Le sagra della maternità a Francavilla

Le sagra della maternità a Francavilla Le sagra della maternità a Francavilla e l'assegnazione delia Coppa dell'Ascensione Due discorsi dell'ori. Bottai al popolo d'Abruzzo l a a e i , e l e a , i o , o a n n l Francavilla, 26 maltino. Il Sottosegretario di Siato alle Corporazioni. S. E. Dettai, è arrivalo ieri manina a Pescara, alle ore 8,45. Alla casa del l'ascio ha avuto luogo la riunione del Comitato intersindacale di cui S. E. Dottai ha assunto la presidenza. lV:po una riunione del Comitato Intersindacale S. E. Bottai si è recato al circolo di cultura fascista, dove erano adunati tutti i Segretari politici della provincia e tutti i fiduciari comunali delle associazioni sindacali. L'ingresse dell'oro. Donai è staio salutato dai presenti con calorosissime acclamazioni. Il dott. Sanesi saluta il Sonosegretario. S. R. Bottai ha detto, fra l'altro: « Risponderti non con un discorso, ma piuttosto con qualche parola semplice e cordiale, all'affettuoso saluto rivoltomi dal camerata Sanesi. Lo sviluppo dell'azione sindacale « Nella riunione del Comitato intersindacale mi sono reso conto personalmente dello sviluppo dell'azione sindacale e corporativa. Conoscevo prima di venire, e conosco adesso, dopo la riunione del Comitato, le difficoltà, gli, ostacoli e le resistenze che può trovare l'azione sindacale, ove si trovi di fron-l te a particolari abitudini, come in questa regione e in genere nell'Italia Meridionale, sprovvista di tradizioni associative ed organizzative. « Tengo a rilevare come. In questa riunione, non si siano scambiate chiacchiere e saluti convenzionali, ma si abbia avuto campo di constatare come in tutta la regione si cerchi di lavorare con serietà e buoni propositi, e in profondila. La situazione contrattuale qui e complessivamente buona, ed è desidr-rabilo che essa non risulti soltanto sulla carta, ma risponda a una effettiva osservanza dei patti. Io non mi srnndalfzzo s* in talune parti vi sono delle resistenze all'attuazione dei conIratti collettivi di lavoro: è evidente che non si può far di punto in bianco ciò ehe si può ottenere soltanto in diversi armi, e cioè ohe tutta la situazione italiana aderisca al nuovo ordinamento sindacale. Sarà probabilmente quando le nuove generazioni sostituiranno 16 vecchie e prenderanno il cornando. «Indubbiamente, però, voi siete sulla buona strada, e rivolgo la mia parola e :1 mio incitamento agli organizzatori sindacali qui presenti, organizzatori non -n'-imo di lavoratori ma di datori di lavoro. Bisogna che gli uni e gli altri si ricordino come coi loro diritti e coi loro doveri si trovino su un piede di assoluta eguaglianza, inorale e giuridica. Io dico a questi organizzatori che il compito loro, oltre I attuazione del contratto collettivo e oitre l'opera quotidiana, consiste nei precedere e nel seguire l'azione del partito nei campo sindacale di una Opera di propaganda ben piti efncoee di quella domenicale, che si compie ora per, ora con quotidiana fatica, cercando di penetrare nelle coscienze e non di costringerle a una forzala obbedienza. Noi dobbiamo entrare nel popolo, far si che il popolo venga a no:, non con promesse demagogirne di paradisi irrangiungibì:i. ma elevandone le coscienze e la dignità morata e materiale. « Voi tutti sentite che andiamo veoso una nuova gran prova de! Regirne» e che occorre adoni-arsi perchè il popwlo non solo obbedisca alla disciplina, ma vi obbedisca con gioia, uccorre fare in modo che il cornando sia non solo al di fuori, ma interiore, e il popolo senta la gioia di eseguirlo. Siete sempre sicuri, voi dirigenti del Partito, e iiv'i Sindacati, che il comando che vi e dato venga sempre eseguito con consapevolezza e con gioia? ». L'on. Bottai ha concluso dicendo che il coniando deve essere sempre giusto e ila parola deve essere sempre di verità, che i propositi devono essere sempre onesti. La fine del discorso è salutata da un'entusiastica ovazione. Rita solenne Tra il più entusiastico concorso di popolo, con un rito tutto intimo ma non per questo meno sui-'-nne e sigilificativo, si è svolta poi nel pomeriggio di ieri a Francavilla l'annunziata sagra della maternità, in occasione della prima assegnazione della Coppa dell'Ascensione al Comune abruzzese che vanta il massimo della natalità. La felice iniziativa partita dal «Giurnaie d'Abruzzo e Molise» ha avruto tanto vasta risonanza nell'anima di questo popolo, dalle tradizioni cosi schiettamente patriarcali, che la cerimonia di ieri è stata da esso sentila in tutto il suo significato. La gen te di Abruzzo, orgogliosa della sua forza e della sua sanità, ha assistito ieri alla esaltazione delie sue virtù, come a una festa di famiglia, perchè ogni famiglia si sente qui benedetta nella progenie; perchè qui anche nel figlio che sopraggiunge si. riconosce la benevolenza di Dio. L'Abruzzo ha avuto ieri l'onore e la gioia di celebrare un avvenimento che traduce in l'orma nobilmente suggestiva uno del più alti comandamenti del Duce a tutta la Nazione. E ha commosso tutti l'annunzio che la Regina Elena, sposa e madre d'Italia, ha concesso, il suo alto patronato alla Coppa dèU'Asoen sione. L'Abruzzo ha sentito vernine ti te in questa festa che è sua, caratte risticamente sua, quanta parte esso sia della nazione. 11 Duce, trattenuto altrove per le cure dello Stato, è qui presente in spirito mentre ljo rappresenta, espressamente da lui delegato l'on. Bottai. Sottosegretario alle Corporazioni. Ortucchio, il Comune che è risultato vincitore della gara, è tutto in festa. Alle ore 18 ha preso posto sul palco appositamente eretto di fronte al mare il Sottosegretario alle Corporazioni, che, dopo la benedizione impartita da S. E. Montorisi, Arcivescovo di Chieti, ha consegnato l'artistico trofeo al Podestà del Comune vincitore. Quindi S. E. Guido Cristini ha portato il saluto della gente d'Abruzzo all'on. Bottai pronunciando un discorso nel quale ha detto tra l'altro : «Eccellenza Bottai, camerata e maestro I Tu conosci qnesto popolo perchè ne hai comandato le legioni nella Marcia su Roma, ma anche noi conosciamo te, se caro ci eri, caro anche di più oggi ci sei. oggi che vieni a calcare la nostra terra, a rappresentare Colui che è il nostro Duce ed al quale obbediamo ». Il carattere dalla celebrazione Fra deliranti acclamazioni ha poi preso la parola S. E. Bottai, il quale ha detto: « Camerati, popolo d'Abruzzo I « Nella vost.-a compatta e commossa adunanza di questa sera il senso vivo e religioso dei riti che abbiamo compiuto, premiando il Comune più pudbspsttecdleril'stmpsDndtucspdnpmsmcvllcualzbarqdSaviztscqimnmemrt l a a o o e e e o e è i a a e a e . ro i i rinn a o ù, è a el e a en el tti a o n i e o o ui eo r è o o al amere ie o a era oe le e oi e so o ù prolifico di tutta la vostra terra, ancora una volta devo dire che questa gente della montagna e del mare, questa laboriosa e silenziosa gente d'Abruzzo risponde agli appelli del Capo e mostra di intenderli. Dico mostra di intenderli perchè è veramente serio il carattere di questa celebrazione, che deve scendere nelle nostre anime, nelle vostre coscienze e nei vostri spiriti, a lasciarvi segni fecondi per l'avvenire. (Applausi). «L'Ascensione, voi'avete dato questo nome alla coppa forgiata da un maestro della vostra gente, perchè fu precisamente nel giorno dell'Ascensione che il Capo del Governo, il Duce del Fascismo nel Parlamento' nazionale, lanciava un allarme che doveva essere ascoltato e raccolto da, tutto il popolo italiano. Noi fascistiche abbiamo portato a Roma non, semplicemente degli nomini armati di, pugnale e di moschetto (applauso, ma, degli uomini armati di un pensiero' nuovo e di una dottrina nuova (applausi) instauratrice di nuovi valori morali nel nostro tempo ed al CO* spetto del mondo, noi fascisti abbiamo smontati molti miti che le vecchie classi politiche italiane ci avevano lasciati in pesante passiva e dolorosa eredità. Ci avevano abituato le vecchie classi dirigenti italiane ti cullarci nel sogno e nella illusione di una Italia più prolifica che tutte la altre nazioni del mondo, dt una Italia cioè dove il ritmo della procreazione procedesse con leggendaria abbondanza. Ebbene il Capo, studioso attento di statistica, ed in questo voi ritrovate un altro dei suoi caratteri, quest'uomo, che ha portato sulla via di noma no! ribelli contro un vecchio Stato nel nome di uno Stato nuovo, è anche un uomo che dietro il suo tavolo di lavoro, sa darsi allo studio aziente, analitico rìplle cifre. « Da tale studio egli ha saputo trar* a questa verità nuova, che può suoiiare doloro?.imenlp alle nostre coscienze ma che deve essere un incitamento a micrllorare e rimediare per l'avenire. La verità è questa, o abruzzei. che. pur mantenendosi ancora ad in livello elevato: 11 ritmo delta proreazione 1n Italia ha subito e subisca in abbassamento che non può Impensierire coloro che reggono la pubblica cosa e In stesso popolo italiano. La sagra ad I doveri « Voi leggerete nel giornale della ri.oluziuiin-, nel « Popolo d'Italia » frequenti rampogne a città italiane in cui ie nascile sono cosi poco superiori alla morii, che la crescita della popolazione e quasi iusigruttoaute ed in ugni modo minima. Questo fenomeno deve essere da noi fronteggialo con tutti 1 mezzi ma soprattiilto con i mezzi morali. In una rivista di pseudo-scienziati, che si occupano di problemi democratici, in questi giorni è apparso uno stupefacente articolo che è nostra meraviglia che abbia potuto comparire neutre il Capo iniziava questa magnifica battaglia. Si è detto da parte di questi studiosi che gli incitamenti morali alla procreazione, a ridare valore alla famiglia, a ridare valore alle qualità ed alle virtù morali che si slnìetlzzano nel nome • famiglia » non bastano. Ebbene noi siamo un regima di volontari, e sappiamo che con la nostra volontà sapremo anche piegare il popolo ad evitare la sua morte ed a volere la sua' vita e la sua potenza nel mondo (applausi). « Indubbiamente questa celebrazione ci impegna su un terreno molto vasto e molto serio. Non basta evidentemente correre il palio demografico dell'Ascensione, non basta cioè assumere questa semplicemente come una festa e come una sagra: vorrei dire che la festa comincia dopo, che la sagra comincia dopo, perchè dopo subentrano 1 doveri. Occorre quando noi esaltiamo la Madre, quando noi esaltiamo la Famiglia, fare il nostro esame di coscienza di italiani, e domandarci se del caso nella nostra vita quotidiana, nel nostri costumi, nei nostri pensieri quotidiani, noi siamo veramente in tutto degni di questa celebrazione, dt questa esaltazione. « Bisogna, cioè, che il ritorno al valori della famiglia sia un ritorno effettivo, sia un ritorno sostanziale Quan« do noi parliamo di instaurare un co< stume fascista nuovo, noi diciamo un* cosa seria, una cosa ehe deve essere a qualunque costo perseguita dai dirigenti e dal gregari. Non dobbiamo, spendere cioè vanamente delle parole. Siete voi sicuri che anche in questa terra d Italia molti pervertiti costumi di altre terre d'Europa e del mondo non siano penetrati a far rovina del nostri sentimenti, delle nostre coscìen. ze e dei nostri spiriti? Siete voi sicuri "fascisti di essere in tutto degni di questa celebrazione? Questa è la domanda che noi poniamo alla vostra coscienza, questa è la domanda che noi assetammo alle nostre meditazióni. Bisogna ritornare alla famiglia bisogna ricostruirla nella vitalità bisogna ricostruirla nel suo profondo valore morale. La perfetta gens-razione fasciata « Forse molti di coloro che mi hanno salutato ricordando in me il co. mandante della Marcia su Roma (ap. Plausi), erano allora giovanotti; omrl sono i padri che portano qui la testimomanza della forza maschia della razza abruzzese: ma intorno alle culla che si sono aperte al loro amore e al loro affetto, deve essere viva la loro cura. Voi dovete pensare, o fascisti o miei coetanei, o giovani della mia generazione, che costoro, questi piccali pargoli che oggi attendono il vostro sorriso e la vostra carezza, saranno la generazione fascista perfetta, perchè essi comprenderanno tutto quello cha noi abbiamo sofferto, potranno comprendere i nostri difetti, potranno vedere auello in cui noi abbiamo mancato e abbiamo peccato, e potranno essere migliori di noi. A questa generazione nuova il regime pensa con ogni mezzo: dall'Opera Nazionale Balilla, alle Avanguardie, al Fasci di combattimento, ai Sindacati, è tutta lina cura continua, perchè 11 nato di oggi diventi il buon cittadino, il magnifico soldato di domani (applausi) t Voi diventerete degni di queste care del Regime e vi parteciperete con tutte le vostre ansie e con tutte le vostre speranze, lo vi porto il saluto del Capo magnifico padre egli stesso di famiglia. Riprendete le strade del vostri paesi, tornate al vostri focolari, alle vostre case, per un giorno deferta delle vostre cure e del vostro sorriso, sulle culle dei vostri bimbi non cani tate la ninna nanna, ma intonate ta inni guerrieri, perche io in verità vf dl?° f.he, 1 pargoU di oggi saranno f soldati di domani ». * eL£ ff'fi^11^ chlusa del «scorso 'di f; rfwSSSil! è. acco'ta da una commossa dimostrazione che si potrae lungamente. In serata ha avuto luogo un Bottai1'6 rlcevim-ent0 in <»«e. di s. £,