La Riviera di Ponente

La Riviera di Ponente La Riviera di Ponente Zone ricche e zone povere nella provincia di Imperia « Le colture montane e le primizie del piano — Cantieri e fiori IMPERIA, settembre. L'articolo di Luigi ottone, denso di cifre e di verità, apparso il 23 scorsu sulla Stampa, spinge alia meditazione anebe noi liguri occidentali, poiché » se Sparta piatine. Messene non ne ride », e gli stessi sintomi precursori ed inquietanti che l'Ottone ha ravvisato nei dati relativi ai Comuni montani della valle d'Aostn e della provincia di Cuneo, si prolliano minacciosi fra 1 dati che riguardano la nostra beila provincia d'Imperia. Dal censimento del 1921 la popolazione stabile e presente di fatto nella nostra provincia era cosi divisa: centri urbani: (S. Uemo, Ventimiglia, Onoglla, P. Maurizio, liordighera, 'raggiai Popolazioni! rurale abitanti percentuale 81.S70 45,7% 54,3% TOTALE Provincia: 150.835 TOTALE Popolazione residente legale 155.F>M) Pel 1929 si conoscono solo 1 dati approssimativi della popolazione residente e legale che è di 174.311 abitanti con un aumento di is.811. Ed ecco ora la popolazione dei nostri centri urbani principali pel corrente anno: Sanremo 34.714 Imperla (P. Maurizio ed Oneglla) 30.482 Venttml#lla 18 (mi Bordlghera 7.9'.] Taggia 6.WB Popolaz. nrbana totale 97.0U3 cioè 11 56 % Popolazione rurale 77.30s cioè 11 44 % Da notare che fra i Comuni rurali sono compresi anche quelli di Ospedaletti, Diano Mare, Pigna e Dolceacqua; ma questo è bilanciato dal fatte che le città considerate a popolazioneurbana, sono alla loro volta il conglobamento di un forte nucleo cittadina con numerosi Comuni o frazioni prettamente rurali. Ventimiglia, ad esempio, comprende una ventina di frazioni In gran parte montane e che raggiùngono una popolazione di circa 3.80» abitanti, mentre la città raggiunge I 14.300; Imperla — è noto — è la riunione non solo di due centri urbani, ma anche di una ventina e più di Comuni rurali. I quali anche dopo l'unione hanno conservato il loro carattere. L'aumento poi di 18.811 abitanti In un periodo settennale, è dovuto esclusivamente all'immigrazione, polche la natalità si bilancia appena con i decessi: nel 1928, ad esempio, noi abbiamo una immigrazione di 7.040 persone, contro una emigrazione di 3.230, di ifronte ad un aumento di popolazione di appena 3.800 individui, quasi pari alla differenza fra le due prime cifre. Desumo dal Lavoro il seguente specchietto, riflettente la percentuale dell'aumento di popolazione dei centri urbani della nostra provincia: ANNO popolazione urbana rurale 1S81 31 69 % 1901 38.!' 61,1% 1911 43.8 56,*% 19St ' 45.7 54,3 % 1839 56 44 °. Come si vede mentre nel periodo dal 1861 al 1901 il movimentò in senso contrarlo si svolge graduale e segna un aumento sensibile sino al 1921, poi improvvisamente precipita, tanto da capovolgere quasi le due situazioni. L'emigrazione Quali sono i motivi, che spingono la nostra popolazione agricola al trisie esodo? bisogna distinguere, prima di tutto, fra esodo dalla montagna al mare ed esodo all'estero. L'emigrazione nostra era. nell'anteguerra, molto forte, e quasi tutta per la Costa Azzurra; ma si trattava di semplice emigrazione temporanea. 1 nostri contadini, iti ispeoie, si recavano durante l'inverno ne! Nizzardo, dove l'industria del forestiero reclamava maggiore impiego di mano d'opera, e sia come terrazzieri, o uomini di fatica e maggiormente ancora entrando nelle funzioni più modeste della grande industria alberghiera, (camerieri, cuochi), tornavano in Patria a storióne finita, con un discreto gruzzolo, e nell'estate, oltre a curare la campagna, rizzavano quei preziosi e meravigliosi muri di sostegno, che sorreggono le nostre caratteristiche lasce; sistema il più economico ed II più redditizio per l'agricoltura della nostra zona montana. Ad esempio, la piccola frazione di Torri, presso Ventimiglia, da una popolazione estiva di 7UÓ-800 abitami, si riduceva nel periodo invernale a soli 50 abitantiI Anche le giovani trovavano lavoro come cucitrici e modiste nei grandi atellers, o come balie; tornando poi In Patria per la raccolta delle ulive. Dalle montagne al mare Per l'esodo dal monte al mare, 1 mollivi sono più complessi e s'intersecano a vicenda, formando una situazione, un nodo gordiano, difficile a sciogliersi. Diamo prima uno sguardo alla nostra regione: al mare, piani facilmente coltivabili e ricchi d'acqua, adatti per II clima, alla coltivazione delle primizie e dei fiori. Salendo fino ai 100 metri, la situazione poco cambia, ma oltre, fino al 600, 1) suolo si fa aspro, con Inalzamenti repentini, e le pareti del monti, per la loro grande pendenza, obbligano il contadino all'improba fatóca dei muri a secco, delle cosi dette fasce, meraviglia di pazienza e di previdenza, che però richiedono una cura attiva e continua per la loro conservazione, polche un piccolo franamento non riparato a tempo provoca la caduta di vasti tratti vicini, con uria facilità sorprendente. Più in alto abbiamo i boschi, cosi vandalicamente rovinati negli anni 1916-18 della guerra, e ancora sino al 1920, senza che 11 bisogno immediato della difesa nazionale si facesse più sentire. Sono dunque due tipi di regione a caratteri ben differenti: verso il mare la ricchezza che la strada ferrata ha decuplato; al monte le difficoltà delle comunicazioni, maggiori sacrifici per produrre, la mancanza d'acqua, la povertà del boschi. E' quindi naturale e Jogico, — per la legge economica del massimo rendimento coi minimo mezzo, — e per quella della produttività decrescente, che la popolazione montana tenda al piano. Tra industrie fiorenti Ecco le fonti di maggior ricchezza della nostra provincia. L'industria del forestiero, a cui — con Intuito felice — è venuto Incontro 11 Governo nazionale con 1 noti provvedimenti per San Uemo, la « perla della Riviera », specie, per quanto riguarda il giuoco. Altra fonte la coltivazione dei fiori. E, a dire 11 vero, se l'Italia e il paese del fiori, la Riviera di Ponente — nel tratto che va dall'Arma di Taggia alla frontiera — ne è la serra, il semenzaio: e tanti sono 1 fiori prodotti, che non basta 11 mercato nazionale, ma vi è il bisogno di sbocchi internazionali; per la Francia, pei fiori da servire all'industria del profumi (Grasse e dintorni), e per le nazioni orientali (Austria, Germania. Romania, Svizzera, Cecoslovacchia, Ungheria: città principali Monaco di Bavie ta, Vienna, Berlino) pei fiori orna mentali. Ma occorre che 11 Governo protegga e sorregga questa Industria che e un cespite non indifferente di ricchezza nazionale, facilitando le ogarsslonl di sdoganamento al confini, acmsfttrlpitmfeClaIuhamcdvcsecgr—cs{\2nzifnmmm1Ten^pdNrttmsScIl2evsdptvscc attuando treni comodi e veloci, con coincidenze utili, con vagoni appositamente attrezzati e curando che anche sul percorso estero vi siano quelle facilitazioni che permettano la penetrazione del flore sino alle più lontane regioni, da dove ci perviene la richiesta, ma manca la possibilità che la merce pervenga fresca (Costantinopoli, Grecia e ancor più Russia). Per il commercio dei llori sarà interessante vedere quali nuovi orizzonti permetterà l'aeroplano. Una industria che in poco tempo ha fatto passi giganteschi e che prima era prerogativa sola della vallata del Centa e della pianura Inganna, è quela dulie primizie: anche quest'anni I aumento e slato grande e si è avuta una superproduzione di pesche che ha ribassato — a paragone degli altri anni _ il prezzo sui nostri mercati al minuto (da 3 lire nel 1928 a lire 1 al chilo ne 1929). Inoltre giornalmente due camions completi di frutta partivano per Sizza, senza contare la piccola vendila, che le popolane fanno sui mercati di Mentone, Montecarlo, e Monaco, partendo ogni mattina con cesie e canestri e tornando a Ventimiglia alla sera. Egualmente si può dire — sebbene in misr/ra più piccola — per le altre primizie sia di frutta che di verdura. Solo noto che per la superproduzione di pesche che certa{"omf .si zincherà anche negli anni \enturi, sarebbe opportuno, con mezzi 2y£5>p.agaJ,da a cio atti, insegnare ai nostri produttori come si deve confezionare ogni cestello, quale deve esseiL,\ Brado di maturila, affinchè il frutto giunga a destino ancora sano, e quei piccoli artifici che servom° 2 d.are «na gradevole vista aUa merce: in questo ancora molto abbiamo da imparare dall'estero. Le fabbriche l'ln8?«.Sìl S0Herm° Sull'Olivo, poiché ■nl\„u»strl£, ol(;aria funziona bene: solo occorrerebbe pensare anche alle ce m^nWÌfU,UrHe ed escogitare qualche mez/o per indurre gli agricoltori a Pianiate nuovi oliveta specie al pó=to di quelli distrutti nel 1916-20 invece vedo un concorso della CattedraAm btilanrt di Agricoltura di L 200000 ueV la rimessa a coltura dei terreniThcof 11. gerbidi è già olivati con scasso del teirotio e muri & secco, senza che vi niam^'rn'.', lft ^^duzione di slovan SiSSÌ*»d ! vo;. 11 cont-adno libero si volgerà quindi alla coltivazione niù Proficua dei fiori e a quella delle ne n Vili Prod.uce re(,rii'° "'pochi ni. fc. allora i nostri belli oleine ranno obbligati in unT prossimo aV veni™ a macinare ulive^^la-" Tiihti,,1can,P°.l"d"strlale. a« Oneglia eltn a10.^ Alti '•'onli e P'j™ ad One- n v'ali condW., fl°re,n,e- "™ta«ria ^riitin'nf, era.' ca"t|pri Per la cortl DIC?0)I Vf,"er' di cabotaipàstiiiHo'^fn»8? H0l,f«iIa abbiamoli d onerai iT MCP-e n\p'<ee* centinaia II operai e 1 Mulini Atri Italia Con Negri hald^J?MCa deì Roja la Sóclew rt^IÓ .fonrt,,,° ,lna l'o'ente stazione tutta la Riviera sino a Savona e l'Ammmijiraz one Ferroviaria con il passaggio all'elettrificazione della linea Savona-Ventimiglfa. che sarà un fatto co.np.,,,0 pel 1930. aumenterà ancora Io sviluppo n6) carbone bianco. ^ura A Ventimiglia esistono diversi stablin.enti per ia concia delle pélH d cui nielio del cav. Andrea Lorenzi dava lavoro a circa cento operai a orisi 25 n«pi°, £-erra le "a f"tte decadere ed oia lavorano poco. Cosi pure esistevano due grandi fabbriche di scarpe {L^rì ?>ola, ha resistito alla crisi. Anche a Portomaurizlo l'industria delie scarpe, ma di gomma, si è molto sviluppata e vivo. Ed ora che abbiamo dato uno sguardo alle possibilità economiche della provincia d'imperia, è facile osservare the tinte queste industrie sono sorte e si sviluppano esclusivamente nella zona costiera, eccello In parte In coltivazione dell'ulivo ed Interamente la raccolta delle castagne, che si riduce a ben poca cosa. Il problema (follo comunicazioni Se„0n.''e, .a a,lcs'e cause che difendono dall ubicazione e fertilità del suolo si considera anche lo sconvolgimento che nelle antiche consuetudini di vita ha portato la civilià nuova, e ancor più la mentalità sorta dai fattore guer ra, e si pensa alle nuove necessità alle comodità, alla raffinatezza sempre mag giore di vita, e la tendenza In ima civiltà superiore alla ricerca di maggiori agi. si capirà quali sludi profondi necessitino per risolvere il doloroso problema del nostro spopolamento montano. Secondo me, per quanto 11 problema si rigiri fra le mani, ha una sola soluzione definitiva: gli altri potranno essere palliativi, che — come pel mal di denti — tenderanno a far sopportare il dolore, ma non lo distruggeranno. Il rimedio non è immediatamente alla periata di mano, ma va attuato con costanza e pazienza, gradatamente, quando la possibilità del bilancio lo permetterà : Comunicazioni. ■ Come le vene nel corpo umano trasportano da! cuore alla periferia la linfa vitale, così le vie di comunicazione sono il veicolo della vita economica e della società civilizzata moderna ; e più servono allo scopo quanto più sono comode e permanenti. Noi vediamo la provincia d'Imperla solcata da cinque valli: il primo tratto della valle del Ho)a : la valle Nervina: quella di Taggia, la più estesa; quella dell'Impero che dà 11 nome alla provincia, e quella dell'Arroscia nella sua parte superiore. Il problema dello spopolamento montano, sarà risolto quando la strada ferrata congiungerà al mare queste vallate, percorrendole sino alla loro cima. Ed Sfatti si ha una prova di quanto affermo verificando quanto è avvenuto nella vallata del Roja: vallata fino a pochi anni addietro dati nata allo spopolamento ed alla morte economica, e che ora ritorna alla vita. Ed è naturale: la ferrovia, coi suoi comodi mezzi di trasporto, sopprime le distanze e molte difficoltà di vita. Inoltre dove sorge una stazione occorrono impiegati, case; i negozi prosperano e ne occorrono dei nuovi; la richiesta di mano d'opera sale e naturalmente l'abitato presso la stazione non tarda a prosperare e progredire. Si assicura con più Insistenza che fra le opere allo studio, vi sia la Garessio-lmperia : il problema nostro sa rebbe già risolto a metà; rimarrebbe ro solo le valli del Nervia e di 'raggia. Nulla è impossibile con la buona volontà, e se la popolazione di questa Riviera saprà ottenere la soluzione del suo problema ferroviario, avrà anche risolto il problema dello spopolamento montano. . Mano Giisey ■1 ■ — - cosialli)nosubiYglziriletrunsoè atcorepelauvitegogchginzadpanfudmcoavgchsimapcochlasoè tacMtoasInterincddnomtetrrAofenrdIndmmacVrteddptoddlovcgvgd!irrgBiliaSztcnztpsfddIcdilscFddqdmnFcvtatnpp*stIlLnppllhvs

Persone citate: Andrea Lorenzi, Diano Mare, Dolceacqua, Negri, P. Maurizio, Pigna, Ponente, Roja, Ventimiglia