L'ombra di Kruger sull'Africa australe di Arnaldo Cipolla

L'ombra di Kruger sull'Africa australe L'ombra di Kruger sull'Africa australe Il patriarca ottuagenario che diede al boeri il senso della Nazione, li capitanò nella lotta contro l'Inghilterra, e nella sconfitta preferì l'esilio alla sottomissione - Il racconto die! medico che gli fu vicino nel dramma e lo assistette in morte. TI O ** t, V O -(Dal inviato)- PRETORIA (Traneraal), settembre. Ho avuto occasione di accennare come tra gli attegoiamentl che caratterizzano il presente governo del Sud Africa sta la decisione, oramai convalidata dal Parlamento ed in via di esecuzione, d'inviare nelle principali capitali europee e negli Stati Uniti di America delle Legazioni con Ministri plenipotenziari. Sinora l'Unione s era limitata di mantenere a Berlino, a Pa rigi ed in Italia delle semplici Agen-zie commerciali, oggi viceversa sta per sorgere una diplomazia tud africana, espressione dei divisamentl nazionalistici di questo Paese. Per l'Italia il nuovo Ministro che inaugurerà la prima Legazione Sud Africana in Roma sarà il deputato nazionalista «fgnor Pieenar con a latere il dott. Alberto Heymant per la parte commerciale. Quest'ultimo è tra le personalità più interessanti dell'Unione per essere stato il medico di Paolo Kruger, l'ultimo Presidente del Transvaal indipendente, colui che l'accompagnò in Europa, lo assistette nell'esilio sino alla morte e ne riportò piamente il corpo in patria. Era quindi naturale che desiderassi di conoscere subito il dott. Heymans. Ho trovato un gentleman oltremodo cordiale, assai ben preparato a disimpegnate il suo compito sia per la conoscenza che ha già dell'Italia come per la brillante versatilità dell'ingegno e del sapere, ancor vigoroso malgrado i suoi 60 anni, e senza molti preamboli gli ho domandato: — Vorrei da lei una rievocazione sommaria ma efficace del Presidente iKruger di cui so che Ella fu il medico e il confidente negli ultimi anni della sua straordinaria esistenza. Kruger è morto da un quarto di secolo ma, a quanto vedo, sopravvive nello spirito di questa nuova ma gagliarda Nazione Sud Africana, poiché coloro che furono i suoi più validi collaboratori occupano oggi le cariche più eminenti dello Stato... Un Consiglio dì guerra — in effetto Kruger è il punto di partenza. Non si può afferrare il fenomeno sud africano senza avvicinarsalla sua ombra. Esso è ti Carlo Alberto dell'Unione, della nostra Nazione, che oggi proclama al mondo la sua perfetta individualità, la sua forza economica, il prepotente desiderio dcrearsi un equilibrio definitivo nelle relazioni con i maggiori popoli... Mpermetta anzi a questo riguardo ddirle tutta la gratitudine che il Sud Africa sente per il Ministro d'Italia a Città del Capo-, conte Labia, che è sta to il primo rappresentante estero in Sud Africa a comprendere la fatalità storica della nostra rapida evoluzione da Colonia a Nazione e a valorizzarla politicamente... — Dell'opera del eonte Labia che attualmente trovasi a Roma parleremo un'altra volta. Mi taccia rivivere Kruger. — Ecco, lei vede qui sotto t nostri occhi Pretoria. Non v'è dubbio che rappresenta un prodigio Quando si pensi alle sue condizioni di poco più di irent'annl fa allorché non era che una specie d'accampamento di cui la casetta di Kruger ch'ella ha veduto là nella vallata con la chiesa ch'egli aveva fatto erigere a sue spese [gli costò 7000 sterline) proprio di faccia, rappre saltavano il centro, il centro dico d'adunata dei monumentali carri trainatda 10. 15, 20 paia di buoi, i quali dalle sterminate distanze del Veld arrivavano qui per sentir la parola del Patriarca, di Oom Paul, di Kruger infineNé lui, né io, né nessuno dei boeri d'allora avrebbero potuto immaginare una simile trasformazione, né immaginarla sopratutto quando sulla via dell'esilio giungemmo al fondo di tutte le miserie. Tuttavia lei non deve credere che il popolo boero abbia molto cangiato nelle sue abitudini, nel suo modo di vivere, nella sua indole, da quello che era trenta o trentacinque anni or sono. L'ottanta per cento del boeri dls seminati nei loro kraal per l'immensitàdegli altipiani del Transvaal e dell orande, malgrado le ferrovie e le città sontuose, trascorre un'esistenza del tutto simile a quella delle epoche patriarcali del lontano passato, E questo costituisce la sua torta... — Come avvenne la vostra partenza per l'Europa, durante la guerra ? w 4 dirle la verità le speranze nel- . , biblici sul punto del distacco per Ve , temila. l'efficacia dell'intervento europeo erano scarse fra i • commando » dei generali boeri. Si decise a questo scopo un consiglio di guerra a Pretoria che alla fine del 1901 era ancora libera e sbloccata verso la frontiera del Mozambico portoghese. Tutti i capi maggiori convennero a Pretoria riuscendo ad attraversare le linee inglesi (era un ardimento assai comune per i boeri) e si riunirono nella casetta di Kruger. Ricordo che c'erano tutti: Botha, De Wet, Smuts, De ia Rei/, Hertzog ed altri. Pretoria avrebbe dovuto essere difesa dalle artiglierie del Creusot che le due repubbliche alleate avevano ordinate in Francli e che riuscendo ad eludere la vigilanza inglese erano state sbarcate a Lorenzo Marques. Ma in questa città t britannici l'avevano segnalate ad uni nave da otterrà inglese che stava nel porto pronta a bombardare Lorenzo Marques se i portoghesi si fossero attentati a far proseguire i cannoni per la ferrovia che già esisteva da Lorenzo a Pretoria e che formava la nostra principale linea dì comunicazione con l'estero. I portoghesi erano nostri amici, et aiutarono validamente e coraggiosamente, ma evidentemente non potevano giungere sino al punto di lasciarsi bombardare per noi. Quindi i cannoni rimasero a Lorenzo Marques e la difesa di Pretoria, cioè la difesa del Presidente restò affidata al petti ed ai fucili del nostri... Cinquecento uomini erano stali distaccati da Botha a questo scopo e cinquecento uomini per i boeri erano molti. Sarebbero stati più utili in campagna. Questa considerazione unita al famoso telegramma dell'Imperatore Guglielmo a Kruger che dava a sperare che la Germania avrebbe spezzato una positiva lancia in nostro favore (viceversa, come tutti sanno, il Kaiser fece il gradasso a vuoto, all'ultimo momento non volle ricevere Kruger) fini col far decidere al Consiglio di guerra la partenza del Presidente. Egli era vicino all'ottantina ma solido ancora, la sua gigantesca persona sembrava appartenere ad un essere soprannaturale. Aveva tutto enorme, il naso, il fegato, il cuore, quest'ultimo non solo materialmente. Un solo difetto: l'avarizia che si manifestava sotto forme tipiche. Ma la prodigalità non è mal stata una caratteri stica boera, benché i boeri, pur essendo parsimoniosi sino alla taccagneria, posseggano larghissimo il sentimento d'ospitalità. Tutti i burghers di passaggio per Pretoria potevano sedersi alla tavola di Kruger... al breakfast mattinale soltanto però... L'esilio — Dunque slete parlili. — Appunto. Domo.ndammo ospitalità al portoghesi che ce l'accordarono con entusiasmo e per la ferrovia del Mozambico giungemmo a Lorenzo Marques. La partenza fu preceduta dallo straziante distacco del vecchio Presidente dalla moglie paralitica ed idropica. Essa, francese d'origine, era stata in gioventù un'avvenente signora ed aveva dato a Kruger una dozzina di figlioli. I capi militari boeri vollero che un consiglio di tre medici di cui feci parte anch'io, giudicasse se la signora Kruger poteva accompagnare il marito. Il responso fu assolutamente negativo, ciò che non impedì alla stampa inglese d'inveire contro il Presidente accusandolo di avere abbandonata la moglie Posso invece garantirle che i sentimenti fra i due vecchi sposi erano tenerissimi. Avevo lasciato per un momento la casa del Presidente per andare a dare la libertà ai miei due cavalli che rappresentavano presto a poco tutto quello che lasciavo a Pretoria. LI feci uscire dalla scuderia e con un colpo di frusta li incitai alla fuga per il veld dove andarono ad unirsi agli altri innumerevoli cavalli abbandonati e quindi raggiunsi Kruger nei moment > della separazione dalla moglie. Sembravano due esseri — E' veramente forte il sentimento religioso nei boeri? — B' mito. La società boera ha una origine religiosa. La grande maggioranza degli antichi coloni olandesi, tedeschi francesi che popolarono la terra del Capo delle Tempeste abbandonarono l'Europa per motivi religiosi. Sugli \ altipiani la solitudine sviluppò il senso religioso dei discendenti e tutte le lòtte intestina tra i boeri furono d'indole religiosa. D'altra parte la religione ha salvato la razza, e l'ha conservata pura dal mescolamento con i negri, poiché il vero boero considera delittuosa l'unione con donne indigene... Tristi anni — Cionondimeno non esiste Paese come la Colonia del Capo, dove il mescolamento delle razze sia più intenso. L'impressione che ho provato arrivando a città del Capo é stata delle più probanti in proposito. — Nella Colonia del Capo forse, ma non nell'Orange e nel Transvaal. Dunque arrivammo con il Presidente a Lorenzo Marques senza incidenti e lì trovammo una nave da guerra che l'Olanda ci aveva mandato incontro, e sulla quale imbarcammo. Per evitare una cattura da parte inglese, Kruger era stato creato capitano di vascello olandese ed io tenente medico. La misura potrà apparire ingenua al giorno d'oggi, ma allora sembrò sufficiente a garantire il viaggio. In ogni modo gli inglesi furono molto cavallereschi, ci lasciarono passare e sbarcare a Marsiglia. Ebbimo tn Francia e a Parigi accoglienze trionfali, lo stesso accadde in Olanda: la figura leggendaria di Kruger con il suo inseparabile cappello a staio torreggiarne sul fiero viso incorniciato dalla barba a collana, conquistava le folle. Dall'Olanda dovevamo andare a Berlino, il treno era già pronto alla stazione dell'Aia; la Russia ci aveva fatto sapere che avrebbe seguito la Germania in un eventuale passo verso l'Inghilterra a favore delle due Repub. bliche Sud Africane in guerra contro di essa; l'Italia non desiderava che di manifestarci le sue entusiastiche simpatie... Ma la compagnia dlamantìfera De Beer, la concessionaria di Klmberley, lavorava a Berlino per attirare nell'orbita dei suoi affari il capitale tedesco e vi riusciva, ottenendo pure di far rimangiare al Kaiser il suo telegramma. In poche parole Guglielmo Il rifiutò di riceverci, e il risultato politico della missione si ridusse al passo, senza successo, dell'Olanda per permetterci di ritornare al Transvaal, cosicché Kruger rassegnò il mandato presidenziale e si ritirò in Svizzera... — Era ricco Kruger? — Mori lasciando due milioni di fiorini, ma quando sei mesi dopo U nostro arrivo in Europa fu fatta la pace e gli inglesi per obbligare tutti l boeri a sottostarvi minacciarono la confisca dei beni per coloro che non avevano voluto prestare il . giuramento di fedeltà », Kruger che di cotesto giuramento non aveva mai voluto saperne temette seriamente di finire i suoi giorni in miseria. — Come trascorse il Presidente il tempo dell'esilio? — Assai tristemente. Kruger sopravvisse due anni alla pace anglo-boera. Passava i giorni leggendo la Bibbia, qualche volta evocava con me la sua giovinezza di principe del Veld, di cacciatore di leoni, quando essendogli scoppialo un fucile nelle mani, si amputò un dito da sé, con il coltello che aveva indosso. Era un uomo di granito, di tratto estremamente rude, sgomentevole all'apparenza, ma si lasciava persuadere con fucilila da chi riteneva posseder una superiorità su di lui morale ed intellettuale. S'inteneriva quando gli parlavo della patria lontana, degli eterni viaggi nei waggons trascinati da buoi. Pensi che allora s'Impiegavano tre mesi con quel carri a percorrere la distanza fra Pretoria e CtU là del Capo che oggi si la in trenta ore di ferrovia! I negri — Come trattava Kruger i neri? — Li chiamava « creature » come tutti i boeri. Ma checché se ne dica, le posso assicurare che il negro ha sempre preferito il boero all'inglese. Lo \sente più vicino a sé, perchè la la suaflessa vita pur rimanendo a distanza, e quando manta, subisce docile la punizione di rito. Il boero non picchia mai il negro, tutto al più lo lega alla ruota del carro in marcia. — Ma è vero che nel Sud Africa eti¬ sie ancora, anche per i bianchi, la fustigazione? — Per alcuni delitti specialmente contro natura, si. C'è stata poco tempo fa una seria agitazione fra i settantamila ebrei che abitano l'Unione, perchè un loro correligionario, reo di aver picchiato un negro, sino a procurarne la morte, fu a sua volta condannato a sette anni di reclusione con l'aggravante di sette colpi di staffile. Gli ebrei dichiararono ad Hertzog che se la fustigazione all'israelita assassino fosse stata inflitta, non l'avrebbero più sostenuto nelle prossime elezioni. Naturalmente la punizione ha avuto eorto. — Come aveva iniziato Kruger lacartiera che lo condusse alla Presidenza? — Primeggiando nelle lotte fra i vari clans » che dividevano i boeri e che un tempo, sempre per sete di libertà religiosa, tendevano a frazionarli in repubbliche sempre più numerose, imprimendo loro quel movimento di eterno nomadismo che iniziatosi con l'esodo verso il nord dei diecimila « dulch . dalla Colonia del Capo dopo l'occupa zione inglese, finì, si può dire, con il consolidamento della Rhodesla. Se questo non fosse avvenuto, i boeri sarebbero certamente arrivati alle sorgenti del Nilo. Anzi raggiungendo a metà del secolo scorso il Limpopo, credettero di averle toccate. Inoltre Kruger sostenne precisamente sul Limpopo fiere guerriglie con i Matabele. La morte e l'apoteosi — La Signora Kruger sopravvisse al Presidente? — No, mori durante l'esilio del ma rito. Fui io incaricato di partecipargli il gravissimo lutto. Cercai di prepararlo con precauzione, ma egli comprese subito e senza dir parola cadde in ginocchio e vi rimase parecchio tempo. Poi si fece dare il telegramma del ferale annunzio e lo chiuse fra le pagine della sua Bibbia. Vi rimase fino alla sua morte e vi è ancora poiché la Bib bla è fra i cimeli krugeriani del museo storico di Pretoria, come dinanzi alla casa del Presidente vi sono ancora l due leoni di marmo che un ammiratore straniero gli offerse prima della guerra. Kruger è morto stoicamente. Mi ordinò dì avvertirlo quando l'Aspettata sarebbe stata prossima, poiché o desiderava di riceverla preparato Eseguii la sua volontà. Si mise in letto e 24 ore appresso era spento. Lo imbalsamai io stesso. Qualche settimana dopo m'imbarcavo in Olanda con il feretro del Presidente su di un disgraziato vapore di 900 tonnellate, il Batavier IV, a destinazione di Lorenzo Marques di Pretoria, dove il corno di Kruger fu inumato accanto alla moglie dopo funerali che furono l'apoteosi della sua memoria, poiché vi parteciparono a falangi quasi tutti t superstiti della guerra. — Ma è vero che Kruger era analfabeta? — Preferiva detiare quello che desiderava rimanesse scritto. — E odiò veramente gli inglesi? — Neppur per. sogno. Ricordo che nell'esìlio, alludendo alla Regina Vittoria, mi diceva spesso: 'Quella vecchia Signora non farà del male al Transvaal, ne sono sicuro!...». Aveva però una sua maniera speciale per giudicare le cose e gli uomini; per esemplo non potè mai soffrire Livtngstone che reputò sempre, anziché un missionario, un mercante fra i negri di alcooliei e di armi. La sua grandezza sta nel suo carattere che nessuna avversità riuscì a piegare e neli essersi comportato nella guerra e contro l'opinione di tutti, in guisa da assicurare al suo Paese la prerogativa di esser considerato come territorio abitato e quindi difeso, unicamente da caucasici. Se questo non fosse avvenuto, se la presunzione del primo del descrittori classici del Sud Africa Antonio Trollope, il quale affermò nel 1877 la nostra patria terra di negri, fosse stata confermata da un conflitto dove i negri si fossero uniti ai boeri contro gli inglesi, è probabile che gli uomini bianchi andati ad abitare al di là del Vaal e sulle rive dell'Oxange non sarebbero mai giunti a considerarsi come i cittadini di uno Stato caucasico, com'è appunto l'Unione Sud Africana. Arnaldo Cipolla.