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Madre e figlia elegantemente gabbate
Madre e figlia elegantemente gabbate UN GIOVANE CHE VOLEVA SPOSARSI PER AVENE UNA SUOCERA Madre e figlia elegantemente gabbate Madre e figlia eleUna conclusione assai melanconica ha avuto l'idillio intessuto dalla signorina Maria Zapponato, ventitreenne, con un giovane nativo di Desenzano: Antenore Italo Armondi, di 27 anni. I due si conobbero a Milano dove la Zapponato abitava prima di trasferirsi nella nostra città. Fu una specie di coup de foudre per la ingenua e semplice fanciulla. Ella credette alle lusinghe del giovane, il quale manifestava le intenzioni più serie di questo mondo, e formulò tosto i più rosei progetti per l'avvenire. L'idillio avrebbe portato all'epilogo più regolare e più seducente: le nozze. La ragazza ne era sicura. Tanto sicura che, quando le giunse, inaspettata la visita della madre, la quale prima di trasferirsi da Schio a Torino era scesa a Milano per salutare ed abbracciare la figlia, ella non esitò un istante a confidarle la relazione intessuta coll'Armondi ed a presentarle il giovane nella veste di fidanzato. Un tesoro di fidanzato Sì, fidanzato. Nè altrimenti il giovane voleva essere chiamato.. Ed egli recitò la parte di « fidanzato > egregiamente. Con tatto, con naturalezza. La madre della signorina, Caterina Zaffonato in Zaffonato, fu colpita dai modi distinti e signorili del futuro genero, e non solo approvò la relazione annodata dalla figliola, ma espresse il suo compiacimento insieme all'augurio che le nozze non fossero rimandate di molto. Nei giorni in cui la signora Zaffonato si trattenne a Milano, presso la figlia, l'Armondi frequentò con assiduità anche maggiore, la casa della fidanzata. Egli partecipò alle conversazioni che si svolgevano 'tra la sua futura sposa e la sua futura suocera, intervenendo a volta a volta, per dare ragguagli, suggerimenti, consigli. Soprattutto di consigli fu prodigo il giovanotto. Posto che la signora Zaffonato aveva deciso di trasferirsi a Torino, perchè la figliola non pensava a seguirla? Avrebbero costituito un'unica famiglia, invece di vivere lontane, in città diverse, con quanto vantaggio per l'economia e la gioia domestica è facile immaginare. Lui, dal canto suo, era dispostissimo ad allontanarsi da Milano, per venire a risiedere a Torino: una città che presentava forse maggiori possibilità per la specialissima attività commerciale che egli si riprometteva di svolgere. Le ragioni sentimentali, familiari che per altri avrebbero costituito una remora al compimento di questo passo, per lui non sussistevano affatto: egli sentiva che per la suocera avrebbe avuto un attaccamento sincero, figliale. Nessuna esitazione quindi: l'idea di un menane imperniato e regolato dalla madre della sua promessa sposa, non lo atterriva, io rincuorava anzi, incitandolo ad affrettare il giorno delle nozze auspicate. Tanta delicatezza e tanta nobiltà di propositi finì col prevalere sull'incerto parere della signora Zaffonato e della sua figliola. Si decise cosi che la figlia avrebbe seguito la madre a Torino. Il fidanzato, naturalmente, avrebbe fatto altrettanto. Così avvenne. Sulla fine dello scorso mese, la. signora Caterina Zaffonato raggiunse Torino, dove trovò 4tl affittare ini paio di camere in via Vagnone 8. Pochi giorni dopo giunsero la figliola ed il fidanzato. Il gruzzolo della futura suocera Insieme — avendo tutti di mira I preparativi per le nozze imminenti — pensarono a sistemare la casa. Le camere prese in affitto in via Vagnone erano vuote : occorreva arredarlo. A questo avrebbe pensato la signora Zaffonato la quale, dato mano al suo libretto di deposito a risparmio, si avviò una mattina, in compagnia della figlia e del futuro genero, verso la sede della Banca Commerciale per ritirare la somma corrispondente al deposito che figurava sul libretto allo scopo di provvedere con essa all'acquisto dei mobili e degli arredi di casa. L'operazione ebbe uno svolgimento molto sollecito. Dalla cassa della Banca la signora ritirò S766 lire; esattamente il totale dei suoi risparmi. Ma quando si trattò di uscirò dagli uffici della Banca, la signora Zaffonato fu presa da un'improvvisa paura: — E se mi derubassero? Io non so come custodire con tranquillità il danaro. Nei donne non abbiamo tasche... — Già, loro donne non hanno tasche... confermò l'Armondi. E dopo queste parole egli si offri di (Mistodire la somma, almeno il grosso della somma. La signora Zapponato coniò sei biglietti da mille e glieli consegnò perchè li custodisse sino a casa. Il giovane ripose la somma nel portafogli, con un gesto disinvolto, proprio di chi ha famigliarità coi biglietti da mille. Sul suo viso si poteva leggere il compiacimento per quella prova di fiducia che gli veniva accordala. Ma quando arrivarono a casa, il giovanotto fece, come si suol dire, lo gnor- zmri. Egli non si affrettò a restituire la Psomma che aveva in eusmd:a. Si guardò anzi dell'accennare all'operazione compiuta poco prima agli sportelli della banca, ed all'incarico che gli era r sìalo dato dalla futura suocera. Questa, per un naturale e spiegabile senso di delicatezza', non mosse, neppure attraverso un vizioso giro di parole, alcuna richiesta; poteva esser offensivo per l'Armondi invitarlo a ritornare il clama.ro che aveva in custodia. Così, ira l'inutile attesa della Zaffonato, il giovanotto si allontanò portando con sè 1 sei biglietti di mille. Denari e illusioni ohe viaggiano Quando ritornò in. casa della fidanzata, egli continuò a fare lo... smemorato. Nessun accenno alle sei mila lire; nessun atto che potesse fare sperare nella restituzione. Passarono due giorni, che furono penosi par la signora Zaffonato, La fiducia di costei nell'Armondi era infinita, ma il silenzio nel quale egli si ostinava a rimanere inquietava e preoccupava. La signora si decise alfine a... rompere il ghiaccio. Ella richiese al futuro genero una parte della somma: 1200 lire. L'Armondi gliela consegnò ed al tacito interrogativo della signora per quanto riguardava la differenza, dichiarò: — Domani, a mezzogiorno, quando verrò da loro per la colazione, le consegnerò le altre 4SCK> lire. Ma invano la signora Zaffonato e la figliola attesero il giorno dopo il fidanzalo. A mezzogiorno egli non si fece vedere. Si era dileguato misteriosamemte, per sempre. Da un amico di lui, cerio Bodolfo Fornasier, le due donne appresero infatti che il giovanotto, anziché dirigersi quella mattina verso la loro abitazione, si era diretto alla stazione dove aveva acquistato un biglietto per Parma. Era la fuga, e colla fuga il crollo di tutti i progetti e di tutte le illusioni della ragazza... Le due donne si recarono al Commissariato di P. S. di Borgo S. Paolo, dove raccontarono al commissario cav. Bencivenghi la loro duplice disavventura. Le ricerche peT rintracciare il fuggiasco sono siate infruttuose. A Milano egli dimorava in via Melzo, 16; ma su di lui, la questura milanese non ha potuto dare che questo ragguaglio, ahimei tardivo e vano- < Di condotta equivoca e dedito alle donne... ». L'interrogatorio del figlio
Persone citate: Antenore Italo Armondi, Caterina Zaffonato, Fornasier
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