In treno con i soldati rossi

In treno con i soldati rossi In treno con i soldati rossi Canti di soldati e nitriti di cavalli -- Il coro intorno al fuoco nella notte siberiana -- Un borghese fra le guardie di Lenin Mikail Ivanoff mi parla di Mussolini - Orgoglio di sentirsi europei (Dal nostro inviato) In treno fra Irkutsk e Chabarowsk, settembre. Sono in treno, ormai, da tette giorni. La Transiberiana è come il diametro di questo cerchio immenso, di questo vastissimo orizzonte che si rinnova intorno a noi di versta in versta, ai prateria in prateria, di selva in selva, monotono, grigio, interminabile. Ogni tanto il convoglio si arresta in piena steppa: lugubre steppa d'Asia, landa polverosa appiattita sotto i larghi voli a spirale dei corvi. Il fischio della locomotiva,' quel caratteristico fischio delle locomotive russe che assomiglia all'urlo delle sirene dei bastimenti, al fioco, lungo urlo delle sirene nelle giorno* te di piàggia, sembra suscitare all'orizzonte dense nuvole di polvere. I cavalli, chiuii nei carri da sette giorni, nitriscono impazienti, battendo gli zoccoli sull'impiantito; voci rauche di soldati s'alzano all'improvviso. Poi il treno si scuote, si rimette in marcia lentamente, incontro alle nubi di polvere che si addensano all' orizzonte. Bivacco notturno Stanotte siamo rimasti fermi alcune ore in una piccola stazione, affacciata all'orlo di una cupa foresta di abeti nani. Una luna purpurea, gonfia, enorme, avvolta in un velo ondeggiante di vapori verdastri, si alzava rapidamente in fondo alla sterminata distesa di abeli. Il mio compagno dì viaggio, Mikail Ivanoff, un giovane ufficiale dell'esercito rosso d'Estremo Oriente che si reca a Khabarowska a raggiungere il Quar tier Generale di. Blukher, m'invita ad accompagnarlo art ispezionare il convoglio. Mikail Ivanoff è alio, solido, sorridente, dal viso giovanissimo in un corpo d'atleta. Scendiamo, e già i soldati accorrono lungo il treno verso la stazione. Un grande falò è acceso sopra un binario morto. II riverbero delti fiammata illumina in pieno la folla tumultuosa dei soldati, che si accalcano vociando e ridendo, attirati dalla speranza di un caldo bicchiere di lè. « Cidi, cidi, tè, tè », si grida intorno. I cavalli, dai carri bestiame agganciali in coda al convoglio, nitriscono rabbiosamente: e un coro di nitriti risponde, dalla parta opposta della stazione, verso il limitare della foresta, dove altri cavalli s'intravvedono, legali in cerchio per la cavezza. « Cidi, cidi! ». Nell'interno della stazione un gruppo di guardie rosse strette nelle divise ' color grigio-oliva, dai larghi stivali e dai cinturoni di cuoio scuro, si affolla intorno a un soldato barbuto che suona una di quelle caratteristiche fisarmoniche russe, sonore e lamentose, di cui l'eco nostalgica sembra sopravvivere da secoli nell'anima di questo popolo impetuoso e triste. Ech; ras. leselo ras. iesciò mnogo mnoco ras!(Ehi! ancora, ' ancora una volta, ancora molte, molte volte!) cantano in coro i soldati, battendo i piedi in cadenza sul pavimento. A un tratto il fischio della locomotiva, il fioco, lungo fischio dì sirena in una giornata di pioggia, interrompe il canto. Ci avviamo verso il treno, in mezzo ai soldati che mi fissano con occhi curiosi: «inoetra- nez, straniero» dice qualcuno, «Burgiui, borghese » aggiunge un altro a voce alta, guardandomi e sorridendo. « Non vi dovete offendere, mi dice Mikail Ivanoff, se vi chiamano burgiui, borghese; è un modo come un altro per manifestarvi la loro simpatia ». E ride battendomi la mano sulla spalla. « Addio vecchio paese » Ed ecco il treno si scuote, s'avvia lentamente, incontro alla luna purpurea che si riflette torbida negli interminabili nastri delle rotaie. Dal compartimento contiguo s'alza una voce calda e ferma: Prasciài, ti stàraia dierèvnia (addio vecchio paese) Il canto è triste, pieno d'accorato presagio : « Questa canzone, mi spiega Mikail Ivanoff, al tempo degli Zar era proibita; è il canto degli esiliati in Siberia, è l'addio del condannato al suo vecchio villaggio, ai iuoi cari, alla sua donna ». « Ed ora è un canto di soldati rossi che partono per la guerra » commento io non senza malignitd. Il giovane ufficiale mi guarda ridendo: «burgiui!» esclama, e subito allunga una mano per offrirmi una sigaretta: «.Halitie papirosi? ». Questi ragazzoni bolscevichi, dall'aria spensierata e gioviale, che partono per la Manciuria come se andassero in guerra, e son loro i primi a meravigliarsi dell'improvvisa furia bellicosa dei cinesi, non hanno certo l'aspetto truce e sanguinario, che i corrispondenti inglesi da Pelavo e da Mukden si compiacciono di attribuire ai soldati della Repubblica dei Soviet. Sembrano coscritti avviati al deposito, e nessuno direbbe, nel vedere questi generali di ventollo anni, figli di kulaki (contadini ricchi) o ex-operai, tutti vestiti a nuovo, sereni e sorridenti, sbarbati e rosei, dagli occhi chiari e dai capelli biondi tagliali corti a spazzola, nessuno direbbe, nel vedere questi soldati ventenni, d'alia statura, dai gesti lenti, dm volti larghi illuminati da un continuo sorriso contadinesco, figli di mugi'd ornìai passati attraverso il bourrage de crane della propaganda bolscevica, nessu.w direbbe, a primi' vista, che sia questo l'esercito proletario destinato, nella febbrile immaginazione degli ideologi del Kcemlino, a far da leva nella rivoluzione che dovrebbe sollevare il mondo. Russia nuova contro Cina nuova Senza dubbio, sono soldati che si battono, che hanno voglia di batter, si. E' questo il segno della giovinezza degli eserciti giovani. E volentieri li immagini schierati, sotto i cieli di porcellana diafana della Cina millenaria, in campo aperto contro i piccoli uomini gialli, dagli occhi obliqui e dall'andatura all'ambio, dei turbolenti e coirotti generali di Nankino. Russia nuova contro Cina nuova. Ma non li sai nè li puoi immaginare alle prese con i vecchi soldati della vecchia Europa, contro i veterani della grande guerra, figliuoli di una civiltà potentissima di spiriti e di mezzi, tenace e temibile nella difesa fei prinripii morali e degli elementi fondamentali della propria tradizione. Mikail Ivanoff è lì, davanti a me, ufficiale e bolscevico dalla testa ai piedi: u burgiui!» mi dice sorridendo. E mi parla di Mussolini, ch'egli ti figura invisibile, tetro e taciturno '. a i l a o i , i . e e i n i a i i , i a i o i e , e r a i , i i i , i a i a i a , i i o come gli uomini del Kremlino. Le mie spiegazioni sulla chiara umanità di Mussolini, sulla facilità che il popolo italiano ha di avvicinare il suo Capo, di parlargli, di ascoltarlo lo meravigliano, lo lasciano ìncredu lo. « Vi pravdlni gavarilie? (« Dite sul serio? ») esclama. Ir, quella sua meraviglia si rivela tutta l'ingenui là di questi improvvisali sovvertito ri di civiltà. Di fronte a Mikail Ivanoff io vii sento profondamente e orgogliosa* mente europeo e italiano. E penso che a questo esercito rivoluzionario, schierato sotto le rosse bandiere di Lenin contro l'antichissima Asia dal volto giallo e rugoso, manca l'orgoglio di sentirsi solidale con la fiera Europa domatrice di popoli. Ed è, l'orgoglio di sentirsi europea, l'unica forza che potrebbe, sull'Asia vile e decrepita, dar la vittoria alla giovane Russia- Corrado Tedeschi. La guerra civile in Cina? Combattimento fra truppe ribelli e regolari Parigi, il notte. Secondo un messaggio da Sciangai una 7iuova guerra civile sarebbe scoppiala in Cina. La quarta divisione delle truppe del generale Chan Sue Weg, conosciute sotto il nome di « teste di ferro », ha avuto un combattimento con le truppe di Nanchino nella regione occidentale della provincia di Hou Pc. Il Governo nazionalista ha pubblicato un de creta che revoca Chan Sue Wey dal comando per mancanza dell'autori tà necessaria per evitare l'ammutinamento. Secondo informazioni ricevute da Nanchino, le « teste di ferro » si dirigono su Ichang, lungo la ferrovia da Pechino ad Hankoiv. Si presume che esse tenteranno di unirsi alle forze del generale Feng Yu Slang, in vista di una rivolta* '.'.combinala contro il Governo di Nan- puHsi timpapatupemdel'obetredalprciinvritaavl'nzipralituaspranndevcaspAcmilplatepcRzrarctnvtipilchino. (Petit Parisien). La ripresa dei negoziati r fra l'Inghilterra e la Russia ! dnpsSi annunzia Londra, 21, stasera che il notte. Governo ddUrusso ha informato Henderson ohe iljPmsrsignor Dogalewsky, ambasciatore di Russia a Parigi, giungerà a Londra lunedì prossimo per riprendere col ministro degli Esteri 1 negoziati per il riallacciamento delle relazioni diplomatiche anglo-russe. Henderson ha dovuto affrettare il suo ritorno da Ginevra alla capitale per ricevere martedi, al Foreign Office, il rappresentante della Russia. Al corrispondente dell'Agenzia Reuter, il ministro, di passaggio a Parigi, ha confermato la notizia ed ha dichiarato che il Governo inglese intende intavolare negoziati non solo sulla questione della ripresa delle relazioni diplomatiche, ma su tutte le questioni pendenti fra i due paesi, specie sulla propaganda soviettista nell'Impero britannico i sul debiti del passato regime russo. 1 negoziati attuali con lo ambasciatore di Russia a Parigi vertiranno soltanto — ha precisato Henderson — sulla questione di procedura Raggiunto che sia un accordo su questo punto, una dichiarazione verrà fatta dal Ministro alla Camera. Spetterà al Parlamento di autorizzare il Governo a riprendere !e relazioni diplomatiche. Chiesto primo atto aprirà la via a trattative vere e proprie, per giungere alla sistemazione generale e definitiva delle questioni pendenti fra i duo paesi. IddwscnfidndchpltdldahalpcddLlds