Viaggio da Bergamo a Brescia

Viaggio da Bergamo a Brescia SULLA « PEDEMONTANA » IN COSTRUZIONE Viaggio da Bergamo a Brescia BRESCIA, agosto. Innanzi tutto prendiamoci sulla sezione ultlano-Bergamo, ormai costruita e da più di un anno aperta al pubblico, un anticipo gustoso di quel che sarà tra qualche anno il piacere di correre sull'autostrada « Pedemontana ». Sulla pista di cemento incatramato quasi automaticamente le macchine accelerano la velocità e s'incomincia a scivola re in silenzio, con un diletto slittante e cullante. A dire il vero non ci si accorge di salire a velocità spesso da record; non si avverte un sobbalzo, non un variare di ritmo; ma come il motore ha composto il suo accordo armonioso e lo mantiene senza oscillazioni, noi si perviene a una immobilità centrata e sostenuta... S'è lasciato indietro Novate, Cinisello, Bàlsamo, che sono le sparpagliate membra della grande metropoli che intorno al marmoreo Duuino si condensa. E si sorpassa il Lambro; siamo nelle bassure pittoresche della Brianza, verso i margina meridionali di questa zona felice, che il Naviglio dela Martesana In certo qual modo delimita. La Martesana scorre per ungo tratto parallela a quello stradale di Gorgonzola, sul quale un giorno un giovanotto innamorato fuggendo da Milano « camminava di un andare tra il viandante e un che vada a spasso... Ma il ruorp di dentro gli faceva un gran battere ». Voi avete rapito che qui si para di quel famigerato Tramaglino, di professione filatore di seta, i cui casi prese a cuore un tal « Llsander n, scribacchino di qualche taento. E «cammina, cammina: trova cascine, trova villaggi, tira innanzi senza domandarne il nome; è certo d'allontanarsi da Milano, spera di andar verso Bergamo ». E però oggi si va con s) esasperata fretta che non vién fatto di ritrovare, per i paraggi fra i quali l'automobile voa, la voce che sale da ogni cantuccio dell'orizzonte. Fuggono sbandate le raggiere d'infiniti cerchi rinnovantisi per campi e prati,, tra i filari dei mozzi gelsi che s'ammanano del riooclioso casco delle flessibili fronde, Si fucrge, si vola attraverso un immenso scacchiere variato di foni di verde, e denso di casali e di frazioni e di borgalp. molte delle quali, a dirla col Cnntù, han l'aria d'nvviar>; a diventar cità. Tutta la nobiltà settecentesca ombarda predilesse queste plaghe ariose e le popolò di ville, dove tra parrhi ombrosi e tra le amole e chioschi e i labirinti dpi giardini bene edurati rinnovò il giuoco morbido d'una esistenza inclinata alla galanteria. II ponte dell'Adda Si giunge d'improvviso sul bel ponte nuovo dell'Adda e il iìume si vede scorrere glorioso, a una quarantina di metri sotto la fragile arcata che congiunge le due sponde ammantate di verde. E dove l'Adda fa gomito, a monte del manufatto, roneggiano sulla sponda milanese, dominando la scosesa ripa bergamasca, i ruderi ciclopici del più belo e del più gagliardo castello di Lombardia. E' ciò che avanza della rocca di Trezzo, già dei Longobardi, poi del Barbarossa, quindi dei Torriani, infine dei Visconti. Quando Barnabò Visconti pensò di consolidare il suo potere e assicurarsi contro le scorrerie dei suoi nemici, fece riordinare e ingrandire questa rocca di confine; e quando il nipote di quegli, Gian Galeazzo, s'impadroni a tradimento del ducato e fece prigione lo stesso Barnabò, fu nei sotterranei di questo castello che lo mandò a morire. E si asserisce che Barnabò incidesse di suo pugno su un muro l'amara frase colma di esperienza: qnal mi a ti, tal ti a mi. Qui pose infine il seme della sua folgorante potenza la famiglia Colleoni. Poi sul Brembo noi gettiamo in corsa un saluto veloce al castelletto di Marne. Ma quale miraggio dispiega laggiù l'incanto delle sue luci e delle sue forine su uno scenario di colli che degradano dall'alte vette tormentate dell'Albenza e del Canto Alto? Quale città di sogno sorge ridente dal verdazzurro del piano, a questo soprapassaggio di Dalmine che pare un trampolino temerario lanciato a conquistare il cielo? E' Bergamo che vien sollevata in alto, sul suo soffice anello di verde bosco, incontro al visitatore; e pare, sotto la curva abside del cielo, una città dipinta su una pala d'altare. Diciannove chilometri di rettifilo iu■ ftedldsdutpIscgqlsmapzdpsnclgzIgsfdlzcafccdcsosrnmmspmvstazDal bivio di Colognola, alle porte di Bergamo, si stacca l'altra sezio ne della « Pedemontana », l'autostrada per Brescia. I lavori sono incominciati proprio di qui, in terra bergamasca; li ritroveremo bene avanzati dall'altro capo, in terra bresciana. Lavori intensi di sterro. Si scava in linea diritla traverso i campi; una trincea profonda taglia con una ferita lunga chilometri i bei prati e i poderi; e più in là si delinea il profilo d'una, scarpata che s'alza, che si dilunga per innestarsi a suo tempo nell'armatura d'un cavalcavia. Da Colognola al fiume Oglio correrà uno stupendo rettifilo di diciannove chilometri. La nuova strada poco a poco imprime In sua rigida orma nella terra; e migliaia d'uomini le si affaticano e più s'affaticheranno intorno, col bel tempo, sotto la pioggia... centinaia di migliaia di metri cubi di terra — certo più d'un miliione di metri cubi — saranno scavati e riportati prima che il lavoro sia compiuto. E decine di migliaia — forse centomila metri cubi — di ghiaia occorreranno per il sottosuolo della sede Btrndnle. per le deviazioni, 1 raccordi e i piazzali. Altrettanto e piti necessiterà di pietrisco e chiaiptta e sabbia per la pavimentazione Ottanti sacchi, quante tonnellate infine di cemento saranno rovesciate nerrli interminabili impasti? Si può dire che per la Milano Bergamo, che ho una lunghezza pressoché uguale alla Bergamo-lire scia, furono trentoltomila le tonnellate del cemento richiesto, ciò che equivalse all'intera produzione di BadmttvpcrmlpsrsddcbqppntCaatmgirdrBgdrdrtnDttSdCcvcvqfcdspflI cgtmvsnttmnmmtdctpmatmsPilc iun anno di uno stabilimento di dieci ■ forni, 1 lavori sono incominciati; e cantieri grandi e piccoli si moltiplicano e si disseminano lungo il tracciato dell'autostrada. La gagliarda terra bergamasca Non è possibile oggi seguire con l'automobile il tracciato rettilineo della nuova immensa arteria. "Bisogna andare zigzagando per le strade provinciali e comunali per le strauucole che ramificano fra le proprietà, correndo da una borgatella a un paese, da un cascinale a una villa. Il tracciato della nuova autostrada si coglie cosi per frammenti e si ricompone solo nella fantasia. Si coglie anche per frammenti pittoreschi questa vita laboriosa delle piane lombarde. Di tempo in tempo ai bivi s'addossano lunghi casamenti dai muri nerigni fatti di ciottoli disposti a spina di pesce; ariose frazioni di paese ci aprono la loro quieta piazzuola, i sagrati delle loro chiese dove impera svelto e possente il campanile coronato dalla statua del santo; presso le osterie ci dileggiano branchi d'oche protendendo il colio e aprendo il becco a un grido lascialo a mezzo. Drappelli di ragazze dai quindici ai vent'anni, in zoccoli e calze nere, con l'ampio Igrembiule di percalle alzato fino alle spalle, s'avviano in file serrate alle fabbriche; presso una quadra pozza d'acqua, all'ingresso d'un villaggio, le lavandaie hanno schierato tinozze e brocche, e battono i panni torcendosi sui turgidi fianchi, e ridono attizzate giocondamente dalla pana fatica... Vita aneddotica e sapida, colti a volo nella corsa per le strade|campestri, per il dedalo tormentalo! delle viuzze dei paesi della provili- cia; ma quando anche questa nuova' strada diritla e levigitassima di cui oggi andiamo ricercando la traccia sarà compiuta, e quando anche *nran compiute l'altre sezion della n Pedemontana » — superba affermazione ilaliana del secolo ventesimo — allora noi ti dimenticheremo sempre più o pittoresca vita dei paesi e del villaggi! — e chi avrà mai più tempo o voglia, allora, di venirti a rigustare, poesia imprevista e romanzesca della strada del tempo che fu, tutta a curve e inviti alla sosta per la soave contemplazione? Da Colognola l'autostrada ppr!PBrescia punta sul Serio. Bergamo ancora a lungo solleva la scalea delle sue case, inerpicate fino al culmine della » Vetta ». La gagliarda terra bergamasca ostenta tutto intorno l'opulenta policromia della sua vegetazione che dalle acque condotte per le vene delle roggie viene vivificata e fatta sostanziosa. Queste furono le terre che il « gran Bartolomeo dalla triplice possa », il Colleoni, predilesse negli anni del suo pieno splendore e negli ultimi del suo fisico, corporale declino. La rocca della sua più riposata dimora sorge laggiù sulla destra, non lungi dal Serio, ma qualche poco discosta dall'autostrada: la bella e possente cinta turrita e merlata di merli ghibellini - Malpaga - per rafforzar la quale ed abbellirne gli interni appartamenti il Condottiero veneto, il più famoso Capitano di ventura del nostro Rinascimento, chiamò architelti e artisti di gran talento. Qui il Colleoni aveva voluto che gli tenesse assidua compagnia la figlia minore, avuta sui tardi anni da una illegittima unione, quella Medea bellissima ma delicato, che poi mori vergine e giovane di mal sottile, a cui il Condottiero volle per le mani ispirate dell'Amadeo eretto un sepolcro da deporre nella sua stessa tomba regale, nella colleonesca cappella di Bergamo Alta. Aveva voluto anche, questo rozzo, geniale, astuto e audacissimo soldato avventuroso, portare una operosità benefattrice, una operosità di pace fecondatrice nelle sue ter re e in quelle dei più lontani dintomi. Costruì perciò il Colleoni canali e ampliò derivazioni d'acque. Da lui prese nome la roggia che portò disciplinata ricchezza d'acqua nei territori di Curno, di Levate e di Spirano; « Rorgogna », in memoria dell'assunzione sua nel casato di Carlo il Temerario, chiamò l'altro canale derivato dal Serio, che attraversando le terre di Scanzo, Monticelli e Costa, fu condotto fino a Cavernaso e a Malpaga, per diramarsi quindi ancora verso Calcinate, Marfinengo e Palosco. Qui, per queste terre prealpine, si corre fra le memorie e le vestigia delle lotte sostenute contro gli invasori d'Oltralpe, di quelle che accompagnarono il torbido e splendente fiorire delle casate principesche italiane. E le tante torri e i ruderi di I castelli che qua e ià per la campagna e nei paesi sopravanzano ne fan tuttora eloquente testimonianza. A monte dell'autostrada s'eleverà in vista un'altra rocca — quella di Costa di Mezza te, le cui due torri furono costruite per ordinazione di Ottone, imperatore di Germania; contro le cui mura s!avventò vittoriosnmente la soldatesca del Piccinino, nel corso delle guerre viscontee. Dove si fabbricano i bottoni Costa di Mozzate, posta allo sbocco della Val Cavallina, naturale continuazione della Val Camonica, sorgeva in posizione strategica di prim'ordine; oggi è museo privato ricchissimo di storici e artistici cimeli, d'armi di mobili di quadri — documentazione delle vicende d'una famiglia per lo spazio di novecent'anni. Il primo importante manufatto dell'autostrada in costruzione sarà quello sul fiume Serio; un secondo dovrà sorpassare il torrente Zerra; un terzo il fiume Cherio ma di tutti il maggiore sarà il ponte sull'Oglio, che dovrà avere uno sviluppo di trecento metri, gettato a trentotto metri sul pelo dell'acqua. Questo ponte audacissimo in cemento armato, unirà il tronco bergamasco a quello bresciano della nuova arteria automobilistica. Esso servirà mirabilmente quel notevolissimo e singolare centro industriale che è Palazzolo sull'Oglio. che se ha tra i suoi ventiquattro stabilimenti l'unica, e grandiosa, fabbrica specializzata di macchine tessili in lta- smpmvmcsms lia; se conta fornaci di calce e cementi, cotonifici e setifici, pure ha affidato la sua rinomanza alla tipica specialità delle fabbriche di hot ioni, ivi essendo i più grossi importatori di corozo e i più importanti esportatori di bottoni. Si pensi che da Palazzolo si disperdono per l'Italia e per il mondo un milione e settecentovenf ottomila bottoni ai ninnici! Questa industria del bottonificio ebbe i primi timidi inizi nel ISSI; ma sviluppo prese solo a partire dal ISflO. quando vi fu importato dalla Boemia il metodo di lavorazione del corozo, la noce durissima, d'una palma che cresce nell'America equatoriale. A Palazzoìo spetta il merito d'avere volgarizzato l'utilizzazione del frutto d'un'a-lfra pianta, che cresce — questa — nelle nostre colonie — della palma dum; e anche questa conquisto fu dovuta al caso, che essendo capitato a visitare un bottonificio palazzolese un ufficiale nostro delle truppe coloniali e avendovi visto lavorare la noce della palma americana, disse esistere in Eritrea un'altra varietà di palma che fa un frutto con un nocciolo altrettanto duro, di regolare spessore e della grossezza della noce di corozo, e di costo notevolmente minore. Fu allora provala la nuova noce; e i primi risultati non furono soddisfacenti, avendo dato per l'oleosità di quella noce un prodotto poco commerciabile. Ma gli studi e le prove tenaci dovevano avere successo sulle prime difettosità della lavorazione, di uruisa che presto agli industriali di Palazzolo era data la possibilità di battere la concorrenza dei prò- duttori stranieri e di conquisinre anche quei mercnti che meglio erano stali difesi da torli barriere dogaI! « paradiso del geologo » L'autostrada Pergamo-Brescia, come ogni autostrada, mira anche a scopi di volgarizzazione turistica. L'importanza che il turismo è venula acquistando e quella sempre maggiore che esso è destinato ad assumere per l'economia nazionale non 'in bisogno d'essere messa in rilievo. , .Ma ciò che l'autostrada mio fare neri questo svihmno non 6 «tato canito ™ nn hi P li i .i, ni ancora aa tutu. Ji un fatto che Ber-\gamo e le vallale bergamasche han già notevolmente guadagnato dall'a Pertura dell'autostrada Milano-Ber- gamo; questo guadagno 6'accrescerà con la costruzione del nuovo tronco. Le due Provincie di Bergamo e di Brescia potranno meli ere allora in pieno valore le splendide bellezze naturali, oggi non sufficientemente conosciute, delle loro piane, del loro colli, delle loro montagne nevose. S'offrirà quindi la possibilità più immediata di dare grande popolarità al lago più negletto dell'Italia settentrionale, ma non meno degli altri bello per suggestione panoramica e ricchezza di luoghi adatti alla villeggiatura: — il lago d'Iseo che verrà, per questo, opportunamente collegato nll'autostrada da un tronco laterale. Fu il lago d'Tseo chiamato dallo Stoppani il a paradiso del geologo »; Giorgio Sand che scrisse sulle sue sponde il romanzo « Lucrezia Floriani » lo definì « doux et frais cornine une églogue de Virgile ». Vi sorge nel mezzo l'isola più grande dei nostri laghi; producono le rive dei laghi vini squisiti e rinomati: sono ammantate le colline intorno di uliveti e gli altipiani di castagneti. Chi lo visiterà, chi vi soggiornerà non lo potrà più dimenticare come capitò alla scrittrice inglese Montague Wortley che capitata a Lovere sul lago d'Iseo vi dimorò per dieci anni, e partitane poi, dall'Inghilterra lo magnificò sempre in lettere private e in pubblici scritti. Il tratto bresciano dell'autostrada si sviluppa per ampie curve e con imponenti rettifili tra le colline moreniche della Franciacorta; sfiora la pendice nord del Mont'Orfano, passa in vista del poggio verdissimo ove s'accoccola il monastero del Calvario, abitato dai Minori Osservanti, felicissimi fra quanti altri mai frati nella scelta delle belle località. Anche l'autostrada Bergamo-Bre scia — come la Milano-Bergamo — ricalca la traccia dell'antica strada romana pedemontana. Ciò che è lo gico e naturale. Poiché tutti coloro che operano obbedendo alle leggi della necessità operano anche nella ricerca del minimo dispendio e del maggior rendimento; puntano allo scopo per la linea più diritta; agiscono con una dura volontà istinti va e utilitaria Vi son cosi luoghi della terra — valichi, piane, golfi — indicati da un presagio quasi divino a una loro funzione immutabile coi secoli e gli eventi: alvei per cui passa d'evo in evo l'umanità col suo carico di energie e di glorie; bivi e quadrivi che sono i ponti di passaggio obbligato per i commerci e le guerre; zone di terra intrise del sudore e del sangue di cento generazioni legate alla dura, alla santa fatica entro quel cerchio d'orizzonte. Le strade maestre di un popolo ricalcano quasi sempre la traccia svanita d'antiche strade; e queste, anch'esse, scavarono il lorp solco sul sentiero tracciato da civiltà più remote. Cicli storici si allacciano e si moltiplicano con uno scambio misterioso di prestigio e di forza. Anche l'autostrada Bergamo-Brescia, come già la Milano-Bergamo; anche la « Pedemontana » dunque è una delle nuove vie maestre del popolo italiano, poiché è la strada nuova cercata, voluta e imposta dal nuovo strumento di lavoro e di conquista che è l'automobile; ed essa » Pedemontana » ritrova quasi costantemente le vetuste strade .pedemontane disegnate dalla Roma imperiale. Essa è ucile opere concepite che devono realizzarsi col segno e la potenza delle "»Ee stesse della natura. L'autostrada Bergamo-Brescia termina a sud-ovest di quest'ultima città, sulla strado comunale BresciaFiero, a meno di cinquecento me tri a sud della località denominata Pilastroni. Renzo Larco