestato, al quale avevo fatto — non lo nascondo — molte promesse. Un per confessare. Indico la parte avuta da lui e dagli altri ne! delitto e fece i nomi di GaribalJi Pedrocco (Peot 1a), di Mario (Pollastro) e di Martin (Massari', ed aggiunse che costoro fre quentavano l'osteria di via General Govone. Le indagini svolte in questo locale non ebbero dapprima esito for tunato. Tanto l'oste Colombo, quanto la moglie sua assicurarono di non annoverare fra la propria clientela-né 11 Pollastro ne gli amici di questi. Pensai allora che il Novati si fosse preso giuoco di me e tornai all'osteria col Novati stesso. Anche in presenza di costui i coniugi Colombo tergiversarono. Io decisi di « fermare « il Colombo che tradussi infatti in questura. Intanto interrogai la figlia del Colombo, dalla qual" ebbi indicazioni prezio se. La ragazza raccontò che la sera innanzi quattro Individui si erano riuniti ad un tavolo ver confabulare mi steriosnmente, appaltandosi poi con suo pariro. E aggiunse che sua madre t,veva procurate una stanza al Martin in via Castelvetro, 8. presso un'affittacamere. «Bugiardo, non è vero! » — Mi recai a questo indirizzo — continua il teste — e seppi dall'affittacamere che il Martin era uscito con una donna che aveva trattenuto presso di sè tutta la notte. Disposi un servizio di appostamento nella zona, collocando agenti in vari punti: nella portineria, nell'andrene di una casa prospiciente. Nel contempo telefonai ir. questura perchè mi si mandassero altri agenti Ma ad onta delle mie insistenze, il- commissario Stivala non mi mandò che tre agenti, 1 quali per altro non erano tali da dare sicuri Bfftdameti. Io, riprende il teste, eh* sono sempre stato disgraziatamente zelante, disposi tutto il servizio e rimasi solo coi commissario To rella. I banditi non frequentavano solo l'osteria di via General Govone. ma Anche altri locali. Agli agenti comandati nell'osteria di via Genera! Govone diedi precise istruzioni. Questo voglio dire pereti* nel disporre qup| s«r vizio non abbiamo mancato ad alcun che. Agli agenti dissi dunque: «Tenete la rivolte-Ila a portnij di mano ed al minimo pericolo sparate semza pietà ». Se gli sventurati sottufficiali mi avesse.o obbedito, non sarebbero stati trucidati. • — Bugiardo i Noi 6 vero1 — gridano la figlia e le vedova del brigadiere Pulvirenti. L'interruzione delle due donne determina un incidente. I^a voce di esse t> coperta da quella dei difensori, die insistono perehe l'episodio sia chiarito completamente: — I durati devono sapere nulo! Il presidente richiama in se le due 'donne, chp aggiungono concitatamente all'indirizzo de! teste: — Ma non si vergogna di dire que- ste cose, dopo aver prestato giuramento V 11 presidente cerca di calmarle, ma la giovane figlia del brigadiere Pulvirenli, aggiunge, con voce rotta dai singhiozzi: — Mi scoppiava il cuore se non rilevavo le bugie del Bucarelli. Presid. : — Comprendo 11 loro dolore, ma le esorto a mantenere! calme. Anche loro avranno modo di dire tutto quello che vogliono, ma a suo tempo. Ducarelli: — Non riesco a comprendere le invettive delle signore Pulvirenti, il cui contegno all'udienza è ben diverso da quello che dimostrarono con me dopo la tragedia. Io ho pianto con esse l loro morti, mi feci iniziatore di una sottoscrizione che fruttò più di 200.000 lire, ebbi dallle due famiglie dei ricordi degli scomparsi, che io conservo come cosa sacra. Ripeto che disposi i servizi in modo tale che. se i noveri La Corte e Pulvirenti avessero seguito le mie istruzioni, tenendo pronte le armlr la tragedia non sarebbe avvenuta. Un funzionario slorico E iil Bucarelli urla, rivolto verso il Pollastro che mantiene il suo solilo contegno impassibile: — Il maresciallo La Corte era un uomo capace di ammazzarvi dieci voltel Quindi prosegue, affermando che, se l'operazione non riuscì, la colpa deve essere attribuita ai famigliari dell'oste Colombo. Si era convenuto che la figliola del Colombo avrebbe segnalato l'ineresso del Massari con questa espressione di saluto; Buona sera Martin. Senonchè. ai banditi fu fatto contemDoraneamente, un cenno convenzionale : il Massari e il Poliast.ro, senza esitare, diedero mano alle armi, massacrando gli agenti. Il teste racconta che, mentre avveniva il conflitto, si era recato alla trattoria degli Angeli, In corso Garibaldi, ove aveva perquisito una ventina di persone. Ritornato in Questura, dopo questa operazione seppe del conflitto. — Mi precipitai, prosegue il teste, in via General Govone, gridando qome un pazzo e constatai che effettivamente gli agenti non mi avevano obbedito, sfiniti forse per l'estenuante lavoro a cui erano in quei giorni sottoposti. Si erano seduti e non erano stati abbastanza vigili. A questo proposito debbo ricordare che vi era a Milano un funzionario rimasto storico che non andava nè a mangiare, ne a dormire e (mesto funzionario ero io. In un anno e mezzo, arrestai quattromila pregiudicati. Ricordata la propria attività. Il Bucarelli dice, rivolgendosi verso il Colombo: — Mi dispiace per lei Colombo, ina devo ti irto che. mentre lei sta nella gabbia sua mcelio continua a tnten-dersola con il Massari. Si. perchè si gnori Giurati, il Pollastro dice il vero quando afferma che il Massari è salvo. Mi risulta che il Massari è a Milano. v.rebbe paventare 11 bandito. Ma, ora, |ei viene fuori con la storia dei.capei camuffato bene; egli ha tinto in bruno i suol capelli biondicci e sta rintanato in questa città. Dall'inizio del processo io lo sto ricercando e non mi darò pace finché non l'avrò trovato, anche a costo di lasciarci la vita. Le dichiarazioni del teste suscitano molta sorpresa e il presidente chiede al Bucareili: — Lei ha visto qualche volta il Massari? — Devo averlo visto piti volte. — Orbene, — avverte il presidente — noi abbiamo nei reperti una ciocca dei capelli del suicida di Nults sous Raviores; quella ciocca fu strappata al bandito durante la colluttazione avuta con gli agenti. Apriremo il plico, a suo tempo, e faremo le constataziloni opportune. — La moglie del Colombo è la persona più indicata per questo accertamento — osserva con ironia, l'avv. Danesi, mentre il procuratore generale chiede che sulla questione, ora contostata del riconoscimento del Massari, sia sentito il vice questore Rizzo che si occupò della cosa. — Il riconoscimento — osserva il rappresentante del P. M. — è avvenuto per opera di testi insospettabili. 11 De Rosa ha dichiarato che il Massari 6 merlo. Se fosse, vivo, il De Rosa per primo do : silo. li Unti e si vuol fare rivivere il bandito. Sentiamo il questore Rizzo che porterà elementi definitivi in propo-

Luoghi citati: Mede, Milano