Il disarmo: l'insidia laburista

Il disarmo: l'insidia laburista Il disarmo: l'insidia laburista sventata dal delegato italiano La critica di lord Cecil alla Commissione preparatoria ginevrina — Italia, Francia e Giappone solidali contro la tesi britannica - Il forte discorso del generale De Marinis. Da! nostro aia vieto 1- Clnevra, 19 notte. La prima giornata di dibattito mila proposta di lord Cecil ha mostrato die il fronte unico dell'Italia, della Francia e del Giappone ha saputo resistere senza inrnnature alla insidiosa manovra inglese. Lord Cecil, come era da prevedersi, non ha pronunziato alcuna frase sul tipo di quelle di Snowden: sottilmente ha cercato di far breccia con le buone maniere, e alla fine del suo discorso ha lanciato l'amo addolcito di elogi alla Francia. Fatica sprecala. Egli non ti è trovato al suo fianco che il delegato tedesco conte Bernstorff, solidarietà che era già scontala: la Germania non aveva approvalo le conclusioni falla Commissione preparatoria, e quindi era logico che cercasse di afferrare questa occasione propizia per combattere il progetto di disarmo aereo e terrestre. Il presidente della Commissione preparatoria, l'olandese Loudon, con garbo ha aderito all'atteggiamento del blocco delle tre grandi Potenze, appoggiato da molti piccoli Stali. Il dibattito non è stato esaurito; lo sarà nella giornata di domani. Ma anche se qualche voce minore si alzerà a dichiarare la solidarietà con lord Cecil, è certo che questi non otterrà soddisfazione. Forse vi sarà qualche tentativo per non opporre un rifiuto netto alla proposta britannica e per seppellirla, secondo Vabitudine societaria, con l'omaggio di qualclie flore. Ma noi non siamo dell'opinione che bisogni avere di simili preoccupazioni di cortesia, non solo per la condotta irriguardosa della delegazione britannica, ma anche perchè qualche concessione, che potrebbe apparire di poca forma domani, potrebbe essere sfruttala come l'indiretto riconoscimento di una tesi assurda. Minacce inglesi Alcuni elementi della delegazione inglese, di quelli che appartengono all'ala estremista, sono furiosi dell'andamento della discussione, e con spirito umanitario minacciano d'imporre l'ordine, il loro ordine, all'Europa imperialista, quando l'Inghilterra si sarà accordala con gli Stati Uniti. Ma sono delle parole che non debbono incutere timore; restando fermi e sereni al loro posto, Italia, Francia e Giappone riusciranno certamente ad allontanare qualsiasi minaccia. Lord Cecil è stato il primo a prendere la parola: secondo il suo parere, non si tratta per il momento di dare delle direttive alla Commissione preparatoria, ma di invitarli} ad esaminare alcuni punti. Egli insiste sull'importanza del materiale nella guerra terrestre e conseguentemente sulla necessità di limitarlo: egualmente egli insiste sull'importanza del controllo. Lord Cecil fa allora un commento, paragrafo per paragrafo, alla sua proposta, e termina con un appello ai rappresentanti delle grandi Potenze affinchè collaborino con lui. Il signor Loudon risponde che, pur comprendendo le preoccupazioni espresse da lord Cecil nella ma proposta, egli vede una critica eccessiva del lavoro della Commissione preparatoria. Riprendendo punto per punto la proposta britannica, egli mostra U lavoro compiuto dalla Commissione preparatoria. Riaprire il dibattito sulla limitazione del materiale potrebbe far rischiare di ritardare i lavori. Il delegalo francese, signor Mas sigli, • osserva che non è opportuno di dare delle nuove direttive alla Commissione preparatoria dal momento che essa ha terminalo la sua sessione; essa si è già preoccupata dei punti menzionati nella proposta britannica. Bisognerebbe, dunque, riaprire il dibattito. Nel caso, questo incomberebbe alla Commissione stessa; ma egli non potrebbe consentire a che l'iniziativa venga da altra parte. Lord Cecil potrà presentare le sue proposte alla Commissione preparatoria, la quale si riunirà non appena le Potenze si saranno accordate sulla questione navale. Il conte Bernstorff, dal canto suo, stima che i popoli non sono affatto soddisfalli del lavoro della Commissione preparatoria. Egli ricorda a questo proposito la dichiarazione che ha fatto alla fine dell'ultima sessione della Commissione, dichiarazione secondo la quale il progetto della Commissione non era tale da portare ad una riduzione sensibile degli armamenti. Se si adottasse una convenzione del disarmo sulla base dell'attuale progetto, bisognerebbe considerarla non come una convenzione per il disarmo, ma contro il disarmo. Perciò egli è favorevole all'accettazione della proposta britannica per la revisione dei lavori della Commissione preparatoria prima della riunione della Conferenza. Il discorso del gen. De Marinis Il senatore De Marinis è stato breve ma preciso, come richiedeva l'argomento, che non si può prestare a giochi di parole, a Osservo — egli ha detto — che la questione del disarmo è stata ormai lungamente dibattuta. Se ne occuparono il Comitato del Consiglio e una Commissione di tecnici mititari, navali e aerei, e poi la Commissione che deve preparare la Conferenza. I delegati di tutte queste Commissioni vi hanno portato il pensiero del proprio Governo, che si è manifestato su tutte le questioni per le quali, ora, la proposta di Lord Cecil esprime speranze, voti e raccomandazioni che siano adottate soluzioni contrarie a quelle convenute e cioè conformi a quelle che egli desidera. Ma è inammissibile che queste speranze e questi voti possano far cambiare l'atteggiamento dei Governi di fronte a problemi cosi gravi. I Governi, negli accordi raggiunti circa i metodi da seguire nell'applicazione della limitazione degli armamenti terrestri e aerei, sono andati fin dove poteva essere loro consentito dalla coscienza delle proprie responsabilità e dei propri doveri. Noi possiamo constatare che una forte maggioranza della Commissione incaricata di preparare la Conferenza è riuscita finalmente ad adottare un testo per stabilire gli elementi di armamenti terrestri e aerei che possono essere suscettibili di' limitazione o di riduzione. Io non voglio esaminare la portata di questi accordi, ma mi limito ad osservare che per arrivarci si sono superate gravi difficoltà. Se si potrà realizzare anche un accordo navale, sarà possibile convocare la divisata Conferenza. Ma questa si allontanerà sempre più se si ritornerà sulle questioni che sono già state appianate. Si tratta di un progetto preliminare. Quelli che lo ritengono insufficiente, avranno agio di far valere i loro argomenti alla Conferenza, quando essa avrà luogo. Ma la Commissione preparatoria non potrebbe fare di meglio e di più di quanto ha fatto finora. Perciò concludo dichiarandomi decisamente contrario all'accoglimento di una decisione che non avrebbe altro scopo all'infuori di quello di riaprire inutilmente dibattiti già superati. Se si approverà la raccomandazione di lord Cecil, si prepa¬ reranno delle nuove delusioni alla opinione pubblica. Contro il parere del conte Bernstorff e di Lord Cecil, i quali hanno fatto una critica severa dell'opera della Commissione eliminatoria, io cito i pareri di autorevoli componenti di questa Commissione i quali hanno esaltato i risultati raggiunti ». Il delegalo giapponese Sato, infine, invila a non cambiare di metodo se non si vuole correre il rischio di compromettere i risultali raggiunti, tanto più, che non tulli i membri della Commissione preparatoria sono qui rappresentati e se non si vuole ritardare la convocazione della Conferenza. Altri successi italiani L'oppio e una. di quelle questioni che vengono ritenute di importanza secondaria; invece sì tratta di una questione in cui sono impegnati degli interessi fortissimi, proietti, purtroppo, da qualche grande Potenza che è facile identificare. La delegazione italiana, rappresentata alla quinta Commissione dall'on. Sardi, si è battuta in questi giorni con tutta l'energia necessaria contro la proposta inglese che voleva la convocazione di una Conferenza dei soli Stati produttori di stupefacenti: « Questa risoluzione — ha detto il delegato italiano — va contro il principio dell'art. 23 del Patto, poiché essa toglie alla Società delle Nazioni il diritto di intervenire nella questione degli stupefacenti a profitto dei Governi dei paesi che li fabbricano ». Le obiezioni fondamentali del nostro delegalo sono state accolte nel progetto accettato, per cui si convocherà si una conferenza, ma in essa saranno ammessi i rappresentanti dei Paesi consumatori nello stesso numero dei rappresentanti dei Paesi produttori. Anche nella questione dell'organizzazione del Segretariato, in cui la tesi italiana si era urtata contro la tesi inglese, la nostra Delegazione ha ottenuto pieno successo. La Commissione nominata dall'Assemblea sarà libera di studiare le misure più opportune e non sarà affatto legata alle proposte di Henderson che tendevano a creare un funzionarismo burocratico e responsabile soltanto verso il Segretario generale che è un inglese. La politica revisionistica La prima Commissione si è occupata della proposta cinese per l'applicazione dell'art. 19. Il delegato cinese ha precisato la sua domanda nel senso che un Comitato venga nominato per presentare un rapporto all'Assemblea. La discussione ha dato luogo a varie dichiarazioni di solidarietà con la proposta cinese: tutti gli Stati che si sentono insoddisfatti di qualche trattato, hanno mostrato la necessità di provvedere al problema della possibilità della revisione. Cosi il delegato ungherese ha de'to: « Il mondo non è affatto stabile, ma mobile. Se la Società delle Nazioni vuole perpetuare uno stato di cose, essa mancherebbe al suo scopo. Verrà un giorno in cui questo articolo 19 può diventare una vaivola di sicurezza. Bisogna che questo giorno trovi la Società delle Nazioni pronta ad agire e a portare rimedio a delle situazioni internazionali divenute intollerabili •. La Francia e gli altri Stati conservatori non hanno preso posizione contro; hanno lasciato che il delegato belga Rolin manovrasse in termi¬ ni circospelli intorno alla sostanza della questione. l'applicazione dell'art. 19 può es;ere sollevala di diritto all'Assemblea, ma prima l'Assemblea dovrebbe pronunciarsi sull'accoglimento dì una domanda di applicazione dell'articolo stesso. Al so. lito si è deliberato di costituire un sotto-Comitato di cui fa parie per l'Italia il dott. Pilotti. Sono le prime battute un poco imprecise, un pocf disorientate di un problema che in avvenire sarà forse il fulcro delle discussioni societarie. Alfredo Signoretti. Un messaggio di Hoover agli americani Washington, 19, notte. In un messaggio diretto dalla Casa Bianca al Paese, per mezzo della radiofonìa, 11 Presidente Hoover ha ricordato le iniziative e gli sforzi dei suoi predecessori per 11 mantenimento della pace mondiale, sforzi diretti so prattutto a ridurre al minimo le cause generatrici di guerra. Hoover, accennando alile presenti trattative, ha dichiarato testualmente: t Alcuni mesi fa proposi ai Governi di tutto il mondo che sì addivenisse ad una ulteriore riduzione degli arma menti navali. Oggi siamo uniti a questo scopo in conversazioni, che già si rivelano foriere di buoni frutti. Le proposte americane, mentre garantiscono la difesa del nostro Paese, alleggerirebbero il peso di quei Paesi, che debbono sostenere spese ingenti per gli armamenti, e aillevlerebbero le preoccupazioni, che la gara agli armamenti navali desta nel mondo •. Il Presidente ha anche detto: « Ogni giorno in questa stanza io rioevo la prova delle quasi generali preghiere di tutto il mondo per il successo dei prossimi negoziati. In questa stanza sono stati presi con riluttanza delle decisioni che hanno condotto la nostra Nazione alla guerra ed al temdo stesso si enne» nrese iniziative per la pace. Non vi è stato mai qui un Presidente che non abbia cercato che la sua amministrazione fosse una amministrazione di pace. Al tempo stesso però quei grandi statisti non hanno mai esitato quando la guerra appariva come una necessità assoluta ed un dovere per la Nazione. Il pensiero di tutti 1 Presidenti degli stati Uniti è stato quello di preparare una adeguata difesa ed al tempo stesso di assicurare la pace, ma la preparazione di un Paese non deve eccedere le stesse necessità della difesa, perchè, mancando ciò, tutto si trasformerebbe in una minaccia di aggres sione contro le altre Potenze e quindi diventerebbe una causa di timori e di animosità per il mondo. Non vi è mai stato agli Stati Uniti un Presidente ti quale sia stato completamente pacifista o completamente militarista ». L'invito alle Potenze per la Conferenza navale Londra, 19 notte. L'Agenzia Reuter riceve da Washinton: «Il Segretario di Stato, Stimson, ha precisato che l'invito del Governo inglese alle Potenze per la Conferenza navale verrà diretto agli Stali Uniti, al Giappone, all'Italia e alla Francia, ed ha aggiunto che si pensa che le cinque Potenze parteciperanno alla Conferenza che è stato ora proposto si riunisca a Londra nel gennaio prossimo. 11 lavoro preparatorio, che è considerevole, — ha concluso Stimson — deve essere compiuto prima della diramazione degli inviti ». (Stefani).