Le condizioni della viticultura e dell' Industria del vino in Italia

Le condizioni della viticultura e dell' Industria del vino in Italia Le condizioni della viticultura e dell' Industria del vino in Italia (Nostra Intervista con l'on. Arturo Marescalchi) inalespevile fazi\ Roma, 1G notte, (cri. pà.). — L'Itailia è la seconda nazione dèi mondo per produzione globale complessiva di vino, non essendo superata che dalla Francia. Ma èia prima per intensità di produzione in rapporto a superficie agraria dei vari paesi. Le statistiche lo dimostrano. Essa fra vigne e cantine e materiale rappresenta oggi un capitale di oltre 25 miliardi; l'ada un reddito annuo lordo di circa S! miliardi e cioè quasi un quarto di tut- pra la produzione agraria italiana cai- ificcolata in 36 miliardi; interessa oltre m5 milioni di cittadini e cioè un terzo dadella sua popolazione rurale, e da la- fevoto per 4oO milioni di giornate a>H'an-E no. Sulle condizioni attuali dell indù- stìlln1d,1( commercio vinicolo nel no- prstro Paese, siamo lieti di poter rife- alrire quanto cortesemente ci ha detto che'molte^en^emTeTeTè j**in questo campo per il suo fervido apostolato e per la sua attività di organizzatore; l'on. prof. Arturo Marescalchi, presidente della Federazione Nazionale Fascista del Commercio Eno- logico — La viticultura italiana e la sua inseparabile figliola, l'industria del vino — ha incominciato il prof. Marescalchi — traversano un periodo niyi roseo. La scorsa vendemmia diede troppi vini deboli e con tendenza a gua starsi. Ora abbiamo ancora moltissime ,bcantine piene e una cospicua quantità di vini deboli e anche di vini già qua- ì sstj. Questo specialmente nelila bassa IdValle padana fino alle pianure emilia- ! bne tutte V'è ehi calcola che arri vere-|vmo al nuovo raccolto con oltre sei mi-'Qlioni di ettolitri avanzati. Nelle sòie jecantine sociali del Mantovano pare esi-|Cstano oltre 300 mila ettolitri di vino da vendere. « I provvedimenti adottati di recente dal Governo, pur con solerzia e lodevolissima intenzione, non pare che. per la loro natura, si prestino a migliorare in modo tangibile lo stato delle rose. Quali previsioni si fanno per il nuovo raccolto? Tranne che In una parte delle Puglie e in piccola parte dell'Altn Ita- o mtrrue a a i o a a i S" a , n n a , - ' e o ate sn e si annuncia abbondante • La viticultura italiana non è nuova alle crisi di siffatto genere, lo feci, tempo fa. uno studio su oltre 130 anni di storia viticola e mi trovai in presenza ad almeno otto periodi di sofferenza. Dei resto sono vicini a noi nella memoria, il 1902, erisi di cattivo qualità quasi quella della presente annata; 15107-oS crisi di enorme abbondanza, tanto che si calcolarono in 68 milioni gli ettolitri prodotti, e... si bevette a quallro soldi l'oTa (bel tempi! ella dirà) e si dette anche vino commisto alla biada ai cavalli con grande letìzia dei nobilissimi animali. o La vite è capricciosa per sua natura. Pochi anni dopo questi raccolti eccezionali e memorabili, nel 1915 si precipitò ad appena 19 milioni di ettollltri e se allora non avesse soccorso l'idrica generosità degli osti, si sarebbe perduto l'amore e forse la nozione del vino. Ma. appunto per questa capricciosità, il nostro meraviglioso uomo, che ha quasi nel sangue la vite come compagna inscindibile della sua civiltà, l'ama tanto e per essa tanto si prodiga. Siwigllanza con la donna? Può riarsi, ma la donna, caro Perini, non dà sempre i saporiti dolci frutti deaa vite I « Se le crisi sono note, se esse fanno realmente soffrire tanta brava gente, se esse meriterebbero di venir maggiormente considerate dai pubblici poteri, perchè intaccano la più grande delle industrie rurali e quindi l'economia nazionale, ciò non deve indurre pero a veder troppo nero. a Non si deve, non si può perdere la fede nella vite in Italia. Le nubi spariranno, tornerà in breve il sole. E intanto non si abbandonino i vigneti. Vuol dirmi, onorevole, quali provvidenze sarebbero utili nelle contingenze attuali? — Bisogna incominciare a sorreggere col credito quei poveri diavoli che hanno le cantine piene, mancano di fustame e mezzi per albergare degnamente il nuovo raccolto (che sarà buono), e dovrebbero sciupare, presi col laccio dal bisogno alla gola, tanta grazia di Dio. Se si aiutano 1 produttori di riso e di grano, perchè non abbiano a vendere a vile prezzo, si devono aiutare anche i produttori di vino. E si deve incoraggiare — questo è il momento buono — il sorgere di cantina sociali, dove si possano Analmente preparare le grandi masse di vino tipico, costante, conservabile, ben fatto. La creazione di questi organismi, degnissima filiazione del movimento corporativo fascista, va aiutata con finanziamenti a mite interesse e a lunga restituzione e con l'opera essenziale e indispensabile doi tecnici, perchè non si cada in fatali errori. « Ugualmente è questo 11 momento, perchè le organizzazioni viti-vinicole e di commercio enologico si mettano seriamente a stimolare il consumo interno del vino, e soprattutto l'esportazione. Analogamente alle cantine sociali di produzione dovrebbero sorgere gli stabilimenti vinicoli di esportazione presso qualche grande nodo ferroviario, dove si ammaniscano con 1 tagli genuini, ma sapienti, le masse dei 50 e 100 mila ettolitri, tutte di un tipo o di due o tre tipi al massimo, con i auali plvipvtudrimp a" '«ih ,ul: Idba, quella che ebbe veramente rianni ; pgravi alle viti per i gel memorabili fl?,elr^YlrPfaJa„ì;C"!ls^J.,.nuovo raccoUo|assdcpdcCladrplcpcsvltl invadere i mercati esteri e tener testa alla Spagna. Ma questi enopoli devono essere largamente finanziati, non solo per la loro creazione, ma per la loro vita, per l'ampio respiro di credito che le vendile all'estero esigono. — Che cosa pensa, onorevole, delle facilitazioni concesse per la preparazione del cognac e la produzione del- l'aceto? ! — a mio avviso, le facilitazioni alla preparazione del cognac non sono slitificienti a sfollare bene il mercato: cer m, i prezzi cui oggi si pagano i vini dalle grandi distillerie sono ancora in feriori a quelli che si pagavano prima. E u deientore del vino debole o gua st0 realizza prezzi inferiori a quelli del primo anno a[ guerra m0diale. Quanto all'aceto, si è, purtroppo, fatto compie j***1* "a<*° cIi *«o a danno di ,bller Per,l mdustwa vinicola italiana, à « L Italia di oggi, rmnoyeMata nello ì spinto dell Lomo meraviglioso, che a Iddio le donò Per le fortune immanca ! bili, deve provvedere, deve sapere e |v«l ere proteggere e dare incremento a 'Questa industria, la quale indica come jessa sappia e voglia profittare dei doni -|Che la natura le concesse, delle vetuste a e mento di agire. No verrà un bene sta- tradizioni storiche, che sono sua gloria e della razza invidiata dei suoi uomini »pletora, che si aggiungerà a quella del vino: la pletora dell'aceto, e, purtroppo, del surrogato inutile dell'aceto di vino. » Vediamo, invece, di stimolare l'at-, tuazioive dei provvedimenti di cui laho detto. Alcuni Istituti di credito agra- irio, auspice quello benemerito del Pie-:monte, presieduto dal senatore Orsi, 1pare l'abbiano ben compreso. E' il mo- '

Persone citate: Arturo Marescalchi, Mantovano, Marescalchi, Orsi, Perini

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma, Spagna