I bivacchi sul colle

I bivacchi sul colle I bivacchi sul colle Alla piazza che si trova sul cocuzzolo del colle seguitano ad affluire 1 dopolavoristi e con gli uomini le donne, le quali, per la maggior parte, si sono cestite con singolare ricercatezza giustamente pensando che, se si balla persino nei più aiti rifugi alpini, era impossibile non si ballasse anche a Coassolo. E non hanno avuto torto poicnè_nel tre_ campi di concentramento, distinti da giganteschi cartelli inchiodati agli alberi e portanti suddivise tutte quante le lettere dell'alfabeto, numerosi pianoforti automatici hanno Iniziato al mattino e seguitato durante tutto il giorno ad eseguire una serie interminabile di fox-trot e di altri ballabili. I tre campi, in ognuno del quali sono radunati oltre quattromila persone, presentano un magnifico colpo d'occhio. Seduti sull'erba, avendo per tovaglia un giornale, tutti mangiano e bevono come se fossero In casa loro. Anche quelli che poco prima non si conoscevano sono diventati amici. Dovunque Impera l'allegria di buona lega, ma senza che, per questo, ordine e disciplina ne siano turbati. Su tutti 1 versanti della collina oltrethè 1 cartelli indicanti le diverse squadre dopolavoristiche spiccano lncnlodatl ai tronchi degli alberi 1 cartelli Inneggianti al Duce, a S. E. Turati, al seniore Enrico Berretta, presidente dell'O. N. D., aU'on. Basile, al Prefet to, al Dopolavoro, ecc. Le autorità Sul piazzale giunge finalmente la automobile della Federazione Provinciale Fascista. Ne scende il segre tarlo federale Bianchi Mina col direi tore generale dell'O. N. D. seniore Enrico Berretta, espressamente venuto Sa Roma. Uno scroscio d'applausi sa luta 1 due gerarchi che vengono salu tati dalle autorità presenti. Poco dopo da un'altra macchina, scendono il vice-prefetto marchese Di Suini col capo di gabinetto cav. uff. dott. Matti rolo, il Podestà conte Paolo Thaon di Revel, il nostro direttore Curzio Ma laparte, membro del Direttorio Nazionale della F. I. E., gli ispettori Federali Bouvet e Norzl e il comm. dott Gorgolini ispettore del Sindacalo in tellettuali del Piemonte. Alle autorità viene presentato un personaggio di grande importanza sebbene di non grande statura. E' 11 più piccolo Ballila, 11 figlio dell'aviatore centurione Lutiani, un frugolino di 4 anni al massimo, che si pavoneggia nella sua bella camicia nera. La musica della 2.a Legione suona k Giovinezza », motivo che riprende la musica della t Fiat » poi quella della « Lancia », poi quella di Borgo Po. I gagliardetti lasciano ordinatamente la piazza e vanno a schierarsi a lato della tribuna d'onore eretta a fianco della chiesa. Molti dopolavoristi sono già sccsi nel prato che dalla tribuna si domina e attendono. In mezzo alla selva de! gagliardetti &ui notiamo quelli della Fiat, Snla Viscosa, Magnani e Tedeschi d! Noie della Spa, dei Cotonifici di Mathl, del l'Azienda Tramvle di Torino, delle Officine Moncenfsio, delle cartiere Bosso, del Cotonificio Valili di Lanzo, della Lancia, del Lanifìcio Piacenza, ed in finiti altri, tra 13 folto gruppo di uff) ciall della Milizia, e dei direttori tee nici dell'escursionismo, passa il grup po delle autorità salutato da ripetuti «alala». Il direttore generale del Dopolavoro, Enrico Berretta, il segretario federale aw. Bianchi Mina, e le altre autorità si compiacciono ammirare da quell'elevato osservatorio il magnifico colpo d'occhio che presenta il verde colle sul fianchi del quale bivaccano dodicimila dopolavoristi torinesi. Poco dopo le autorità vanno ad incontrare l'on. Basile, accompagnato rial geom Filosi, mentre si rinnovano fra la fol la le entusiastiche dimostrazioni. Da questo momento la squadra de fotografi e del cinematografisti si arricchisce di nuovi operatori e gli obbiettivi scattano ininterrottamente. Nes suna personalità può sfuggire da un tale fuoco di fila. Oltre alle macchine fotografiche giganteggia sul colle an che un grande apparecchio radio. Nulla, proprio nulla è stato dimenticato lo tale circostanza. Il mssaggio Ad un ordine lanciato col megafono dalla tribuna, le musiche che in questo Jjpomento suonano l'« inno al Piave » •"ano silenzio e il Podestà di Coassol comm. Vigna ringrazia i gerarchi e le autorità che hanno voluto presenziare alla glcnata indimenticabile e dire che Coassolo si sente orgoglioso di aver ospitato nella sua terra i lavoratori delle officine torinesi inquadrati nel Dopolavoro. Il podestà termina icneg gianrto a S. M. il He e a.l Duce. Dalla folla vengono ripetute le ac olamazloni al Sovrano e al Capo del Governo ed eccheggiano alala per i Caduti di Coassolo, per i Caduti di Nizza e per ■ Martiri fascisti. Dal fondo valle, un aeroplano, guadagnando quota, è giunto sul cielo del colle e descrive larghi giri intomo al la chiesa. Anche dal cielo giunge cos jl saluto ai dopolavoristi torinesi. Fra 11 pifi assoluto sHenzo. l'oa. ga, Me legge quindi il messaggio di S. E Turati. Egli dice: « Camerali dopolavoristi! Alla pre senza di chi vi dirige, e presente S. E Turati che è qui con l'anima e col cuore, leggo le di lui parole che desidero rimangano scolpite nel vostro animo, po.chè sono parole non solite nella politica di altri paesi. Qui parla un'anima all'anima rude del popolo che ha sempre saputo capire le ore decisive rieiaa sua storia. Meditate e ascoltate n religioso silenzio queste parole di :M è degno di interpretare aia lettera 1 pensiero del Duce:; « Caro Basile; avrei voluto essere ogni in mezzo agli operai escursionisti torinesi, fuori della città, sulla collina, in piena come un fiume. L'ufficio mi tiene qui, lontano. Intona per me una di Quelle vecchie canzoni dal ritmo lento, che le valli ripetono e che esaltano la vita sana e buona. Sono certo che, a sera, tornando, reggendo bimbi un po' stanchi dopo la gior nata di sole e d'aria, ognuno sarà migllorf e penserà sorridendo al Duce he s'affatica per la serenità dì tutti. Augusto Tubati ». (ovazioni, alala, entusiasmo irrefrenabile). —Una volta tu detto: — conchiude on. Basile — « Sillaba di Dio non si cancella ». Questa è sillaba di fede. Non aggiungo alcuna mia sillaba. Applausi scroscianti accolgono le ultime parole dell'ori. Basile. Le migliaia di dopolavoristi che si trovano nel diversi campi di concentramento uniscono le loro acclamazioni a quelle dei camerati che si trovano più vicini all'oratore, poiché il messaggio del se gretario del Partito è stato udito per mezzo di altoparlanti, da tutti. Gli • alala » all'Italia, al Re, al Du ce( a S. E. Turati, aU'on. Basile, svegliano gli echi della montagna e sembra non debbano aver più termine. Dopo i tre campi dil concentramento ornano nuovamente al completo. Alcuni riprendono l'Interrotta colazione, altri ne cominciano una seconda; altri non cominciano nulla, perchè non fan no che continuare la prima. Sull'erba giovani coppie tentano passi di danza, ad. suono dei pianoforti automatici, altri tolgono dal fodero ! chitarra e dopo alcuni accordi in zi a no le canzoni popolari, che sono il naturale accessorio di ogni gita in montagna. Chi può del resto resistere in montagna al fascino di un nostalgico ritornello? I gerarchi fra le comitiva restanti La bianca casa podestarile di Coas solo, che guarda con una cert'aria di benevola degnazione il gregge delle casette valligiane arrampicantisl a lei, tra i frutteti ricolmi per 1 verdi prati digradanti partecipa alla festa con la letizia dei suol drappi tricolori, con la grazia delle sue finestre fiorite di belle signore; ed alla fine della breve cerimonia ufficiale spalanca le porte alle autorità, con un ricevimento offerto dal Podestà e dai villeggianti e annunciato come una bicchierata • alla buona » ma è riuscito invece un • lunch » signorile e inappuntabile. Una nota caratteristica: al ricevimento partecipano anche parecchi operai nella loro tenuta escursionistica. Le signore del Fasci femminili torinesi e le lcro Improvvisate collaboratrici di Ccassolo fanno gli onori di casa nella fiesca sala comunale, ove entra l'alito fragrante della montagna; un baililla, Peretti, presenta un .mazzo di fiori alpestri aU'on. Basile e all'avv. BianchiMina, e recita qualche parola di circostanza. Col bicchieri indorati dallo spumante si brinda e si inneggia al Duce ed a S. E. Turati. Intanto dalla piazza la folla dei gitanti reclama a gran voce l'on. Basile, che è costretto ad affacciarsi tra i frementi aiolà e le note dell'inno ■ Giovinezza • che le musiche affidano giocondamente agli «chi della vallata. La breve parentesi ufficiale 6 finita; e le autorità si. accomiatano dai podestà e dal comitato delle signore viileggianti, Garrone, Lanza, Turina, Trincherò, Salsa, Griboni esprimendo la loro gratitudine per l'accoglienza cordiale. Ormai per le Innumerevoli file di escursionisti che segnano di variopinti nastri serpeggianti lungamente le strade ed i campi, corre come una scintilla che si propaghi fulminea, il brivido di entusiasmo suscitato dalle parole di S. E. Turati lette poco prima dall'on. Basile. Sono parole definitive e squillanti, rinfraneatrici <•« annunciatrici, attraverso le quali si sente vibrare la fede di chi sa essere interprete perfetto del pensiero del Duce e del grande amore di Lui per quanti servono la Patria, in devozione e in silenzio, col proprio sacrosanto lavoro. Ma le colonne dei dopolavoristi, disciplinate, inquadrate, gaie senza smoderatezza, festanti senza atteggiamenti orgiastici, vogliono esprimere qualcuno il loro entusiasmo, la loro convinzione di aver compreso il contenuto del messaggio di Turati, averne sentito 11 significato profondo, e si stringono perciò intorno al gerarchi, che s'indugiano fra 1 bivacchi, per lanciar loro, con rude sincerità di lavoratori. II grido dell'adesione e del consenso. C'à un Istante, mentre la autorità di- rpdlarsimsrnozttrmsttostsaEcetpicnrea scindono dalla casa podestarile, nel quale l'on. Basile e l'avv. Bianchi-Mina icevono, si può dire, conteinporaneaiuenta — espressi o soltanto pensati — dodicimila inviti a pranzo. Tutte le comitive li vorrebbero commensali alle rispettive mense campestri; e chi offre il bicchiere di vino e chi presenta il fiasco, magari già vuoto, e chi offre un etsto con le frutta, e chi (queste sono le donne) presenta fasci di fiori, e chi, non avendo più altro, cifre, per una stretta cordiale, la sua mano callosa. L'on. Basile, Enrico Beretta e il segretario federale Bianchi-Mina e il Podestà di Torino Di Revel, percorrono tutti i bivacchi, frammischiandosi agli operai e alle loro famiglie, assistendo alle colazioni al sacco, trattenendosi attorno al giochi di boccle trasformati in sale da ballo, e non perdendo nemmeno lo spettacolo del gentile assalto ai banchi di distribuzione del dodici mila regali. E' mezzogiorno; ma soltanto per l'orologio di Coassolo, per quello di molti gitanti l'ora consacrata al pasto è giunta da un pezzo. Per alcune comitive, che avevano abbondato nelle provviste, mezzogiorno ha cominciato a suonare alle otto, e cinque ore dopo, alle tredici, a giudicare dalle menso e dall'appetito dei commensali, il dodicesimo rintocco non era ancora scoccato. E' giunta Intanto anche l'ora della colazione per le autorità. L'on. Basile, 11 seniore neretta, l'on. Bianchi-Mina, I Podestà conte Thaon d! Revel, Curzio Malaparte, l'on. Bagnasco, l'on. Malusardl e tutte le altre autorità presenti sledono in gruppo tra le squadre festanti degli escursionisti e consumano la colazione al cestino, che viene anche a loro distribuita. Le fanfare e le bande or qua or là. fino al fondo del pen dio su cui sono stati disposti 1 tre con centramenti principali, allietano con le loro allegre note 11 breve passo. Molti operai escursionisti circondano il gruppo delle autorità, per portare 11 loro saluto personale e l'espressione della loro gioia e della loro riconoscenza. La cordialità più Intima fra le autorità è la caratteristica principale della gioiosa giornata. Le poche ore trascorse all'aria aperta In letizia di cuori hanno portato nell'animo di ognuno la sensazione precisa che la sosta, pur breve, dalla fatica quotldia na aveva assunto un significato, non di gita escursionistica soltanto, ma di una comunione di spiriti che, al vivo contatto con la natura, s'approfondiva e s'estrinsecava nella gioia di tutti. Il ritorno Ma le brevi ore trascorrono veloce mente. Anche ì villeggianti vogliono tributare il loro omaggio alle autorità presenti, che vengono invitate a sostare in niù di un villino. E le Autorità passano ancora una volta tra 1 prati dove 1 gitanti hanno Improvvisato le loro danze ed innalzato 1 loro canti, acclamate entusiasticamente dal lavo ratori. Ouindi rapidamente si appre stano a partire. E per partire si inquadrano anche i gruppi, degli operai, secondo le formazioni stabilite e perfettamente ri spettate. Lo spettacolo del mattino si rioete. anche più pittoresco. La fiumana senza fine, ricollega per qualche ora Coassolo a Lanzo. senza interni zione: fra 1 cori e le mandolinate siri torna verso la città, e verso la vita di tutti 1 giorni. Man mano che 1 gruppi raggiungono Lanzo. vengono con il massimo ordine incanalati verso la stazione, dove i treni pronti li riporteranno a Torino. Ma a Lanzo un trattenimento fuori programma 6 stato offerto al dopolavoristi. Il comm. Casalegrio ha pensato, infatti, di alile tare la breve fermata a Lanzo, necessaria per il decentramento delle masse affluite, con un trattenimento teatrale. Ed ha mandato, col fratello cav. Francesco, una parte della sua compagnia, e con 1 « mònfrln » che hanno recitato sopra un grazioso palcoscenico improvvisato, uno dei più brillanti «vaudevllles» del repertorio dialettale. I treni del ritorno hanno cominciato a prestar servizio dalle 17 In poi, trasportando le comitive che per prime erano giunte al mattino. Ed 11 succedersi dei treni continua fino a sera inoltrata, senza interruzione. Ma anche a sera inoltrata, nella bella Lanzo, non si era ancora spenta l'eco risonante della giornata, che ha radunato, nella prima manifestazione escursionistica veramente ed esclusivamente operaia, che si sia svolta in Italia, una cosi Imponente massa di dopolavoristi. MbbcsadmscpesdcsepascmGgrspSrh4