Oltre il Muro del Pianto

Oltre il Muro del Pianto Oltre il Muro del Pianto à e a i a o i , r , 0 , 8 i à ù l e i i : n , , i e , 0 a i a a al i e e o n A poco a poco l'ordine torna in Palestina. I massacri 6 i saccheggi in grande stile sono orinai cessati; qua e là ancora qualche episodio di violenza individua|f>, qualche ruberia, qualche coltellata; ma la tempesta è passata. Le t;uppe inglesi ricevono ogni giorno rinforzi e non esitano a far uso delle armi, coinè ha appreso, per esempio, un disgraziato ebreo che, essendo stato aggredito da un arabo sulla via di Giafa, ha avuto la cattiva idea di invocare aiuto: la pattuglia inglese è accorsa ed ha fa ■ •-) subito fuoco, ferendo l'aggres- e l'aggredito; episodio, per dir eoe,, simbolico dello spirito di imparzialità con cui la Potenza mandataria amministra giustizia fra le due razze in lotta. II Governo laburista ha fatto del suo meglio per non essere impari alla, missione che un ironico destino gli ha affidata in Palestina: ha inviato baionette, mitragliatrici, autoblindate e persino una Commissione d'inchiesta. Che altro potrebbe mai fare? Certo sarebbe stato assai meglio se le baionette e le mitragliatrici fossero arrivate un po' più in tempo e meglio ancora se non fossero state mai ritirate, dato che tutte le Commissioni d'inchiesta di que.-to mondi} non varranno a far tornare in vita una sola delle vittime. Ma non bisogna essere incontentabili. La Commissione si porrà al lavoro con flemmatico zelo: interrogherà innumerevoli testimoni, raccoglierà prove, documenti, f itcgrafie, dissotterrerà vittime, accerterà che la tal giovinetta ebrea fu oggetto di violenze infami e che la tale altra v;ttima fu prima accecata e poi trucidala; i massacri, specialmente in Oriente, sono sempre accompagnati da raffinatezze di simil enere. Non basta: la Commissione accerterà che la colpa è tutta del Muro delle lamentazioni. Una formula di tal genere, semplificatrice e semplicista, avrà la duplice virtù di essere conforme al gusto anglosassone e di tranquillizzare sufficientemente ia coscienza della classe dirigente britannica. E del resto il sig. Slatopolsky, pubblicista israelita, non ha forse dichiarato che la vera causa di tutto è stato un buco — niente più che un buco — aperto nel Muro delle lamentazioni? E il sig. Victor Basch, ebreo ungherese, presidente della Lega francese dei diritti dell'uomo, non ha forse trovato la causa di tutto quel che è accaduto in un famoso paravento che gli ebrei avevano collocato presso il Muro e che le autorità britanniche avevano fatto rimuovere? E il bello è che la storia del paravento è vera, ed è vera l'altra del buco, ed è vera l'altra-delle sedie e det catini, o dei lumi a petrolio collocati presso il Muro. Se si vuol semplificare, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Da un decennio in Palestina tutti i pretesti son buoni per litigare, e i pretesti, di solito, traggono origine dal Muro del pianto; e gli animi si accendono ora perchè gli ebrei han portato delle sedie o dei catini presso il Muro — il che, agli occhi degli arabi, aiterebbe lo «status quo» —, ora perchè un arabo ha deriso qualche vecchio israelita che piangeva e singhiozzava convulsamente battendo la fronte contro il venerabile rudere. E' ben facile, quindi, attribuire al Muro tutte le colpe e le responsabilità: prima di tutto perchè in tutta questa tragica storia di odii e di sangue esso ha realmente una parte importante, e in secondo luogo perchè non risponde. Ove si troverebbe un più comodo imputato? Esso farà da capro espiatorio o, se si preferisce, da Muro espiatorio, con la stessa indifferenza con cui faceva fino a ieri da cassetta postale per i buoni « sefarditi » che amavano inviare qualche lettera confidenziale alla divinità, ficcandola, manoscritta, nelle sue fessure. A giudicare dagli avvenimenti non sembra che queste lettere siano giunte tutte al destinatario; ma ciò accade anche quando ci si serve di servizi postali meglio organizzati. ' Certo è che da secoli, anzi da millenni, il Muro ha rivelato questo suo singolare carattere, questa sua apatica indifferenza per le duo religioni che si urtano ai suoi piedi. In origine il Muro sosteneva, tìal lato di Occidente, la spianata su cui sorgeva il tempio di Salomone; ma, oggi, su quella stessa spianata, sorge la veneratissima Moschea detta di Omar. E il Muro, dopo aver prestato i suoi servigi al sapientissimo Re d'Israele, fa, oggi, con imperturbabile indifferenza, da sostegno alla Moschea. Non basta; altri serviqi, non meno preziosi, il vecchio Muro uà reso nei secoli dell'Islam: ivi presso, proprio ivi presso, l'arcangelo Gabriele legò il cavallo alato che trasportò in cielo il Profeta; e poiché il cavallo alato si chiamava Burak, Burak fu chiamato ancne il Mure. Nei secoli il vecchio rudere non ha mai più smentito mesto suo carattere opportunistico e apatico: mettano pure mano gli arabi alle loro coltella; invochino pure disperatamente aiuto gli ebrei, incalzati dall'ira nemica; il Muro rimla immobile, indifferente, imparziale, quasi come la Potenza mandataria. Il Muro è tutto circondato da proprietà musulmane, generalmente di carattere religioso (waqf); inoltre ivi presso, e precisamente nella moschea di Omar, si conservano niente meno che tre peli della barba del Profeta, ivi, nella moschea, si ammira la roccia da cui il Profeta spiccò il volo verso Allah. A dire il vero, il Corano parla in due passi distinti delle imprese, dirò cosi, aviatorie di Maometto: nell'uno si accenna al suo volo fino « all'estrema », cioè fino a Gerusalemme, ne! -"rondo del suo volo verso il cielo. Naturalmente gli interpreti sono discordi: alcuni ritengono che si traiti di due voli distinti; ma altri esegeti più perspicaci o, se si vuole, meglio dotati di fantasia, saldano i due passi e fanno fare al Profeta un unico volo, con scalo a Gerusalemme; di qui., poi, egli sarebbe partito per la seconda tappa e la spianata avrebbe fatto da aero-

Persone citate: Burak, Profeta, Victor Basch

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Palestina