Serata in casa Svenson

Serata in casa Svenson EUROPA BARBARA Serata in casa Svenson GOTEMBURGO (Svezia), agosto. Non passa giorno che non ci ved.iamo, io e la buona signora Svenson, io e il marito di lei e 11 padre di lei e la sua sorellina Thekla, Theta come la chiamano In famiglia; e mi son fatto assiduo oramai e sono a parte delle oro abitudini, da considerarmi quasi di casa. Chi credesse per questo a una conoscenza di lunpa data oppure ne deducesse per conto suo chissà che intrinsichezze fuori dell'ordinario, sbaglierebbe un bel po': sono appena due settimane che un collega d'università, uno spagnuolo, m'ha introdotto qua a casa Svenson e non ci sono tornato poi, che trascorsa una settimana. Poco, come si vede. S'era fatto società, io e lo spagnuolo con un giovane inglese uscito di fresco da Cambridge e da Eton e allevato nelle umanità splendidamente come un Premier del suo paese, e s'er- messo su da noi soli, fondatori e soci noi tre in perpetuo, un circolo di nuovo genere, il Circolo degli Spaesati. La sera dell'inaugurazione, tra porto xeres e chianti, ed arrjvò in buon punto una cassetta d'arancie, fragranti, luminose quali neppure ricordo d'averne viste altre in Italia; e sopravi un bljrliettlno, profumato e parzialissimo per me — « al Circolo degli Spaesati, dal paese di Paolo e Francesca. Vera Svenson ». Mi recai l'indomani a far visita alla buona signora, per ringraziarla anche a nome della comunità, e d'allora In qua son tornato ogni sera, cosi tra lei e 1 suoi ho finito a sentirmi bene, senza più nostalgie. Il gusto dell'ospitalità è nel Nord tra le tradizioni più nobili e si potrebbe distinguere la posizione sociale di una persona e di una famiglia dalla facilità e frequenza con cui s'è invitati a esserne ospiti: cosi press'a poco nell'Estremo Oriente si conosce l'uomo di lettere dal numero e modo degl'inchini, insegnatigli nelle scuole assieme agli eterni principi che gli son regola per tutta la vita. A casa Svenson gl'Invitati non mancano mai, anche perchè la varia parentela ne fornisce in quantità, per ogni grado e da ogni paese e latitudine. Ce n'è d'Inghilterra di Francia d'Italia, e a quel che ho sentito in grandissimo numero di Germania; ma son quelli i parenti poveri, a cut poco si tiene e di cui, chissà perchè, non si ama discorrere Gran discorrere, invece, della cugina di Edimburgo, che poveretta in tempo di guerra per la gran passione che ci ebbe a vedersi riportare indietro il mariio mutilato al fronte francese, diede alla luce un bambino, un amore di bambino, senza una gamba, che'pa reva mutilato anche lui come suo padre; e dello zio di Reims, del vecchio zio di Rpims gloria della casata, al quale le cannonate tedesche tolsero quasi per intero beni fi fortuna, e che pure ridotto allo stremo ebbe cuore di donare il poco die gli avanzava alla Società degli Ainioi di Reims •, pei restauri alla cattedrale La guerra è passata anche qui, la nostra storia vi Ma preso forma di av lenimenti privati. Peccato il padre delila signora, che ogni sera rivedo con l'alira figlia, la più giovane, lasci cosi di buon'ora la compagnia: quasi subito dopo cenato al mio arrivo, e ho appena tempo di salutarlo. Al suo posto, In fondo alla tavola, ritrovo ogni volta, aperta, la < Storia dei Girondini •, del Lamarti ne. E' un po' sordo e deve accontentarsi di leggere lutto il tempo, solo, In di sparte. Vero che i rumori non lo tur berebbero per nulla, cosi ci si studia d parlare a bassa voce e ci s'intona col silenzio di fuori. L'orologio a pendolo uno scatolone dipinto che dal pavimen to arriva su fin quasi al soffitto, ricordo del nonni m'è stato detto, assume ciascuna cosa, con fatlra, dentro 11 giro del proprio tempo. Perfino il qua dro ch'è alla parete in faccia all'è» irata, una radura sparsa di abeti e be tulle, sembra pieno di silenzio, e aiuta a farlo sentire. Dio sa gli album di fotpgrafle che ho sfogliato finora, uno dopo l'altro. _ Fortunati voi in Italia! nel Nord iiOM- mesi d'inverno e tre mesi d freddo. Quel vecchio signore esagera, e credo che accendano il fuoco, la stufa di maiolica, un monumento, più che altro per fargli piacere. Sebbene non si può negare che la stagione calda quassù non esirte, e che il sentirsi diminuiti iti un divino naturale qual'è quello_lif tinti abbiamo, alle quattro stagio[ni dell'anno, ispiri un qualche senso di ribellione. Approvo che le signore e e , — a a a e a a i e a r a n a o n e l e o l o e i a i a e a a i a a ri r l o n re 1 » e a oo d d o di o ò ù ti o protestino di non poter indossare, a noo e tutt'oggi, le toelette d'estate « Dans les pays froids, l'usage presque nécessaire des boissons fortes étaiblit l'intempérance parmi les hommes. Les femmes, qui ont à cet égard une retenue naturelle paroe qu'elies ont toujours à se défendre, ont donc encore l'avantage de la raison sur eux ». Cosi Montesquieu, nell' Esprit des Lols. Mi citava questo passo il padre della signora, non so più a che proposito: l'altra sera, avanti di andarsene. Egli ha un debole per gli scrittori francesi, che cita a memoria con una sicurezza sorprendente per la sua età: quantunque mi vada ormai avvezzando a simili portenti, la un paese dove la filologia e le storie universali e le enciclopedie per famiglie godono di tanto favore. La signora Vera e la signorina Theta sono una viva testimonianza dell'amore paterno per la cultura classica, per la cultura latina. Non mi sarei stancato mai di ascoltarla. Ieri sera, la giovane signorina Theta, mentre parlava: il fuoco le andava verberando fantasticamente sul viso e sulle mani, bianche, senza peso, e quasi m'aspettavo da un minuto all'altro che spegnendosi il fuoco anche lai sarebbe scomparsa. E' abitudine della signora Vera, fi nito il padre di leggere, di farci re stare, d'Improvviso, tutti quanti allo scuro. La luce del caminetto crea dele lontananze impossibili, fra la stanza in cui siamo e l'altra vicino, bagnata dalla luce fredda di fuori; e specialmente ieri sera, rimasti soli io e la signora Vera, dopo che suo padre ebbe prese commiato con la signorina Theta, che la riaccompagna al solito (il marito della signora è fuori città, da due giorni), mi è sembrato di sentire a fondo, in quella penombra raccolta, l'intimità, 11 piacere Ìntimo della casa, come da un pezzo con mi av. veniva. SI dava molto d'attorno, la buona signora, perchè mi sforzassi di apprezzare un suo vecchio quadro, capolavoro di casa Svenson, un interno di scuola olandese. Accendeva e riaccendeva i candelrierl a continue riprese, e li disponeva poi a distanza contro la parete, nel bel mezzo e ai lati della tela dipinta, misurandone le luci se condo il bisogno, con alzare e abbassare i dischetti di carta, su in cima, a modo di paralume, e tentando con ogni arte di comporre al quadro il giusto tono e la luce più accorta. Qua si una mania quel suo voler dar vita alle ombre. Ma tale il suo calore, la semplicità di quel suo umore fanta stico. che vederla, avrebbe detto un antico, veramente era una gentilezza t Renzo Tramaglino » lo chiamava ridendo: una figura di ragazzo, grande quasi al naturale, cappello piuma 10 sgargiante In una mano, levata l'altra su un mucchio di galli e gal line, teste ciondoloni all'ingiù, pron 11 sotto mano e inafferrabili: un ge sto ben deciso e sempre sospeso, su cui la mobilità delle fiammelle accesi spandeva come un colore di vita, e in sieme non so che di comico. ieri sera, una confessione: un se greto che mi ha sorpreso e ancora a desso mi fa rillettere a lungo, curio samente, sopra i costumi e i caratteri di codesta gente, in verità tónto diversa da noi. Il figlio della signora non è suo figlio : è figlio di un'amica, adottato però da lei fin quasi dal tempo della nascita. Può darsi che ciò non abbia nulla di straordinario In sè ; a meravigliarmi più che altro è il modo come pare s'accetti per naturale quassù, un fatto di questo genere, co me appaia pressoché naturale, niente affatto ragione di scandalo, abballilonare un proprio figlio ad altri e liberarsene per essere liberi. Mi spiegava la signora che le donne nordiche, tutte, senza distinzione di età o cultura e classe sociale, amano la libertà propria come la luce degli occhi, e non la cederebbero per mito l'oro del mondo. La sua tunica ha ora un secondo figlio: adottato pur questo da una conoscente, senza figli come lei e desiderosa come lei d'averne. Cosi un male morale può volgersi in bene, verso la società, e giovare al postutto da quanto una buona azione. Un punto di vista anche questo come altri: un concetto utilitario trasportato al morale, che non può mancare d'interpretazioni curiose. La libertà, è vero, non si sente a modo nostro nei paesi nei quali, ad esempio, esiste il divorzio. E io per me ho sempre pensato che in così fatti climi, dove le ragioni personali o, che è il medesimo, di partito e comunità particolari, soptasiaiiìiu alle altre più generali e per ciò stesso morali, quel che spetta alla fa miglia e ai figli, ad una unità e conti. snmtssl nulla che infatti 11 matrimonio con e a a a a n a a u sacra e cioè rende definitive, deve di necessità non avere più un senso al mondo e il matrimonio diventare in tutto convenzionale'e inutile; ma che si dia nome d'idealità a ciò che ha un principio e un termine nella nostra sola persona, questo mi sembra ora, a dir poco, far violenza alle parole, torcerle a un significato addirittura opposto a quello che hanno, giacché se siamo usi a chiamare ideale tutto quanto va più là della nostra persona, e a cui anzi ci sacrifichiamo, la libertà cosi intesa non è di questi Ideali; si dovrebbe dire piuttosto ch'è la loro prima e principale nemica, dal momento che essa si pone davanti da loro. Sosteneva la signora Vera che un principio morale è però riscontrabile pure in codesto modo di sentire, te nuto conto che la libera scelta prò fitta al rinvigorimento e alla prospe rità della razza. E può darsi chi creda al genio della specie, alle affinità elettive e a una meccanica dell'amore (in questo campo vale altresì il prln aipio opposto: si osserva, per esem pio, dai fisici che il diaspro per la sua somiglianza col sangue lo ristagna) Volendo, anzi, si può convenire con ur. vecchio filosofo nostro, essere centra rio a buon senso il fare tanto caso della razza delle bestie, che cornuti mente si vede, e il migliorarla e per talune raffinarla all'estremo, quando poi si trascuri la generazione umana o non si mostri di volerla avere egualmente in gran conto; ma è questo precisamente che spiega il fondo tutto materia e natura di un simile concepimento della libertà, il quale non riesce a nobilitarsi neppure col fare appello a una pretesa sincerità e col chiamarsi sincero a ogni costo, quasi che la sincerità si debba metterla da una parte sola, e non dalla parte che ha sottintesi diversi da quelli che ci convengono. Della sincerità della signora Vera non c'è da dubitare. Racconterà a suo figlio la sua triste storia appena sarà in grado di comprendere: anche perchè non gli arrivi all'orecchio, non si sa mai, da parte di qualche persona indiscreta, che potrebbe turbarlo fargli male. Ma com'era bello a vedere! giorni fa, che lo tirava a sè, al suo petto, que! povero piccolo cosi vergognoso di me che lo guardavo, e pareva godesse anche lui di quel profumo sottile mentre sua mamma gli apriva le manine, tutte sudicie, e me le mostrava ridendo. Ho notato che alla signora piace indugiarsi sopra ricordi d'Infanzia Da bambina le compagne non volevano saperne di lei per via dei suol capelli rossi, alla Tiziano, essa dice. S'abituava cosi a star sola, e s'è fatta un po' selvatica. Aveva ragione d1 dire che sarebbe piaciuta molto allo Zorn, il grande pittore svedese degli ultimi anni- ha voluto che io me ne facessi un'idea e mi ha mostrato, nel bagno, un nudo d- magnifico. che riproduce, si direbbe, il suo tipo, la sua testa dai capelli infiammati. Ercole Reggio. es

Persone citate: Ercole Reggio, Girondini, Zorn