L'eredità di un milionario eccentrico e la sorte della sua giovane ex-fidanzata

L'eredità di un milionario eccentrico e la sorte della sua giovane ex-fidanzata L'eredità di un milionario eccentrico e la sorte della sua giovane ex-fidanzata nipoti contestano alla signorina il diritto alla eredità La validità del testamento d'un avvocato milionario infirmata per vizio di mente del testatore -■ Un curioso epistolario d'amore Il « Gigetto » e le sue stranezze d'innamorato -- Un interessante e movimentato succedersi di fasi giudiziarie a a a l l d ; a o o a a i e i o, a za inali to,dizI chdisporre liberamente delle sue so- denze, sìa perche il miglioramento 1 aedi coLle pie o n ato nril», eoor ri eoin li ro bi re vede il uer oto orca, gli tti tti he ui ai ia meso to, ali Figura assai nota negli ambienti mondani sino ad una ventina di anni fa, l'avv. Luigi Colongo era segnato a dito per le sue eccentricità e le sue cospicue ricchezze che gli permettevano una viia fastosa e brillante. Egli moriva nell'estate'del 1927, in una casa di salute, lasciando una sostanza di alcuni milioni. 1 fatti che diedero origine a questa lunga e complicata vicenda giudiziaria risalgono però a molti anni addietro. Con suo decreto il Pretore del V Mandamento di Torino ordinava il ricovero del.l'avv. Luigi Colongo nella casa di salute denominata « Villa Cristina », peirehè affetto da frenosi paralitica, ossia da paralisi generale progressiva, che, secondo una dichiarazione del prof. Enrico Toselli, direttore di quell'istituto, appariva grave ed insanabile. Questo responso veniva sostanzialmente confermato anche dal prof. Enrico Morselli, il quale aggiungeva anzi, in una sua lettera, che la malattia sembrava dovuta ad una precedente infezione di natura terribile. Successivamente, con una motivazione del i gennaio 1905, lo stesso prof. Toselli accertava che, dopo circa tre mesi di decorso acuto, si era constatata una progressiva remissione di tutti i sintomi della malattia di cui il Colongo era afflitto, tanto che questi poteva essere dimesso, in via di prova, e solo avvertiva che sarebbe stato opportuno limitare, mediante un provvedimento giudiziario, la capacità di ' stanze, sta pe conseguito non lo metteva in grado ancora di provvedere ai propri interessi con sufficiente integrità di giudizio e libertà di scelta, sia perchè era da temersi la recidiva dello stato di delirio. Perciò il Pubblico Ministero iniziava la procedura per la interdizione o la inabilitazione del Colongo ed il Consiglio di famiglia, all'uopo convocalo, esprimeva il parere che sarebbe bastata la semplice riabilitazione, ma dopo l'interrogatorio dell'interessato, lo stesso rappresentante della legge si persuadeva che non fosse ancora il caso di promuovere di ufficio quel provvedimento, e perciò sospendeva il corso della relativa procedura. Una graziosa fanciulla bionda Intanto il Colongo, uscito dalla casa di salute di Villa Cristina, riprendeva il suo ordinario tenore di vita, senza più suscitare alcun provvedimento a suo carico sino al gennaio 1908, quando si fidanzava con la signorina Maria Mongilardi, una graziosissima fanciulla bionda, appartenente a distinta famiglia torinese, appena maggiorenne mentre egli aveva l'età di 47 anni, inoltrando le pratiche per la richiesta delle pubblicazioni di matrimonio. Ta le fatto induceva il di lui cugino Ber nardino Ollive'ri a presentare un ri corso il 19 gennaio 1908, per iniziare una nuova procedura di interdizione, ed all'uopo l'Olliveri si valeva di un certificato medico dei professori En rico Toselli e Vitlge Tirelll, esponendo che i fenomeni di esaltazione delirante e di incoscienza, da cui il Colongo era affetto, si erano rinnovati e mantenuti in modo inquietante, frequente e grave, e che non era più possibile di abbandonarlo a se stesso, di fronte ad un progetto di matrimonio, che a giudizio del sanitari sareb be stato la sua rovina. Ma in seguito quest'ultimo, con at ti delli 25 febbraio successivo, citava egli stesso l'Olliveri a comparire da vanti al Tribunale di Torino per cliie dere il rigetto della domanda di interdizione, da costui proposta, e poscia conveniva anche in giudizio il P. M. instando perchè venisse chiusa la procedura d'interdizione o di inabilitazione, iniziata nel gennaio del 1905. Ciò dava luogo ad una prima sentenza del Tribunale, che ammetteva innanzi lutto 12 capitoli di prova testimoniale dedotti dall'Oiliveri, mandando ad un collegio di Ire periti di accertare se il Colongo fosse affetto da abituale Infermità di mente che lo rendeva incapace di curare i propri interessi. In seguito interveniva una sentenza di questa Corte d'Appello in data 23-24 luglio 1908, che riformava parzialmen te la seconda sentenza del Tribunale Tale pronuncia induceva la signori na Mongilardi nell'agosto successivo a rompere il fidanzamento e poco dopo il Pretore del IV Mandamento Ji Torino ordinava una seconda volta il ricovero del Colongo a • Villa Cristi, na », per alcune manifestazioni di alicitazione mentale, che lo rendevano pericoloso a se stesso ed agli altri. «memegol'ecoprriaCoRele SfunGiacelpoviorapHo9 dl'edi sectà chdeldisgiula ziaassLasiezatutII testamento In seguto a ciò l'Olliveri si dispone va ad esaurire la prova testimoniale ammessa dal Tribunale e dalla Corte, ma essendo sorto un incidente che portava alla rimissdone delle parti davanti al Collegio, ne approfittava per concludere anche in merito ed il Tri bunale, con sentenza 5-12 marzo 1909, pronunciava senz'altro l'interdizione del Colongo. Questi rimaneva poi definitivamente ricoverato nella casa di salute, per tutto il corso della sua vita, durata ancora molti anni, e colà si spegneva il 9 novembre 1927. Dopo la sua morte veniva aperto e pubbli cato, con rogito Rolando, un testamen to olografo in data 11 aprile 1908, che U Cotongo ave-te redatto durante il fiudizio d'interdizione promosso dal Olliveri e depositato presso il no tato Camillo Sismondi. Il testamento era del seguente tenore: frupommsueerelsazi"aciirlepedasapridstleletrsaristsaCpcnydmlicinrcmvcleactptsicitfspclrmtlpllrtvdtpc , fra cui, in ispecie, gli atti del giù zio di interdizione, mentre gli attori hiamavano in causa la Piccala Casa ella Divina Provvidenza e l'Ospedale egina Margherita nella loro qualità legatari, perchè la emananda sennza avesse effetto anche nei loro onfronti. La Mongilardi si opponeva a tutte loro pretese che il Tribunale repingeva con sentenza 20 novembre - 5 cenibre 1928 revocando il sequestro udiziurio. Le due principesse « Testamento olografo - Questo testaento olografo annulla tutti i testaenti fatti prima, lo, avvocato Colono Luigi, lego ai miei nipoti Marcello, elicti Giuseppe, i beni di Valle S. Niolao. 11 restante patrimonio di mia roprietà la lascio alla signorina Maa .Mongilardi. Lascio mille lire al otlolengo e mille lire all'Ospedale egina Margherita - Torino, li apri l'JUS — t'.to: avv. Luigi Colongo ». Senonchè gli eredi legittimi del dento, discendenti dal di dui fratello acomo, e cioè i nipoti avvocato Marllo e capitano Giuseppe ed i proniti Ugo ed Elena Colongo fu Ottao-Felice, i due ultimi perchè minori ppresentati dalla madre Teodora offmann-Tolei ved. Colongo con atto dicembre 19^7 evocavano in giudizio rede testamentaria Maria Mongilar per impugnare quel testamento che. condo loro, era nullo per l'infermi mentale del testatore e chiedevano he si lucesse luogo alia devoluzione ell'eredità a loro favore in base alle sposizioni di legge. Nel corso del udizio le parti si accordavano per nomina di un sequestruiario giudiario della eredità e l'incarico era sunto dall'ing. Giovanni Vailauri. a Mongilardi citava quest'ultimo ineme ali'Oliiveri ed alil'ing. Ercole Ario. per ottenere la produzione di tte le carte e documenti del defun- Gli attori però non disarmavano di onte alia contraria decisione del Triunale, impugnandone il giudicato e ortando quindi la questione al riesame della Corte d'Appello. « L'unico criterio per stabilire se le malattie del testatore, eventualmente ussistenti al tempo del testamento, aessero una gravità sufficiente per de erminare la sua incapacità di redigee l'atto — premette l'estensore della aborata sentenza corniti. Aimone Maran — è quello che viene fornito daldisposizione di legge sulla interdi ione poiché queste norme sanciscono a presunzione assoluta della incapaità di testare nel caso che l'interrllione sia pronunciata, e da ciò si.può rguire quale debba essere secondo il egislatore la gravità della malattia er condurre a tale conseguenza » Sta di fatto che il Colongo, al tempo el suo primo ricovero nella casa di alute, presentava del fenomeni di o anazione mentale dovuta a paralisi rogressiva, ohe erano abbastanza gra i da privarlo della libertà o coscienza ei propri atti, come potè constatare lo tesso prof. Morselli nella visita risa ente a quell'epoca; del resto a/lcune ettere scritte dall'avvocato mentre si rovava degente a Villa Cristina e verate in causa nel giudizio d'appello rivelano nel modo più evidente il suo tato di delirio grandioso e parados ale misto a mania di persecuzione Cosi in una epistola parìa delle due principesse che voleva mandare in ontro ala madre; In un'altra dà ordì ni per l'acquisto di automobili, di un yacht con motori di tremila cavalli di organi con molti altri strumenti musicali, di ville da ridurre a caste! i, per avere un alloggio pronto in oc casione del suo prossimo matrimonio n una terza lettera scrive di voler que relare il prof. Toselli, diretore della casa di salute, e certo dottor Salsotto. medico di un nosocomio, perchè avevano cercato più volte di avvelenarlo con la nicotina, in una quarta di voer querelare anche il suo amico e amministratore ingegnere Bertola, accusandolo di aver favorito il suo inernamento, ma intanto promette di procurare alla sua famiglia un apparamento caldo perchè si rimettano in salute. Il Colongo, nonostante queste ndubbie prove di turbamento psichico, contestava vivamente di trovarsi n condizioni tali da essere interdetto. Passando ad esaminare il testamento il quale venne prodotto per copia fotografica, la sentenza della Corte osserva come il documento si presenti perfetto, tanto dal lato della forma che da quello della sostanza, salvo per la grafia delle parole scritte con caratteri seghettati, che rivelano il tremolìo della mano, da tutti riconosciuto come un sintomo della paralisi. Ma la perfezione di un testamento non è per se stessa una garanzia sicura della sanità di mente del testatore il quale da solo o col consiglio di terzi può riuscire a nascondere la sua infermi tà mentale. talosslnimentegvdhgztsptpc1MicaaaiècflpazacuemacmLettere Del resto, per convincersi definitivamente della correttissima condotta della famiglia Mongilardi basta riflettere come questa fu la prima a comprendere, dopo la sentenza del Tribunale nel giudizio di interdizione, che la speranza di matrimonio non era destinata a realizzarsi, ed allora si dispose subito a rompere la relazione, senza preoccuparsi che il testa¬mento venisse revocato o distrutto, a i a r a è ò anto che solo per l'insistenza del Co ongo e per un naturale riguardo verso di lui 1 rapporti di amicizia si trascinarono ancora per qualche tempo, Riportando la propria attenzione sul'epistolario amoroso cui già accennammo, il Magistrato scrive: « Le lettere prodotte sono veramente mpressionarmi ed offrono il pietoso e commovente spettacolo di un uomo nella matura età di 47 anni che senendosi solo nella vita si lascia lusingare dalla prospettiva di riempire il vuoto della sua esistenza con l'amore di una gentile signorina, la quale gli ha concesso il sorriso della sua fresca giovinezza e non vede l'ora di realizzare il suo sogno. Egli le scrive quasi tutti i giorni, si profonde in espre-sioni di tenerezza, le narra tutte le piccole occupazioni della sua giornata, fa progetti per l'avvenire, si Impazienta di ogni indugio ed ottieni che il matrimonio previsto per l'aprile 1908 si fissi per il 15 febbraio 1908. Ma quest'uomo è stato tre anni prima in una casa di salute, sa di essere colpito da un morbo insanabile, deve aspettare che il suo medico curant-: autorizzi il matrimonio, va soggetto a continui eccitamenti nervosi e verga in data 31 dicembre una lettera chi; è tutta una rivelazione delle sue tristi condizioni fisiche e psichiche le quali fanno di lui un disgraziato, che passa le sue notti bianche, farneticando. Eppure il Colongo dimentica tutto ciò ed anela di concludere il matrimonio senza preoccuparsi della sorte destinata alla sua futura sposa. Egli non pensa che a se slesso, le sue lettere sono un continuo monologo, pieno di vacue espressioni di tenerezza senza un mi mino scambio di idee, sentimenti ed affetti verso la propria fidanzata alle cui lettere accenna di sfuggita, tormentato unicamente dalla vanità di mostrarsi in pubblico con una sposa bella ed elegante al proprio fianco, ornata di magnifici gioielli, infischiandosi _ di tutti ». Ma' non sono questi i soli Indizi che si ricavano dalle lettere prodotte. Già dal. iato della forma estrinseca esse rivelano lo scoordinamento dei centri motori, proprio della paralisi, mediante la grafia con caratteri seghettati e l'omissione di parole, riparata in parte con l'aggiunta dopo lo scritto. Ma è soprattutto dal loro contenuto intrinseco, che si irivela l'esistenza dello sconcerto psichico, e difatti il Colongo paria sempre di se stesso in terza persona, come di un bambino molto bravo, intelligente e di buon cuore (il caro Gigetto...), senza mai accorgersi che tale puerilità non poteva prolungarsi all'infinito, per tutta la durata della corrispondenza, senza rendersi incompatibile colla sua condizione di uomo maturo, già vedovo, che doveva pensare al matrimonio come ad una cosa seria. Altre manifestazioni si riscontrano nelle sue lettere dove ama dipingersi buon parlatore, artista, fur bo, Cavaliere Mauriziano e sopra tut to gentiluomo. gnstadimstoglitroproComsenAllchenivthecitnateogopredi renta, sofsen11 suopopietenstistasigdi di Lcete beGeva"itaneEgsonoficziarpetodaNa , n a ¬ , sa vicenda. Il ritratto stregato Cosi egli non ricorda più il giorno in cui ha sposata la prima mogMe, si mostra distratto, scrivendo anno scorso per venturo e persino cimitero pe registro, esprime il suo affetto con mo notoniia uniforme e ripete sovente le stesse cose. Narra in una lettera alia Mongilardi con la massima naturalezza, che la mattina del 15 febbraio 1908, nel guardare il suo ritratto aveva notato come l'Immagine di lei era scomparsa: « A proposito ni consiglio di non farti più fare da quel t'io fotografo altri ritratti, il tuo che se ne stava tranquillò all'altro vicino della toeletta, stamattina, mettendomi la cravatta, la figura di Mariola era scomparsa. Sono fotografie da Brighella che lasciano carta bianca >. In un'altra lettera Indirizzata alla madre della fidanzata, ili Colongo, così si esprime, con una conclusione completamente estranea, alla premessa: « A casa mia gli Ambrosetti e per stranissimo caso i nipoti in Tre, compreso Gino ammalato con tosse e faccia pallida, ad ogni modo li ho ricevuti perchè i militari sono partiti per Senigaglia con la sfortuna che all'epoca dei bagni e delle belle signore hanno il campo e le manovre ». Da ultimo la sentenza della Corte obbietta come a nulla valga IL dire che per testare basta seguire l'Impulso dei propri sentimenti ed affetti poiché anche questi non sono più puri % genuini quando la mente è turbata da una infermità la quale toglie la conoscenza e la libertà dei propri atti. In base a questi elementi di fatto ed alle risultanze processuali, la Corte di Appello ha riformato la sentenza del Tribunale che riteneva valiido il testamento redatto dall'avv. Luigi Colongo. Le ragioni degli appellanti, riusciti vittoriosi, erano sostenute dagli avvocati Alfredo Simondetti e Guido Bechis, mentre l'ex fidanzata del Colongo, signora Maria Mongilardi in Bertoli, attualmente domiciliata a Milano, era assistita dagli avvocati Giuseppe Boggio, Federico e Mario Cattaneo. 11 comm. Vailauri sequestratario giudiziale dell'eredifà. era patrocinato dall'avv. Chionio. E' evidente però come non sia questo l'ultimo alto di una cosi comples- uSinAFl'fiePleinciltrpcnlnnilgppnetblMnpmrCrLvqpdslcpgtidgrnindms

Luoghi citati: Milano, Torino