Le Potenze mediterranee e le pretese anglo-americane

Le Potenze mediterranee e le pretese anglo-americane La riduzione degli armamenti navali Le Potenze mediterranee e le pretese anglo-americane Speranze parigine per la comune difesa degli interessi italo-francesi — La nuova politica della Spagna -- Il Giappone contro il progetto in discussione L'accordo a due praticamente nullo senza l'approvazione dell'Italia e della Francia — Ondata di pessimismo negli Stati Uniti Irritazione a Parigi Parigi, 17 notte. Le contese ginevrine sul disarmo e le incognite dell'atteggiamento inglese provocano qui irritazione e preoccupazione vivissime. La nuova opposizione formulata da lord Cecil sulla quesiione delle riserve istruite, in contrasto con ie decisioni consentite da lord Cushendun per dare soddisfazione alla Francia, viene giudicata u Parigi un bis della smentita opposta da Snowden all'Aia ai pareri lormulati dalla Conferenza Young. Ieri l'Inghilterra si rimangiava lo concessioni di sir Josiah Stamp; oggi si rimangia quelle di un altro e più autorevole rappresentante del «uo precedente Governo. Quale assegnamento si può ormai più fare sugli impegni assunti dagli Stati partecipanti alle Conferenze internazionali, se un semplice mutamento di maggioranza parlamentare, nell'uno o nell'altro di essi, può cassarli per fare luogo alle decisioni opposte? La politica perseguita non senza spirito di continuità dal Governo laburista viene giudicata da questi circoli come un perpetuo elemento di sicurezza c quasi come un elemento sovvertitore nei confronti della situazione internazionale. Anche peggiori sono i« impressioni per quanto riguarda la notizia della presunta decisione anglo-americana contro i sottomarini. L'opposizione francese La necessità di resistere con energia alla inammissibile pretesa delle due massime Potenze navali, che verrebbe a mettere le Poienze prive di una grande flotta di superficie nella impossibilità di assicurare, in conformiti! dei propri mezzi finanziari e dei propri bisogni, la difesa rielle proprie coste e delle proprie comunicazioni, vipno riconosciuta concordemente dalla grande maggioranza dei giornali. Non manca eli! inclina a ritenere che la riprésa opposizione Inglese sul capitolo rielle riserve d! terra possa esspre una manovra per offrire alla Francia un baratto tra l'aripsione di Londra alle sue tesi al riguardo p l'aripsione di Parigi alV tesi anglo-amprirane dei sottomarini. Ma non pare che la menoma possibilità pn==n esisterò ppr la riuscita di ima transazinnp di questo gpnerp. Ti critico navale del Journal dea Tichata scrive stasera: - Noi non abbiamo ma' voluto enntpuriorp all'Inghilterra p nenpure all'America lo scettro dei mari e noi appettiamo di buon erario pIip ci siano non una soltanto, ma riup Potenzp nivali che sì dividano l'egemonia e che si intendano per limitare economicamente questa p^pmonia sulla base della narUft. Ciò. che ci Interesso e di non fare 1p spese rii questa combinazione. Noi non possiamo rinunziare alla nostra indipenri-->nzn, e per tre motivi: in primo luogo vogliamo conservare la flotta ri*i sottomarini giudicata strettamente necessaria per coprire la difesa dplle nosire coste metropolitonte 'Africa dp'. Nord compresa) p rie! nostro imppro coloniale. La composizione di questa flotta e determinata dalla legge sullo slatino navale. In secondo luogo dobbiamo assicurare la guardia delle nostre strade coloniali e vegliare alla sicurezza e alla libertà di queste strade. In mancanza di ciò, il nostro imppro coloniale sarebbe compromesso, Infine, ìvon dobbiamo dimenticare che oltre alle esigenze di questo impero coloniale, i cui bisogni debbono essere calcolati isolatamente, la Francia, a cavaliere di due mari, deve avere forze navali nell'Atlantico e nel Mediterraneo. Di conseguenza non possiamo sottoscrivere con nessuna altra Potenza europea continentale una parità navale che si tradurrà collo schiacciamento della nostra forza navale nel Mediterraneo e ci condurrà a fare passare sotto il controllo straniero la strada Marsiglia-Algeri indispensabile alla mobilitazione riPlla nostra armata. Qui è il segreto dell'interdipendenza delle nostre forze terrestri, aeree e navali. In conclusione, non possiamo presentarci ad una Conferenza navale senza esser sicuri che questi ire punti vitali del nostro programma siano rispettati: mantenimento dei sottomarini, accettazione dei nostri diritti di grande Potenza coloniale per ia dutenninazione delle nostre forze leggere, riconoscimento della nostra servili] geografica speciale che, se ci permette a rigore di avere una parità mediterranea, ci dà il diritto di ricevere forze navali suppletive nell'Atlantico uguali alle forze tedesche del Trattato di Versailles ». Italia a Francia Questi due grossi nodi del problema del disarmo potrebbero fornire ai Governi di Roma e di Parigi una nuova piattaforma per una manovra comune diretta ad assicurare la difesa concertata di interessi analoghi e ugualmente vitali per entrambe. Alcuni organi francesi, di quelli che non si mostrano tetragoni a comprenderò la necessità di un avvicinamenio con l'Italia, non mancano di rilevarlo. Ma ancora una volta la più elementare prudenza sconsiglia di abbandonarsi ad eccessive speranze. Se all'Aia la collaborazione franco-italiana non diede tutti i frutti che avrebbe potuto dare, a motivo dell'estrema debolezza posta da Brinnd nella difesa di quelle posizioni comuni che finirono poi coll'essere difese, come meglio si potè, quasi unicamente dall'Italia, questa volta la causa della sterilità del tentativo di manovre concertate potrehbe risiedere In un fatto più grave: nella pretesa francese di opporsi all'estensione al naviglio leggero e sottomarino del principio delia parità con l'Italia, parità clip, come tutti sanno. la Conferenza di Washington consacrò per ti naviglio di linea. Avete già veduto che il critico navale del Journal des Dèbals vi accenna chiaramente nell'articolo sopra citato. Altri giornali alludono allo stesso particolare e la stampa di sinistra, ostile all'Italia, si compiace, anzi, vivamente della speranza che l'esistenza di tale rivalità impedisca ai Governi di Roma e di Parigi di riprendere, Iti vista di una prossima Conferenza navale, quel contatti fiduciosi che Incominciarono a stabilirsi fra di loro durante la Conferenza delI'Aja. E' questo un lato della questione del disarmo che va attentamente meditato dal Governo francese. Tengasi essa a Ginevra, come l'Italia e la i-Tancia vorrebbero, o altrove, la futura Conferenza navale avrà per entrambe queste Potenze momenti difficili e di importanza vitale. Accordarsi per una politica comune sarebbe il solo modo per avere qualche garanzia di resistere al fronte unico anglo-americano. Rimasta sola, la Francia fluirà per farsi battere, come si è. sempre fatta battere dal 1918 in poi. Pensi attentamente il Governo di Parigi a non sacrificare una garanzia solida per la illusione del raggiungimento di una superiorità navale sull'Italia che osterebbe contro tutti i principii della natura e delia legge e che squilibrerebbe tutta la situazione mediterranea. Anrhe qui, l'atteggiamento dell'Inghilterra, cosi diverso riagli ideali della cordiale intesa, dovrebbe insegnare alla Francia quale sia ormai per es-a il valore della collaborazione italiana. La Spagna In rapporto con que>to programma della Conferenza navale, vanno messi i commenti della stampa spagnola Circa le inuninenti manovre navali della flotta regia. L'Epoca di Madrid scrive in proposito: « Queste manovre hanno ppr scopo di adirare l'attenzione sulla situazione delia Marina del nostro paese. Non si tratta per noi di accumulare mezzi offensivi o difensivi, ma sem pi Icemente di fare una dimostrazione che devo segnalare il posto a cui la nostra Marina ha diritto nel conceno mondiale. 1! fallo che il Capo dello stai; assisterà a una rielle fasi delle manòvre, come pure vi assisteranno ; rappresentanti della stampa spagnola e straniera e i delegati dell'armata accompagnati dagli addetti delle Poienze straniere, mostra chiaramente l'interesse che il paese intero dà a queste manovre destinate a illustrare la politica navale della Spagna •. Le possitiiliià dì sviluppo della marina spagnola, per quanto ancora modesie, non dovrebbero venire trascurate in un momento in cui le due grandi Potenze mediterranee hanno sopra lutto bisogno di organizzare la resistenza alla pericolosa egemònia anglo-sassone, C. P. Ostacoli e riserve Londra, 17 notte. {Vice). Una calma non esente da qualche lieve apprensione fa seguito oggi all'entusiasmo che ha accolto l'annuuncio ufficiale della partenza di MaoDonald. La lunga relazione, ieri diramata dal Foreign Office, sullo stato attuale del problema navale dà luogo stamane a una ripresa di commenti abbondanti in elogio del Presidente Hoover e del Primo Ministro MacDonald nei quali tuttavia gli scrittori non recano nessun elemento nuovo a quanto hanno scritto da varie settimane a questa parte. Essi si mantengono vaghi e si contentano semplicemente di farsi eco del vivo compiacimento del pubblico, esprimendo gli auguri di prammatica per il buon successo del colloquio di Washington. Di difficoltà nessuno parla, salvo la Morning Post, poco propensa a seguire l'entusiasmo generale e troppo chiaroveggente per salutare nel nuovo accordo anglo-americano un solido anello olla cafona che il mondo del dopoguerra sta penosamente martellando per avvinghiare e immobilizzare per sempre i violatori della pace. L'eguaglianza navale e la guerra « Un'eguauglianza di armi — dice il giornale — come non può né prevenire uè decidere un duello, non può nè prevenire nè decidere una guerra. Una cosa, infatti, è certa: una guerra è auestione di vita e di morte, e nessun accordo al mondo può impedire l'uso di tutti i mezzi atti a condurre élla vittoria- ». 11 solo vantaggio, pensa con alquanta ironia il Giornale, di Uri eventuale accordo sulla riduzione degli armamenti navali, è di stabilire i programmi, rendendone l'attuazione dipendente da accordi internazionali e non da decisioni momentanee o da malumori di Governi. • Ciò che decideranno in comune accordo le Poienze — dice la Montino Post — dovrà essere mantenuto, cosicché resistenza della nostra flotta potrà venire assicurata da questo tentativo di disarmo ». 11 » Times » per contro, si ritinta ni navicare contro corrente ammettendo bensì che difficoltà abbastanza serie potranno sorgere certamente alla conferenza generale, ma si affretta ad aggiungere: i « l.e fondazioni sono siate poste, tuttavia, in modo effettivo e soddisfacente e si profilano le più serie prospettive rii una limitazione generale delle flotte, limitazione, si spera, che condurrà alla tanto auspicata mela ni una reale e sostanziale riduzione ne gli armamenti navali •. Malumori in America La giornata' di oggi disgraziaiamente minaccia di raffreddare un tantino questo dilagare rii ottimismo Wa?!i ingtnn, per cominciare, accoglieva II testo della relazione ufficiale inglese di ieri con ini leggprn corrugare di cig'la Le cifre comunicale dal Primo Mini stro circa il tonnellaggio complessivo della flotta di incrociatori riell'Ihgh'.l terra e dell'America lasciano perp'.-ssi 1 tecnici americani e I" » entourage del Presidente Hoover. Un telegramma di Agenzia da Washington, riprodotto da lutti quesli giornali della sera, dice che le cifre in parola hanno causato sorpresa negli amliienti ufficiali della capitale americana, ove sembra nes suno sapesse che le richieste dell'Am rica si aggirassero intorno alle 315.000 tonnellate. Si r-apeva, invece, che le richieste massime ammontavano ad uno stazzamelo lotale di 30à.0i)(> tonnellate. Quesiti ti : i ma cifra coinvolge l'attuazione completa del programma navale approvalo dal Congresso, mentre la prima autorizzerebbe ulteriori costruzioni, e cioè un incremento anziché una lini dazione, ed ancor meno una riduzione della flotta. Stamane la stampa americana, che ieri ancora inneggiava all'avvento di Una nuova èra di intesa e di pace nel mondo anglosassone, mostra maggiore cautela e maggiore prudenza. 11 ■ New York l'inies » sì accontenta di affermare che la relazione inglese mira anzitutto « calmare l'opinione pubblica inglese alquanto perturbata dal Umore che Mac Donald, spinto da! desiderio di aderire il più possibile alle vedute di Washington avesse accettato riduzioni incompatibili con la sicurezza dell' Inghilterra. Un altro giornale, VHerald Tribune. si astiene dal fare commenti, ma avverte i -uoi lettori di non attendersi un risultato dei negoziati per il prossimo futuro. Occorreranno molli e molti mesi — sostiene il giornale — prima che un accordo venga realmente con eluso tra le grandi Potenze navali, poi che le future trattative verteranno immancabilmente intorno a problemi divoratori per eccellenza di tempo e di energia. Quale nuovo elemento, al di là dell'Oceano, ha contribuito a calmare di un tratto, nel breve intervallo di poche ore, il caloroso entusiasmo dei giornali e del gran pubblico? A giudicare da qualche cablogramma giunto qui, a Londra, in serata, sembrerebbe che Washington si sia improvvisamente accorto che un eventuale accordo con l'Inghilterra costituirà tutto al più una soluzione parziale del problema navale, che alla stregua del famigerato accordo anglo-americano non può impegnare che le sole parti contraenti. L'atteggiamento di Roma e di Parigi era deliberatamente ignorato per non turbare 15 regolare funzionamento dei motori del progettone anglo-americano. Sembra ora, invece, che le due Capitali abbiano ufficialmente lasciato tra pelare a Washington alcune divergenze di vedute e alcuni apprezzamenti sulla situazione, 1 quali, sempre secondo i telegrammi di stasera, avrebbero persuaso gli ambienti responsabili d quella capitale, che l'orizzonte è ben lungi dati 'esser rasserenato dagli scain bi di note tra Londra e Washington. Macchina indietro Un telegramma della • Uritish L'ut ted Press » riferisce infatti che « informazioni relative a serie obiezioni sollevate dall'Italia e dalla Francia sui problemi relativi agli armamenti navali, ed in particolare alla" quuta d ripartizione de! tonnellaggio, cominciano a distruggere l'ottimismo e l'entusiasmo che prevaleva su larga sca la a Washington nei giorni scorsi ». Nei circoli ufliciali, dice un'altra a genzia, « si fa osservare che la seria situazione creata dalle opposte vedute dei Governi d'Italia e di Francia circa la potenza delle loro relative forze navali, è stata accuratamente esannnaia e si esprime la speranza chi le divergenze di vedute iiaio-fruucesi scompariranno dai negoziali diretti preconferenzaili ». Obbiezioni di carattere non meno serio vengono previste da Tokio. La concessione all'America di 18 incrociatori di 10 mila tonnellate non può, infatti, lasciare indifferente il Giappone. Esso ha otto incrociatori di que sto tipo, di guisa che la sua propor zione di fronte all'America verrebbe al essere di 4 a 9, mentre dovrebbe essere, secondo le persistenti richieste del Giappone, di 7 a 10. Tokio ora, co ine riferisce anche il corrispondente da quella capitale del . Times », so ~iiene esser- iugiusio da parte desi Stati tintii, costruire una fiotta ultrapotente e pretendere al tempo stesso che le altre Potenze navali matiten gano invariata la loro flotia. La via di uscita, a giudizio di Tokio, risiede in una riduzione uieiriore delle esigenze ana'o-aniericane. Come ha ripetutamente dichiaralo MacDnnald, ciò e addirittura escluso, poiché "le 350 mila tonnellate di naviglio previsti- dall'accordo definiscono l'estremo limite delle concessioni in glesi. compaliDlli con iu sicurezza del paese e dei suoi domini!. D'altra parie nella relazione ufficiale rii ieri, il Go verno inglese avvertiva die tale ci fri sarebbe stata adattata a quella rielle altre Poienze per scongiurare i pericolo clip l'Inghilterra venga i trovarsi in una situazione di inferiori tà di fronte a queste Potenze, ina non faceva affatto parola di una eventuale nuova riduzione. iu riassunto, una ondata di pessimismo dilaga in America ed una maggiore cautela nei pronostici è consi «Hata a Londra. Il solo elemento ri confortante è l'annunzio della t'entrai San. secondo il quale l'Ammiragliato americano avrebbe all'ultima ora con scniito a rinunciare a due incrociatori cosicene, daio sempre che la notizia sia esaita, la divergenza fra Londra e Wa>liingiou si ridurrebbe ad un solo incrociatole di lo mila tonnellate. La notizia merita però conferme L'accordo a due soggetto alla decisione dalia Conferenza Washington, 17 nulle. Halle dichiarazioni fatte da amliienti competenti responsabili di Londra e Washington, in quésti ultimi giorni, nsuiia evidente che l'accordo angloamericano per la riduzione ripgli armamenti navali, è soggetto nH.i decisione unanime della Conferenza, che si terrà al riguardo, e che permuto l'accordo a due non avrà alcuna efllcacia se l'Italia e la Francia non raggiungeranno una intesa tra di loro, prima della riunione della Conferenza, mediante scambi diretti di vedute, benché Hoover.e Stimson si siano virtualmente impegnai! a convocare la Conferenza anche senza rassicurazione di àc cordi preliminari di massima Ira le 'Ilio Potenze mediterranee.

Persone citate: Hata, Hoover, Josiah Stamp, Macdonald, Snowden