Operai soltanto

Operai soltanto Operai soltanto La città è ondata ieri a salutare la campagna; l'operaio e il contadino si sono trovati ad un tratto uniti in una a aosfera die magnificamente sì con taceva all'uno e all'altro e, d'un subito, senza tante discussioni, si sono messi d'accordo sul terreno dell'ospi talita. La presentazione di quin dicimila operai agli abitanti dì un paese e di una intera vallata è stata fatta da una grande signora della di plomazla: la Natura, la quale aveva per valletti d'onore, gli spiriti della terra e duelli diafani leggeri eternamente sussurranti e inquieti del cielo. Con un simile corteo la « grande signora • sicura del fatto suo, ha mosso incontro all'esercito operaio che dal fondo valle saliva con baldanzosa sicurezza la smagliante vallata dei Tessi chiusa In tondo dal monte che i valligiani, con un senso d iaffeituosa poesia, hanno battezzato monte • degli Angioli ». Il Fascismo ha risolto un problema sociale che sembrava insolubile e che è ancora insoluto da parte delle altre nazioni europee: il miracolo del Dopolavoro che con gagliarda e modernissima alchmia ha fuso di colpo le masse di tutti i lavoratori in una sola grande massa, sotto un solo emblema: quello del Fascismo. La prova, il periodo rapidissimo dell'esperimento è un fatto non solamente compiuto ma superato anzi 6 già stato superato anche quello pili complesso dello sviluppo: siamo in pieno e potente rigoglio. La famiglia nazio naie operaia lontana nella nostro idea e nella nostra concezione — prima del l'avvento del Fascismo e prima di uno fra i più fulgidi apostolati di Mussolini — come un sogno o addirittura come un mito ora è formata. L'individuo è scomparso : la sua squallida solitudine impotente è stata sostituita 'dalla massa, forza fattiva della moltitudine operaia. Tutti i martelli sulle incudini, tutti 1 telai, tutte le macchine hanno un unlco potente ritmo e una sola voce; tutti i lavoratori hanno assicurato lo stesso pane e tutto le famiglie hanno la medesima sicurezza de! domani. Il Dopolavoro con gli incalcolabili frutti Idi ouesta vittoria del diritto umano ha imbandita, se possiamo chiamarla cosi, un'unica mensa spirituale alla quale sono chiamati a parteciparvi i lavoratori di tutta l'Italia. A4 uno squillo di tromba Ed ecco la Federazione Fascista Torinese e per essa il Segretario Federale Bianchi-Mina e Curzio Malacarne, membro del direttorio della FIE, e il Conte Toesca di Castellazzo rappresentante dalla FIE del Piemonte, chiamare a raccolta le masse operaie Torinesi del Dopolavoro ad una prima grandiosa manifestazione collettiva in valle di Lanzo con appuntamento nel ridente paese montano di Coassolo, non troppo distame da Torino e che della montagna ha già tutte le caratteristi- Gli operai, già tanto provati dalie fatiche settimanali, non avrebbero potato sobbarcarsi le fatiche di un viaggio più lungo e meno agevole. Coassolo è a poco più di un'ora da questa nostra Torino alla quale è stato concesso dalia natura che, nella sua magnanimità qualche piccola parzialità talvolta, forse per gentile distrazione, commette, l'idillìaco paesaggio della pianura senza però allontanarla da Quello divino e solenne della montagna La valle d Lanzo, dopo pochi chilometri di plai.ura. subito si apre ospitale, ed accompagna il viandante per la sua strada ombrosa e refrigerala dalla liquida canzone della Stura. Gli operai torinesi sono accorsi al l'appello del Dopolavoro tn una mi sura che ha superate tutte le previsioni tanto che, ad un certo momento, so no state chiuse le iscrizioni e ridotte, di un tanto .per cento, quelle che ercno già state accettate, sicché novemila sono stati gli eletti della nostra citta e tremila i Dopolavoristi valligiani. Insomma la valle di Lanzo ha daio !1 passaggio a 15.000 uomini che costituiscono ipiù di una Divisione. Bisognava pensare ai mezzi logistici ed ecco il Fascio dì Torino sobbarcarsi per intero alla mastodontica organizzazione. Sono state mobilitate le ditte, le ferrovie, le automobili dei privati, la Milizia per 11 servizio di ordine, la Croce Rossa per eventuali soccorsi di urgenza, le musiche e le fanfare nonche i «piani verticali» se per un dannato caso, che non si è verificato, fosse mancato 11 flato alle musiche e, finalmente, s1 è fatto appello alla buona .volontà e alla generosità di tutti. Risultato: non un dopolavorista è rimasto a piarli : non un dopolavorista ha perduto il proprio reparto o ,'• st ,:o travolto dagli uomini di un altro; non dovolaverista è restato a bocca a•etnb. Motatett le c*c<roo liratte v«rjméì tk taafprrteetpBr,** fjk. gita eo- ninddgssabduttdst1astpdcctvgtnuqppcmdlgcspnqcfdaacpbinncrtge no andate intieramente ad arricchire il patrimonio del Dopolavoro senza che ne scapitasse in bontà ed in abbondanza il rancio veramente fuori d'ordinanza che è stato distribuito. Qualunque grande logista sarebbe orgoglioso di essere riuscito, In cosi splendida maniera, a vettovagliare le sue truppe. I 12.000 uomini alle undici avevano raggiunto la tappa. Ci sembra per lo meno doveroso usare un po' di nomenclatura militare trattando di un argomento perfettamente inquadrato nelle regole e nella disciplina militare. Vaiti a parlare, qualche anno fa, di disciplina che ora è posta come base indispensabile alla vita sociale di utta la nazione. Come alle manovra La « Divisione » operala, forte di 15.000... bocche, appena serrata intorno al paese di Coassolo si è frantumata secondo le disposizioni ordinate in tante compagnie che, se non erano perfettamente organiche, erano però di... buonissima lega: composte di ami coni per la pelle che, in montagna costituisce sempre un vincolo spirituale di grande Importanza. La vallala, come abbiamo detto, a veva già fatto alla superba guarnigione 1 dovuti convenevoli. La mon tagna, in fondo, a malgrado della sua natura restia e un tantino aspra, è una burbera benefica che dà poi tulio qiuello che ha. Ieri aveva, per esem pio, alcune nubi che gli frullavano per le altissime fronti; non diciamo che avesse proprio dei neri pensieri, ma si vedeva che era in balia di noie d'ordine, diremo così, famigliare, e allora, la montagna, ha pensato di volgere, in prò dei gitanti, questi suol crucci meteorologici, radunando nei suoi valloncelli un'ombra fresca e propizia pur cercando, per una sua Innata civetteria pittorica, di lasciare qua e là un po' di sole; quel tanto che bastava per aureolare le chiome fronzute del suoi castagni e alcuni del suoi più belli e erbosi spiazzi e alquanti corridoietti ritagliati tra le agili pareti delle frasche, sicché alcuni gruppi, sugli altri risaltassero, per il contrasto delle luci e delle ombre. Questa sua malizia le è riuscita in pieno: i lumeggiamenti del sole nella fresca e riposante foschia, erano come altrettanti sorrisi; di quelli che acquistano di sapore allorché fioriscono sul visuccio un tantino scontroso di una bella donna. Gli abitanti poi di Coassolo hanno gareggiato In gentilezze ospitali; fra onesti e rudi lavoratori ci si intende presto. Una volta, naturalmente, non era cosi e Ja colpa di tale divisione si dava, da parte di mestatori e agitatori di coscienze, aji assurde teorie di diversità di indqlf'e di carattere che permettevano a questi messeri di dividere la montagna e la pianura con certe fantastiche linee di d.-mnrcazione che sembravano insuperabili. Montagna e pianura: accordo perfetto Montagna e pianura vanno ora perfettamente d'accordo. I valligiani hanno aperto le braccia e veduio finalmente in viso gli artieri, i costruttori di tutto ciò che dalla pianura loro invia l'umano progresso. Hanno veduto di quale tempra siano quelli, ai quali devono i ferri del loro santo lavoro: ecco i fucinatori delie loro trebbiatrici, dei loro aratri, delle loro seminatrici meccaniche; ecco quelli, che hanno valorizzato le loto vallate, costruendo le automobili ed ogni genere di traini, che ora, percorrendole, velocemente, cancellano le distanze, che li avevano tenuti lontani dal traffico e dal progresso; ecco gli esperti operai, che sanno, nella misteriosa capacità di un tenue filo, adunare le virtù dell'energia elettrica, che illumina anche i villaggi sperduti sulla montagna, o quella che porta la loro voce lontana, unendoli di colpo al cuore e allo spirilo delle grandi città, che costituiscono lo sfogo de! loro commercio; ed ecco ancora le tessitrici, che danno i panni per il vestito ruvido dell'agricoltore, del legnaiuolo, del cacciatore, e per quello serico e leggiadro delle spose e per quello caldo come l'ovatta, o leggero come un soffio, o variopinto e allegro come un fiore per I bimbi; ed ecco anrora quelli, che stampano libri per dissipare l'ignoranza, e quelli che quotidianamente compongono e ipviano i giornali per legare tutti nella magica rete delle notizie mondi*'1. Viso a viso I magnifici montanari, attenti e scrutatori, riflessivi e pensosi, sono stati a lungo davnntl alla imponente massa, eli!' rapii'esentava g!* esecutori di tutto il lavoro crealo iluH'iii^egiio edalla fantasia umana, come per car-Sire dal viso di quelli che godevanoi riposante ospitAtVà del ,'oj» re.mpt,ln e e , a e i o a e n e e e i a . i i o l i , ; e i e i i e o l , o , , e n n a are uti si e . no sapulo a r- timo. o] t, | la rivelazione del travaglio Interno e della fatica di ognuno. Gli operai dal canto loro hanno incrociato I loro sguardi con quelli dei montanari per scorgere 1 medesimi se gni e confrontarli poi al loro e si sono trovati pari: pari nel dare e nell'avere Nel caso particolare, poi, la (orza che scende dalla montagna è perfettamente uguale a quella che alla montagna sale dalla pianura; l'impelo dell'acqua si » amata in luce soltanto attraverso le turbine. O senza acqua, o senza turbine non scoccherà mai la scintilla. La spirituale presenza del Duce Operai e contadini hanno sentito ieri in pieno ili valore di questa eterna legge di reciprocala ed hanno fraternizzato. Ecco perchè nel pensiero consapevo le Ut-i gerarchi fascisti la inauitesia /ione di ieri è stala concretata in una glorificazione uei lavoro, lutti liainiu desideralo ardentemente che preseti ziasse S. E. Turati. Impegni improrogabili lo hanno trattenuto a Roma ed egli è staio rappresentalo dail'on. Uaslle, memoro del direttorio e già aflel tuosainetite stimato e ammiralo daliu Provincia per avere retto il Fascio lo rlnese, Spinitiaiiuente c'era con la un ponente massa operaia e valligiana, primo fra lutti, il Duce. La giornata di ieri è staio consacrala al i.apo del Governo e del Fascismo che ha gettato il germe, assistendolo poi in tutte le sue fasi, da lincila del suo primo e rapido germogliare a quela del suo pieno rigoglio, del Dopolavoro. Quindicimila operai e sarebbero stati venti, trenta mila, a Coassolo per la glorificazione della sua idea, ormai già splendido fatto compiuto se le in sormontabili difficoltà dell'organizzazione lo avessero permesso. Cera il direttore generale dell'Opera Nazionale dell Dopolavoro, il seniore Beretta, al quale va la devota e am mirata riconoscenza non soltanto de nostri dopolavoristi ma qutlla di lutti gli opera; d'Italia. Ed eccole le nostre maestranze ra dunaie nei tre distinti campi che sono stati delimitati intorno alla collinetta sulla quale si alza il campanile della parrocchia di S. Nicolao. Ogni campo fa parie a sé: suddiviso in tre sezioni, possiede la sua vi vanderla dove vengono distribuiti pacchi che contengono una succolenta colazione, vino compreso; il suo banco dei doni perchè ogni dopolavorista ha anche diritto ad un dono offerto dallo ditte torinesi; un albero della cuccagna; una teoria di pentole sospese tra gli alberi e dalle quali ogni fortunato concorrente potrà far saltare fuori, con un colpo di antlello, r.lire cibarie altre bevande; e finalmente un piano verticale per i balli campestri. Dal sagrado della parrocchia dove le autorità attendevano i gerarchi, i tr campi brulicanti dei 15.O110 operai si stendevano, e degradavano di balza In balza, fin dove la strada con un'u tima svolta sparisce nella valle, ognuno, col suo labile tappeto di caria e di bandiere che copriva quello reale morbido dell'erba, sembrava che si fosse gettato addosso una gualdrappa per figurare più bello e variopinto degli altri. I fantasmi della montagna In quella festosa serenità di spirito, in quella viva e vibrante gaiezza della natura, il campaniletto ha liberato dalla sua nicchia una rapida svolata di rintocchi per chiamare I fedeli alla messa e poiché, alto era stato disposto l'altare da campo sul ciglio di un valloncello sovrastante un largo spiazzo erboso, ecco costruirsi come per un gemile miracolo una sontuosissima, aulente e freschissima chiesa. Nell'unica ed ampia navata, limitata dall'una e dall'altra parte riagli aerei colonnati di una doppia fila di castagni, operai ed operaie, alzano i loro visi verso l'altare che- ha per sfondo l'alta grandiosità del cielo e nell» loro magnifica umiltà li sorprende la benedizione di Dio, più vicino e più presente nei cuori, in quella silenziosa maestà della natura. Compiuto l'ufficio divino i militi hanno dato finto alle trombe e annunciano l'arrivo della autorità. Quindicimila dopolavoristi si sono avvicinati l«ri alla grande anima della montagna e son ridiscesi alle loro off) cine con un'altra gioia nel cuore. La montagna è granili- e buona: renderà ad essi questa visita. Durante la laoo riosa settimana, quando gli operai saranno chini sul tornio o sul U..../0 sentiranno Improvvisamente riempirsi gli occhi di luce e 1 polmoni di un respiro più leggero. E' la misteriosa prerogativa della montagna quella di poter visitare, con I suol fontasml dolcissimi ° nostalgici, le anime ehe hflncinurja anelli' per un ui- Ereett? Qi»fli*9*. LmecdrteplablamtapinnlavprpAdMrqrtiIrmmgctvntclaggtgd

Luoghi citati: Italia, Lanzo, Piemonte, Roma, Torino