Il discorso di Scialoja a Ginevra

Il discorso di Scialoja a Ginevra I patti contro la guerra Il discorso di Scialoja a Ginevra La firma dell'Italia alla clausola facoltativa di arbitrato « Il progetto di federazione europea in un «memorandum» di Briand ai Governi La tregua doganale e il cartello del carbone proposti dalla Gran Bretagna ( Dal nostro inviato speciale ) Ginevra, 9 notte. Questa giornata può ritenersi la più importante della decima assemblea. La discussione generale ha portato a delle esposizioni piti c/tiare, più intonate alla realtà della situazione, nello stesso tempo che il progetto di federazione degli Slati europei è rimasto ancora in embrione, nella mente di Briand. Innanzi tutto il discorso del sen. Scialoja si è imposto per la sua logica chiara ed organica; si grida tanto alla guerga; non sarebbe più opportuno e più conforme allo spirito della Società delle Nazióni studiarne le cause? Si cerca di intessere una ragnatela giuridica internazionale, ma i motivi storici dei contrasti nazionali non vengono esaminali o, se mai, vengono affidati allo studio di qualche Commissione e posti sotto un angolo di visitale contrario alla giustizia e alla pace; tipico l'esempio delle materie prime di cui si occupano i Comitati economici. Bisogna sposta-"] re l'obbiettivo : dalla guerra bisogna risalire alle cause della guerra. Tale è la sostanza del discorso del notiro primo delegalo ed essa non è 'sfuggita agli attenti ascoltatori, di cui molti però cerclieranno di evitate le conseguenze logiche, riagitan'do il calderone dei luoghi comuni e 'delle frasi retoriche. E' notevole che anche Stresemann, in uno dei punti del suo interessante discorso, abbia detto senza equivoci che non si può prevenire la guerra, preparando la guerra contro la guerra, ma soltanto sopprimendo le eause della guerra. Teniamo a mettere in rilievo quesia chiarificazione della discussione "societaria, perchè essa ci sembra, ed è, fondamentale, perchè attraverso essa si può e si deve compiere quel capovolgimento dell'assurdo ordine di impostazione dei problemi che, per il profitto di pochi Stati, minaccia la comprensione dei reali rapporti fra i popoli. Streiemann chiede la liberazione della Sarre Stresemann è stato il primo ora tare della giornata. L'aspetto fisico 'del ministro degli esteri tedesco era stamane impressionante; la voce metallica non resisteva allo sforzo di volontà; il combattente impetuoso di tante lotte riusciva ad avere solo ogni tanto, nei brani più salienti, la antica fiamma; talvolta si fermava per ingoiare delle medicine. Qualche suo connazionale ci diceva all'orecchio che il discorso di oggi era forse il testamento ginevrino di Stresemann. Egli ha cominciato parlando della Conferenza dell'Aja. Infine il desiderio tedesco di vedere sgombrali i territori renani è stato accolto — egli dice — ma la liberazione non sarà completa finché un altro lembo delia patria tedesca non sarà restituito, il bacino della Sarre. Parlando di questioni più attinenti alle funzioni della Società delle Nazioni, Stresemann è d'accordo per armonizzare il Patto Kellogg col Patto della Lega delle Nazioni, ma non bisogna limitarsi all'esame degli articoli 12 e 15, sarà necessario esaminare anche altre disposizioni 'del Patto della Lega. Disarmo e minoranze Disarmo e minoranze erano stali i temi più trascurali dagli oratori precedenti. Stresemann si è incaricato di riportarli al primo piano. La tesi tedesca sul disarmo è nota. Per impedire ogni eventualità di guerra, occorrerebbe realizzare il disarmo generale : è un'affermazione del lutto gratuita e assurda, ma che conviene alla Germania, e ciò basta. Stresemann ha mantenuto l'opposizione contro l'accordo per le riserve istruite raggiunto nella primavera scorsa. Per le minoranze, il ministro tedesco ha mantenuto il tono di alto prò Ultore. Come principio, egli non ha voluto far distinzione fra Stati interessati e Stali non interessati (le grandi Potenze). Ma questa è slata una semplice dichiarazione formale, perete gii obblighi dei trattali e della Società delle Nazioni parlano con sufficiente precisione al riguardo. La speranza della formazione di una Commissione permanente per le minoranze non è stata abbandonala dalla Germania la quale, se per que sta assemblea non provocherà nuovi dibattiti, sarà sulla breccia in avvenire. Da ultimo il dott. Stresemann lia toccato l'argomento degli Slati Uniti d'Europa. Egli non vuole che vi sia alla base alcuna idea politica; crede però che si possano meglio armonizzare gli scambi. Gli esempi citati dell'Italia e della Germania prima della loro unità politica non sono convincenti, ma provano nel ministro tedesco il desiderio di tentare uno Zollvercin europeo; la Germania, la nazione industrialmente meglio attrezzala, ni avrebbe lutto da guadagnare. La (ine del discordo è un appello alla giovinezza che deve restare uni- nrcmspgllccdmimpfnasafdrcdscuescbbbcgtlpfngmqttccpNcdrpcntqncgllGgpdèrnmsadsztdtCdpficzfrrdSdlscpnrpsmc mala da spiriti eroici per combattere le forze avverse della natura: « nelle guerre future, nelle guerre tecniche dell'avvenire, non ci sarà più posto per l'eroismo personale ». L'affermazione non è vera, perchè, ad esempio, non vi è campo di maggiori eroismi personali dell'aviazione; comunque è degno di nota rilevare che Stresemann non esclude le guerre per il futuro. Il sen. Scialoja Stresemann ha parlato in tedesco; le traduzioni in lingua francese ed inglese portano via molto tempo, sicché soltanto poco prima di mezzogiorno il sen. Scialoja comincia a parlare, accolto da vivissimi applausi di cui dà il segnale Briand. E' questo un segno della simpatia personale che circonda il nostro delegato il quale è il decano della Società delle Nazioni. Egli incomincia il suo discorso ironizzando una frase di MacDonald in cui il Premier inglese voleva trovare delle fondamenta al castello di carta del Patio Kellogg. Bisogna prima porre le 'fondamenta e poi costruire. « E' questa differenza di punto di punto di vista che spiega nella maggior parte dei casi la divergenza fra le conclusioni a cui arrivo io e quelle che sono state espresse da parecchi degli oratori che mi hanno preceduto. Noi abbiamo lavorato per il disarmo, pensando che bastasse eliminare le forze armate attuali per impedire lo scoppio della guerra, come se durante tanti secoli in cui le armate erano lungi dall'avere le proporzioni attuali, le guerre non fossero state più frequenti che nel nostro tempo. In una parola, noi abbiamo fissato la nostra attenzione sul fenomeno della guerra, ma non abbastanza sulle cause di questo fenomeno. Ciò che noi abbiamo studiato più da vicino è il conflitto giuridico. Permettetemi di ricordarvi che nel 1924, durante la discussione del Protocollo, io ricordavo all'assemblea che non bisognava dimenticare che la guerra, più che essere un delitto è sopratutto una malattia e che per vincere una malattia bisogna innanzi tutto ricercarne le cause. Ecco l'impresa che noi dobbiamo compiere»,, L'impostazione è chiara e inesorabile. Essa non dovrà essere inai abbandonata e può costituire il filo conduttore per far uscire la Lega dal ginepraio attuale. L'Italia e la Corte dell'Aja A proposito del disarmo, il senatore Scialoja ricorda i lavori dell'ul lima sessione della Commissione preparatoria e augura che le trattative fra l'Inghilterra e l'America abbia no un pieno successo. Tuttavia, aggiunge che quando si parla di disarmo non bisogna perdere di vista che questo problema è dominato dalle trasformazioni che può subire la tecnica delle armi e dalla necessità che la sua soluzione sia universale, cioè die impegni tutti gli Stali ap partenenti o no alla Società delle Nazioni. Il sen. Scialoja considera quale chiave di volta dell'organizzazione della giustizia internazionale la giù risdizione obbligatoria della Corte permanente dell'Aja che gli appare come la più grande conquista della nostra epoca nei rapporti tra gli Stati. A questo punto egli dichiara; a Ho l'onore di annunciarvi che questa mattnia ho già firmato, a nome del mio Governo, l'atto di ac cettazione della giurisdizione obbligatoria della Corte ». Un grande applauso si leva da tulli i banchi e dalle tribune. Mentre lord Cecil applaude, Henderson Graham restano interdetti; l'Italia, guerrafondaia precede l'Inghilterra, pacifista a parole, in un atto tanto decantalo alla decima assemblea, La formula dell'adesione italiana è la seguente: «Il Governo italiano dichiara di riconoscere come obbligatoria di pieno diritto di fronte ad ogni altro membro o Stato che accetti lo stes so obbligo e per la durata di cinque anni, sotto riserva di ogni mezzo di soluzioni previsto da convenzioni speciali, e nel caso in cui una soluzione per via diplomatica od eventualmente per l'azione del Consiglio della Società delle Nazioni non in tervenisse, la giurisdizione della Corte, sullo categorie seguenti di divergenze d'ordine giuridico che potrebbero verificarsi dopo la rati fica della presente dichiarazione < che abbiano per oggetto: a) interpretazione di un trattato b) ogni punto di diritto interna zionale; c) la realtà di ogni fatto che, se fosse stabilita, costituirebbe la rottu ra di un obb'.igo internazionale; d) la natura o la portata della riparazione dovuta per la rottura di un obbligo internazionale ». Le materie prime « Ho dichiarato — riprende il sen. Scialoja — che è essenziale per noi di studiare i mezzi per eliminare lii cause profonde dei conflitti. Que ste cause sono numerose e diverse. I conflitti d'interesse più forti fra popoli si producono sul terreno eco nemico; perchè in questo dominio si rivela'una tendenza istintiva dei po poli a vedere ogni problema da scio pi.ntu del proprio inteicsie i.-n mediato. Non e che con uno sforzo costante e illuminato da parte dei à Governi responsabili che sarà possibile uscire da questa concezione limitata ed arrivare ad una comprensione integrale di tutti gli aspetti dei problemi economici che si ispirino al senso della solidarietà Ciò vale sopra tutto per alcuni problemi fondamentali quale ò quello delle materie prime. Già alla prima assemblea della Società delle Nazioni, l'Italia ha sollevato tale questio ne che ha trovato alla Conferenza economica del 1927 un'eco favorevole; finora però la questione delle materie prime non ò ancora entrata nella via delle realizzazioni pratiche. « E' vero che in questi ultimi tempi, in seguito a circostanze sfavorevoli, che si sono manifestate in alcuni paesi produttori, sono stati messi allo studio dei problemi particolari per trovare loro una soluzione. Noi siamo ben disposti a collaborare a quest'opera, soltanto domandiamo che si tenga conto nella stessa misura degli interessi dei paesi produttori e dei paesi consumatori é che non si perda mai di vista, nella realizzazione pratica, questo principio di solidarietà dei popoli. N-ello stesso ordine di Idee bisogna fare egualmente appello alte spinto di solidarietà per la soluzione dei problemi di ordine demografico o socia!.-; che, se fossero dimenticali, finirebbero per nuocere alla concordia fra i popoli ». E' solo nella giustizia economica rispetto alla potenzialità demografica die si può tentare di dar sostanza all'idea federativa di Briand, la quale, altrimenti, sarebbe una mascliera della politica di sfruttamento delle nazioni più povere. Il sen. Scialoja termina mettendo in luce il contributo dell'Italia alla Conferenza dell'Aja: « Compiendo le propria parte di sacrificio, il Governo italiano è stato felice di collaborare cogli altri Governi sia nel campo finanziario, sia nel campo politico, al successo della Conferenza. Con la stessa buona volontà esso continuerà a collaborare per completare l'opera intrapresa airAjan. La fine del discorso del sen. Scialoja è accolta da un vivo applauso; molti delegati si recano a congratularsi con lui. Fra i primi è Motta. Henderson e Briand gli stringono calorosamente la mano; il sottosegretario aqli Esteri inglese, mister Dalton, che ha combattuto quale ufficiale sul fronte italiano, è anche egli fra i primi. Benes è il terrò e ultimo oratore della mattinala Discorso senza importanza. Il ministro cecoslovacco è l'unico a ricordare la trinità societaria, deli'arbitralo, della sicurezza del disarmo. Ma i:i ultimo, parlando della proposta di Briand sugli Stati Uniti d'Europa è spuntato fuori il chiodo fisso della politica dell'uomo di Praga: il sistema della Federazione europea non dovrebbe escludere l'esistenza di legami più intimi fra diversi gruppi riuniti da interessi comuni. Benes crede ancora attuabile, dopo tante delusioni, la Federazione danubiana con Praga capitale? I laburisti per i cartelli internazionali. Nel pomeriggio il Ministro inglese Graham ha tenuto l'atteso discorso. L'attesa non è andata delusa nel senso che egli ha più crudamente di quel che si aspettasse sostenuto a fondo le tesi dei 'produttori britannici. Se Snowden all'Aja ha dima strato una esosità finanziaria di cui si hanno pochi confronti nella storia moderna, Graham è apparso oggi di un egoismo economico che può ben definirsi sfrontato. Le armi demagogiche sono siate da lui usale per difendere gli interessi dei prò duttori inglesi di carbone: gli interessi dei milioni di lavoratori che in tanti Paesi sarebbero sacrificati da un cartello del carbone con il conseguente aumento del prezzi, sono stati del tutto trascurati. Ma Graham è andato più innanzi prospettando il problema generale della diminuzione delle tariffe doganali. Il liberismo ha gettato la sua maschera; esso non è che in funzione dei cartelli internazionali. Leggete ciò che ha detto il Ministro inglese u Noi dobbiamo lasciar sviluppare i trusts; ciò ò d'altronde inevitabile; lasciamoli sviluppare nella via della razionalizzazione industriale per realizzare una più grande libertà nello scambio dei prdflotti. E anche se al cuni di questi trusts facessero dei progressi più rapidi di quel che si potesse supporre, essi contribuirebbero efficacemente allo sviluppo del a libertà degli 6cambi quando fossero diventati completi ». Quello che il Fascismo ha sempre dello che gli uomini della seconda internazionale sono in combutta con l plutocrati e con i magnati internazionali dell'industria, è confermato da queste parole. Loucheur godeva ascoltando simili dichiarazioni e applaudiva. Un saluto di Motta all'Italia Il delegalo svizzero Motta, aulico Presidente della Confederazione »I velica, ha avuto parole commosse verso il nostro Paese per la firma della clausola dell'arbitrato: » Facevo stamane svolgere dinanzi agli occhi della mia fantasia i grandi nomi dei giuristi italiani: Manzini, Fiori, e oggi Anzilotti; emi domandavo: forse la Delegazione italiana ammetterà che un figlio della Svizzera italiana si volga verso di lei per rivolgerle un appello affinchè anche essa imiti l'esempio delle altre grandi Potenze? Ora lo ignoravo completamente quali potevano essere le intenzioni del Governo italiano, allorché il signor Scialoja stamane è venute ad annunziare che l'Italia non soltanto stava per firmare, ma aveva già firmato la clausola facoltativa che istituisce la giurisdizione obbligatoria. Io ho allora avuto un vero palpito di gioia e a nome del mio Paese ringrazio l'Italia di avere compiuto questo gesto ». Queste parole pronunziate con una oratoria sinceramente esaltata, hanno provocato un caldi applauso. Alla fine della seduta pomeridiana hanno ovulo luogo le elezioni dei Ire seggi del Consiglio. Vi è stata una lotta a base di comunicati fra il Perù e l'Uruguay, ma le urne non hanno tradito V aspetta Uva. La Polonia è stala rieletta con 50 voli su 53; la Jugoslavia, al posto della Romania, con 42; ed il Perù con 36. Una notevole affermazione ha avuto la Norvegia con 22 voti. L'Uruguay ha ottenuto 5 tjoti; la Danimarca 1. la Grecia 1 e la Lituania 1. Se lo son dato da. sé — ha esclamato qualcuno. Gli Stati Uniti d'Europa Alla colazione offerta oggi da Briand assistevano i primi delegali di 28 Stali europei La lista è stala abbondantissima; qualche maligno affermava che il problema economico europeo era già bello e risolto per i convitati all'Hotel de Berguex. Le malignità non. si fermano qui; uno dei primi piatii si chiamava frivolitèl Per primo ha parlalo Briand il quale non ha affatto precisato le sue idee; ha solo invitalo i suoi commensali ad esporre ciò che pensano in generale del suo progetto. Henderson, Stresemann, Hymans hanno partecipato alla discussione; tutti hanno rilevato che il progetto non poteva avere che delle basi economiche, il solo Marinhovic ha ioslcnuto che la concordia politica era indispensabile per arrivare a delle intese economiche-, gli jugoslavi stanno comprovando la bontà dei suggerimenti del loro Ministro degli Esteri verso i bulgari. Henderson, per non smentire i metodi assolutisti inaugurati da Snowden, ha detto chiaramente che basta intendersi fra i più potenti per imporre agli altri più deboli le prò prie direttive. Oggi egli ha proposto, ad esempio, di esercitare delle pressioni economiche verso gli Stali che non ratificano la Convenzione delle otto ore; la prima ad essere colpita sarebbe la stessa Inghilterra che ha promesso di ratificare ma clie non ha ancora ratificato! Qualcuno ha proposto la formazione di un Comitato; ma infine è prevalso il concetto più saggio di incaricare il Presidente del Consiglio francese di redigere nell'interesse dei Governi europei rappresentati alla Società delle Nazioni un memorandum. Il Presidente del Consiglio francese e pregato di preparare tm rapporto che riassuma i pareri ricevuti dai vari Governi, e questo rapporto sarà discusso in una nuova riunione che avrà luogo a Ginevra durante la undicesima assemblea della Lega. Stasera Briand ricevendo i giornalisti ha tenuto a dichiarare che il progetto degli Stati Uniti d'Europa non è diretto contro gli interessi di alcuno (leggi gli Stati Uniti d'Ame rica) né prescinde dalla Società delle Nazioni: « Spero che un altro anno — egli ha detto — verranno dei delegati muniti di mandato per trattare deiLa questione ». Alla domanda rivoltagli di invitare la Russia, Briand ha risposto evasivamente. Quando gli è stata chiesta qualche anticipazione sulla forma e sul contenuto del memorandum, egli ha dello: « Lasciamo un po' di possibilità per l'imprevisto ». Gli Slati Uniti d'Europa, boite surprise ? Alfredo Signorettì.