Italia Francia e Giappone invitati alla Conferenza navale

Italia Francia e Giappone invitati alla Conferenza navale Italia Francia e Giappone invitati alla Conferenza navale La « spietata onestà » di Hoover nei colioquii con MacDonald — « Rassegna di tutte le questioni che potrebbero 'dar motivo di attrito fra i due Paesi »; Riservatezza a Londra dopo Fondata di entusiasmo Londra, 7, notte. Le apprensioni continentali, di cui si fa eco questa stampa, sul significato e la portata dei colloqui tra il Primo Ministro britannico e il Presidente degli Statt Uniti, sembrano avere impensieriti i troppo brillanti panegiristi inglesi del grande evento, al punto da indurli a ridurre al minimo indispensabile il loro entusiasma e di adottare la tattica del silenzio in attesa di informazioni esaurienti e degne di fede. Il solo commento editoriale di oggt, degno di essere rilevato ,è quello del Times; gli altri giornali tacciono o si contentano di esprimere fervidi auguri e consigliare prudenza e pazienza, A vero dire, il Tfmfis, pur pubblican *0 due colonne di commenti, preferi sce non uscire dalle prudenti genera lità. Alla semplice ed umana domanda: « Che cosa scaturirà dai colloqui americani 1 », 11 Times si contenta di rispondere: «Tutto o niente». Il che evidentemente vale quanto dire troppo o troppo poco. Su un punto soltanto lo scrittore del Times crede di dovere essere più categorico: là dove smentisce (la vose di una pretesa alleanza o intesa anglo-americana. Cauti commenti • Il Primo Ministro — afferma il giornale — non è partito in missione Il solo e sufficiente oggetto della sua visita è di inaugurare la consuetudine di più intimi consulti personali e di constatare i mutui effetti di scambi di vedute coi Presidente, i membri del suo Gabinetto, i senatori e le persone che partecipano alla formazione della opinione pubblica e della politica americana ». Nessuna idea quindi di sistemazione degli affari mondiali, ma soltanto 11 naturale desiderio di eliminare le divergenze che oscuravano fin qui l'intero processo del disarmo, senza tuttavia giungere a conclusioni definitive, poiché* a tali conclusioni dovrà giungere soltanto la Conferenza generale delle grandi Potenze, navali. Nessuna tendenza quindi da parte dei dui Governi di stabilire un fronte comune e meno ancora di gettare le basi di una alleanza. « L'idea di un'alleanza anglo-americana — continua il Times — sotto forma di speciale impegno, costituirebbe un capovolgimento di tutto auanto t dato conoscere della storia americana e sarebbe in contrasto in modo ila granfe con la politica britannica del dopo-guerra. La tradizione americana condanna l'idea di intese esclusive e l'organizzazione politica americana ò costituita in modi da impedirle. La tradizione inglese è contraria a ogni possibilità di volgere le spalle al mondo e il meccanismo di un impero marittimo non permetterebbe una cosa slmile ». Che cosa resta dunqueT • La visita dd Primo Ministro sarà stata saggiamente compiuta — conclude il Time.» — se accrescerà in ognuno dei due Paesi la determinazione di comprendersi mutuamente, la disposi zione a interpretare nel miglior senso possibile le vedute reciproche e il convincimento che ambedue le Potenze stanno lavorando sinceramente in vista di una stessa mèta ». Non meno vag > e il Dailu Telegraph 11 cui commento editoriale odierno si compendia tutto in questa, frase : • Circa l'Immediato futuro e gli scopi definiti della visita, ambedue gli statisti saranno tante prudenti nelle loro pubbliche dichiarazioni quanto lo esige la situazione » Come vedete, è tempo perso cercar luce tra le linee editoriali della stampa inglese. Guardiamo quindi se maggiori lumi ci vengono offerti sull'altra sponda dell'Atlantico. Nienti alleanza MacDonald, sbarcato in America, non ha cessato di insistere sulla questione dell'alleanza anglo-americana. La sua massima preoccupazione t jstata quella' di escludere ogni possibilità di malinteso e non ha lasciato trascorrere un'occasione nò sfuggire un pretesto per dichiarare che nessuna alleanza tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra e, anche lontanamente, contemplata. Ciò che egli desidera — ha detto — è1 rendere impossibili malin tesi fra le due Nazioni. Dalla Casa Bianca è stata espressa la categorica assicurazione che qualsiasi alleanza non può ut- deve essere contemplata. 11 Prim') Ministro ha poi affermato che le alleanze appartengono alla diplomazia del vecchio tipo ». Si parlerà dunque del più o del meno — ha assi¬ curato ai reporters americani MacDonald. Ma, per fortuna, il Presidente Hoover, spesso più pratico e più concreto, ha tenuto a far sapere- agli informatori della stampa americana che nella solitudine del suo accampamento nella Virginia egli discuterà con MacDonald varie precise questioni con uno spirito, come riporta oggi il corrispondente del Times da Washington, di « spietata onestà » p che esse verranno esaminate dall'alto e dal basso, in lungo e in largo. Come scrive lo stesso corrispondente, non si cercheranno decisioni, ma si compirà ui.a perlustrazione del vari punti di incrocio, e quindi di trizio ne. nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Impero britannico. «Nel mondo, cosi come lo vede il Preside» fi Hoover dice il corrispondente — li problema estero primo, in ordine d'Importanza, è quello che sorge dalle azioni e dalle relazioni delle popolazioni anglo-sassoni in tutti i punti del globo. Egli desidera tracciare per il Primo Ministro un quadro di questo mondo u desidera in contraccambio la più franca risposta da parte di MacDonald ». Gli avvenimenti della giornata dimostrano però che questi esercizi di pittura cosmogonica anglo-sassone hanno portato qualche risultato concreto, e 1 corrispondenti dei giornali inglesi annunziano, i_.itti, che la questione degli armamenti navali è1 stata risolta in quattro e quattr'otto. Due ore dopo l'arrivo di Hoover e di MacDonald all'accampamento, 11 Presidente telefonava al suo segretario alla Casa Bianca per Informarlo che nel corso della giornata di oggi sarebbero stati diramati gl'Inviti alla Conferenza generale surIi armamenti navali e che il testo dell'Invito verrà diramato al giornali entro la giornata di mercoledì. L'interessante annuncio è completato stasera a Londra da un comunicato ufficiale del Foreign Office, 11 quale dice che oggi stesso sono stati rimessi gl'Inviti per la Confsrenza generale agli ambasciatori d'Italia, di Francia e del Giappone. Tale documento porta la firma del ministro de gli Esteri Henderson. Si afferma poi che il documento con tiene una lunga esposizione di varie pagine dattilografate del problema de armamenti navali e una esaurien tìssima delucidazione delle varie fasi delle trattative anglo-americane. «Siamo soddisfatti» (Per tuli gromma dal nostro corrispondente) Washington, 7, notte. Stamane, alle 7, dopo un frugalissimo breakfast, Hoover e MacDonald hanno ripreso il colloquio so speso ieri sera a tarda ora, dopo una lunga e ben movimentata giornata trascorsa quasi tutta all'aria aperta. Il colloquio però è stato di brevissima durata, perchè dopo le 9 i due statisti e la comitiva degli invitali alVaccampamento di mon taglia salivano in automobile e riprendevano ad andatura velocissima la via verso Washington. Subito dopo l'arrivo a Washington è stata fatta a nome di Hoover e di MacDonald la seguente dichiarazione: <c JVoi abbiamo francamente passato in rassegna tutte le questioni che potrebbero dare motivo di attrito fra i nostri Paesi, e siamo soddisfatti dei risultati finora conseguiti. Le conversazioni continuano ». MacDonald era atteso nel pomeriggio di oggi nella capitale per pronunciarvi il suo tanto atteso discorso dinanzi al Congresso americana e per partecipare poi in serata al grande banchetto offerto in suo onore dai Presidente Hoover. La fine del soggiorno di campagna di Hoovei e di MacDonald è accolta con enorme sollievo dai giornalisti condannati a vivere quasi alla macchia dalla for-nidabilc muraglia di sorvegliamo eretto intorno alla residenza di Hoover. I giornalisti tentarono di seguire il Presidente ed il suo seguito alla partenza da Washington. Essi corsero dietro alle automobili deUi comitiva, ma giunti ad una ventina di miglia dall'occampamentr lungo le sponde del Rapidan, si imbatterono in cordoni di marinai con la baionetta in canna che fecero fan loro un rapido dietro fronte. Per non dichiararsi vinti, i reporters si distribuirono nei villaggi circostanti, rimanendo durante questi giorni in contatto clandestino con informatori benevoli e con le staffette facenti servizio di collegamento tra la dimora di campagna e la Casa Bianca. Il ritorno di MacDonald a Washington è accolta, con immenso compiacimento anemie dalla popò lozione della capitale. Il Primo Ministro ha ottenuto un successo incredibile in seno al gran pubblico. Il suo sorriso ha affascinato un po tutti. La società femminile è ammaliata dallo charme del Primo Ministro. Quando MacDonald si è recalo a fare visita al Ministro Stimson, tutte le dattilografe del dicastero degli Esteri sono accorse ad assistere all'uscita del Premier inglese dal gabinetto del ministro. Quando è apparso sull'uscio egli è stato accolto non solo dai sorrisi ma dagli applausi entusiastici delle giovincelle, con grande scandalo dei funzionari del sesso forte che hanno dichiarato oggi di non avere mai assistito ad una scena come quella nell'austero recinto del Dipartimento degli Esteri. Il Ministro Slimson, richiesto delle sue impressioni intorno al colloquio, ha dichiarato in giornata* « La visita mi ha fornito la possibilità di. abboccarmi con la persona più deliziosa che io abbia mai incontrato ». Ciò che impressiona maggiormente il pubblico americano è l'eleganza del Primo Ministro inglese, contrastante con la leggenda fatta qui circolare di un ardente socialista amante di comizi e di clamorose discussioni in ambienti operai. MacDonald ha diretto agli americani, dalla sede dell'Ambasciata britannica, un messaggio, nel quale dice che i saluti giuntigli da ogni parte degli Stati Uniti lo hanno commosso non meno profondamente che le indimenticabili accoglienze ricevute da parte della cittadinanza di New York. I saluti americani a MacDonald vanno per mezzo suo al popolo inglese ed egli è certo che riusciranno a quello profondamente graditi. Il messaggio aggiunge : « Spero di aver presto occasione di rendere grazie direttamente a tutti quanti mi espressero auguri e incoraggiamenti, ma, in attesa di essere tra il popolo inglese, ho caro giunga loro adesso il mio più vivo ringraziamento e i sensi della mia riconoscenza ». Nel suo discorso al Congresso, MacDonald tra l'altro ha detto : « Io sono fiducioso che la mia venuta negli Stati Uniti avrà per risultato un miglioramento dei sentimenti di amicizia fra i nostri due Paesi. Non posso comprendere perchè sia occorso tanto tempo per giungere a questo avvicinamento ». La signorina Isabella MacDonald in compagnia della signora Hoover ha fatto ieri \ina lunga cavalcata lungo il Rapidan. Sul colloquio di ieri mattina, durante il quale si è raggiunto l'accordo circa la Conferenza navale, si hanno i seguenti particolari. Il colloquio è avvenuto nella massima intimità, nella capanna di montagna nella quale Hoover ha trascorso le sue vacanze estive e trascorrerà quelle d'autunno. La capanna sorge in cospetto della catena di montagne detta Blue Ridge « a breve, di¬ stanza dal fiume Rapidan, le cui grasse trote Hoover ama pescare quando si apparta dagli affari di Stalo. Paesaggio più bucolico non poteva essere prescelto per un pacalo esame dei più importanti problemi mondiali. Mia fine del colloquio, durato circa due ore, ed al quale lianno partecipato soltanto il Presidente americano e il Premier inglese, Hoover ha annunciato che l'invito ufficiale a partecipare alla Conferenza a cinque, per discutere il disarmo navale, sarebbe stato diramato da Londra oggi. Il Dipartimento di Stato ha an nunzìato infatti di aver ricevuto l'invito ufficiale dell'Inghilterra per la partecipazione degli Stati Uniti alla Conferenza. All'annunzio di Hoover ha fatto seguito un comunicato ufficiale, il quale dice che il testo dell'invito sa rà pubblicalo conlenipor.aii.eatn.ente a Lo;Ara ed a Washington, nella giornata di mercoledì, e che la Con ferenza sarà probabilmente convocata per lunedì o martedì della terza settimana di gennaio. E' definitiva mente stabilito che sede della Conferenza sarà Londra. A. R. «Un buon affare * prima di essere una buona azione » Parigi, 7, notte. Se i giornali parigini riservano al viaggio di MacDonald negli Stati Uni ti un ampio notiziario, i loro commenti non sono ancora molto ampi. 11 Viaaro non attribuisce grande importanza alle frasi « piene di nobiltà, di incertezze e di misticismo polemico » di cui il Primo Ministro britannico si compiace e che non sono altro che una n fraseologia mediocre come quella che ha corso nei .assi latini e di cui sii uffici resDonsabili in Inghilterra e in America non si accontenteranno di certo ». Chiedendosi quello che MacDonald possa rioortare dall'America, il giornale aggiunge: « E' possibile che MacDonald cerchi di effettuare una specii di intesa generale che servirebbe alla sua popolarità. Questo risultato è però difficile da ottenersi, date le divergenze sulla potenza marittima, ma esso può tentare tanto l'imperialismo britannico come l'imperialismo americano. Mentre essi parlano un linguaggio internazionalista, i ministri laburisti non dimenticano mai che rappresentano un grande ImDero. Dopo avere udito i discorsi di Ginevra, americani e inglesi pensano probabilmente che una intesa anglo-sassone sarebbe più interessante Der il loro paese che una federazione europea». L'« Echo de Paris » non si esprime con minore diffidenza: c II preteso disarmo navale — scrive — non costituisce affatto un sacrificio degli Stati Uniti e dell'Inghilterra alla causa della pace. Essi non hanno pensato altro che di riuscire a servire ai loro interessi consacrando con la minore spesa possibile l'egemonia navale che essi già possiedono. E' un buon affare, prima di essere una buona azione. Se MacDonald fosse disposto a fare per la causa della pace dei veri sacrifici avrebbe un mezzo semplicissimo per servirla. Affinchè la pace non sia un inganno, 11 disarmo effettivo suppone delle garanzie preventive contro l'aggressione: che l'Inghilterra assuma la sua parte nello stabilimento di questa garanzia e avrà efficacemente preparato il disarmo ». Il giornale conclude che In MacDonald il lavoro per la pace non è che una forma dell'egoismo nazionale. IN ROMANIA La morte del Reggente Buzdugan Bucarest, 7, notte. Il Reggente Buzdugan, le cui condizioni di salute erano andate negli ultimi tempi peggiorando, è morto stamane di setticemia. Circa la sua sue cessione per ora nulla è deciso; mentre fino a ieri si parlava molto dell'ingresso nel Consiglio della Reggenza delia Regina vedova Maria, oggi pare che questa soluzione sia stata scartata, e che il posto di Buzdugan deibba prenderlo l'attuale Ministro degli Esteri, Mironescu» *