Nessuna decisione nella riunione dei "sei"

Nessuna decisione nella riunione dei "sei" Nervosismo esasperante ah Aia Nessuna decisione nella riunione dei "sei" Il colloquio di Pirelli con Snowden — La Germania vuol mettere in vigore col primo settembre il PianoYoung mantenendo il meccanismo-dei Piano Dawes (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) L'Ala, 21 notte. Giornata di nervosismo esasperante. E' da augurarsi che questa Conferenza termini al più presto perchè non ne vanno sólo di meno i nervi dei delegati, ma anche quelli dei popoli, indetta p«r liquidare la guerra, essi sta suscitando tali rancori, tali passioni che le sue conseguenze psicologiche, sentimentali, a patte le questioni concrete, saranno amare e non facilmente dimenticabili. Si lavora per la pace-, la frase ha tutto il sapore della più tremenda ironia. Noi fascisti non ce ne meravigliamo, noi che abbiamo netta la consapevolezza che le democrazie confusionarie, irresponsabili, demagogiche, sono e saranno sempre fattori coscienti e incoscienti di discordia. All'Afa ne abbiamo avuto la prova luminosa: un ministro laburista parla coli'assolutismo di un monarca ancien regime, si fa assertore di un programma nazionalista a oltranza, cerca l'applauso del suo popolo accarezzandone gli istinti naturalmente sensibili. Il braccio di mare tra .Calais e Dover viene considerato, all'epoca degli aeroplani, come un abissr tri uro Stato privilegiato e una pleiade di nazioni, e su questa visuale sorpassata si fonda un sistema politico. Si vogliono gettare i ponti sull'Atlantico mentre si vuole sbarrare la Manicar E' questa la politica laburista/ Bene, si prosterni pure l'Inghilterra ai piedi dell'America, si faccia stringere nella morsa delle riduzioni navali che Hoover le sta preparando, ma che tale indirizzo sia annunziato senza sottintesi dall'uomo piti responsabile dell'Impero, da MacDonald, e non da un membro del Gabinetto quale Snowden, s'nza l'autorità necessaria e con metodi di kaiseriana memoria. Ognuno, allora, provvedere ai suoi casi; però l'Inghilterra non pretenda di conservare A suoi privilegi economici e politici nel continente quando rinuncia, agli obblighi e ai doveri. Cavilli inglesi Ma veniamo alla cronaca. Nella prima mattina il dott. Pirelli ha visto Snowden Questo colloquio era quanto mai opportuno dopo l'incontro di Briand col Cancelliere dello Scacchiere; non bisognava lasciar diffondere l'impressione che solo l'Italia non avesse dei contatti diretti col capo della delegazione britannica. Più che un negoziato, il colloquio è stato una reciproca spiegazione. Snowden avrebbe cercato di confutare la tesi italiana, rilevando la piccola importanza delle concessioni sia nelle questioni finanziarie che nei rifornimenti di carbone. Le dichiarazioni del sen. Mosconi hanno prodotto molta impressione; bisognava con dei cavilli sminuirne la chiarezza e la precisione. Il venticinque per cento delle riparazioni orientali, garantite dalla Germania, tono state cancellate dal piano Young? « Noi non entriamo in tale problema », rispondono sommariamente gli inglesi. E così via. E' logico che con una simile mentalità dura e ostinata, anche l'incontro di Pirelli con Snowden, come quello di ieri fra quest'ultimo e Driand, lon abbia portato a un avvicinamento delle tesi in contrasto che hanno nel rapporto degli esperti la loro documentazione numerica. La riunione dei delegati d'Italia, di Francia, del Belgio e del Giappone, avvenuta alla fine della matti, nata, non ha potuto che prendere atto di questa situazione. Sia Bruma che Pirelli hanno riferito sull'irremovibile atteggiamento del signor Snowden. Cosi sono cadute le iilu iioni di quanti speravano che i « quattro » si sarebbero presentali nella riunione di stamane {'un contro l'altro armati. La seduta delle sei Potenze Anche nel pomeriggio nessun'ora è stata sciupata. Alle tre è avvenuto un colloquio Briand-Stresemann, nel quale il Presidente del Consiglio francese avrebbe consigliato il suo collega tedesco a non ritenere tanto facile la sostituzione del Piano Young al Piano Dawes se prima non si è risolta la divergenza fra VInghilterra e'gli altri creditori. Alle quattro, presso Henderson, si sono trovati i rappresentanti delle tre Potenze occupanti e dell'occupata. La questione dell'evacuazione è stagnante, malgrado gli sforzi della Germania. Il clou della giornata era però cottituito dalla seduta delle sei Po lenze. Iniziatasi alle 5.30, essa si è protratta fino alle otto. Nel cortile del Binnenhof centinaia di giorna listi ti affollavano in un'attesa vivissima. Il primo a discendere i stato il sen. Mosconi, il quale ti è precipitato nell'automobile ed è par tito a tutta velocità. Egli ci disse soltanto: a Si continuerà». Tale uteita cosi rapida provoca le più disparate e catastrofiche ipotesi : un incidente con SnowdenT No: semplice fretta di andare all'albergo per indottare il frak e recarsi a un pranzo offerto dal Ministro degli Edatccbast1lfevs1rndnvarnd i e è e n o n i Esteri olandese. Infatti, ecco poco dopo Briand che, sorridente, viene aiutato da Loucheur a farsi largo tra i giornalisti; ecco il barone Adatci, ecco Stresemann, e ultimo faticosamente appoggiandosi sui suoi bastoni, Snowden. Il comunicato ufficiale è molto anodino : « Alla domanda del signor Stresemann, le delegazioni delle sei Potenze invitanti si sono riunite alle 17,30 per procedere a un esame dello stato attuale dei lavori della Conferenza e delle misure che debbono essere adottate allo scopo di arrivare a dei risultati. La discussione sarà ripresa domani mattina alle 10,30 ». Le richieste tedesche La consegna era di silenzio il più rigoroso. Stresemann l'ha tenuta fino a un certo pùnto. Il suo bisogno di mantenersi a contatto con l'opinione pubblica del suo paese ha vinto, con le necessarie cautele, ogni altro motivo. Egli ha voluto apparire il protagonista di questa riunione. La seduta si è aperta con una dichiarazione del dott. Stresemann, la quale era scritta, ed è stala depositata come un documento che non deve essere dimenticato. Desiderio logico, quando si pensa a quello che contiene: là Germania chiede col primo settembre di mettere in vigore il Piano Young nel quadro del Piano Dawes. E' una frase un poco di colore oscuro in sè e per sè, ma di certo si'tratta di diminuire imme diatameiite l'annualità delle ripara zioni di circa seicento milioni di marchi oro, pur mantenendo le ri partizioni e il meccanismo del Piano Dawes. Briand ha parlato contro questa proposta tedesca -. « Non ci si può allontanare dal Piano Dawes — egli ha detto — che entrando nel regime del Piano Young ». Snowden si è anch'egli dichiarato contro l'accettazione di qualsiasi compromesso provvisorio : ' occorre una decisione chiara e precisa. Stresemann si levato di nuovo a parlare criticando i metodi della Conferenza. Il'ministro tedesco degli Esteri consideta la situazione molto seria: la Une della Conferenza potrebbe avvenire anche prima del previsto. Ma quest'ultima previsione non deve spa ventare, perchè la delegazione tedesca avrebbe sempre guardato al 31 agosto come alla fine più proba bile della Conferènza. La solita voce E allora è proprio il caso di dire : « Si continua, o signori? ». Semplicemente per arrivare a sabato, salvando le apparenze? Può esistere ancora qualche speranza di accordo? Sì, se gli inglesi desistono dalla loro intransigenza, se smettono di con siderare gli altri come dei supplì canti che, per dirla alla buona, cercheranno di spaccare il male in me zo, che insomma hanno coglia di concludere dentro il Piano Young La presa di posizione della Ger mania è, ad ogni modo, il fatto più saliente di questa settimana. La minaccia è grave anche se giuridicamente non sembra attuabile. La modifica del Piano Young non può avvenire logicamente per Volontà del debitore : la stessa domanda di una moratoria sarebbe certamente prò tratta dai creditori se non dall'agente generale delle riparazioni. E' importante che la solidarietà anglo-tedesca oggi non si sia manifestala. Snowden, accettando la proposta di Stresemann, avrebbe preliminarmente acconsentito a ricevere una somma inferiore a quella che ora domanda e così sarebbe apparsa in luce la sua malafede. A notte inoltrata fa la comparsa la solita voce tendenziosa: un passo franco-belga sarebbe stato fatto presso Snowden per offrirgli l'accettazione al cinquanta per cento delle sue richieste. L'Italia sarebbe rimasta da parte. Ma la voce è di fonte inglese e quindi sospetta per non essere accolta che col massimo benefìcio dell'inventario, del cento per cento. Alfredo Signoretti. Viva impressione In Francia per le energiche dichiarazioni di Mosconi Parigi, 21, notte. Le energiche dichiarazioni del ministro Mosconi hanno (atto a Parigi grande impressione. Non crediamo di esagerare dicendo che esse hanno in parte dissipato certi miasmi di cattiva lega, sortì nella giornata di ieri dopo il colloquio Briand-Snowden. Non avevamo voluto raccogliere subito le voci messe in giro sxil conto di quel colloquio, per non assecondare la manovra inglese intesa a seminare zizzania fra i «quattro». Ma oggi che la situazione è stata rischiarata dalle eccellenti dichiarazioni del Ministro italiano delle Finanze, e soprattutto' dal colloquio Pirelli-Snowden, il risèrbo non è più altrettanto necessario. Una manovra contro l'Italia 1 L'impressione parigina di ieri sera era che Briand e Loucheur, intrat tenendosi a quattr'occhi col Cancelliere dello Scacchiere, avessero Inco¬ iavgtigfiDpdppplvcc i i o o i l a . o ù a ¬ raggiato quest'ultimo a concentrare il proprio tiro sull'Italia, avessero approvate le sue tesi circa i pretesi vantaggi ottenuti da quest'ultima grazie al piano Young, e accarezzate le sue prevenzioni politiche contro il Governo di Roma, non senza aggiungere che la Francia aveva già fatto tutto quanto stava in lei per indurre all'arrendevolezza la nostra Delegazione, ma non vi era riuscita perchè, data la posizione reciproca delle due Potenze, Briand non aveva potuto esercitare su di essa una pressione abbastanza energica, come potrebbe certamente fare il capo della Delegazione britannica. Non sappiamo quanto vi sia di vero In queste voci. Il corrispondente dell'Action Francaise dalì'Aja mostra di prestarvi fede scrivendo al proprio piornale: « Noi non crediamo ingannarci dicendo che Briand e Loucheur hanno davanti a Filippo Snowden considerato con compiaeeaza U sacrificio dell'Italia. Che importa a Snowden che siano Roma o Parigi ad essere salassai*, purché abbia il suo oro, purché trionfi su Ritta la linea, purché- si accettino interamente le sue rivendicazioni? Noi non saremo forse 1 soli a non trovare molto elegante il procedimento che consiste, da parte della nostra Delegazione, a spingere l'Italia a saortflcarsi ai piedi di Snowden. Onesto proced-1me'Mo, d'altra parte, è molto anile'! SI vedrà se questo sacrificio non avrà come conseguenza il nostro.. Tutta la questione è di sapere se l'Italia resi sterà alla coalizione sorniona che la circonda •. Conosciamo abbastanza Loucheur per non ritenere possibile di dichiarare del tutto inverosimile, il duplice gioco che gli viene attribuito. Ma dobbiamo tuttavia riconoscere che a Parigi queste supposte astuzie do<rli Ulissi francesi dell'Aja non trovano se non scarsissimi- consensi. Che dopo l'appoggio leale e animoso costantemente ricevuto dalla Delegazione italiana (la quale si è ben guardata dal susurraje all'orecchio di Snowden che se c'è un profittatore del piano Young esso è proprio la Francia, beneficiaria, come rilevammo con meraviglia a suo tèmpo da queste colonne, dell'80 per cento dell'annualità incondizionata, invece de, 72 per cento ottenuto a Spa), la Delegazione francese possa aver pensato a ricambiare questo appoggio con un tradimento, è cosa che l'opinione francese non. fuorviata dalla passione di partito, non comprende rebbe giammai e nella quale vedreb be un pessimo calcolo politico. «Non dobbiamo iopararol dagli italiani» La stampa parigina, In ogni caso, pone oggi uno studio evidente nel sottolineare la buona fede della Francia di fronte all'Italia. « Bisogna sperare — scrive ad esempio Pertinax snU'li'cfto de Paris, alludendo al tradimento In questione — che Briand non abbia promesso li suo concorso per questa Impresa al Cancelliere dello Scacchiere li blocco franeo-ltalo-belga Si è mantenuto sin qui, malgrado tutti gli assalti. Libero 11 Governo di Londra di fare pressioni su Roma, *e vuole; ma noi non dobbiamo separarci dagli italiani. Ci si assicura che Briand è rimasto su una esrrpina riserva. Egli si è guardato come dai fuoco dall'impresa nella quale il Cancelliere dello Scacchiere voleva trascinarlo ». Anche il Temps, ancorché meno esplicitamente dell'Ec/io de Paris, sembra avere lo stesso pensiero quando scrive: • Costretto a riconoscere la buono volontà della Francia e del Belgio, Snowden se la prende oggi con l'Italia. Ma è invano che vuol tentare ci: dividere i t quattro ■. Le manovre o bllque non sono riuscite, del resto, a separare neppure il Belgio dalla Fran eia nella questione dello sgombro della lU-jìania. La realtà è che dopo quin dici giorni dalla brutale offensiva del Cancelliere dello Scacchiere, l'Inghilterra rimane sola, assolutamente sola ali'Aja, senza neppure poter invocare in suo favore le simpatie degli ame ricani, in quanto che 1 commenti della stampa americana sono particolarmente aspri per Snowden • Non diverso è, in sostanza, il tono degli altri giornali francesi di qualche conto. Pigliamo pure atto di queste pio teste di correttezza che ci vengono da Parigi, ma non tralasciamo, comunque, di confutare un'affermazione partita dalì'Aja, della quale 1 me desimi giornali mostrano di lare gran caso e che potrebbe, In prati ca, distruggere tutti i buoni effetti degli scrupoli di cui sopra. L'affermazione cui alludiamo è quella secondo cui la Francia sarebbe finora la sola Potenza che all'Aia avrebbe fatto delle concessioni. Quali sono queste concessioni? Confessiamo ii averle sin qui cercate invano. Le offerte che i periti dei « quattro » hanno fatto all'Inghilterra consistono, salvo errore, in una somma approssimativa di ventun milioni di mar chi oro annui, rappresentanti insieme il reddito di duecento milioni di marchi prelevati sul''eccedente dagli ultimi mesi del piano Dawes, e di un supplemento di cento milioni di marchi accordati alla Gran Bre tanna per 11 pagamento del suo debito 1929-30 all'America. Questa somma non è stata, dunque, detratta dalla parte della Francia, ma rappresenta unicamente quei residudei-piano Young che i periti dell'albergo Giorgio V avevano destinato ai creditori minori. Lo pleoolo Potano Vero è che Briand, ali'Aja, ha promesso ai creditori minori di inden nizzuvli, riducendo in proporzione loro debiti verso la Francia, e que sta mossa molto abile ha avuto per effetto di staccare, almeno mpmen taneamente, le piccole Potenze da' l'Inghilterra. Ma questa contropa si trova, per il momento, allo stnt en Ini rt atu di pura ipotesi, e nulla è stato flno- a o a » a — o , u o a i o , o o , : a el a e e a i o e ti rea e o ii fno, sr edi ae ni e ema pui lo on i e er n ' ra concretato circa l'effettitva entità della liquidazione, La prova di questa asserzione è fornita, tra l'altro, dalle interessanti dichiarazioni che il signor Osusky, ministro plenipotenziario della Repubblica cecoslovacca, ha fatto oggi stesso ali'Aja all'inviato speciale del Vlnlransigeant. ■ La Conferenza — ha detto il rap presentante di Benes — sarà indotta ad occuparsi utilmente delle piccole Potenze soltanto quando il Plano Young sarà accettato in principio, cioè quando la Conferenza avrà approvato 11 meccanismo e l'economia del Plano. Le piccole Potenze hanno certamente interessi fuori del Plano Young (la sistemazione del quali determinerà là misura nella quarte esse cercheranno di ottenere soddisfazione nell'interno del Plano Young stesso). La Polonia, la Romania, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia, Armando il trattalo del 10 settembre 1919 a San tiennano, hanno, per esemplo, assunto di pagare alla massa delle riparazioni un miliardo e quaitrocentomila franchi oro, ammontare denominato « debito di liberazione». Inoltre, con la Grecia essi hanno assunto, coi trattati di Versailles, di San Germano, del Trlanoti e di Neuiily, di versare alila massa delle riparazioni il valore del beni governativi che si trovavano sili territori che erano stati loro ceduti dalia Germania, riafl'Austria, dall' Ungheria e dalla llnilgarla. Prima di poter dire quello che le piccole Potenze rivendicheranno dal Piano Young, bisogna che esse sappiano se le grandi Potenze alleate reclameranno loro 11 pagamento del » debito di liberazione » e del valore dei benl ceduti Le piccole Potenze non possono rinunziar a nessuno del loro diritti nei riguardi dèlia Germania e degli alleati di questa, finché I loro In teressi con I grand: Alleati non saranno regolati. Inoltre, le piccole Potenze hanno I loro debiti di guerra verso I loro grandi Alleali. Queste Potenze possono rinunziare a reclamare la loro copertura per mezzo del Plano Young nella misura in cui le grandi Potenze alleate rlnunzli-ranno ni loro d«b:tl di guerra. Infine, vi è il problema delle riparazioni austriache, ungheresi e bulgare. E' questo pure un elemento che può eventualmente entrare in linea .di conti prima• dell'approvazione definitiva del Piano Young. Come vedete, sono questioni vincolate tra di loro e M cui regolamento è necessario prima dell'adozione del Plano Young ». — Ma si dice che la questione sarebbe già regolata con la Francia — chiese a questo punto 11 giornalista. E il ministro rispose: — Non credo che la questione sia già regolata. E' naturale che si studino tutti I lati delproblema per vedere se e in quale forma si possono soddisfare le rivendicazioni legittime delle piccole Potenze senza toccare il Piano Young. Ho la convinzione che questa possibilità esiste e che diverrà una realtà prima della firma del Plano Y'oung La Francia non ha concesso nulla tsectvsrrscsillZdltlLstate fatte dai - quattro» in bloccoe rappresentano -omme prese daiLe dichiarazioni del Ministro cecoslovacco dlmoslrano ir modo assoltitinnente Inequivoco comi nori solo (ino a questo momento le Potenze minori nulla sappiano di preciso intorno alle pretese, facilitazioni che farebbe loro ia Francia per compensarle dello rinunzie consentite sulle loro spettanze do! plano.Young; ma come non sia ancora nemmeno sicuro che tali facilitazioni non abbiano da venire escluse del tutto da una diversa sistemazione di quelle spettanze Stando cosi le cose, dove sono, chiediamo ancora una volta, le tanto vantat.' concessioni della Frarcia? Le offerte a Snowden sono cespiti sussidiar: de! piano Young e non dalle tasche dell'uno o dei l'altro creditore Non e Rriand che offra di tasca «un 21 milioni di marchi oro all'anno all'Inghilterra: sono i quattro » tutti insieme che glie li offrono: finiamola dunque, di insinuare, in buona o in mala fede, che avendo In Francia fatto le sue concessioni, tocca ora all'Italia di fare le proprie La Francia non ha dato nulla del suo t> l.a fatto benissimo. Ma si lasci eh» 1'Italin faccia altrettanto bene insistendo nel rifiutarsi a dare nulla del proprio: la lotta può essere vinta soltanto mantenendo Intatto il blocco dei quattro creditori continentali e chi per egoismo tentasse di giuoenre sott'acqua un giuoco personale =arpbhe la prima vittima del tradimento, giacché se Snowden tiene tanto a separare 1 Curiazi è unicamente per meglio batterli. C. P. n ri i L uK Nessuna trattativa italo-inglese oiraa II Plano Young • l debiti Roma, 21 notte. Alcuni giornali stranieri, nelle loro informazioni dalì'Aja. hanno voluto parlare di trattative che sarebbero In corso fra l'Italia e l'Inghilterra per un accordo sul Piano Young e sulla quota' che toccherebbe all'Italia sulla base di una rinunzia, da parte dell'Italia, al diritto di riscatto dell'oro che °ssa ha depositato presso la Banca d'Inghilterra come garanzia dei suol prestiti di guerra e che secondo gli accordi conclusi a Londra per il consolidamento di tali prestiti deve ora ritornare all'Italia In proporzione dei pagamenti che essa farà per l'ammortamento del debito. L'Agenzia di Roma osserva- in proposito che tali informazioni sono assolutamente Infondate. L'Italia nè'n pensa ad una revisione degli accordi di Londra. D'altra parte, la questione del piano Young è collettiva e non >uo formare oggetto di trattative eearate tra due Stati.