Macchine e piloti italiani nell'alto elogio della stampa inglese

Macchine e piloti italiani nell'alto elogio della stampa inglese DOPO LA COPPA SCHNEIDER Macchine e piloti italiani nell'alto elogio della stampa inglese o a r a i a ; . i o . 2 e ; l i e o i e a , ù l a , , . e ru e a i e e n i a : n » e à i i o o n r a a e s e e o ì Londra, 9 notte. I giornali dedicano 1 loro editoriali alla corsa per la coppa Schnelder e, dicendo che essa ha segnato uin trionfo per l'aviazione inglese, rendono omaggio alle magnifiche « performances » degli italiani. Ondata di simpatia In sostanza, 1 commenti sull'esito del. la gara per la Coppa Schnelder e le opinioni espresse dai collaboratori tecnici sui giornali inglesi di oggi, provano quanto saggia sia stata la decisione presa in un'ora tragica dall'Italia di intervenire, malgrado i ripetuti colDi delia mala sorte in questa massima fra le «are aviatorie mondiali. La sconfitta dei nostri aviatori, invece, suscita qui una tale ondata di simpatia, quale forse mai sconfitti raccolsero dalla grande massa della opinione pubblica di un Paese. Se ne fanno eco indistintamente tutti questi giornali, e nei loro commenti editoriali odierni viene espresso 11 profondo rincrescimento che due fra irli aviatori nostri, sui quali erano qui riposte le più alte speranze, abbiano dovuto abbandonare la corsa proprio ni momento in cui l'enorme folla, stipata sulla linea costiera lungo il percorso, salutava ii loro fragoroso ingresso nella gara con entusiastiche salve di applausi. Rimasto solo in campo a rappresentare la nostra aviazione Dal Molin. di fronte ad una forte, compatta schiera di inglesi, la lotta diveniva troppo ineguale. Dal Molin, affermano questi giornali, ha fatto miracoli. Ha battuto il record di Venezia, ma dato l'apparecchio non poteva far nulla di più. II concetto della vittoria conseguita dalla loro meccanica è svolto parcamente ila questi giornali, la maggior parte dei quali, per giunta, si astiene finanche dal pubblicare in testa ai commenti la parola «vittoria». «L'uomo e il troleo Schneider», intitola il «Times» il suo commento, che si riduce lutto a un inno alla velocità e a un omaggio all'indomito coraggio dimostrato da vincitori e vinti, 1 quali osarono tutti col rischio della propria vita di affrontare la terribile prova. « E' immensamente triste... » 11 giornale afferma che gli stessi esperii, al corrente dei lavori preparatori delia gara, stentavano a credere che una velocità come quella ottenuta dal vincitore Waghorn appartenesse al regno delie possibilità. «Non fu soltan tu il record della velocita realizzata dai •Supermariue-Rools Royce» — dice il «Times» — a suscitare la meraviglia e l'entusiasmo. Per chi considera i voli di Dal Molin e di D'Arcy Gfieg sul Fiat-Macchi a sul «Superuiarine», i uno e l'altro vecchi di due anni e necessariamente quindi meno veloci degli ultimi prodotti della tecnica aviatoria, deve riconoscere che tali voli furono non meno altamente memorabili, poi che, malgrado l'età dei velivoli, ognu no dei due piloti riuscì a guidare la macchina a una velocità maggiore di quella che diede loro la vittoria del 1927. Era poi chiaro, dall'atteggiamento degli spettatori, che 11 loro senso di ammirazione per gli uomini e gli apparecchi clip riuscirono a compiere la corsa, non fu meno intenso delia de lusione causata dall'annunzio che due dei nuovi apparecchi italiani, macchine sulle quali si erano fondate tante speranze, erano stati obbligati, a causa di insignificanti difetti meccanici, ud abbandonare la gara E' immensamente triste che 1 loro piloti i quali, per quanto uno foss-i stato seriamente scottato e l'altro quasi accecato, diedero una prova impressionante della loro abilità per il modo col. quale compirono d'ammaraggio forzato, siano stati Impediti dal dimostrare in pieno la capacità dei loro apparecchi. In alcuni giornali italiani e untore espresso un senso di amarezza per il non posponimento della gara. Se ciò fosse stato possibile, riconosce il Times, alla squadra italiana sarebbero stati risparmiati questi ultimi e crudelissimi colpi delh mala sorte che l'ha cosi spietatamente perseguitata. Ma 1 tenenti Cadringtur e Monti possono essere assicurati che perfino il vincitore del trofeo non avrebbe potuto suscitare l'ammirazione e l'Illimitato plauso del pubblico inglese, come 10 hanno suscitato lo straordinario coraggio di cui erl'itaiiani dettero prova, volando per l'onore dell'Italia su macchine che praticamente non avevano provate ». Che cosa avrebbero saputo fare Monti e Cadringher Un altro giornale, 11 Daily Mail, afferma che tutto il paese deve rallegrarsi della vittoria dei piloti inglesi e al tempo stesso, però, congratularsi coi valorosi rivali italiani per lo splendido risultato conseguito malgrado la sconfitta. Per quanto nessuno degli italiani abbia raggiunto velocità comparabili con quella realizzata dal vincitore, dice il Dalli/ Mail, « non sappiamo che cosa Monti e Cadringher avrebbero potuto fare se le loro macelline non fossero state obbligate ad ahtiandonare la gara. Gli apparecchi tc.llirono ma gli uomini no. E ciò contribuisce ad accrescere fiducia nella capacità umana e l'orgoglio per le umane conauiste ». Tutti poi questi giornali sono concordi nell'affermare che, se per ora 11 trionfo inglese è completo, esso non rimarrà Incontrastato. Nulla i più sicuro, dice ad esemp'o il Daily bews, che esso verrà «presto e formidabilmente » contrastato. L'Inghilterra aviatoria infatti, non intende addormentarsi sugli allori. E' convincimeli to generale negli ambienti tecnici dell'aviazione inglese che l'Italia non abbandona nè abbandonerà ta. partita La vittoria odierna è soltanto un episodio della lotta a fondo per la conquista del primato mondiale di velocità di cut uno dei massimi esponenti è stata sempre e rimine 1 Italia. Il « Dailv Telegraph » pone in rilievo il coraggio e lo spirito sportivo degli italiani e rilevando che essi sono stati grandemente ostacolali nei preparati-1 vi per la gara, aggiunge che. perciò. 1 può dirsi che sono stati gli apparecchi più che 1 piloti Inglesi ad assteurare fa vittoria perchè gli aviatori delle due squadre erano gloriosamente pguall. La • Morning Post » rileva che i fattori umani, e cioè valore ed intelllgen- i za, hanno avuto indubbiamente una ; parte preponderante nella corsa, come testimonia il sangue frpddo dimostra- ! to dagli italiani i quali con pericolo hanno volato a bassa quota per ritrarre il massimo vantaggio. L'odierno tentativo di record Domani. Intanto, il comandante la squadriglia di idrovolanti di Calshot, il comandante Orlebnx, tonferà a Imi-, ilo ilei •> Superimi riti»: s. 0 », v'incito, ire della coppa, di sorpassare la valo\ cita di 323 miglia raggiunta dal tenon- t11lomcnpftp.>cmgmvccpdcmiidqsrnmmdvdapcas«riupamilcgacbtrlcicanscpUrltasidttistntc te Waghorn, In un volo rettilineo per 11 quale è prevista stasera dai tecnici la fantastica velocità di 370 miglia orarie, ossia di circa seicento chilometri all'ora. L'aviatore Orlebar, se le condizioni di visibilità lo consentiranno, tenterà il gran volo domattina sul percorso rettilineo di tre chilometri, e forse alla gara parteciperà anche il tcaiente Stainford, il quale non pot betvgprendnre parte alla corsa per la coppa 's>chne:der a causa di alcuni difetti I hconstatati all'ultima ora nel funzionamento dell'apparecchio «Gloster» ctej ngli era stato' riservato". " [pIl tentativo di conquista del primato'amondiale di velocita da parte dell'I- d talla è stato preannunciato oggi a vari « reporters » Inglesi dal temente colonnello Bernasconi, il quale ha dichiarato: «Anche noi compiremo tra poco un tentativo per il record mondiale di velocità. Io sono perfettamente convieto che l'Italia riuscirà vittoriosa in questa gara. Noi abbiamo una macchina Fiat, sulla velocità della quais l'aviazione inglese non ha nessuna informazione. Abbiamo altre macchine. L'Italia è ricca di piloti di primissimo ordine i quali non hanno che un solo desiderio: quello di essere scelti per questa grande prova, la più pericolo sa tra tutte. E non esiste nessuna ragione perchè le macchine italiane non debbano raggiungere nelle prossime prove la velocità di quattrocento miglia all'ora ». Dichiarazioni di Bernasconi Interrogato se l'Italia Intenda partecipare alle prossime gare per la Coppa Schneider, il colonnello Bernasconi crollò le spalle: « Non posso dire fin d'ora quello che faremo. Le spese per partecipare a questa gara sono addirittura strabilianti. D'altra parte vengono poste dai fondatori del premio delle condizioni talmente astruse ed al tempo stesso Inutili, da rendere impossibile la partecipazione alla "ara di macchine realmente fatte per la conquista di velocità vertiginose. Gli apparecchi debbono attraversare una serie di prove che non hanno nulla «cne fare con la velocità. E' preferibile, secondo me, che ci misuriamo in una gara nella quale soltanto l'aeroplano più veloce deve riuscire vincitore ». Egli si è dichiarato favorevole alle prove di velocità in acque cai missime e non in mare aperto, perche in mare aperto le prove di navigabilità richiedono robustezza di apparec chi, cosa questa che impedisce di rag giungere grandi velocità. Le prove in acaue calme — ha soggiunto il tenente colonnello Bernasconi — permetterebbero di raggiungere la più alta velocità possibile con minori spese, minore rischio di vita e con risultati notevolissimi ». L'intervistato ha Infine dichiarato che appena ritornati in Italia i piloti italiani tenteranno di stabilire dei records con le macchine più veloci. Egli, anzi, ha espresso la fiducia che saranno battuti tutti i records già conquistati dal piloti Inglesi e anche quello che eventualmente sarà stabilito nei prossimi giorni.

Persone citate: Bernasconi, Dal Molin, Schneider