Spaventoso incendio in un polverificio bresciano

Spaventoso incendio in un polverificio bresciano Spaventoso incendio in un polverificio bresciano 17 morti e 22 feriti di cui 8 gravissimi Bresola, 4 notte. Nello stabilimento per l'estraziondella polvere dai proiettila, polvere ohe poi, macchinata, viene confezionata per la vendita che la « Metallurgica i Antonio Giardini e Antonio Sorlini esercisce nella vasta brughiera tra Castenedolo e Montichlari, poco discosto dalla « Fascia d'oro », c scop piato stamani alle 11 un Incendio, le cui cause non si possono almeno per ora accertare, ma le cui conseguenze sono gravissime. Le gigantesche proporzioni dell'incendio L'incendio si è sviluppato nel corridoio centrale dello stabilimento suquale si aprono 1 locali del laboratorio, dove le verghette di polvere vengono con una macchina, chiamata r taglierina •, divise in piccoli pezzi, che poi passano nella macchina, nel setaccio e negli essiccatoi. La fiammata violenta ha investito tutti gli operai ed operale, le cui grida disperate richiamarono 1 compagni dal capannoni e reparti circostanti, facendoli accorrere In loro soccorso, mentre ]e fiamme divampavano e l'incendio si comunicava ai reparti contenente altra polvere, Indicata col nome di «cardite». Il magazziniere contabile Falconi, sentendo le grida dei feriti, uscì dallo studio per avviarsi verso 11 polverificio, ma un Tottame incandescente lo colpi alle spalle abbattendolo e producendogli ustioni gravi al dorso, alla nuca, alla gamba sinistra ed alle inani. Egli potè tuttavia, aiutato da altri, raggiungere la «Fascia d'oro», ri onde fu poi trasportato a Castena. Avvertltj per telefono, erano intanto piuntl dal campo di aviazione di diedi 11 comandante Lombardi con tutti gli ufficiali e una compagnia di avie ri, muniti di pompe, di attrezzi di soccorso, di maschere e di guanti. I bravi soldati si prodigarono nel salvataggio, insieme ai loro ufficiali. Con la fiamma ossidrica tagliarono 1p inferriate delle finestre e penetrati quindi nel locali Incendiati riuscirono a trarre fuori operai ed operale, alcuni dei quali completamente privi di abiti, e con le carni ustionate. L'opera di salvataggio Da Brescia accorreva pure con tre autolettighe la • Croce Bianca », I cui militi volenterosi, dopo avere contribuito ai salvataggi, provvedevano a trasportare rapidamente le vittime ed i feriti all'ospedale di Montichlari e a quello di Brescia. Frattanto 1 pompieri che erano accorsi a mezzogiorno da Brescia con autopompe e carri attrezzi, agli ordini del vice-direttore geometra Navoni, mancando totalmente l'acquadovettero attendere che ne arrivasse da un piccolo ruscello fatto deviare nelle vicinanze, dopo di che tutte le sezioni dell'opificio furono inondate da potenti getti d'acqua. Durante tutta l'opera di soccorso e e e olo a ip e r e l a , l i e , e e a , . o i i l . p i o i e i a d e n , e re e a e Idi spegnimento, carabinieri e militi | della M.V.S.N. e reparti di bersaglieri prestarono man forte a tenere lontani i contadini dei dintorni, che chiede vano ansiosamente notizie dei feriti. Lungo, difficile e pericoloso fu 11 lavoro per vincere tutti gli incendi, che a mano a mano divampavano nelle varie sezioni dello stabilimento. Diciassette morti ed otto feriti gravi Il Prefetto di Brescia, gr. uff. Solini, dopo avere col Questore, il Segretario federale, il Generale comandante la Divisione, ti Colonnello comandante la Legione del Carabinieri, il Console della 15.a Legione della Milizia, il Podestà e 1 segretari politici di Castenedolo e di Montichlari. presenziato alle opere di salvataggio e allo spegnimento dei vari focolari dell'incendio, si è recato dapprima all'ospedale di Montichiarl e poi all'ospedale di Brescia a visitare e confortare j feriti. Nel polverificio, al momento in cui è scoppiato l'incendio, si trovavano una quarantina di persone: quindici meccanici e falegnami e venticinque tra donne e ragazze, tutti appartenenti ai paesi di Castenedolo e Montichiarl. Di questi, diciassette sono morti e ventidue sono rimasti feriti, di cui otto versano In condizioni gravissime. Le cause dell'Incendio Sulle cause dell'incendio, malgrado la rapida inchiesta iniziata subito dal Questore, non si sa nulla di preciso. Tuttavia si presume con una certa fondatezza, che un'operaia trascinando una cassetta di polvere sul pavimento abbia determinato una scintilla, la quale deve essersi comunicata a polvere giacente al suolo o lungo le pareti della cassetta medesima, facendo divampare le fiamme. La guardia giurata Pietro Cappelli, l'unica persona che abbia assistito alla prima fase della catastrofe e ne sia uscita quasi illesa, mentre portava una cassetta contenente cinquanta chili di cardite dal corridoio alla sala delle taglierine, scorgeva la prima fiammata In un angolo del corridoio stesso, e. intuita la sciagura, gridava ai compagni: «Scappiamo che tutto brucia». Scene di terrore Ma già tutta la sezione centrale dello stabilimento era avvolta da una immensa vampata, dentro la quale le soffocate esplosioni delle cassette si succedono fulminee, lanciando a grande distanza rottami di ogni genere, che si spargevano per tutta la campagna intorno. Seguirono scene terribili di panico: delle quaranta persone occupate nel polverificio tredici donne, non tutte potute identificare, rimanevano uccise. Altre cadevano dopo aver tentato di fuggire, mentre altre precipitavano fuori dalle sale con le vesti In fiamme a il corpo ustionato. L'operalo Ernesto Tosoni di 22 anni, fcdldnmrrsmcenssml2n3rsgcFdtadctrtEFPi rPcpdicthglucDceanssmestsnfct fuggendo, si buttò nelle acque di un canale, riuscendo cosi a salvarsi. Impressionante è stato lo spettacolo delle fasi del salvataggio. Insieme alle operaie nude, con i corpi straziati dalle ustioni, vennero tratti dall'immane rogo corpi umani irriconoscibili, mutilati degli arti. E qua e là affiorava lontano sul terreno della brughiera qualche corpo dilaniato, che era stato indiziato da una nuvoletta di fumo prodotto dalle carni brucianti. I nomi delle vittime Ecco alcuni nomi di corpi identificati : Giovanni Treccani, di anni 19, che era entrato a lavorare solo stamattina al polverificio, è morto alla « Fascia d'oro », dove si era trascinato a stento. All' ospedale di Brescia sono morti: Pietro Pozzi, di 32 anni, mutilato di guerra: Terziaria Boschetti, di 21 anno, e Angela Imperatori, di 32 anni, di Montichiari; Angela Cornali, di 32 anni da Castenedolo. I feiUi gravi, ricoverati con prognosi riservirtisslma all' ospedale di Brescia sono: Abramo Bidolfl, di 24 anni: Angela Maria Bodella, di 18 anni; Vincenzo Ravelli. di 21 anno; Lorenzo Forti, di 23 anni: Mario Mandonlco, di 18 anni, tutti di Castenedolo; Anita Bl.lardi, di 22 anni. Rosina Favelli, di 23 anni, tutti e dee di Vighizzolo. All'ospedale di Montichiarl, pure in condizioni gravissime, sì trovano: Arturo Oro. di 29 anni, elettricista; Mario Giacomo, di 35 anni, muratore ; Arturo Tosoni, di 20 anni, e suo fratello Ernesto, di anni 22, di Vighizzolo; Francesco Moreni, di 32 anni, e Nini Pasotti, quest'ultima morente. Sul luogo sono rimasti di guardia bersaglieri e una squadra di pompieri: ma alle 23 è giunta all'autorità di P. S. notizia che il fuoco divampa ancora in alcuni capannoni e tosto sono partite per Montichiarl altre squadre di pompieri con le autopompe. In seguito alla tremenda disgrazia, l Podestà di Montichiari, d'accordo con l'Abate e il Comitato organizzatore che all'uopo era stato . costituito, ha sospeso in segno di lutto 1 festeggiamenti che avrebbero dovuto aver uogo venerdì, sabati) e domenica per celebrare 11 secondo centenario del Duomo di Montichiarl. Due tragici precedenti SI ricorda, che nella stessa località, circa diciannove anni or sono, * era esplosa la « Camura », una fabbrica anche essa di esplosivi, travolgendo nelle sue rovine sette operale. L'anno successivo era poi saltato In aria lo stabilimento nel quale 11 trentenne marchese Imperiali, di Napoli, stava esperimentando un nuovo esplosivo di sua invenzione. La catastrofe era stata cosi spaventosa, che dopo l'esplosione, al posto dove sorgeva l'opifìcio, non' rimaneva più che una buca prò. fonda, e nessuna vestigia nè del mac chinarlo nè dell'abitato. Tutto era sta> to annientato.