Annaratone

AnnaratoneAnnaratone Quando Aristide Cesini siede si procede all'interrogatorio del quinto Imputato: il ragioniere Domenico Annaratone, I) cassiere della Banca di Mede. Omo1» sia !a sua posizione in questa causa, è notissimo. L'Annaratone ha 32 anni, ma !a calvizie e le sofferenze della prigionia, unite ali angoscia per la gravissima accusa, lo fanno apparire molto più vecchio. Tutti si fanno attentissimi. Dal suo posto, che è al centro della gabbia, J'Annaratone viene fatto avanzare ali angolo estremo verso il banco del Presidente. Pallido, contenendo l'emozione, che lo domina in questi istanti, egli si accinge a parlare. E parla con voce piana, senza scatti e senza arresti, ma con un tono che tradisce l'intimo strazio. Gli stessi condetenuti si tendono verso di lui per afferrare meglio le sue parole. In più di uno di costoro è come un senso di commossa solidarietà verso di lui. pres . _ Lei pure, Annaratone, è incolpato di avere partecipato al delitto di Mede. Cosa ha da dire? — Devo dire — risponde Domenico \nnaratone — che sono in carcere da oltre tre anni vittima di un errore addirittura madornale. Ero impiegato presso la Banca d"11a Lomellma fin dal 1909. L'istituto poi si fuse con la Banca Popolare di Novara. Ero »M: mato da tutti indistintamente, dai colleghi di ufficio dal superiori e dalla popolazione di tutta la zona della Iximeliina, non solo da quel.a di Me de. Con gli stessi carabinieri ero intimissimo. Essi, durante l'estate, quando io mi recavo presso la famiglia a Frascaro'o. mi Incaricavano del recapito della corrispondenza da loro diretta al sindaco di quel paese. Il ca: rabiniere Bellinzona era da tre anni a Mede e mi concsceva Intimamente Potrei dire che ero In amicizia con ■ui. Con l'appuntato Terzani 1 rapporti erano aneli- intimi. Quando essi erano in servizio lungo la strada di Fra scaròlo-Torreberetti, mi sono accompagnato con lori infinite volte. Essi conoscevano anche la mia famiglia. Ecco quello che ho da dire. Non ho altro da aggiungere. ,., I>res. : — Dica tutte quanto ritiene utile per la sua difesa. L'imputato risponde: — To non attendevo che questo Riorno per potè.: dimostrare la mia innocenza. — Dica, dunque, racconti come ha passalo la sera del 18 giugno. — La sera del 18 gimmo, uscito dalla Banca alle ore 18. mi recai alla farmacia del dottor Strada: con questi combinai di fare quella stessa sera, una gita a Sartirana: ma polche lo Strada non era libero che dopo le 19 si stabilì che ci sarenrimc sprvit.i dì un'automobile del Bertazzi 'I quale esercisc" un garage a Mede Mi recai a richiedere una automobili al Bertazzi e qupstl ordinò a uno ehauffeur, certo Avazzanl. di trovarsi per le 21 con la macchina dinanzi a un caffè Quando k> Strada usci dalla farmacia, ci recammo al Bar lìavazza, sito sulla strada di Sartirana, dow la figlia del proprietario. Maria Bavazza. ci servi una bibita. Partimmo, quindi, por Sartirana. ove giungemmo alle 21,30. A passeggio in un prato — Ci fermammo al bivio, sito in prossimità della stazione: ed al passaggio a livello incontrammo le si gtiorine Comolli e Zanotti con le quali abbiamo trascorso la sera, passeg giando nel prato, tra 11 passaggio a livello e il peso pubblico. Ci tratte nemmo con le due signorine sino oltre le 22,30 e indico questa ora, perchè ricordo perfettamente di avere estrai to l'orologio in seguito ad invito delle signorine, le quali volevano rincasare. Erano appunto le 22 e mezza. Assieme ci dirigemmo In paese, accompagnando le signorine per un buon tratto, fino al centro del paes»Lasciate le donne, siamo ritornati al bivio, dove ci attendeva l'automobiie e ritornammo a Mede. Devo aggiungere che il passaggio a livello, quan do stavamo per transitare, era chiusoDietro il cancello sostava anche un'al tra macchina, sulla quale si trovava il signor Nicro, il quale era In com pagnia del signor Perrone che ho sa lutato. Quando si aprirono 1 cancellsiamo partiti per i primi. A Mede, ci soffermammo ancora al bar Ravazzadove la figlia del proprietario ancora ci servi una bibita. Nel caffè si tro vava 11 geometra Carpauelll, col qua le ho scambialo alcune parole. Dopo esserci intrattenuti un dieci minuti o un quarto d'ora, uscimmo dal caffè avviandoci verso la piazza. Lasciai lo Strada e entrai nel Caffè degli Amici Non ricordo chi vi era nel caffè: ma notai i soliti frequentatori. Ricordo solo di avere trovato il signor Rossi, coi quale mi accompagnai poi a casa. Nel rincasare, notai 1 riflessi dei fari di una automobile puntati su Mede. Era la mezzanotte. Lasciai il Rossi e rientrai in casa. A questo proposito, ricordo di avere notato che le finestre della mia padrona di casa erano Illuminate. L'imputato conchiude: Non ho altro da dire, ma sono a sua disposizione per le domande che volesse farmi. Pres.: — In sostanza, lei dice di essere stato a Sartirana durante là notte In cui avvenne l'eccidio. E alle accuse mossele dal Vitali che cosa oppone? L'Imputato resta attonito. SI limita poi a dire: — lo non conosco il Vitali. Ma dalla gabbia, il Francesco Vitali interviene, gridando concitato: — Dico che devono mettere qui 1 commissari di Pubblica Sicurezza.'Sono loro che hanno commesso queste infamie! Pres (all'Anneratone): — E a proposito di quanto ha affermato 11 Ferrari, cosa ha da dire? — E' un errore. Io non no mal co nosciuto nè il Vitali, nè altri. Io ap pnttengo a una categoria di uomini di versa da quella composta dai Vitali e dai Ferrari. — Lei sa che sono state effettuate delle verifiche nei libri del garage presso li quale 'ia nok-gglcto l'automobile per recarsi -\ Sartiraaa. Pre.'^o il garage si sono trovati un mastro e un registro sui quali si segnavano le corse di col no che non pagavano subito. Orbene, risulterebbe che 1 registri recano delle scrittuiazioni che sono state al terate. Vi è una aggiunta, intesa a fare apparire cerne avvenuta una gita al 18. Lei re sa qualche cosa? — Io di questo non so nulla. Registrazioni alterate? -r A questo proposito, il proprietario del garage ha affermato che su di lui sono state esercitate delle pressioni da parte del dottor Strada e da altri del paese allineile le registrazioni venissero alterate nel senso che conosciamo. I titolari del garage non erano disposti a lare questo, non ricordandosi se la gita era stata effettivamente compiuta in quella data. — La gita fu effettivamente fatta da me e dallo strada. Il 21 giugno, alla sera, poco dopo le 22, in compagnia sempre dello stesso Strada, sono tornato a Sartirana, ma in merito alle correzioni non so dire nulla. 11 presidente osserva che le correzlo ni sembra siano state fatte il giorno dell'arresto dell'Annaratone. Ma la cir costanza è uni poco controversa. Non si sa se le registrazioni siano avvenute contemporaneamente o anteriormente all'arresto. — Sentiremo in proposito quello che diranno i testi — aggiunge il Presi dente. P. G.: L'Annaratone ha potuto con statare quando sorsero i sospetti sul suo conto? — A mio carico non sentii elevare alcun sospetto; io, d'altra parte, ave vo la coscienza tranquilla: ma la no tizia di un tentato furto in danno della Banca sì sparse subito alla mattina, quando si apprese l'eccidio dei carabinieri. Le contestazioni ora volgono su altro terreno. Tendono a stabilire In quali condizioni si trovassero i locali della Banca dal punto di vista della sicurezza e di quali congegni fossero munite le porte degli uffici e del locale, dove era collocata la cassaforte. Pres.: — A suo giudizio era possibile un colpo ladresco contro la Banca? — Era impossibile. — Lei dice che era impossibile. CI vuole spiegare come è la cassaforte della Banca? — La cassaforte della Banca dt Mede è di tale natura che con i ferri, che sono stati rinvenuti nella valigia abbandonata dagli uccisori, è assiìlularnente impossibile effettuare alcun tentativo di forzatura. Non si traila di una semplice cassaforte, ma di una sacrestia. — Spieghi quante porte bisognava aprire per raggiungere la sacrestia. — Lo stabile e protetto da un cancello che lo divide dalla strada. Poi l'edificio ha una entrata principale che è chiusa internamente con un robusto catenaccio. — E le finestre sono difese da infer rlate? trdmrmmedqccsdrclstptsvap — SI, da inferriate In ferro battuto a spirale. — Per arrivare alla sacrestia, btso gna aprire qualche altra porta? — Nessuna altra porta, oltre la prin cipale — Quante erano !c chiavi che con sentivano di aprire la cassaforte? — C'erano tre gruppi di tre chiavi ciascuno. Il primo gruppo serviva ad aprire la porta principale, il secondo gruppo la porta della sacrestia e il terzo gruppo la cassaforte. Il rapporto dei carabinieri — Come è costruita la porta della cassaforte? — E' d! acciaio e si apre con tre chiavi. — Chi custodiva le chiavi? — Io, 11 direttore e il consigliere di turno avevamo ciascuno un gruppo di tre chiavi. — Al mattino quali modalità si seguivano per aprire la cassaforte? — Si apriva la porla principale, poi il cancello, presenti me, il direttore e il consigliere di turno, poi la cassaforte. — Sta bene; le chiavi erano custo dite da tre persone, ma non è possibile che ella abbia avuto il possesso al tutte le chiavi? — Accadeva talvolta che io avessi tutte le chiavi della cassaforte. — Si è detto che, da mezzogiorno alle 14, lei fu più volte In possesso di tutte le chiavi. — E' vero. — Dal rapporto della Polizia risulta che, tratto in arresto, lei era in possesso delle tre chiavi per l'apertura della cassaforte. — Quando 1 funzionari mi hanno arrestato, ero effettivamente In possesso delle mie chiavi, perchè in quell'ora la banca era chiusa e in seguito al mio arresto fu cosi possibile sequestrare le chiavi; ma per aprire la cassaforte i funzionari hanno poi dovuto attendere 11 consigliere di turno e il direttore. 11 Presidente dà lettura del rapporto dei carabinieri. 11 documento fa cenno agli indizi che erano stati raccolti in quella prima fase delle indagini contro l'Annaratone: indizi tali che coincidevano con l'accertamento fatto mediante la verifica dei libri del garage di Mede e formarono in chi conduceva le Indagini 11 convincimento della colpevolezza dell'Annaratone. Nel rapporto si aggiunge che i sospetti sì addensavano su questi anche per la sua condotta non esemplare. No, no, perdoni, signor Presidente — soggiunte l'Annaratone, interrompendo la lettura del documento — devo lai" lunare che io non avuto ammanchi d'i cns«a. come si afferma ne.ì rapporto Si tratta invece di lievissime differenze di cassa, riscontrate magari a parecchi giorni di distanza, e colmate mediante gli accertamenti degli errori in cui si era incorsi. L'on. Farinacci osserva; — Qualunque cassiere ha queste differenze di cassa. Ma II Procuratore Generale ribatte che all'Annaratone era stata fatta una specie di ammonizione da parte del dirigenti dell'Istituto. — Si. all'Annaratone venne fatto un richiamo perchè si era dimostrato poco diligente; la questione riguarda l'orario. Imp.: — Precisamente. L'orarlo era stato fissalo dalle 9 alle 12 per la mattina. Orbene 11 direttore volle anticiparle l'apertura degli sportelli, portandola alle 8,30. Io feci notare che, secondo l'orario della Banca di Novara, gli sportelli dovevano aprirsi alile 9. Pres.: — SI, si, passiamo a cose più serie. L'onomastico d'una ragazza — Perdoni, Eccellenza, c'è ancora una cosa. 11 verbale della Questura sostiene questa affermazione: vi si dice che mi è stato negato un aumento di stipendio. Avv. Sardi: — Lasci stare. Sono miserie. — No, mi preme di stabilire la verità anche su questo. L'aumento di stipendio mi fu accordato nell'aprile 1926, con decorrenza dal l.o gennaio. P. G.: — Spieghi ora l'Annaratone per quaile ragione si è recato il 18 giugno ad Alessandria, a versare a quella sede della Banca 300 mila lire, che costituivano il fondo cassa della succursale L'imputato spiega che la cassa della succursale di Mede abitualmente doveva avere disponibile mezzo milione. In quei giorni invece c'era una eccedenza notevole su questa cifra. E polche il versamento alla sede di Alessandria si faceva ogni decade, egli propose al direttore di mandare alla sede di Alessandria l'eccedenza. Il 18 giugno era un venerdì e poiché la decade scadeva in giorno domenicale, egli approllttò del fatto che un fatto rino si recava con l'automobile di un cliente ad Alessandria per recarsi a quella volta od effettuare l'operazione. — Il ladro futuro di poche ore dopo, — commenta l'avv. Sardi -- versa 300 mila lire che avrebbero potuto far parte del bottino a cui mirava. Pres.: — E' vero che nella cassa erano custoditi titoli per tre milioni? — No, la cifra è troppo elevata. Si trattava di titoli per un milione e 000 mila lire. P. G. — Lei è ancora andato a Sartirana dopo la sera del 18? — Vi andai le sere del 18, del 19 del 20 e del 21. P. G.: — E perchè sui registri ( segnata una gita al 22 e non al 21 ? — Deve esserci un errore; io mi recai effettivamente a Sartirana fl. 21; era il giorno di San Luigi. 11 Presidente, dopo avere avvertito che la guesiione maggiore per l'Amia ratone verte sulla sincerità dell'alibi che egli ha presentato, fa dare lettura di un rapporto steso il 1 luglio 1926 dal maggiore dei carabinieri Barlsone e dai commissari Bucarelli e De Martino. Si apprende, dalla lettura di quesiti rapporti, che il dottor Strada, tostochè qualche sospetto si addenso sull'Annaratone, si recò dal proprie tario del garage d! Mede che aveva affittato l'automobile, sollecitando ad eseguire la correzione sui registri in guisa di far apparire come avvenuta la gita a Sartirana nella sera del 18 e dicendogli che la cosa era indispensabile, se non volevano avere delle, noie ove si fossero rivolti a lui i ca rabinlerl. Lo zelo del dottore Avv. Omodei: — Purtroppo è vero e lo Strada ha fatto male ed ha in tal modo determinato dei su=peui che non dovevano esistere. Avv. De Marclils di P. C: — Sa l'Annaratone quali rapporti correvano tra la Banca e certo Cantoni? — Era correntista della Banca. Avv. De Marchis: — Sa che il Cantoni abbia avuto presso la Banca, in poco più di un anno, un giro di assegni per l'importo di 5 milioni? — Sarà benissimo. Avv, De Marchisi — Sa l'Annara-tane che per un milione e 800 lire gitassegnt e lessi rial Cantoni erano sen za fondi e che dovettero essere pagati dal signor Calvi di Casale? So che c'è una causa in corso per una vicenda del genere. Avv. De Marchis: — Deve essere conosciuto anche questo; l'Annaratone tratteneva gli assegni emessi dal Cantoni? Aw. omodei: — Ma tutto ciò non Interessa la causa. Voglio dar-} egualmente delle spiegazioni — dichiara l'imputato. — Il cnssiere paga gli assegni vistati e rimette quelli non vistati alla sede. A questo sistema lo mi sono sempre attenuto. L'avv. Januzlo, di P. C, vorrebbe sapere dall'Imputato quando venne sequestrata una certa fotografia trovata nel cassetto di un mobile dell'ufllcio. L'imputato lo Ignora e 11 Presidente annuncia che su questo punto si interrogheranno i testimoni. Ora l'on. Farinacci muove una Istanza. Egli chiede che sia mostrata ai giurati la valigia contenente 1 ferri ladreschi che fu abbandonata dagli assassini sulla località del delitto, affinchè dall'esame di questi arnesi, 1 giurati possano fard l'opinione se essi sono atti a forzare una cassaforte. Si manda a prendere la valigia custodita ai « corpi di rea'o » e il Presidente contesta all'Annaratone: — Lei sa che esiste ancora questo particolare: neìla valigia fu trovato un pezzo di giornale lordo di sangue e che traccie di sangue si rilevarono anche su una funicella che si trovava nella stessa valigia. SI dedusse da questo che, dopo avere commesso il delitto gli assassini si affrettarono ad aprire la valigia allo scopo di sottrarr? da essa qualche cosa di molto compromettente. L'Imputato Vitali avrebbe dichiarato che dalla valigia sarebbero state tolte le chiavi. Vitali interrompendo: — I funzionari pensavano che fossero le chiavi. pres. : _ Certo è che ila valigia venne manomessa: altrimenti non si sarebbero notate le traccie che vi si riscontrarono. La famosa valigia gialla Viene intanto portata la valigia dala quule vengono tolti gli arnesi In essa contenuti. Si tratta di taluni ordigni: un trapano, un tagliasbarre, dele lime e delle morsene che venj?ono rammostrate al giurati. Indicando il agliasbarre, 11 presidente chiede al Vitali se è questa il famoso strumento che, nell'interrogatorio reso alla pubblica sicurezza, disse fabbricato a Piacenza Me il Vitali protesta: — Ho detto semplicemente che quell'arnese eia un tagliasbarre perchè sono mooc.inlco e mi Imitando necessariamente d' questi ordigni. L'avv. Sardi noia, intanto, che è stato fatto un esperimento che ha una importanza decisiva. Attraverso il parere di un esperio, è stato accertalo che gli strument' che vengono r.ammostrati ai giura'.' sono assolutamente inadatti a scassinare una cassaforte come quella che si trova nell'ufficio della Banca di Mede. Il patrono aggiunse che, conscguentemente, la cassaforte poteva essere aperta solo con chiavi vere o con chiavi false. L'avv Omode 1 chiede afll'Annaraone se è vero che, sopra 1 locali, nove ta la cassaforte, esiste una botola la quale risponde all'abitazione del diretore della banca. Sì, una botola che comunica con a camera dell'alloggio del direttore. E' agevole sorvegliare il locale sottotante, nel quale non sarebbe possibie penetrare senza essere notati. La difesa fa rilevare ancora che al'Annaratone fu sequestrata una rivoltella con proiettili calibro 6,35; orbene i proiettili esplosi contro i carabinieri erano di calibro 7,55. Tuttavia l rapporto della questura con cui si dava atto del sequestro della rivoltella nll'Annaratone diceva: «Probabilmene la rivoltella sequestrata è quella che servi a compiere il delitto ». La difesa dell'Annaratone sottolineo questa incongruenza mentre l'imputato aggiunge: — Poiché si sapeva che io ero troppo conosciuto a Mede, il commissario Bucarelli nel suo rapporto ha fatto dire al Vitali che io avevo dato appunta mento ai miei supposti comoagm all'oteria di Torreberetti. Quando seppe he io slono nativo di Torreberetti e he in questo paese sono conosciuto da utti, mutò la versione, facendo dire al Vitali che io avevo atteso gli altri uori dell'osteria. Rimane un ultimo episodio. L'avv. Barosio, dopo avere ricordito che il Vitali fu tenuto a digiuno nella quetura di Milano per vari giorni, chiede all'Annaratone se anche egli fu sottoposto a questa cura ultra die- — Mi hanno arrestato il lunedi e tino al giovedì non toccai cibo. — Ma non lo toccò vT.o(ua-lam=ntHi — Ero in condizioni in cui non mi sarei sentito dt mangiare, ma tuttavìa avevo chiesto una tazza di caffè che mi fu negata. Avv. Dal Fiume: — Questi sono i cuteri di umanità che erano soguitl. per gli imputati. L'interrogatorio del cassiere Annaratone, l'imputato- che è in posizione densa del maggior interesse, è conchiuso. A domani l'interrogatorio di Sante Pollastro. F. Argenta.