I problemi politici tornano al primo piano

I problemi politici tornano al primo piano La Coxife3?exxzet dell'-Aj et I problemi politici tornano al primo piano Viva irritazione tedesca per la ritardata decisione dello sgombro renano - La Germania minaccerebbe di ritirarsi - I tentativi degli esperti per risolvere la vertenza finanziaria - L'atteggiamento dell'Italia in una lettera del nostro Ambasciatore a Londra ai giornali inglesi (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE} L'Aie. 10 notte. ' Finalmente ecco un giorno in cui Oli asvelti politici della Conferenza .dell'Aia sono apparsi in primo piano. In tali problemi la Germania è protagonista. Sono note le divergenze fra Stresemann e Briand per l'evacuazione; il primo chiede che venga fissata la data dell'inizio del ritiro delle truppe di occupazione; il secondo, pur prevedendo un piccolo anticipo per lo sgombro della sona di Coblenza (15 novembre 1929, invece del gennaio 1930) si rimette per la terza zona alla preliminare approvazione del Piano Young. Gli inglesi sono completamente dalla parte della Germania; appare sempre più probabile che, qualsiasi cosa avvenga, il 15 settembre comincierà lo sgombro del corpo d'armata britannico. L'atteggiamento del Belgio i, invece, finora apparso contraddittorio, almeno secondo le indiscrezioni. A un dato momento si disse, •perfino, che le truppe belghe avrebbero seguito la condotta delle truppe ■britanniche. Tali voci erano inesatte vi r la diversa posizione delle armate delle due nazioni; i belgi occupano la seconda zona, e quindi il loro ritiro è logico, mentre gl'inglesi occupano una parte della terza zona, quella che è oggetto delle controversie franco-tedesche. ! Il Belgio e l'occupazione renana Una notizia sensazionale della a'genzia ufficiosa di Bruxelles ha dato l'allarme: l'esercito belga, riliran'dosi dalla seconda zona, non ritornerebbe in patria, ma prenderebbero il posto delle truppe inglesi che 'Abbandoneranno la tersa zona. L'ambiente tedesco era stamane in grande agitazione: si parlava perfino del ritiro della Germania dalla Conferenza. Questa sera la stessa agenzia smentisce l'informazione, ma viene prospettata la necessita di conservare il carattere interalleato della 'occupazione, il che equivarrebbe sem pre alla collaborazione franco-belga •sulla linea del Reno. La questione è quanto mai delicata e importante, come è delicato e importante l'atteggiamento del Governo belga; il "piccolo Stato presenta all'Aia quella sensibilità diplomatica che corrisponde, da un secolo, alla sua sensibilità strategica e geografica; che esso sia con la Francia o con l'Inghilterra, ha un valore, se non decisivo, certo notevole. Malgrado che 'sia Jaspar a mantenere i contatti, con Snowden, malgrado che si ripeta che il Belgio è il fronte più, fragile del blocco delle quattro Potenze, lo svolgersi dei negoziati e 'degli avvenimenti non ha affatto confermalo simili ipotesi formulate tendenziosamente; la solidarietà con la Trancia per l'occupazione deità terza zona rafforza la solidarietà nella 'questione finanziaria. Disagio nella delegazione tedesca Briand e Stresemann si sono visti nel pomeriggio, ma il loro colloquio, per cui esiste il massimo riserbo, non deve aver portato ad alcun risultato conclusivo, perchè la riunione dei delegati delle tre Potenze occupanti e della Germania, avvenuta, poco dopo, è stata brevissima. Invero, le due tesi prospettate al principio di 'questa corrispondenza sono troppo lontane. Per ragioni di politica interna, ciascuno dei due statisti non può che accentuare la difesa del suo 'punto di vista. Parlamento e opinione pubblica francese non si renderebbero mai conto di uno sgombro 'Anticipato senza una garanzia nel 'campo delle riparazioni; tutta la po litica francese è assillata dalla volontà di entrare presto in possesso 'dell'annualità incondizionale. Si assicura, anzi, che Briand non abbia ancora affatto rinunciato di far dipendere lo sgombro non solo dall'ape provazione del Piano Young, ma 'dalla commercializzazione dei 360 mi lioni di quota incondizionate. Stresemann, 'dal suo canto, è sorvegliato attentamente, oltre che da tutto il suo Paese, dai membri della stessa Delegazione. Il Centro cattolico ha il prurito di far guidare dai suoi uomini la politica estera germanica. Prima il reverendo Kaas, poi l'ex-cancelliere Wirth, non hanno mancato di criticare l'opera di Stresemann come troppo debole e condiscendente. Wirth, quale ministro delle Terre occupate, è qui all'Aja, e può controllare attentamente il suo rivale. Si dice che l'irrequietezza del Gabinetto tedesco, coi frequenti viaggi dei ministri nella capitale, sia determinata da questo 'disagio interno nella Delegazione, più che dai motivi aperti di dissenso resi noti dai giornali. Se il dott. Stresemann dovesse ritornare a Berlino senza poter annunziare la data definitiva dello sgombro della Renapia, la sua situazione diverrebbe difficilissima, forse insostenibile. Il problema politico è un vero circolo vizioso, anche se la questione 'della Commissione di constatazione e di conciliazione sta per essere tolta 'di mezzo con la compilazione di un progetto che i giuristi approveranno • 'domani e che sembra soddisfare tut)ti, nell'ambito di Locarno. Perchè li problema politico divenga di at¬ tlzssdLtdtcmgsacvcgg«dglscadnvnpddgnndddervPpacqdnlsBpp tualità, occorre sempre ritornare alla soluzione del problema finanziario. Linee parallele Mentre inviamo queste note, gli esperti, suddivisi in tre sotto comitati, sono riuniti per la terza seduta odierna in una sala del Binnenhof. La loro fatica è strettamente limitata alle tre proposte del memorandum delle quattro Potenze; ma si tratta di calcoli complicatissimi, secondo l'angolo visuale da cui uno si muove. Nelle due prime sedute, i conti degli esperti delle varie Nazwni hanno seguito delle linee parallele, ognuna a sè. Perchè si addivenga a un accordo, occorre che queste linee si vengano incontro. La notte porterà consiglio? Domani i punti di congiungimento saranno stati trovati? Questa sera si diceva, ridendo, che gli esperti inglesi e gli esperti dei « quattro » avevano finito per accordarsi nel riconoscere che erano sbagliate tanto le tabelle degli uni che le tabelle degli altri! Tentiamo di semplificare al massimo questi calcoli. L'Inghilterra vuole che la sua annualità globale venga aumentata di 48 milioni di marchi oro all'anno, e vuole, nello slesso tempo, avere una parte della quota condizionale. Gli Alleati offrono i residui del piano Dames, una parte dell'incondizionate non ancora suddivisa, e delle modifiche vantaggiose all'Inghilterra nel regime delle prestazioni in natura. Il primo contrasto è nella diversa valutazione èel residuo del piano Dawes: cento milioni di marchi oro secondo gl'inglesi, duecento milioni secondo gl'italiani e i francesi. Più difficile è computare la seconda concessione; essa è variabile secondo quanto potrà essere fallo per tener buone le piccole Potenze, ed è qui che le differenze saranno maggiori. In quanto alla terza concessione, concernente le prestazioni in natura, siccome è difficilmente precisabile, gl'inglesi mostrano di relegarla in un canto, mentre finora hanno strepitato tanto contro le difficoltà per l'esportazione del loro carbone. Le concessioni italiane Le concessioni italiane, poiché l'Italia non è poi tanto intransigente quanto dicono i giornali inglesi e, a mezzi termini, alcuni altri ambienti, riguardano il secondo punto attraverso una riduzione dei nostri crediti verso qualche Stato danubiano, e il terzo punto attraverso una politica del carbone che, nei limiti del possibile, favorisca ì produttori britannici. Naturalmente, la nostra politica del carbone, in caso di disaccordo, può anche mutare completamente indirizzo, e l'attuale situazione del mercato internazionale ci aiuterebbe a rivolgerei ad altri bacini, con la sicurezza di risparmiare nei prezzi e di offrire maggiore attività alla nostra marina mercantile. La distanza fra le richieste e le concessioni è ancora molto grande-, quanto? Si parla di alcune centinaia di milioni di marchi oro. Ma ciò è nella natura di tutte le transazioni-, l'essenziale è che i due contraenti siano animati dalla buona volontà. Si dice, nell'ambiente francese, che BriaM desideri per mercoledì avere qualche decisione in merito ai futuri lavori della Conferenza, volendo prendersi qualche giorno di riposo prima della seduta di Gabinetto indetta per sabato prossimo. Sembra anche a noi che mercoledì si potrebbero conoscere le intenzioni in merito alle proposte degli esperti. Ma l'ambiente della delegazione britannica continua a dire che non vi è possibilità di accordo. Tuttavia, un piccolo sintomo di détente è nel. fatto che sia Snowden personalmente, sia gli altri delegati inglesi si lamentano che egli non abbii potuto avere più dei contatti diretti coi capi delle altre delegazioni, eccettuati Stresemann e Jaspar. Sopra tutto Briand lo avrebbe sfuggito, prendendo a pretesto la sua presunta intrattabilità, mentre, invece, Snowden era ben disposto ad avere delle conversazioni. Tale resipiscenza prelude forse alla possibilità di una o più riunioni a cinque? Il rapporto che gli esperti presenteranno domani potrebbe offrire un'occasione favorevole e immediata. Ma perche ciò sia utile e non presenti dei pericoli, occorre che il Cancelliere dello Scacchiere abbia abbandonato ogni intenzione di mo dificare il piano Young, « termine fisso », unica bussola di orientamento per uscire dal groviglio attuale. Alfredo Signoretti. La lettera di Bordonaro Londra, 19, notte Il Times pubblica una lettera dell'Ambasciatore d'Italia, S. E. Bordonaro, a dissipare l'impressione prodotta dalla affermazione deDaily Herald e di qualche altro gior naie che hanno travisato l'atteggia mento della Delegazione italiana al l'Aja. « Senza entrare in merito ai prò blemi che si stanno discutendo alla Conferenza — scrive l'Ambasciatore — ritengo mio dovere dire una pa rola per impedire che si diffonda la deplorevole impressione prodotta dai tentativi di alcuni important i i o a i à ? e i organi della stampa londinese per Separare l'Italia dalle altre Potenze, come se le presenti, e speriamo temporanee, divergenze di opinione fra i delegali italiani ed i loro colleghi britannici potessero attribuirsi ai diversi principii professati dai rispettivi Governi in questioni di polìtica interna. Questa tendenza, non giustificata dall' atteggiamento leale e rettilineo sempre mantenuto dall'Italia fascista in tutte le Conferenze inie.rnazionalì, mirerebbe a trasportare arbitrariamente sul pericoloso terreno della politica faziosa una questione di politica internazionale e di natura essenzialmente finanziaria. Ne il Fascismo nè il Laburismo sono rappresentali all'Aia, ma bensì l'Italia e la Gran Bretagna, le quali si sforzano onestamente, insieme con tutte le altre Potenze interessate, di salvaguardare ciascuna i propri interessi finanziari in rapporto alla liquidazione definitiva della guerra. Mi sembra che m nulla sia più pericoloso di questi travisamenti di verità contro i quali desidero perciò meilere in guardia tutti coloro che, al pari di me, desiderano che i rapporti anglo-italiani non siano follemente danneggiati da consimili metodi irresponsabili, tanto più che tali travisamenti negherebbero implicitamente la buona fede di coloro che, fra grandi difficoltà e con la maggiore buona volontà, stanno cercando la soluzione di un problema molto complesso ». Il Times nell'articolo editoriale ripete l'asserzione di Snowden e cioè che l'aumento della percentuale all'Italia sulle riparazioni è stato intempestivo date le concessioni fatte all'Italia in occasione del consolidamento del debito di guerra, e soggiunge: «Sembra lecito credere che se gli italiani fossero pronti a dare il loro contributo alla causa comune, i francesi ed i belgi pure sarebbero pronti a fare concessioni sostanziali alle pretese di Snowden)). (Stef.).