Gli spostati di Amerigo Ruggiero

Gli spostati Gli spostati NEW YORK, settembre. Ai problemi rie! lavoro, già così complessi in quello periodo di cosiddetta « disoccupazione tecnica» causata dalla maggiore efficienza produttiva della macchina non compensata con sullicieiite prontezza dal riassorbimento della mano d'opera in nuove industrie, s'è aggiunto di recente un altro elemento perturbatore costituito dui » wliite collar meri », cioè dai lavoratori in colletlii bianco. E' una conseguenza del1 onorine affollamento degl'istituti di studio superiori verificatosi in queSi, ultimo decennio. Non vi sono oramiu più lucali bastev'oU ad accoglie-' re le armat.-j innumerevoli di giovani d'ambo i sessi die vi accorrono alla conquista di un diploma qualsiasi, di cui nella vita non avranno possibilità di fare alcun uso. Prima della guerra il numero degli americani che si lasciavano attrarre dalle carriere professionali e impiegatizie era assai scarso. Non era del tutto svanito lo spirito pionieristico, per cui i giovani di questo paese preferivano una vita fisicamente attiva, e si lanciavano all'avventura dov'erano necessarie doti di coraggio, d'intraprendenza, di resistenza; l'avventura dalla quale ed aspettavano il successo e che li avrebbe collocati nella categoria ambita dei « self made-men ».' Si dedicavano con fervore all'industria, al commercio; a rompere la terra vergine con l'aratro, col piccone del minatore; a diradare con la scure la foresta primeva; a fondare nuovi centri abitati che sarebbero divenuti in breve giro di anni città colossali risonanti di opere. Tutte queste attività rappresentavano per se stesse, in un mondo ari economia individualistica, avventure piene di fascino e di mistero. Avevano tutto lo allettamento dell'ignoto, in fondo al quale si poteva incontrar la morte, ina si poteva pure imboccare il sentiero luminoso della ricchezza e della potenza. Con l'avvento dei grandi «frusts», bon ravviamento della produzione verso un tipo collettivo, impersonale, altamente organizzato, in cui ogni iniziativa individuale resta inesorabilmente soppressa e l'uomo si riduce ad una delle tante ruote dell'immane congegno produttivo, il miraggio dell'avventura s'è dissipato come nebb'a al vento. Gli arricchimenti improvvisi del dono guerra, la maggior agiatezza diffusa in tutt-i le classi sociali, fe-, cero il resto: le virtù eroiche del pionierismo furono messe definitivamente da parto. Non solo le famiglie dell ulta borghesia, ma anche quelle della borghesia media e piccola, quelle ilei « farmers » agiati delle campagne, quelle degli operai, ;)i''fiuo, furono prese da una smania di lusso e di raffinatezza, dall'ambizione febbrile di elevarsi socialmente Una delle manifestazioni più co- licue di questo stato d'animo, fu di dare ai figli un'educazione superiore che li mettesse in grado di affrontare le hattadiy della vita con maggior probabilità di successo. Cominciò l'assalto frenetico agl'istituti di cultura superiore del lutto impreparati ad accogliere la fiumana giovanile che faceva ressa alle loro porte. Le università furono ampliate fino ad assumere le proporzioni di piccole città, con Ve loro strade, i loro campi sportivi, e loro sale di riunione, in cui si agita, studia, si diverte, amoreggia una popolazione vivace e rumorosa di migliaia di studenti e di studentesse. L'educazione diventò costosa, quatti proibitiva, ma questo non riuscì a porre un argine alle falangi di giovani che affluiscono ai centri d'istruzione da ogni parte dell'Unione. Si dovettero mettere in atto mezzi più efficaci pe.r evitare un ingorgo che avrebbe potuto assumere caratteri allarmanti. E si ricorse alla cernita, alla selezione, ammettendo agli studii e permettendo di continuarli solamente a quei giovani che per ingegno e operosità promettevano di ricavarne il maggior profìtto. Nell'anteguerra il livello culturale delle scuole medie e delle università americane, non era molto alto. Si può affermare, anzi, che tosse assai modesto, tanto riguardo agli anni di studio richiesti, quanto al programma che vi si espletava Con tutto ciò M numero degli studenti si manteneva assai basso: alcuni ottimi istituti professionali trovavano difficoltà a raccoglierne un gruppo sufficiente per mantenere aperte le classi. Divenne indispensabile elevare di botto la severità degli studii, rendendoli più lunghi, aggiungendo materie nuove e istituendo un rigoroso controllo sui giovani, per mezzo di esami frequenti e diffìcili, con cui 3'dnt?ndeva eliminare progressivamente coloro che fossero caduti al disotto dell.* qualificazioni stabilite per lo studente ottimo. La conseguenza di questo sistema è d'rver ereato un numero enorme di cosiddetti " nervous wrecks » ossìa di « rovine nervose », che non riuscendo a completare i corsi, restano inutili a se stessi e agli altri, costituendo un peso morlo e un ingombro per la società tutta. Tutti questi, pero, non sono riusciti a ridurre sensibilmente il numero delle persone fornite di un diploma o di una laurea. Si verifica-, qui, la stessa situazione che si lamentava in alcuni Paesi d'Europa: l'affollamento nelle professioni, la miseria ridile classi intellettuali e il numero immenso dei cercatori d'impiego. La condizione di alcune categorie di professionisti è assai più pietosa che in Europa. Molti sono costretti, per vivere, a dedicarsi ad attività molto diverse dalle originarie a cui erano abilitati, non ritraendo da esse guadagni sufficienti a mantenerli in piedi. Coloro poi che sono in possesso di un diploma di Scuole medie, assai diffìcilmente utilazzabile, di necessità debbono adattarsi a lavori manuali e costituiscono l'esercito dei « white collar men » di cui abbiamo fatto cenno sopra. I ci withe collar men » creano un perturbamento nel mercato del lavo""3 che può definirsi di doppia natu¬ ra. Con l'accorrere in massa agli istituti secondari, invece di dedicarsi ad un lavoro utile quando hanno compito le scuole primarie, producono una deficenza di mano d'opera in alcune sezioni del paese, specialmente in quelle agricole che ne hanno estremo bisogno. Conseguito il diploma essi vanno a far ressa nelle industrie cittadine dove contribuiscono ad aggravare il fenomeno del la disoccupazione. E' vero che molti vengono assunti in impieghi di responsabilità, come vigilanza, distribuzione e collocamento dei prodotti, controlli finanziari e altro del genere. Ma anche in questi posti hanno creato una grave congestione in modo che l'offerta esuberante produce una riduzione di salari che, in molti casi si potrebbero chiamare di fame. Alcuni capi d'istituti vorrebbero che una legge intervenisse a mettere un freno alla fabbrica incessante dei diplomati, limitando annualmente il numero degl'iscritti alile varie scuole, mentre coloro cihe seguono più da vicino lo sviluppo economico del paese, ritengono non sia necessario ricorrere a misure estreme, perchè la crescente prosperità della nazione e l'aumento della sua potenzialità produttiva permetteranno l'assorbimento graduale di tutt'i « white rollar men » che le scuole superiori potranno licenziare. Il fenomeno dei « withe collar men » ha avuto una grande influenza sui sistemi scolastici e sui criteri didattici finora prevalenti, e li «ta trasformando in modo, da giustilìeare l'affermazione, qui corrente, che ci troviamo di fronte a una vera rivoluzione nella maniera di concepire l'insegnamento. Questa rivoluzione consiste principalmente nel rendere d'importanza secondaria l'ufficio del professore e dell'istruttore, concedendo, nello stesso tempo, maggior libertà allo studente e sviluppando in questi un maggior senso di responsabilità personale. Si vorrebbe, in altri termini, che i giovani compissero da se stessi gli studi, col minor aiuto possibile da parte di estranei, i quali finiscono con l'imporre loro le proprie idee e le proprie vedute. Il sistema è nuovo e si attende che gli venga dato i! più completo sviluppo. Per quanto l'istituzione sia recente, vi sono già migliaia di giovani, fra quelli che hanno conseguito i diplomi nel giugno passato, i quali, negli ultimi due anni di corso, hanno completato i loro studi da soli, riportando grandi vantaggi dal nuovo metodo. Per la verità, gli educatori, i capi d'istituti e gli stessi uomini di affari si sono accorti che i vecchi sistemi educativi sono un fallimento. Essi non preparano i giovani per la vita, ma si riducono a un « cramming », cioè ad un'insaccatura cerebrale delle nozioni più disparate, di cui non sapranno che farsi in un mondo ch'i; tanto mutato e continua a mutare così rapidamente, dall'epoca in cui il presente tipo di studii fu organizzato. Si era arrivati, qui, ad una « educazione di massa » Che faceva il contrapposto della a produzione di massa » nel campo industriale. A centinaia di migliaia di giovani dalle più diverse attitudini e tendenze, veniva¬ no impartite le stesse cognizioni tradizionali, senza preoccuparsi, se alle svariate attività cli'ess:1 avrebbe ro esplicato nella vita, detti insegna nienti potevano minimamente giova re e non costituire piuttosto un foi midahile « handicap », causa primi', della formazione degli spostati. Oramai si fa strada l'idea che i grandiosi istituti educativi, splendidi *ome reggie e forniti del più perfetto attrezzamento tecnico per l'insegna mento delle varie discipline, rappresentano, dopo tutto, solo dei fattori secondarli nel problema dell'educazione superiore. La quale, per essere proficua e veramente moderna, deve tendere allo sviluppo delle qualità individuali, perchè siano del massimo vantaggio alla società tutta. La nuova teoria educativa è basata sul presupposto che il giovane studente sia il maggior interessato all'acquisto di una preparazione adatta e completa per il lavoro a cui si dedicherà nella vita. E' quasi del tutto inutile per lui una disciplina esteriore e formale: egli potrà giungere alla mèta desiderata più facilmente col mezzo di una guida intelligente e poco ingombrante, che non con i vecchi sistemi d'imposizione culturale che non era possibile nè discutere, nè respingere, nè mettere in dubbio. Le dichiarazioni del presidente d'un importante istituto educativo dello Stato dell'Oregon danno un'idea precisa delle tendenze a cui s'informa il nuovo sistema d'insegnamento. » La cattedra con la sua alta piattaforma — egli ha detto — è stata abolita da noi. E' sparito pure l'abisso che divideva professori e studenti, attraverso il quale, per tradizione, essi comunicavano a lunga distanza. La nostra disposizione favorita nelle aule scolastiche, consiste di un tavolino con una dozzina di sedie attrrno. Avviene un lìbero scamhio di discussioni ed il visitatore che vi capitasse per caso, non distinguerebbe tanto facilmente il professore dallo studente. Gli slessi membri del gruppo dimenticano a volte la distinzione e diventano studenti tutti assieme ». Alcuni istituti hanno praticato dei larghi tagli nel programma delle materie, specialmente, per gli studenti che mostrano intelligenza svegliata e che possono senza pregiudizio essere dispensati dalla routine tradizionale. In qualche università, la frequenza è stata resa facoltativa per gli studenti dell'ultimo biennio, e in altri istituti medi s'è deciso di abolire l'uso di segnare le assenze. In sostanza si vuol eliminare « la educazione di massa » trasformando il professore in guida e consigliere dello studente, perchè questi sia libero di compiere gli studi verso cui sente maggior tendenza, nella maniera più consentanea al suo temperamento e alle sue attitudini intellettuali. Si spera, così, di rendere i laureati e i diplomati membri utili della società e non degli esseri inadattabili, fomentatori di turbolenze ed eternamente scontenti di se stessi e del proprio destino. Amerigo Ruggiero.

Luoghi citati: Europa, New York, Oregon