Dissensi e contrasti in Francia e in Germania

Dissensi e contrasti in Francia e in Germania DOPO L'AJA Dissensi e contrasti in Francia e in Germania accuse Parigi, 3 natte. A dispetto del placet accordato a Briand al suo ritorno dall'Aia dai consiglio dei Ministri, un tentativo disperato viene delineandosi nella stampa moderata per salvare, se ancora è possibile, qualcuna delle posizioni strategiche evacuate laggiù senza resistenza dal Capo del Governo. Ma a quali cavilli potrebbero, ormai, aggrapparsi I patrioti francesi per provare alla Germania che l'avere fissato la data dal 30 giugno come termine ultimo dello sgombro della zona di Magonza non implica che lo sgombro abbia da considerarsi indipendente dall'accettazione del Piano Yoùngl Ciascuno di questi tardi avvocati si affida ella propria ispirazione, utilizzando alla meglio l rondini che gli capitano sotto mano. Il Temps dice che è assurdo pretendere, come certi giornali tedeschi, che la Reuania debba «ssere sgombrata senza condizioni di sorta, giacché era impossibile che Briand si rendesse a tal segno colpevole di « imprudenza e di prodigalità ». L'organo repubblicano cade qui, coaie vedete, in fina petizione di principio, supponendo dimostrato quello che precisamente sarebbe da dimostrare. Ma rimedia, poche righe più sotto, accordando grande importanza alle Commissioni di conciliazione germanobelga e franco-germanica, previste dal trattato li Locamo," le quali dovrebbero, a suo parere, mettere la Francia almeno al coperto dai risr.lii dell'evacuazione. E finisce augurandosi che II termine dell'occupazione renana abbia almeno come risultato di spingere finalmente il Governo della Repubblica a prendere sulla frontiera orientale quelle misure di copertura che con inqualificabile negligenza non prese durante 11 tempo passato. Battaglia alla Camera? n Journal des Dcbats, non sentendosi il coraggio di mettere innanzi argomenti nos' privi di consistenza reale, preferisce riporre la sua fiducia nella Camera. A suo giudizio, solo la Camera potrà rabberciare la situazione irrimediabilmente compromessa dal negoziatori francesi dell'Aja, sottoponendo la ratifica dell'accordo a un minimo di garanzie. » Finora — scrive questo giornale — an'lnterpellan/a è presentata: « sulle ragioni che determinano il Governo ad abbandonare le garanzie di sicurezza e di pagamento che alla Francia spettano per 11 trattato di Versailles». Questa fot-mola sacramentale si traduce in lingua povera: interpellanza sull'evacuazione renana e su! modo[con cui si presenta, «ara. questa per smmla Camera l'occasrione di fare conosce Te in anticipo a quali condizioni essa intende subordinare la sua ratifica degli accordi dell'Aia. Sarà questa la nostra ultima possibilità di ottenere qualche cosa di sostanziale o, per parlare più modestamente, di raccogliere le bricciole cadute dalla tavola dove gli altri si sono abbondantemente serviti. Se noi non possiamo rimettere tutto in questione e modificare la data fissata, possiamo almeno stabilire le coudizioni dell'evacuazione. E noi lo possiamo senza mancare alla nostra parola e senza neppure sconfessare i nostri rappresentanti. Perche gli accordi dell'Aia, se si sono accuratamente guardali dallo stabilire qualche cosa di preciso sulla mobilitazione del debito incondizionato, non hanno tuttavia osato dichiarare che quesia mobilitazione non saia fatta e non potrà essere fatta prima della evacuazione. Non hanno osato dirlo, perchè ciò allora non sarebbe più un equivoco. Al contrario sarebbe, anzi, una luce troppo cruda. Il nostro Parlamento non domanderebbe, dunque, null'altro eh. una cosa nonnaie, conforme agli accordi de'.l'Aja, reclamando l'inizio dell'esecuzione di questo punto prima di ogni voto di ratifica, li nostro Governo, appoggiato sulla opinione delle Camere e del paese, non avrebbe allora bisogno di battere 11 pugno sulla tavola per farsi intendere da chi di dovere ». La speranza del Journal des Dcbats non sarebbe forse del tutto infondala, qualora al Governo ci fosse il solo ■Briand. Ma il Governo comprende, nome tutti sanno, varii moderati e per nominarne uno solo, il ministro dell'Economia, esponente cospicuo dei gruppi in questione. In tali condizioni, come supporre possibile che I voti dell'Unione Repubblicana possano lenirgli meno 11 giorno della discus- [nanno un f0rttì sapore di gratuito. I/a . , ,, ai-vnale di Bailby sostie- sione dell'interpellanza sulla evacuazione? Il solo nome su cui potrebbero pigliare corpo le velleità di rivolta delle destre sarebbe quello di Poincaré, sebbene anche questi abbia orma! grandemente perduto dell'antico prestigio. Ma Poincaré è ancora alla vigilia di subire una seconda operazione e, per sicuro che ne sia l'esito, i medici hanno già fatto comprendere chiaramente che almeno tre o quattro mesi sono necessari prima che il vecchio uomo di Stato possa riprendere gli affari. Briand è, quindi, e rimane padrone del campo, e al primo gesto di impazienza dei moderati sarà sua cura defenestrarli per mettere al loro posto dei radicali e governare con l'appoggio delle sole sinistre, respingendo le destre all'opposizione. L'aspirazione del Journal des Dfbnts è di conseguenza condannata a restare lettera morta. Avvertimenti alla Germania E VJntraniigeant, che non si fa illusioni in proposito e che d'altronde è troppo ministeriale per desiderare la caduta di Briand, non trova altro modo di salvare la situazione che provandosi a Ipnotizzaro Stresemann con 10 scrivere: « E' bene fare notare ai capi della politica tedesca questa unanimità del Governo francese al fine di prevenire, daiParte degli uomini di Berlino, i malintesi più o meno volontari. Abbiamo visto, dono Thoiry come parole vaghe pronunziate ria Briand durante una colazione intima, siano state voilontariamente deformate e come siano stati m'esentati quale apporto al Reich certi impegni non ufiiciaii che tutta la staniua tedesca ripetè e commentò al fine di dare '.oro una conferma puramente artificiale. Nell'ordine dello trattative private, ciò potrebhe chiamarsi con una definizione abbastanza dura « abuso di fiducia ».» l'orse the i negoziati pubblici sono dispensati dalla norma della buona fede? Tutta la Germania ripete oggi che 11 Heno sarà completamente evacuato nel giugno 1030. Ma la Germania dimentica di ripetere nello stesso tempo che vi sono, per questa liberazione delle condizioni si/te tiua non e innanzi tutto la ratifica totale e definitiva del Piano Vonng e la messa in ese dizione del Piano stesso, cioè la coni mercializzazione e la mobilitazione delle obbligazioni emesse dalla Banca Internazionale. La lettera di Stresemann alle Potenze non potrà — Briand Ho dichiara espressamente — sostituirsi all'art. 430 de! trattato di Versailles, che garantisce i nostri diritti di creditori di fronte a un debitore che si sottrae agli obblighi di pagamento. Va lettera di Srresemann non modifica nulla. Essa può essere considerata come un commento non del tutto esano, e certamente incompleto, degilì accordi presi ». Le affermazioni AeWlntr ansine avi , n , , o , a , e s , o r i o - ne, è quella che il Governo francese sosteneva prima di andare all'Aja e alla quale, precisamente, ha rinunziato Il giorno che accettò di fissare una data improrogabile per la restituzione completa del pegno renano. Blum ne è profondamente persuaso e non manca di proclamarlo ai quattro venti, dalle colonne dell'organo socialista, tanto perchè 1 francesi non si facciano Illusioni. Siamo per una volta tanto perfettamente dello stesso parere del don Basilio socialista, ma non per la medesima ragione. Qualunque salvataggio nazionale è possibile a patto di volerlo e soprattutto a patto di voler i mezzi destinati a realizzarlo. Il debole della palifica francese, da qualche anno in qua, non sta tanto nella fatalità che la dominano, quanto nei criteri che la reggono. Briand avrebbe potuto, nell'identico clima storico e con le identiche armi in mano, ottenere risultati ben diversi, se avesse agito in funzioni di altre premesse. Sono le premesse che lo hanno tradito e che sempre peggio lo tradiranno in seguito. Come dicevamo giorni addie|tro, la direttive principale della politica estera francese continua ad essere, ad onta dei sacrifici che richiede e dei rischi che fa correre, il ravvicinamento alla Germania: finché questa ulopia continuerà a tenere in isoacco gli sforzi di quei pochi chiaroveggenti che sentono l'urgenza di sostituirle la realtà solida di un accordo con l'Italia, dovremo riconoscere che Leone Blum ha ragione di farsi beffe del!e velllcltà francesi di resistere alla volontà di Berlino. " C. P. il Consiglio dei Ministri tedesco Berlino, 3, notte. Il min.islro Stresemann è partito stasera per Ginevra, per partecipare al Consiglio e all'Assemblea della Società delle Nazioni. Di ritorno dall'Ala, si è fermato a Berlino quarantotto ore, durante le quali si è approfittato della sua presenza e della presenza degli altri colleghi di Gabinetto che avevano preso parte alla Conferenza, per tenere un Consiglio di Ministra. Il Consiglio era stato annunziato per questa mattina, ma è poi stato rimandato a questa sera, poche ore appena prima della partenza del Ministro. Questo rinvio, che non è stato il solo, poiché era da ieri che questo Consiglio si tra scinava senza riuscire a tenersi, insieme con notizie, che già erano trapelate dall'Aia, di asseriti dissensi fra i vari membri della delegazione, e precisamente fra Wirth e Stresemann, hanno fatto correre a Berlino, fra ieri e oggi, voci diffuse di dissensi e polemiche di una certa gravità in seno ai Gabinetto sull'andamento e sui risultati dell'Aia. Le voci erano state poi anche fomentate da indizi e spiragli di luce che erano venuti fuori dal Congresso cattolico, che si è tenuto l'altro ieri a Friburgo, dove anche l'at Illudine di Wirth all'Aja ha suscitato polemiche e piccoli scandali, per cui ad esempio, il capo del Centro, dottor Kaas, si è tenuto assente dall'assem Wea, quando Wirth vi ha tenuto il suo discorso. A tutto ciò ! giornali non fanno che velati e diserei! accenni, ed i più prudenti si lanciano a smentire che dissensi ci siano o ci siano stali. Il Berliner Tageblaft, per contro, coglie l'oc castone del Consiglio dei Ministri di questa sera, per dare sulla voce ai propalatori di notizie sensazi'onall d dissensi, appoggiandosi sull'argomen to, in verità non certo convincente, che in definitiva il Consiglio ha finito per approvare unanimemente la condotta delia delegazione all'Aja. Non è senza importanza, a questo proposilo, riferire quanto scrive oggi, sulla condona della delegazione e in special modo sulla condona del suo rapo, dottor Stresemann, la Koelnische Zcilung, l'autorevole giornale populista, vicino, perciò, ai circoli del Ministro degli Esteri. « Se paragoniamo — scrive il giornale — la situazione della Germania del 1919 con quella di oggi, malgrado nate le pressanti preoccupazioni che ancora ci rimangono, sia di politica interna che di politica economica, non possiamo tuttavia negare che dei pas&i avrnt! se ne siano fatti. Non pare perciò giusto lasciarsi trarre in tale circostanza a piccole sofisticazioni, ed esagerare ciò che non è stato raggiunto, ovvero i sacrifici, in modo da offuscare completamente il grande progresso indubbiamente raggiunto. Bisogna essere consapevoli die la méta non è certamente ancora raggiunta e che dinanzi a noi stanno ancora molti anni di lotte, ma bisogna anche rallegrarsi di quanto già abbiamo ottenuto, e ringraziarne gli uomini responsabili, e specialmente il ministro degli Esteri, dottor Stresemann, per le loro fatiche. Anche per loro vale quanto a suo tempo Voegler ha detto per l'opera degli esperii di Parigi, che cioè cri più non si poteva ottenere ». I! fatto è che se divergenze ci sono state in seno alla delegazione all'Aja, esse sono ormai cosa passata, e parlarne ancora è inutilmente recriminare. Bimane soltanto ancora negli animi come strana ripercussione il discorso accentuatamente nazionalista tenuto all'Aja dal centro-sinistroide Wirth, il quale ha fatto quanto ha potuto per riguadagnarsi le grazie degli ambienti e dei giornali di destra, in un momento nel quale la coalizione governativa, sebbene abbia superato la Scilla dell'Ala, non si può dire per questo che navighi in acque tranquille, perchè l'aspetta ben presto la Cariddi delle assicurazioni sociali. Ed anche di questo il Gabinetto doveva og#i occuparsi. Ma, ahimè, si tratta di questione così scottante e pericolosa che il Gabinetto ha preferito rinviarla ad altra seduta, con la motivazione che sarà meglio attendere che si riuniscano ancora per discuterne i capi delie fra zioni parlamentari dei partiti, riunio ne che essi terranno domani. La spi uosa questione è, coinè si vede, rimati data da Erode a Pilato. <LP.