Il Rifugio dedicato ai Caduti inaugurato da mille Alpini

Il Rifugio dedicato ai Caduti inaugurato da mille Alpini La celebrazione eroica sull'Adamello Il Rifugio dedicato ai Caduti inaugurato da mille Alpini (Dal nostro inviato) e l e E i i a e e e l 1 i Ponte di Legno, 26 notte. (F.B.) Iersera, mentre l'accampamento s'illuminava di luci e dietro le roccie del Baitene si indugiava l'ultimo chiarore de] crepuscolo, nel gran silenzio della notte montana hanno echeggiato le canzoni degli alpini. SI cantava insieme, pensando alla odierna salita alla Lobbia Alta, come si cantava una volta, quando alla Lob bia Alta c'era la trincea Invece di un comodo rifugio da inaugurare. Pareva, nell'animo di ciascuno, che le vec chie canzoni della montagna e della guerra ritrovassero solo qui tutta la loro selvaggia rude bellezza, qui davanti la parete nevosa e rocciosa dell'Adamello che bersaglia valanghe di neve anche nella notte giù per i canaloni, qui sotto le stelle lucentissime come sanno esserlo solo in moti tagna. Ci sembrava si riscattassero un po', queste vecchie nostre canzoni, dal l'essere state troppe volte intonate sui palcoscenici, davanti ad un pubblico che batte le mani ma non capisci1 niente, perchè, per capirle, bisognn sentirsi destinati o a combattere o sof frire. E la montagna è sempre un po' una battagliai... Il silenzio poi è sceso, le lanterne si sono spente una dopo l'altra, l'oscurità ha avvolto l'accampamento e ci slamo dati alla ricerca del breve sonno. Veglia notturna Aille 2,20, come d'orario, la sveglia Al lume delle lanterne la carovana si ordina, si dispone rapidamente r.et ranghi,, Le corde vengono svolte e distribuite al capisquadra. Poi, ad una ad una le squadre cominciano la salita. Il pendio è ripido, uno sfasciume di neri detriti che rendono la via piuttosto pesante. La lanterne punteggiano di luci, curiosamente, la lunga sfilata. Io salgo con una squadra che deve precedere le altre e che fa un percorro un po' diverso verso 11 Passo Brizio. La salita è discreta fino sotto al canalone del Passo di Brizio, rovinoso di sfasciume di sassi e duro dì nevato in alto e che fa sospirare i meno allenati Ma Intanto le luci dell'alba già impallidiscono le stelle e l'aria gelida del mattino e della grande altezza rinfranca e scuote quelli ohe hanno sudato su per la china. Mentre saliamo, verso il Passo Garibaldi, a sinistra, vediamo avanzi di baracche e di lavo ri deJle teleferiche di guerra. Final mente siamo al sommo, ed ecco davanti a noi la distesa immensa del Pian di Neve, argentea sotto l'opale dell'au i-ora Imminente. Ecco davanti a noi le vette della guerra e delle battaglie Insanguinate, che in due schiere successive chiudono dall'altra parte l'immensità nevosa del Ghiaccialo. 1 reduci le nominano con orgoglio, se le additano in fretta, quasi timorosi che altri le riconoscesse prima: Lobbie Alte, Lobbia Bassa, la Cresta della Croce, il Dosson di Genova, il Monte Fumo, e poi più oltre 11 Crozzon di Forgorida. il Crozzon di Lares, e giù in fondo, verso sud, il Corno di Governo, un torrione roccioso che I vapori avvolgono e nascondono a tratti. 11 sole con un primo raggio tinge di rosa le nevi dell'Adamello e mette in fuga 1 vapori. Nel cielo terso ed azzurro, si ostinano a brillare ancora le stelle più lucenti, poi anch'esse spariscono. Ghiacciaio, vette, creste, torrioni scintillano sotto i raggi, balenano del fuoco di mille punti luminosi. Oltre la Lobbia Alta, oltre Cima di Presana, si indovinano i monti boscosi del Trentino e dell'Alta Val di Sole. Ghiacciai dell'eroismo Ma è ora di riprendere la marcia dopo la breve sosta. E' ora di calzare 1 ramponi, di fare le cordate, di mettersi gli occhiali. Mentre il grosso della colonna sta per arrivare, cominciamo senz'altro la traversata del Piano di Neve, obliquando a sinistra verso la Lobbia Alta. La marcia 6 facile e bella, come succeda sempre in principio sulla neve delle vedrette. L'Itinerario che facciamo noi è io stesso che nel maggio 1916 fecero 1 reparti alpini che sotto 11 comando diretto di Capitanio Natale Calvi passarono, di gui, marciarono sotto la tormenta per assalire le linee nemiehe delle Lobbie. Fantastica impresa sempre questo a noi oggi, uomini di pace che percorriamo senza minacele questa stessa pista nevosa. E chi fu alpino altrove, in alta montagna senza nevi e ghiacciai, guarda pure stupito la bastionata di nevi e di ghiacci che fu allora presa d'assalto, In pieno giorno, avendo per sola alleata una tormenta furiosa che permise agli assalitori di arrivare sotto le posizioni nemiche. Oltre questa prima dorsale di montagne c'è un altro ghiaccialo e poi c'era la seconda e poi una ter za. Le creste montagnose si susseguo no, come immani ondate parallele sul mare di ghiaccio. Dalla prima, quella del Passo Garibaldi e Brizio. fu espi' gnata la seconda, quella delle Lcb'nie, e da questa quella del Crozzon di Cour. Battaglie sopra i tremila metri, posizioni strappate a truppe nemiche sceltissime e valorose, imprese che oggi sembrano assurde. Marciando, si gdmsgcdt?dpc a a o i a , o l e o e e u i e o l a , i e i guarda 11 roccioso torrióne del Corno di Cavento, come se da lassù 11 nemico stesse ancora spiando qui sulla vedretta. E' una posizione infatti che sembra fatta per dominare e colpire, tutta roccie scure e incombenti sul ghiaccialo candido. Fu espugnato anche lui di viva forza, nel giugno 1016 dal Valdostani del » Val Baltea », e tenuto tino alla fine della guerra, salvo una brevissima parentesi nel mese di luglio 1918, in cui venne riperduto ? fulmineamente ripreso. La traversata degli otto chilometri del Pian di Neve solcato da crepacci e da Insidie rivela l'organizzazione magnifica della riunione e la vigile premura del Comitato di rendere facile a tutti l'arduo cammino. Il passaggio dei crepacci e. favorito da piccoli ponti, ogni insidia è segnalata per modo che le cordat? procedono svelte e sicure. Mai si vide tanta preparazione tecnica ottenuta con pazienti opere e solo superata da quella logistica che attesta nel Comitato e specialmente nel suo presidente, generale Honchi, una lunga esperienza ed un accorgimento che tutto sa prevedere alle piccole come alle grandi necessità. Basti l'avere provveduto all'alloggio ed alla alimentazione di un migliaio di persone su quella eccelsa altitudine e di aver potuto chiudere le tre giornate della sagra degli eroi dell'Adamello, In regione impervia e inospitale, senza che si sia lamentato 11 più piccolo incidente. Quando verso le nove le varie comitive salite dalla Valcamonlca raggiungono la casetta di granito del nuovo rifugio da inaugurare, eretto ai piedi della aspra e grigia piramide della Lobbia Alta, vi giungono anche altre comitive salite da Trento che pernottarono al rifugio del Mandrone, dopo avere percorso l'aspra vedretta omonima. I mille presenti Sono presenti le rappresentanze delle sezioni dell'A.N.A. e del C.A.I. Cartelli espressivi, labari e vessilli di ogni forma emergono dall'enorme massa pittoresca, vivace e rumorosa, nella quale si confondono a causa del costume alpestre signore e signorine attive e fervide affiliate de' C.A.I. Il senatore Carlo Bonardi presidente della sezione bresciana de) C.A.I. e 11 generale Ronchi presidente dell'A.N.A. di Valcamonlca, assistiti dai rispettivi componenti i consigli di presidenza fanno gli onori dell'ospitalità; sono 1 realizzatori dell'adunata voluta e disposta dall'on. Augusto Turati presidente del Club Alpino Italiano. VI b poi l'ispettore del 15 rifugi alpini della Sezione, signor Luclgni, e tutti gli altri valenti collaboratori che ne formano lo stato maggiore. Tra le autorità: l'on. Angelo Manaresi comandante del lO.o reggimento, quello degli alpini In congedo, il generale Zoppi, ispettore delle truppe da montagna e rappresentante del Ministro della Guerra, col colonnelli Tessitore e Corrado, il generale Dho comandante la Divisione di Brescia, il podestà ing. comm. Calzoni, il segretario federale Dugnanl, pure di Brescia, l'on. Locatelli medaglia d'oro, il senatore Bensa, presidente del C.A.I. di Genova, l'on. Seroll con un gagliardo e fragoroso gruppo di alpini di Sondrio, il generale Magliano, l'onorevole Italo Bonardi per il Touring Club e per l'Enit, il colonnello Cremascolo del 5.o alpini, il cav. Manzoni vice-presidente del C.A.I. di Brescia, 11 seniore Canevall per la Milizia Volontaria Nazionale, ring. Cavicchini della Sucai di .Mantova in rappresentanza dell'oc Maltini, 11 comm. Franco Guai-neri. la figlia della medaglia d'oro capitano Tondini, caduto sul Piave due giorni prima dell'armistizio, l'avv. Grossi ed SI dott. Bertarelll per il C.A.I. di Milano, il tenente Mugnai In rappresentanza del colonnello Vitalini comandante del 6.o alpini, il commendator Mezzadri segretario generale del C.A.I. ed altri. Tra tanto fervore due omaggi sono più toccanti: il grappo sportivo dopo lavoristico della ditta Michelln di Torino ha portato una croco di ferro che venne deposta In memoria dei caduti nel piccolo tempio della Madonnina dell'Adamello. La sezione di Bergamo guidata dal vecchio alpino avv. Bonal di da Schilpario, meglio conosciuto con l'appellativo ■ la veja », sezione che conta nelle sue fila la medaglia d'oro Locateli1 e 11 capitano Sora reduce dell'Artide ha murato nella stes sa chiesetta una lapide con l'epigrafe: « Alla gloria di Nino e di Attillo Calvi — e di tutti gli Alpini della terra bergamasca — morti per tenere saldo 11 giuramento — alla fedeltà montanara ». La chiesetta è il fulcro dell'adunata, è l'ostello che la fede cristiana ha consacrato a custode degli spiriti immortali del caduti, meta di un pietoso ed interessante pellegrinaggio, La messa Inaugurale Ma l'attenzione di tutti è rivolta al rifugio-monumento E' una linda casetta di solido granito ideata dal geometra Bemo Segala di Brescia, che ne ha pure diretta la costruzione. Ha il tetto di lamiera zincata, le finestre con doppia vetrata e persiana tricolori. Il geomi tra Segala spiega che 11 rifugio è stato costruito in quattro anni facendo laaimQsmdaprgrp1arrlecpmlfIrncrrsaclgdbrsmdmmasucmvdllipgptmfntovdstnv— avorare gli opera non più di due mesi ll'anno perchè gli altri dieci erano mpediti dalla neve e dalla tormenta. Quando si pensi che questo rifugio orge a 3036 metri, che il trasporto dei materiali è- stato fatto a dorso di mulo a Tema al rifugio Garibaldi, e quindi spalla d'uomi sulla morena fino al asso Brizio e poi sul ghiacciaio, si esta veramente compresi di meravilia e di ammirazione. Dopo ur breve periodo di riposo e di iordinamento l'imponenti folla si comone in ordinato raccoglimento presso 1 rifugio e presso l'altare da campo, al quale si dispongono intomo I labai, I vessilli ed I gagliardetti in pittoesco gruppo. Il cappellano militare Don Esti ceebra la Messa e mal uditorio nel vasti sontuosi templi delle città fu più raccolto e devoto nella tacita e fervida preghiera di questi forti soldati dei monti. Terminata la messa, il cappelano impartisce la benedizione al riugio e a tutti 1 caduti dell'Adamello, cui nomi radunati in un album saranno eternamente custoditi nel monumento eretto a loro imperituro ricordo. Il messaggio di Turati Il sen. Bonardi prende la parola per riassumere le vicende dell'erezione del rifugio e ricordarne le lunghe ed ansiose tappe, additando al plauso degli alpini e degli alpinisti gli artefici e i collaboratori di quella che egli chiama 'opera di amore e di patriottismo. Egli rievoca poi con appassionata e calda eloquenza le gloriose gesta dei combattenti dell'Adamello, e dopo avere ricordato che l'on. Turati fu il più strenuo assertore della necessità del monumento che oggi si inaugura e dell'adunata alpina che tanto solennemente lo consacra alla storia, legge 11 messaggio che l'on. Turati ha inviato all'on. Manaresi perchè lo rechi al senatore Bonardi. Il messaggio dice « Caro Bonardi, i doveri del mio ufficio non mi consentono di essere con voi alta lobbia Alta. Puoi immaginare Quanto mi duole. Avevo voluto io auesta arandtosa adunata di alpinisti e di alpini sull'Adamelo non solo per onorare lo sforzo dela Sezione bresciana del Club Alpino italiano, ma anche per cementare di più l'affiatamento tra tutti i soci del grandioso e benemerito C. A. I. e per riportare in primo plano all'atenzione degli italiani l'amore per la montagna, che non è solo palestra di forza e di coraggio, ma scuola di sanità, di vita fisica e morale. Dopo l'ascesa aspra e tenace, vi ritroverete tutti delle diverse provinole d'Italia per onorare con rito fervido di tede i aenerosi ed eroici Caduti sull'Adamello in una guerra che ebbe, tra i ghiacciai eterni e le vette, episodi prodigiosi di valore, di tenacia, di tecnica, te nòstre montagne custodiranno per secoli, come un tesoro sublime, i loro nomi e li ripeteteranno alla solitudine pura e infinita ogni aual volta gli italiani avranno bisogno di fede e di speranza. Viva l'Italia, viva il Re. viva il Duce! — Firmato: Turati. Saluto ai morti Uno scroscio di applausi ed un coro di alala coronano la lettura del messaggio. E' uno scatto di spontaneo entusiasmo che accomuna 11 saluto più fervido all'on. Turati e l'omaggio deferente di gratitudine per avere egli voluto che sui campi eccelsi dove si compi il loro sacrificio, 1 soldati dell'Adamello avessero degna e solenne glorificazione. Quindi sorge a parlare l'on. Manaresi, comandante del lO.e Reggimento Alpini — un reggimento di borghesi soldati, sempre disposto a marciare con l'anima di un tempo —. Egli esprime la sua gratitudine all'on. Turati ed all'on. Bonardi per avere voluto ed attuato questa cerimonia che egli chiama • sposalizio Ideale tra il Club Alpino e l'Associazione Nazionale Alpini ». « Se terra alpina e sacra c'ò — dice concludendo — essa è questa che vide la più alpina, la più aspra e la più eroica delle guerre. Questa terra eccelsa dove anche fisicamente si apprezza la santità degli scopi per cui l'Italia iniziò la sua guerra ». Con una Invocazione ai morti, 11 cui sacrificio ha permesso il nuovo risorgimento d'Italia sotto la guida del Re e del Duce, l'on. Manaresi chiude applauditissimo la sua vibrante ed inspirata orazione, Il rito austero è compiuto in cordiale e commovente fraternità di spiriti e di vita. L'adunata Imponente che per tre giorni ha fatto riecchegglare di canti le solitarie vette nevose dell'Adamello, si è sciolta. Le squadre degli alpini riprendono ora la via del ritorno, mentre il silenzio ritorna a regnare 6ui campi delle battaglie di un tempo. Ma resta qui. insieme al nuovo rifugio, anche un po' l'anima di tutti coloro che hanno partecipato all'adunata e che riconteranno le fugaci ma indimenticabili ore vissute qui su, tra i monti ed i ghiacciai resi sacri dogli eroismi della nostra guerra.